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Autore: Goran Zukic    09/03/2015    1 recensioni
Qualcosa sta cambiando…si sente nell’aria, si respira nella vita di tutti i giorni, ma nessuno se ne rende conto. La vita va avanti come sempre, ma sta per arrivare qualcosa, qualcosa che cambierà tutto, che renderà ogni cosa diversa e che porterà Equestria in una dimensione quasi dimenticata, sepolta da tempo nei peggiori ricordi della storia. L’armonia che regna su Equestria sta per essere disintegrata, preparatevi ad un viaggio nel mondo di Twilight e le sue amiche, nella più grande e pericolosa avventura della loro vita e che segnerà l’alba o la fine di tutto ciò che noi conosciamo.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Discord, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Princess Celestia, Twilight Sparkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Festa di Sangue

Sentì intorno a lei il rumore del vento che scuoteva le foglie e le scompigliava la frangia, come il suono di un fischio sinistro e lontano.
Aprì gli occhi, era seduta a terra, sull’erba fredda e umida, intorno a lei regnava la notte, la notte scura e tetra.
Solo la luce abbagliante e bianca della luna le permetteva di vedere dove metteva i piedi, ma poco altro riusciva a captare.
Fece qualche timido passo in avanti, aveva paura, non sapeva dove si trovava e soprattutto aveva la nitida e brutta sensazione di aver già vissuto questa esperienza in passato.
All’improvviso però sbatté contro un muro, ma non un muro qualsiasi, era soffice, leggermente spinoso e sembrava fatto da foglie.
Mise gli zoccoli in avanti e vide che si trattava proprio di foglie e che aveva sbattuto contro un’alta siepe.
Si girò, il suo sguardo passava velocemente da destra a manca, come stesse cercando qualcosa.
Fece qualche passo verso destra, ma venne raggiunta da un’altra siepe e poi un’altra ancora, e un’altra, e un’altra, non avevano fine.
Twilight allora iniziò ad ansimare, a sudare e a spaventarsi sempre di più.
Tremava, gli occhi cercavano di cogliere il minimo rumore intorno a lei e aveva freddo, a causa del gelido vento che spifferava tra le siepi.
Camminò ancora e questa volta non raggiunse, né venne raggiunta da nessuna siepe, tanto che arrivò in un punto in cui la luce lunare le permetteva di vedere sufficientemente.
Davanti a lei c’era una stradina, delimitata da due corsie di siepi alla fine della quale c’erano altre tre stradine.
Twilight capì, si ricordò quando e in che occasione era già stata in quel posto e la cosa non le piaceva affatto.
Percorse ora con meno timore, ma con più ansia la stradina fino ad arrivare davanti alle tre vie parallele.
Fu allora che si sentì un lunga e raccapricciante risata che sembrava filtrare attraverso le siepi, muoversi attraverso gli spifferi di vento e rimbombare nella solitudine della notte.
Twilight iniziò a tremare sempre più, quella voce la conosceva e non le piaceva affatto, inoltre era talmente forte che fu costretta a tapparsi le orecchie.
All’improvviso però tutto tacque e tornò il silenzio della notte.
Twilight tolse le mani dalle orecchie e, facendosi coraggio, chiese: “Fatti vedere! Perché mi tormenti?”
“Oh non ti sto tormentando, ti sto sorvegliando” rispose la voce con tono irrisorio, ma Twilight non riuscì a percepire da dove venisse.
“Allora spiegami, Discord, che cosa ci fai nei miei sogni se la tua statua è ancora là dove l’abbiamo lasciata?” chiese Twilight.
“Twilight, ciao comunque, io sto bene tu?”
“Potrei stare meglio” rispose secca lei, che intanto non era più né spaventata, né ansiosa, solo arrabbiata.
“Carissima, diciamo che sto cercando di condurti verso delle risposte” rispose lui.
“Basta con i tuoi giochetti, Discord! Che cosa stai cercando di dirmi?” chiese lei ora, con voce così alta da produrre l’eco.
“Non ti scaldare Houdini, sto solo cercando di avvisarti riguardo qualcosa”
“Cosa?”
“E’ arrivato Twilight e deve essere fermato, il prima possibile, altrimenti, tutto ciò che noi conosciamo, non esisterà più”
“Come? Spiegati meglio” chiese lei.
“Sta finendo il tempo Twilight, tra poco dovrò andare, ma tu puoi scegliere e so che prenderai la scelta giusta” rispose lui.
“Rispetto a cosa?”
“Fermalo Twilight, o con lui tornerà anche qualcos’altro” rispose allora Discord.
“Chi?” chiese Twilight, ma non si accorse che intorno a lei non c’era più il labirinto, ma solo la sua stanza, dalla cui finestra entrava la luce della luna.
Si mise seduta ripensando al sogno che aveva appena fatto e ormai convinta che questi sogni fossero in qualche modo collegati con la realtà.
“A chi alludeva Discord? Chi? Che cosa succederà?” si chiedeva tra sé lei, ma più si poneva domande più le girava la testa.
Si tirò su la frangia e si tolse il cerotto che ormai aveva fatto il suo mestiere, si alzò con qualche dolore e scese le scale, contando sul fatto che forse, parlandone con Spike, sarebbe arrivata ad una conclusione, ma non lo trovò.
Le luci erano spente e di Spike non c’era l’ombra.
Accese le luci e raggiunse il tavolo dove trovò un bigliettino color giallo, appiccicato sul legno su cui c’era scritto, in inchiostro viola:

“Ciao Twilight,
vado alla festa in onore di Justhought, mi dispiace, ma dormivi così bene e non ti ho voluta svegliare.

Ci vediamo,
Spike”

Gli occhi di Twilight si spalancarono, incollati su quel nome, scritto in viola, che aveva davanti agli occhi e che ogni volta che sentiva le dava una forte rabbia.
“Fermalo, Twilight, o con lui tornerà anche qualcos’altro” disse Twilight, ripetendo le parole dette da Discord in sogno.
Ripensò poi alle parole che Celestia la aveva detto quella mattina riguardo suo fratello e nei suoi occhi balenò una nuova emozione, un misto tra adrenalina, gioia e rabbia.
“E’ lui, non può che essere lui” esclamò Twilight e aggrottò le sopracciglia.
“Discord mi ha detto che quel qualcuno a cui alludeva era tornato e proprio oggi, nello stesso giorno è tornato Justhought, dopo tanti anni. E’ sicuramente lui, vuole prendersi il trono di Equestria e portare la morte nelle nostre case” pensò allora Twilight e detto questo si accinse ad uscire, pronta a stanare l’alicorno.
Era certa che fosse lui, tutti i blocchi del puzzle combaciavano e ora come non mai si sentiva così carica di lottare contro qualcuno.
Corse tra le case, nel silenzio e nel buio della sera fino al municipio.
Le luci però le trovò, incredibilmente spente e temette che Justhought avesse già fatto piazza pulita di tutti gli invitati.
Le finestre erano chiuse, ma guardando attraverso il vetro si riusciva, nonostante il buio, a vedere quello che succedeva all’interno.
Twilight si avvicinò alla finestra, ma quello che vide all’interno era solo buio e silenzio.
Fu però colta da un particolare interessante, il riflesso della luna sulla parete. Si girò, guardò la luna che era alta e piena, scintillante tra le stelle e gli astri.
Guardò di nuovo attraverso il vetro e questa volta il riflesso della luna non era solo.
Proprio al centro del riflesso si vedeva chiaramente un ombra, una grande ombra.
Era l’ombra di un pony, ma sulla fronte aveva un corno e ai lati del busto due grandi ali.
“Justhought” esclamò Twilight sottovoce, ma decise di non intervenire subito e continuare a guardare, cercando altre informazioni.
All’improvviso però l’ombra alzò una zampa e si vedeva chiaramente che impugnava un coltello lungo e affilato.
Twilight ebbe un colpo al cuore e capì che era il momento di fermare quel folle.
Dal suo corno scaturì un alone di energia color viola luminoso e un secondo dopo era dentro la sala del municipio e aveva placcato a terra Justhought che non la notò.
Era ancora tutto buio, ma lei iniziò a colpire con dei pugni l’avversario che era sotto di lei, bloccato al pavimento dalle sue ginocchia.
Sentì dei rumori, come di vetri e cose che cadono, ma non ci fece caso e colpì ancora Justhought che questa volta gemette di dolore.
All’improvviso però le luci si accesero e con esse si sollevarono grida di terrore e pianti di sgomento.
Twilight era pronta a colpire il nemico con un incantesimo, ma gli occhi che aveva davanti alla sua faccia non erano quelli di Justhought.
Davanti a lei c’era princess Celestia, con il labbro inferiore che sanguinava, un occhio nero e il naso rotto.
Twilight mollò la presa e si alzò, ma poco dopo cadde a terra.
Le gambe le tremavano come mai prima d’ora, non riusciva a stare in piedi, i denti sbattevano violentemente, dagli occhi sgorgavano delle lacrime che le avevano già invaso le guance.
Era terrorizzata, non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto, il cuore sembrava le potesse scoppiare da un momento all’altro tanto stava battendo furiosamente, i singhiozzi sembrava potessero farla vomitare da un momento all’altro.
Alcuni pony corsero verso la principessa che era svenuta e la soccorsero con delle cure di fortuna in attesa del dottor Hooves, chiamato immediatamente.
Gli altri, invece, stavano urlando di terrore, il clima era di panico e nessuno riusciva a mantenere la calma.
Twilight aveva gli occhi fissi verso il corpo di Celestia.
“Che cosa ho fatto? Come è potuto succedere? Ho ucciso la principessa, l’unica persona che ha sempre creduto in me” pensava lei, ma non aveva la lucidità per pensare e si stava lasciando andare al pianto e allo shock.
Fu allora che un pony si mosse verso di lei.
“Come hai osato assassina!?” esclamò il pony e la aggredì, mettendole le mani al collo, tentando di strozzarla.
Altre urla si levarono tra i presenti, mentre la scena diventava ancora più drammatica.
Twilight non riusciva a respirare, ma non riusciva a vedere chi la stesse aggredendo, aveva gli occhi inondati di lacrime.
All’improvviso però la morsa si allentò e il pony la lasciò andare.
Davanti a sé ora aveva un altro individuo, aveva il manto rosso, un grande paio di ali dello stesso colore e una criniera gialla, blu e rossa.
“Nessuno la tocchi!” esclamò lui con una voce forte e severa.
Era Justhought.
Subito tutti i pony indietreggiarono e molti di loro si zittirono, fu allora che Twilight vide qualche metro avanti a lei Applejack a cui scendeva un rivolo di sangue dal naso.
Era stata lei, la sua amica, ad aver tentato di ucciderla e quell’alicorno dal manto rosso le aveva staccate.
Questo scioccò ancora di più Twilight, che vomitò a terra.
Justhought si girò verso di lei, la guardò storto e le diede un bicchiere di acqua, prima di allontanarsi verso i presenti per tranquillizzarli.
Applejack la guardò malissimo prima di seguire l’alicorno.
All’improvviso entrò il dottor Hooves, accompagnato dalla nipote Derpy che svenne non appena vide Celestia, che insieme a dei volontari portò la principessa fuori dalla sala per curarla in clinica.
Con loro entrarono anche un gruppo di soldati, armati di tutto punto e accompagnati anche dalla principessa Luna e dal primo ministro Rho.
Twilight incrociò gli occhi di Luna nei quali lesse un disprezzo e un odio che mai aveva percepito in vita sua.
“Prendetela, portatela alle prigioni di Canterlot” esclamò lei con tono duro, ma nervoso e anche spaventato dalle condizioni della sorella.
Due soldati si fecero avanti e la sollevarono per i gomiti, mettendole delle catene ai polsi.
Mentre passava tra la gente veniva coperta di insulti e critiche anche da parte di chi non se lo sarebbe mai aspettata.
“Hai rovinato la festa! Pazza criminale!” urlò Pinkie Pie.
“Sei fortunata che non ti ho a tiro di pugno squilibrata” le disse allora Applejack.
Fluttershy piangeva, scuoteva il capo come se non credesse a quello che aveva appena visto, guardando Twilight con un sguardo di paura, delusione, odio e tristezza.
“La nostra principessa! Come hai potuto?! Non ti voglio più vedere!” esclamò Rarity.
Anche Spike la guardava malissimo e scosse la testa quando Twilight le rivolse uno sguardo, per poi girarla in segno di disprezzo.
Twilight venne portata fuori e con la porta si chiuse anche quella catena infinita di odio e rabbia.
Non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto, non riusciva a nemmeno a pensare, aveva tentato di uccidere, la persona che più aveva amato in tutta la sua vita e ora con questo gesto sapeva di aver perso tutto, persino l’amicizia.
Non appena fuori Luna la prese per le spalle e la spinse a terra, aveva negli occhi lo sguardo che aveva Nightmare Moon, uno sguardo che Twilight non vedeva da tempo.
“Principessa” esclamò un soldato invitandola a mantenere la calma.
“Fai silenzio Ivan!” replicò lei gelandolo con lo sguardo.
“Senti Sparkle, non so cosa ti è saltato in testa questa sera, ma sappi che non la passerai liscia, non mi importa se mia sorella ti vuole bene, ti punirò in maniera esemplare per questo e ti assicuro che non sarà piacevole” le disse lei con gli occhi che sprizzavano scintille di ira.
Twilight era paralizzata dalla paura e si mise a piangere e singhiozzare.
“Portate via questa pazza” disse lei, la lasciò cadere a terra e si allontanò.
“Rho, vai con lo loro, io starò con mia sorella, avvisa Princess Cadence di venire a Canterlot” concluse Luna e volò verso la clinica.
   
 
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