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Autore: Yuichan    10/03/2015    2 recensioni
Ciò che meno ti aspetti si presenta all'improvviso, quel sentimento che provi a reprimere per paura di essere nuovamente ferita viene comunque a galla e ormai non puoi più farci nulla...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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16. Un nuovo inizio

- Assolutamente no!- Lo ripeté nuovamente, convinto e deciso. Per nessuna ragione al mondo avrebbe permesso una cosa simile. - Mi sembra di aver gia rischiato abbastanza in ospedale, non permetterò che tu vada da lui nelle tue condizioni.-
- Questa volta è diverso. Non avremo alcun tipo di contatto e non saremo soli.-
- Perchè ci vuoi andare?- Da quando era rientrato e Sho gli aveva raccontato ciò che era successo, non aveva smesso di rimproverarla, ma Kyoko aveva preso la sua decisione e non si sarebbe tirata indietro. - I medici hanno detto che devi rimanere a riposo, non ti devi ne agitare ne stancare. Questo incontro ti porterà solo ad accumulare uno stress non necessario.-
- Mi stai proteggendo e di questo te ne sono grata, ma voglio farlo. Voglio andare da lui e sentire cosa ha da dirmi. Voglio assolutamente farlo, poi ti prometto che starò buona e tranquilla a casa, come vuoi tu.-
- Io voglio che tu stia bene.-
- Ma sto bene Ren, non potrei chiedere di meglio. Certo potrei lavorare un pò, ma ho ancora tutto il tempo del mondo per recuperare.-
Ren era perfettamente consapevole di essere diventato estremamente protettivo e era conscio di averla chiusa in casa con la scusa della gravidanza, ma la verità, pura e semplice, era la paura. Ren era semplicemente terrorizzato che potesse accaderle di nuovo qualcosa per colpa sua.
Si chiuse in un mesto silenzio, analizzando per l'ennesima volta tutta quella situazione e non riuscendo a non sentirsi colpevole o manchevole. Non era stato un buon compagno e di questo ne era fermamente convinto.
Kyoko sapeva perfettamente cosa stava elaborando la mente dell'attore, era a conoscenza di quei tumulti che lo stavano affliggendo, ma non era mai riuscita, neanche con la più dolce delle parole, a fargli cambiare idea, infine Ren sembrò riprendersi, la guardò dritta negli occhi e prese la sua decisione.
- Va bene, ma ci sarò anche io.-



Seduta ed agitata, continuava a sfregarsi le mani, che ormai erano rosse e sudate, mentre Ren, al suo fianco, era serio e contrito. L'ispettore li aveva accolti sorridendo, congratulandosi con la ragazza per essersi ripresa così in fretta. Kyoko si rese conto che quell'uomo, conosciuto in un momento così difficile della sua vita, era davvero felice per lei e per un attimo riuscì a vedere l'uomo dietro la maschera dell'agente di polizia.
- Ti vedo agitata.- Lo disse gentilmente, ma Kyoko trasalì. Nonostante avesse detto, anche fino a poco prima, di essere tranquilla, non lo era affatto. Non era stata brava a gestire il loro ultimo incontro, di questo ne era conscia, quindi ora non sapeva cosa aspettarsi, ne da lui ne tanto meno da lei. - Abbia, per così dire, esaudito la richiesta del ragazzo, per un motivo ben preciso.-
- E' successo qualcosa di grave vero?-
- Si sta lasciando morire di fame ormai. Non mangia da giorni e se continua così saremo costretti a chiuderlo in un ospedale di igiene mentale.-
- Non dovremo preoccuparci noi di queste cose.- Ren rispose deciso, infastidito del fatto che quell'uomo sembrasse tanto preoccupato per quello che si era dimostrato un pazzo e, nonostante l'occhiataccia di Kyoko, non cedette. - Forse è in un posto del genere che deve stare.-
- Capisco che non vogliate più averci a che fare, ma Takagi ha chiesto della signorina Kyoko molte volte e guardandolo ho pensato che, forse, farli incontrare avrebbe risparmiato molte altre sofferenze a quel ragazzo.-
Così Kyoko volle sapere, chinando la testa e chiedendolo cortesemente, si fece raccontare il passato di quel ragazzo e pianse. Versò così tante lacrime che pensò di prosciugarsi. Singhiozzò come una bambina e si diede della sciocca, perchè lei conosceva cosa si provava ad essere abbandonati, ad essere lasciati indietro senza un appiglio e non era stata in grado di capirlo.
- Fatemi parlare con lui.-
Dopo qualche lamentela sul voler o meno che Kyoko incontrasse Jun da sola, aveva vinto. L'ispettore l'aveva accompagnata in un'altra stanza e fatta sedere. A dividerla da ragazzo delle grosse e robuste sbarre di ferro che laceravano la stanza a metà come i denti di uno squalo. Rimase sola soltanto per qualche secondo, finchè una porta, dall'altra parte delle sbarre non si aprì e un ufficiale non accompagnò dentro Jun.
Kyoko stentò a riconoscerlo, magro e smunto, il giovane aveva perso tutti quei lineamenti che fin dall'inizio l'avevano colpita, gli occhi erano incavati e spenti, la bocca screpolata e in alcuni punti tagliata. Lo fecero sedere e mai, neanche per errore, Jun riuscì ad alzare lo sguardo verso di lei.
Scese il silenzio e Kyoko sentì il suo cuore divenire pesante e farle quasi male. Aveva avuto paura di lui, ne era stata terrorizzata, eppure in quel momento, vedendolo così piccolo ed indifeso, fu pervasa dal desiderio di regalare a quel ragazzo un abbraccio.
- Sei venuta davvero.-
Persino la voce era irriconoscibile, se Kyoko non lo avesse visto muovere le labbra, non avrebbe mai detto che quella fosse la sua voce.
- Non appena mi hanno chiamato.-
- Io...- si morse le labbra cercando di finire la frase, così Kyoko scattò per prima, pervasa da una preoccupazione che non credeva di poter provare. Si alzò avvicinandosi alle sbarre e provando ad allungare la mano verso di lui. La'gente dietro Jun si mosse per evitare il contatto, ma quando Kyoko lo fissò dritto negli occhi, con una determinazione tale da farlo tremare, si ritrasse d'istinto.
- Se fai così ti ferirai ancora di più.-
Se l'agente si era fermato, Ren al contrario, che aveva osservato tutto da una camera adiacente, non era riuscito a bloccare le proprie gambe ed era entrato di colpo nella stanza. Piombando come un tornado era riuscito a far alzare lo sguardo a Jun che non appena si era reso conto della persona che aveva davanti, si era ritirato come una lumaca nel proprio guscio, cadendo dalla sedia e coprendosi il viso con le mani.
- Allontanati da li Kyoko!- Lo aveva gridato e la ragazza aveva ritratto la mano, completamente sconcertata dalla reazione di Jun, che ora piangeva e cercava la guardia implorandolo di riportarlo in cella.
Chi avevano davanti? Chi era davvero Jun?
Non era nulla di tutto ciò che loro avevano mai creduto o semplicemente pensato, Jun era esattamente la persona che ora avevano davanti. Un bambino spaventato e offeso dal mondo, che ora non voleva farsi vedere dalla persona che aveva sempre innalzato a suo angelo protettore.
- Non voglio che mi veda così, ti prego portami via!- Lo gridò, aggrappandosi ai pantaloni della guardia e l'ufficiale, non vedendo reazioni da parte dei due ospiti decise di accontentarlo. Lo prese per un braccio e lo tirò su come un fuscello, tanto era leggero, e fece per andarsene, ma la voce di Kyoko lo fermò chiedendo ancora qualche minuto.
- So che non stai mangiando. So che rifiuti ogni aiuto e non ti lascerò andar via finchè non mi dirai il perchè.- Jun non diede segni di volersi calmare, ma la guardia concesse a Kyoko quei minuti che le sarebbero serviti per raggiungerlo in qualche modo. - Non ti piace forse? Sai anche Ren non mangia regolarmente, se non lo controllo rischia di non mangiare nulla per un giorno intero.- Kyoko allungò di nuovo la mano oltre le sbarre e stavolta chiese anche a Ren di avvicinarsi. L'attore, sebbene faticasse a comprendere, eseguì la richiesta e poggiò la mano contro una della sbarre rimanendo in attesa. - Ho saputo di te, di ciò che hai passato e ho capito molte cose. Anche io sono stata lasciata indietro da mia madre e poi dalla persona che amavo più di me stessa. So che significa essere traditi, ma so anche cosa si prova a rialzarsi e ricominciare tutto da capo. Dimmi Jun, perchè mi hai chiesto di venire qui oggi?- Inizialmente non ebbe risposta, ma lentamente Jun iniziò a calmarsi così Kyoko ricevette la spinta a continuare. - Volevi farmi del male?- Jun mosse solo la testa in segno negativo, ma non si voltò. - Volevi vedere Ren?- Negò di nuovo, ma questa volta provò a muoversi e Kyoko riuscì di nuovo a vederlo in viso. - Volevi sapere se stavo bene?- Si morse le labbra, deglutì e serrò i pugni. - Volevi chiedermi scusa?-
- L'ispettore mi ha detto che...- deglutì di nuovo, come se avesse la gola secca e faticò a riprendere il discorso, ma rimasero entrambi in ascolto e persino Ren, che fin ora non aveva mai mostrato un volto gentile, addolcì i suoi lineamenti, - ...che aspetti un bambino.-
- Si è vero.-
- E sta bene?-
- Si stiamo entrambi bene. Dimmi una cosa, se avessi saputo che ero incinta, ti saresti comportato allo stesso modo, mi avresti aggredita ugualmente?-
Non poteva esserne sicura, aveva azzardato dal primo istante, ma finalmente aveva avuto la conferma. Per quanto si fosse sforzata non riusciva in alcun modo ad odiarlo, non avrebbe mai potuto provare rancore per quel ragazzino che ora piangeva come un neonato e si era avvicinato a lei chiedendole scusa così tante volte da farle perdere il conto. Jun non la stava toccando, ma Kyoko aveva avvicinato la mano al viso del ragazzo e lentamente lo aveva accarezzato, bagnandosi di quelle lacrime che neanche Ren, da attore veterano, avrebbe potuto riprodurre.
- Mi dispiace per quello che ho fatto, mi dispiace tanto. Ho sbagliato e pensare che avrei potuto far del male ad un bambino io... non riesco proprio a perdonarmelo.-
- Tutti commettiamo degli errori.- Fu Ren a prendere la parola. Si avvicinò a lui con la mano e provò a toccarlo. Jun si ritrasse, ma Ren non cedette. Lui che più di tutti avrebbe dovuto capirlo, si era comportato da ipocrita e da sciocco. Lui con un passato nero come la pece, si era fatto paladino della giustizia giustificando la sua rabbia in tutti i modi, quando invece avrebbe dovuto comprendere. Lui che sapeva cosa significava vedere la vita di qualcuno che scivola via dal corpo, proprio come le lacrime di un scivolavano via dai suoi occhi, ancora una volta si era lasciato surclassare dalla proprie emozioni. - Tutti sbagliamo, ma pochi comprendono i propri errori. Sei stato divorato dalla gelosia e questo forse la colpa di tutto questo è solo mia. Se sei davvero dispiaciuto per ciò che è accaduto, forse quello da biasimare sono proprio io che non riuscivo a vedere oltre la rabbia.-
- Tu sei il mio angelo. Quando ho saputo che avresti avuto un figlio ho pensato che quel bambino sarebbe stato il più felice del mondo e mi sono pentito così tanto da voler morire. Avrei privato una vita di tutte quelle gioie che io ho sempre desiderato, di quell'affetto che ho sempre agognato. Non mi ero reso conto del dolore che ti stavo infliggendo, io credevo solo che tu non fossi felice, che ti stessero ingannando.-
- Mi stavi proteggendo.-
Continuò a piangere per tanto tempo, mentre Ren lo abbracciava, anche se infastidito dalle sbarre. Come riuscisse quella piccola e testarda donna e tirar fuori la verità dalle persone, per Ren era un mistero, ma proprio per questo, non riusciva a smettere di amarla.
Kyoko volle rimanere ancora un pò con Jun, riuscendo a convincerlo a mangiare di nuovo. Quando lasciò la stanza intravide Ren e l'ispettore che conversavano e si avvicinò a loro.
- Vorrei fargli visita regolarmente, portargli da mangiare se posso.-
- Mi dispiace, ma Jun verrà trasferito molto presto. La condanna è stata emessa a dieci anni di reclusione, ma nelle condizioni in cui era non avrebbe retto molto. Vi ho fatto venire qui nella speranza che riacquistasse quel piccolo barlume di vita, che gli desse la possibilità di farlo ricominciare da zero una volta fuori, ma credo che la cosa migliore per lui ora sia lasciarsi alle spalle voi e tutto il dolore che ha sopportato fin ora.-

Così fu. A Kyoko non venne data la possibilità di sapere dove lo avrebbero trasferito e non ebbe più sue notizie.
Con il passare dei giorni la sua vita divenne frenetica. Il matrimonio e la gravidanza non erano le sole cose di cui doveva occuparsi, ma ormai era diventata routine. Aveva dovuto abbandonare il ruolo di Yumika, anche se la produzione aveva subito enormi ritardi, ma nel mentre Yashiro era stato sommerso dalle richieste più svariate, dalle interviste alle pubblicità, fino a qualche partecipazione in alcuni drama, anche se in ruoli minori.
Ormai i mesi erano passati e la pancia prominente era impossibile da nascondere. Il matrimonio era stato nuovamente rimandato, l'agenzia non era riuscita a trovare il tempo per organizzare quello che il capo chiamava da mesi "il matrimonio più invidiato del Giappone", non c'era mai o la temperatura giusta o le condizioni adatte e i due attori erano sempre impegnati. Così di comune accordo avevano deciso di aspettare e organizzare il tutto dopo il parto.
- Sei pronta?-
Kyoko si voltò verso Ren e sorrise, si era pronta. Si avviò verso la porta, mentre Ren le prendeva il soprabito. Si fermò guardandosi allo specchio dell'entrata, era gonfia e stanca, quasi irriconoscibile, ma era bella e Ren la trovava stupenda, poi spostò lo sguardo verso un biglietto appeso contro lo specchio e sorrise. Lo aveva ricevuto un paio di settimane prima e leggendolo aveva pianto per un pò, decidendo alla fine di appenderlo li e non dimenticarlo mai.

"Tanti auguri! Donate a questa piccola vita tutto quello che di cui un bambino ha bisogno, ma non dimenticate mai di abbracciarlo, tutti i giorni, anche quando vi sembrerà troppo grande, abbracciatelo sempre.
Grazie per averlo fatto con me.
Jun"

Sorrise e uscì, presto non sarebbero stati più in due ma in tre e i neo genitori morivano dal desiderio di salutarlo e donargli il primo abbraccio della sua vita.
   
 
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