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Autore: Midori No Esupuri    10/03/2015    2 recensioni
[WARNING: DRACO/HERMIONE]
Hermione, settimo anno a Hogwarts. Draco è cambiato, non capisce perché la cosa la incuriosisce.
#prompt suggerito per il 'A very girl power Drabble day'.
Dal testo:
Draco era strano, lo aveva notato durante la cena della prima sera al castello: sedeva silenzioso al proprio posto, il volto ancora più pallido e spigoloso, provato dalla mancanza di riposo estivo e quasi incavato, più tenebroso. Non faceva quasi più lo spavaldo tra i compagni, a stento apriva bocca per mangiare e si guardava continuamente intorno. Durante le lezioni, allo stesso modo, non aveva mai infastidito Harry o Ron, o tanto meno lei, e ne era rimasta colpita. Quasi delusa forse, perchè il carattere di Draco stava cambiando sotto il suo naso e il suo occhio clinico si stava sbagliando per la prima volta. Frustrante, deludente, ma allo stesso modo... Sì, quasi affascinante.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Something about him."

Aveva sempre avuto un occhio clinico per le persone, difficilmente sbagliava sul loro giudizio ed era una dote di cui andava piuttosto fiera. L'aveva ereditata da sua madre, già ai tempi delle scuole elementari Babbane aveva imparato a distinguere i compagni a cui rivolgere un sorriso, una parola, e quelli da evitare categoricamente. Aveva sempre avuto pochi amici, le persone la ritenevano supponente a livelli intollerabili e nessun bambino voleva mai giocare con lei, costringendo la piccola a rifugiarsi nei libri e nello studio. Era stato un sollievo ricevere una lettera per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, il giorno del suo undicesimo compleanno: finalmente si sarebbe lasciata alle spalle il paesino inglese in cui viveva e la sua gente fradicia di pregiudizi su di lei, e le amicizie che era stata in grado di costruirsi tra incantesimi e strane avventure erano le più importanti della sua vita.
Si girò su un fianco tra le pesanti coperte violacee, l'anno scolastico era iniziato da poco e non aveva avuto modo di approfondire la situazione, o cogliere altri dettagli riguardo a quello che, fino a poche settimane prima, aveva sempre considerato un viscido esemplare di feccia umana.
Draco Malfoy.
Un nome dalla pronuncia forte, seguito da un cognome quasi da sussurrare per non incutere il timore dell'intera casata Serpeverde, tralasciando quanto questa sprizzasse codardia alla sola vista.
Draco era strano, lo aveva notato durante la cena della prima sera al castello: sedeva silenzioso al proprio posto, il volto ancora più pallido e spigoloso, provato dalla mancanza di riposo estivo e quasi incavato, più tenebroso. Non faceva quasi più lo spavaldo tra i compagni, a stento apriva bocca per mangiare e si guardava continuamente intorno. Durante le lezioni, allo stesso modo, non aveva mai infastidito Harry o Ron, o tanto meno lei, e ne era rimasta colpita. Quasi delusa forse, perchè il carattere di Draco stava cambiando sotto il suo naso e il suo occhio clinico si stava sbagliando per la prima volta. Frustrante, deludente, ma allo stesso modo... Sì, quasi affascinante. 
Aveva preso l'abitudine di osservare il biondo durante le lezioni, senza farsi scoprire, e di volta in volta notava in lui l'assottigliamento dei lineamenti sulle guance, gli occhi quasi costantemente invasi da terrore e preoccupazione, e qualcosa la spingeva a voler intervenire, capire, aiutare. Sospirò tra le coperte, poi si alzò dal letto e si affacciò alla finestra della stanza, alta in modo da inquadrare una notevole porzione di giardino. Nella luce argentea della notte, tra il nero dell'erba rada, intravide una figura camminare agitata. Non ci fu bisogno di aguzzare la vista, avrebbe riconosciuto Draco anche dal sesto piano del castello. Posò una mano sul vetro, senza curarsi del freddo, e appoggiò persino la fronte contro la finestra. Il Serpeverde era sempre più strano in ogni suo comportamento, Hermione avrebbe voluto poter uscire dal castello e raggiungere il ragazzo nel giardino, offrirgli aiuto e comprensione, ma qualcosa la bloccava. Non era brava con le persone, e Draco non aveva alcun motivo per aprirsi con lei. Erano nemici, come casata e atteggiamento, e probabilmente quella condizione non sarebbe mai cambiata. Rimase a guardarlo ancora per un po', poi tornò a rifugiarsi nel letto e sorrise, debolmente. 
Non c'era bisogno che Draco le parlasse, o la accettasse. Quelle volte in cui lo osservava erano il suo piccolo tesoro personale, un film di ricordi da rivedere ogni volta che aveva voglia di quel viso tagliente come i fogli di carta ai quali si era spesso affidata. Draco, pensò, era come un libro da scoprire lentamente, e lei di certo non aveva fretta.

 
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