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Autore: Reika76    12/12/2008    2 recensioni
Vegeta è tornato, ma Bulma questa volta non è disposta a scendere a compromessi.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FEELINGS

Questa fanfiction è liberamente ispirata alla tavola di un manga che ho trovato in rete anni fa.Purtroppo non conosco il giapponese ma l'immagine mi colpì così tanto da spingermi a costruire una storia che le desse un senso.

Bulma radunò rapidamente i propri appunti, prima di gettarli, con un piglio risoluto dentro la valigetta.
La conferenza stampa era stata un vero successo, l'indomani le azioni della Capsule Corp sarebbero letteralmente schizzate alle stelle. Sorrise compiaciuta prima di premere il minuscolo bottoncino posto di fianco alla chiusura.
Con un lieve Pop davanti a lei non rimase che una capsula,più piccola di quelle usuali, di un intenso blu cobalto,sorridendo la incastonò al centro del braccailetto d'acciaio che portava al polso.
La nuova linea di gioielli CC, in metallo, avrebbe invaso il mercato facendo la felicità di ogni donna:eleganti ma soprattutto spaziosi,sebbene le capsule miniaturizzate avessero una capienza inferiore rispetto a quelle standard, una sarebbe stata più che sufficiente a contenere un'intera valigia!!
Si alzò e accomodandosi le pieghe della gonna si diresse verso l' uscita;prese mentalmente nota di dover sentitamente ringraziare il padre per aver organizzato la conferenza a Chinola Island, anzichè in una delle sale ricevimenti della propria dimora.
il contrasto tra acciao e natura, presente negli spot che aveva mostrato ai gionalisti, segnava decisamente un punto a suo favore. Quanto all'isola in sè era un vero paradiso tropicale: palme, banani, mangrovie, bouganvillee e orchidee contraddistinguevano il paesaggio facendosi più rade in prossimità della spiaggia di sabbia finissima.
E' lì che la portarono i suoi passi.
Sorrise birichina, scalciando via le scarpe a tacco alto una dopo l'altra.
Sedette sulla sabbia ad osservare gli aliscafi lasciare rapidamente l'isola , con il loro prezioso carico di vite umane. Quando fu certa di essere sola, gettò anche il proprio abito a far compagnia alle scarpe.
Restò sdraiata su un fianco, con indosso la sola biancheria, osservando pigramente il frangersi delle onde.
Per un attimo le sovvenne alla memoria l'immagine del piccolo Trunks intento a tracciare incomprensibili scarabocchi sulla sabbia.
Lo imitò tracciando con un' unghia curata i caratteri di un nome a lei ben noto.

V come violenza
E come egoismo
G come gelosia
E come egocentrismo
T come testardaggine
A come...

"Ahh" sussultò urlando al contatto con l'acqua, la mareea s'era alzata e portata via la sua stupida scritta!!
Riscuotendosi dai propri pensieri fissò stupefatta il cielo, il sole tramontava pigramente all'orizzonte.
Si tirò su a sedere, possibile che fossero passate ore da quando si era seduta sulla spiaggia?
Uno sguardo all'orologio a confermarle il sospetto.
Era stata così occupata a pensare da tralasciare lo scorrere del tempo.Avrebbe dovuto tornare a casa ma non ne aveva voglia, sua madre si sarebbe occupata egregiamente di Trunks.
Aveva bisogno di riordinare le idee, e non c'era notte migliore di quella per farlo, calda e stellata.
Tornò a sdraiarsi facendo mentalmente il punto della situazione.
E di nuovo tutti i suoi sensi si concentrarono su quell'unica combinazione di sillabe: VEGETA
L'oscuro principe dei Sayan era tornato a solcare con il passo sciolto gli spazi della grande casa,disgraziatamente solo quelli.
Non aveva degnato d'un occhiata nè lei nè il piccolo. Ed ora visto che lui non sapeva decidersi, l'avrebbe fatto lei, e non sarebbero state parole vuote e prive di significato, ad essere in gioco non c'era solo la sua felicità ma anche quella di suo figlio. Aveva saputo di amare Vegeta da quel medesimo istante in cui l'aveva tratto fuori dalle macerie del GT, lacero e sanguinante.
Aveva immediatamente compreso che stare con lui sarebbe stato molto diverso dallo stare con qualsiasi umano, Vegeta non parlava d'amore e non faceva complimenti, era rude,duro e indifferente di giorno, per divenire qualcosa di incredibilmente diverso e passionale durante la notte.
Non le importava di provare dolore, perfino quello la faceva sentire viva e incredibilmente vicina alla sua anima.
Ma l'amore è qualcosa che si dà ma si deve anche ricevere, non poteva chiamarsi amore un sentimento a senso unico.
Se avesse voluto solo sesso, avrebbe potuto tranquillamente rivolgersi a Yamcha, o ai mille altri che l'avevano fissata con ammirazione.

Vegeta emerse dalla propria stanza indossando un morbido completo in spandex, scivolò silenziosamente in corridoio ed entrò in cucina.
Qui trovò una sorpresa imprevista ad attenderlo: la svampita madre di Bulma intenta ad imboccare il marmocchio.Che ne era della Donna? Dopo una giornata di intenso training avere a che fare con l'oca bionda e la piccola larva non era esattamente un buon modo di concludere la serata.Si girò rapidamente di spalle con l'intenzione di sparire quando la voce della signora Briefs lo raggiunse. "Oh Vegeta caro sei qui, entra pure la tua cena è pronta" Entrò e sedette al tavolo con malagrazia.
"Ecco qui" disse la madre di Bulma posandogli davanti un'intera teglia di arrosto.
"Bulma aveva detto che avrebbe potuto tardare, o forse ha detto che non rientrava affatto, non riesco proprio a ricordare".La bionda smise di guardalo per tornare a rivolgersi a Trunks: "Su bravo piccolo, apri la bocca che arriva la pappa!"
Vegeta assistette all'intera scena in preda al più assoluto disgusto, trangugiò tutto ciò che c'era sul tavolo con una rapidità anche maggiore del solito, per poi alzarsi e sparire oltre la porta, lasciandoseli alle spalle.
Per quanto si sforzasse,a parte le analogie cromatiche non riusciva a trovare nel marmocchio nulla che gli ricordasse l'altro e così probabilmente sarebbe stato per molto tempo ancora.
Del resto in questa realtà suo figlio era ancora una misera cosa dai flosci capelli pallidi, ben lontani dal misterioso ragazzo giunto dal futuro, colmo di tristezza e di curiosità per un padre che non aveva mai conosciuto.
Raggiunse la vecchia camera in cui era tornato a dormire dal suo ritorno, poche porte più avanti c'era quella di Bulma.Vi entrò consapevole del fatto fosse vuota, per trovarla esattamente come l'aveva lasciata quasi un anno prima: ingombra di carte appunti e abiti da donna sparsi qua e là.
Bulma doveva aver fatto i bagagli in tutta fretta,non che si fosse curato particolarmente di lei, in quei giorni aveva avuto altro a cui pensare.

Era tornato, dopo l'icubo di Cell e dei cyborgs, a vivere tra quelle mura a lui ben note.
Per quale ragione non gli era neppure ben chiara: perchè lì era servito e riverito come il principe che era e poteva allenarsi avvalendosi della tecnologie più moderne, questa erano le ragioni che venivano dritte dalla parte razionale della sua mente, ma in un angolo remoto di essa egli sapeva molto bene che l'unica motivazione coerente era un'altra.
Era tornato perchè voleva lei.
Raccolse da terra un capo di biancheria e lo annusò alla ricerca della sua particolare fragranza di donna, non sapeva d'altro che di bucato, per questo lo lasciò cadere . La voleva con tutto se stesso, da troppo tempo non affondava in quel corpo morbido e caldo, capace di portarlo per una notte lontano dall'incubo che era stato il suo passato.Ma il suo orgoglio smisurato non gli permetteva certo di fare il primo passo, aveva atteso con la pazienza appresa in anni di tattica militare che fosse Bulma a cercarlo , a sottomettersi nuovamente a lui.
Ma lei non l'aveva fatto, al contrario l'aveva evitato con ogni scusa plausibile.
Non l'aveva cercato nè si era mai avvicinata a lui più di un metro, e perdipiù l'aveva fatto portandosi perennemente appresso il marmocchio.
Sembrava irriderlo, quasi a dirgli chiaramente:se vuoi me devi prendere anche lui, non puoi avere l'una senza l'altro. E Vegeta non sopportava di essere deriso da nessuno, aveva ucciso per molto meno, soprattutto da una stupida terrestre dai colori ridicoli!
Spalancò la porta finestra e con un salto oltre la righiera del balcone prese il volo.

Bulma si alzò lentamente sulla punta dei piedi e si stiracchiò pigramente,sollevò lo sguardo a fissare i miliardi di stelle della Via Lattea a cercare una risposta ai dubbi che da giorni non la lasciavano dormire, aveva passato l'utima settimana a nascondersi come un coniglio e decisamente era ora di finirla, in quel ruolo peraltro non si sentiva affatto a suo agio.
Avrebbe messo Vegeta davanti al fatto compiuto: se voleva restare avrebbe dovuto cambiare il suo atteggiamento sia verso di lei che del piccolo Trunks, o tutto o niente.
Aveva cercato di farglielo capire a gesti, sarebbe passata alle parole.
Vegeta poteva essere fortissimo quanto a potenza fisica ma nessuno poteva battere la sua capacità di farsi sentire! Respirò l'aria salmastra della notte a grandi boccate, aveva fatto la sua scelta l'indomani sarebbe andata dritta nella stanza di Vegeta e l'avrebbe affrontato...Questa volta non sarebbe finita tra le sue lenzuola.Slacciò lentamente il reggiseno e lasciò scivolare lo slip lungo le gambe levigate, li lasciò insieme ai suoi vestiti prima di dirigersi verso l'allettante distesa del mare appena increspata dalle onde, mancavano ancora molte ore all'alba sarebbe rientrata giusto in tempo per intercettare Vegeta.
Ma ora il mare la stava chiamando e lei di certo non aveva intenzione di ignorarlo.

Vegeta aveva diretto il suo volo verso sud, conscio di null'altro se non dell'aria tiepida della sera che gli scorreva libera sul viso quando ad un tratto percepì il fioco bagliore di un'aurea che conosceva fin troppo bene...Sorrise compiaciuto forse la serata non sarebbe stata del tutto sprecata.
Scese lentamente a terra e rimase per un istante a compiacersi delle forme della terrestre che si intravvedevano nell'acqua cristallina, non si era accorta di lui, bene si sarebbe divertito alle sue spalle.Sfilò rapidamente la maglia desideroso di raggiungerla, quando una forma improvvisamente attirò l'attenzione dei suoi sensi. Qualcosa di grosso e pericoloso si muoveva in direzione di Bulma poco sotto il pelo dell'acqua.
Si trasformò in super sayan nel tentativo di vedere meglio il bersaglio.
Bulma sussultò spaventata dall'improvvisa fonte di luce, e si trovò a fissare un volto a lei ben noto a spaventarla fu lo sguardo freddo che vi scorse, indietreggiò meccanicamente di alcuni passi fino ad accorgersi di non toccare più...

Vegeta sollevò il palmo della mano aperto a formare una sfera di energia, nulla poteva interferire con il suo piacere o danneggiare impunemente ciò che gli apparteneva.
La sfera d'energia colpì esattamente alle spalle di Bulma che spaventata a morte dallo sguardo di Vegeta riuscì appena a singhiozzare prima di venire travolta dall'acqua.Vegeta sorrise compiaciuto, del predatore non erano rimasti che pochi resti fumanti, avrebbe potuto ridurlo letteralmente in cenere, ma la Donna era troppo vicina e l'avrebbe certamente ferita.
Bulma riemerse dall'acqua in quel momento, cercando di respirare e prendere abbastanza fiato da cominciare la propria filippica in direzione di Vegeta, quando un pezzo sanguinolento e bruciacchiato di squalo le passò accanto, disgustata volse lo sguardo altrove retrocedendo di alcuni passi in direzione della riva fino a scontrarsi con un torace che le era ben noto.Si voltò a fissare due nere ossidiane che ben conosceva.
"Vegeta mi hai spaventata a morte..."Non riuscì a finire la frase perchè immediatamente due labbra dure ed esigenti catturarono le sue. Cercò di divincolarsi finchè lui non la lasciò andare, alzò gli occhi su di lui :"Dobbiamo parlare..."
Vegeta ricambiò il suo sguardo e a Bulma per un istante parve di scorgere qualcosa affacciarsi da quelle profondità per poi sparire di nuovo.
"Non serve Donna, sono tornato per restare...Con te e con lui" Bulma sentì le ginocchia tremare e per una volta in vita sua rimase a bocca aperta e senza parole.Vegeta la osservò divertito, prima di riprendere ciò che aveva interrotto, non aveva intenzione di ritardare oltre il proprio piacere...

Dopo l'amplesso restarono stesi a lungo sulla sabbia,Bulma si sollevò su un gomito a fissare il volto del sayan, ora rilassato dal sonno, incapace di fermare la mano prese di nuovo a tracciare caratteri sulla sabbia:

V come violenza
E come egoismo
G come gelosia
E come egocentrismo
T come testardaggine
A come...AMORE

Oh sì di certo le ci sarebbe voluto molto tempo,anni forse decenni, ma era sicura che da questo gioco sarebbe uscita vincitrice: avrebbe insegnato al rude principe dei sayan tutti i segreti dell'amore, e questa volta non ci sarebbe stata nessuna onda capace di cancellare il suo lavoro.

Perchè se il cuore di un Sayan è fatto d'acciaio, il fuoco della passione può forgiare anche il metallo più resistente.
  
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