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Autore: Agapanto Blu    11/03/2015    3 recensioni
AKAKURO! Post-High-School!AU
***
“I-Io… Io…”
“Sì, Miyu-san?”
“Io… Io m-mi…mi…”

***
Una serata di gala, luci, vestiti, gioielli e, soprattutto, una ragazzina di quindici anni con un cognome importante sulle spalle. Tra la folla, un certo fantasma disposto a tutto pur di tenersi stretto il suo capitano dai capelli rossi.
Perché qualcuno abbia il suo lieto fine, a volte qualcun altro deve perdere il proprio.
***
Che dire, so che fa abbastanza schifo come introduzione, ma è un po' difficile descrivere questa storia senza spoilerare subito tutto XD
Attenzione: presenta un Kuroko leggermente Dark :)
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Seijuro Akashi, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Crudele


 
“I-Io… Io…”
“Sì, Miyu-san?”
“Io… Io m-mi…mi…”
 
Tutti sognano l’anima gemella; pochi la trovano. Miyu è sempre stata convinta di essere tra coloro cui la possibilità sola di cercare fosse preclusa, ma in questo preciso istante tutte le sue certezze stanno venendo meno.
Sono le undici di sera e le migliaia di luci del salone, al tredicesimo piano dell’hotel più lussuoso e costoso di Kyoto, sembrano voler ingannare i presenti creando un dì senza tramonto. Sul pavimento di marmo nero, Miyu volteggia nel suo kimono rosa e balla da talmente tanto che alcune ciocche corvine sono scivolate via dalla crocchia sulla nuca e le carezzano delicatamente le guance senza che lei anche solo pensi di allontanare le mani dal suo compagno per riaggiustarle al loro posto. Ciò che ha di fronte è troppo perfetto perché lei possa distogliere lo sguardo da esso.
È alto più o meno un metro e sessanta – che per un metro e cinquanta di ragazzina quindicenne è perfetto – di muscoli sottili e guizzanti, levigati sotto la pelle marmorea e bianca che contrasta con il completo all’occidentale con tanto di cravatta, tutto nero ad eccezione di una camelia rosso scarlatto infilata all’occhiello. Ha le dita lunghe e forti, con una presa decisa ma non dolorosa, ma è soprattutto il viso che ha attratto la giovane e che ora non sembra disposto a lasciarla andare. Occhi blu come i fiordalisi e grandi forse più addirittura di quelli di lei, circondati da ciglia nere lunghe e folte che li rendono ancora più misteriosi e che carezzano gli zigomi ad ogni movimento delle palpebre; capelli di un azzurro brillante, un cielo d’inverno quando neanche una nuvola osa sfiorarlo, tirati indietro per lasciare libero il volto modellato e sottile, un po’ affilato, dal mento morbido e dal naso fine. È bello da far male, Kuroko-san, e Miyu è sua prigioniera dall’inizio della serata.
Vorrebbe almeno avere il coraggio di parlare, di dire qualcosa, ma è rimasta a bocca chiusa per tutto il tempo senza trovare la voce e anche lui, pur danzando come suo cavaliere, non ha mai detto una parola. Solo, l’ha guardata per tutto il tempo, a malapena battendo le palpebre. Ogni tanto, Miyu ha avuto delle strane impressioni, pensava di vedere il suo compagno svanirle davanti agli occhi, ma probabilmente era solo il caos di emozioni nella sua testa.
“Posso interrompere?”
Miyu sobbalza e si volta di scatto e brucia. Brucia fino all’osso sotto l’esame di due occhi scarlatti come rubini, abbagliata da ciocche di fiamme a malapena domate da un po’ di gel. Anche lui veste solo di nero, ma con una rosa blu all’occhiello ed è di poco più alto dell’altro pur essendo più o meno di costituzione uguale. Però è molto più spaventoso.
“Akashi-kun.” saluta l’azzurro, educatamente ma con una voce incredibilmente gelida ed atona, mentre lascia scivolare la mano che le teneva sulla vita però continua a stringerle una mano, “Sei in ritardo.”
Miyu riconosce il nome e un brivido di paura la percorre. Conosce poco il giovane Akashi nonostante il legame tra le loro famiglie, ma il solo vederlo le mette sempre soggezione, il desiderio di fuggire. Eppure.
Eppure, il giovane ragazzo le sorride questa sera e con dolcezza e affabilità. Lei è certa di non averlo mai visto con in viso altra espressione dall’apatia o dal ghigno ed è bello. Meraviglioso a dir poco. Però non quanto Kuroko-san. Quel Kuroko-san che deve essere anche molto coraggioso, oltre che attraente, per parlare a quel modo ad una persona tanto pericolosa.
“Chiedo scusa.” ride gentile Akashi, apparentemente intoccato dal rimprovero dell’altro, “Purtroppo un impegno di lavoro ha trattenuto mio padre più del previsto ed ho preferito attenderlo.”
“Certamente.” assente Kuroko, sempre apatico, e Miyu improvvisamente capisce.
“Vi conoscete?” chiede e subito desidera mordersi la lingua per essere stata così invadente, ma invece i due si scambiano un’occhiata e poi le si rivolgono tranquillamente.
“Io e Kuroko abbiamo affari in comune.” le spiega Akashi prima di rivolgerle un inchino educato, “Anzi, se me lo permettete, ve lo ruberei un momento. C’è una questione che speravo di chiarire prima dell’inizio della serata, ma come avete visto non ne ho avuta l’occasione.”
Miyu sbatte le palpebre un paio di volte, confusa, quindi sobbalza realizzando che entrambi i giovani attendono una risposta.
“Ma certo!” esclama in fretta, “Fate pure, vi prego.”
Akashi le sorride prima di darle le spalle e iniziare a camminare. Kuroko le solleva una mano – non sorride mai, ma il modo in cui la guarda, così intensamente… - e posa un bacio fievole sul dorso delle nocche. Le sue labbra sono ali di farfalla e non sfiorano nemmeno la sua pelle, ma Miyu arrossisce ugualmente.
“Perdonatemi.” mormora l’azzurro ed ha una voce calda e bassa quando, per la prima volta, si rivolge finalmente a lei.
La giovane lo osserva darle le spalle e allontanarsi facendosi strada tra la folla semplicemente rimanendo a solo mezzo passo dalla schiena di Akashi-san e, quando entrambi i ragazzi sono svaniti, porta una mano istintivamente al petto e ausculta in punta di dita il battito folle del proprio cuore. Lenta, chiude gli occhi e dietro le proprie palpebre chiuse osserva le ragioni che, lame taglienti, si preparano alla guerra contro i sussulti del suo spirito.
Miyu sa già che sarà un massacro.
 
“…m-mi sono innamorata di te…!”
 
Akashi entra in bagno ed una sua sola occhiata è sufficiente a far correre fuori tutti i presenti. Kuroko si premura di bloccare la porta alle loro spalle per evitare intrusioni inopportune.
“Sono sorpreso.” incomincia Seijuro, voltandosi verso l’azzurro e infilando una sola mano in tasca in una posa naturale e sensuale rovinata dalla palese minaccia nelle sue iridi, “Da dove nasce questo improvviso desiderio di ignorarmi?”
“Hai la coda di paglia, Akashi-kun?” replica Tetsuya apatico. L’unica prova della vita che gli scorre nelle vene è un battito di ciglia. “Hai fatto qualcosa per meritare di essere ignorato?”
L’usuale ghigno divertito del rosso gli solleva solo un angolo della bocca, chiaro segno che il divertimento per la risposta non ha avuto effetto nel mitigare il suo umore.
“Non recentemente.” risponde ugualmente, sarcastico, ma poi il suo mezzo sorriso svanisce del tutto. “L’hai fatta innamorare di te. Sei crudele.”
Kuroko risponde allo sguardo con un’espressione vuota, inalterata dall’accusa, quindi si appoggia con la schiena e i fianchi alla porta d’entrata del bagno, alle sue spalle.
“Sai chi è?” chiede, immobile con le mani infilate nelle tasche.
Akashi solleva un sopracciglio perché, no, non è la risposta che voleva e, no, non gli interessa, ma scrolla le spalle.
“Ha importanza?” chiede, “Sarà la figlia di un qualche imprenditore, ce ne sono talmente tante ‘stasera…”
“È Sugawara Miyu.”
Akashi si zittisce. Qualsiasi cosa volesse dire viene immediatamente dimenticata di fronte ad un nuovo ricordo evocato da quel nome.
 
-Padre…
-Non voglio sentire scuse né obiezioni, Seijuro. Hai diciotto anni, è ora di iniziare a pensare ad un matrimonio che possa essere utile alla famiglia. La tua futura sposa è stata attentamente seleziona, non hai di che preoccuparti: la terzogenita della famiglia Sugawara, Miyu-san, è risultata la migliore tra le candidate, dalla reputazione immacolata e con tutte le doti per essere un’ottima moglie per l’erede assoluto della casa degli Akashi. Ovviamente, mi aspetto la tua più completa collaborazione. Se dovessi venire a sapere che sei stato meno che perfetto con lei, ci saranno conseguenze.
-Ovviamente, padre.
-Bene. Va’ pure, ora.
 
Seijuro batte le palpebre una volta sola ed il suo viso non muta espressione, ma la luce nelle sue iridi mostra chiaramente la sua sorpresa. Perché lui è certo di non aver fatto menzione con nessuno del suo matrimonio combinato.
Kuroko scrolla le spalle, apparentemente indifferente.
“Tuo padre avrebbe fatto meglio a non dirmi niente.” mormora, “Il suo bisogno di attenzioni quando crede di aver vinto sarà la sua rovina.”
E Seijuro sa che nella sala alle spalle di Kuroko c’è la sua promessa sposa, sulle spine per un altro cavaliere che forse non sta proprio giocando ma la sta comunque manipolando senza che la povera creatura se ne accorga; sa che c’è suo padre che lo cerca, che vuole presentarlo a quello che crede davvero sarà il suo futuro consuocero e che starà senza dubbio già pensando ad una punizione per il suo essere stato meno che perfetto; sa che ci sono centinaia di persone tra le più ricche e potenti di tutto il Giappone. Lo sa.
Percorre la distanza che lo separa dall’azzurro in due sole falcate e gli artiglia i fianchi con le mani, gli spinge un ginocchio tra le cosce lievemente divaricate, schianta la bocca contro la sua ed è umido e caldo e violento come l’onda di uno tsunami.
Perché ad Akashi, come direbbe Daiki, non frega un cazzo di niente e nessuno che non sia Tetsuya che geme tra le sue braccia.

 
“Oh.”
 
Escono in momenti diversi.
Akashi per primo, lasciando che l’attenzione di tutti si posi su di lui mentre lascia la festa a passo di marcia, apparentemente furibondo. Oltrepassa suo padre gettandogli l’esca in un sussurro che quasi gli dispiace pronunciare. Quasi.
“Eccoti la tua puttana selezionata.”
Akashi-san capirà, perlomeno quello che suo figlio vuole fargli capire. Seijuro ne è certo e per questo non si ferma neanche un secondo, ma approfitta del tempo che occorre a suo padre per indagare e si infila nell’ascensore. Preme ‘12’, il penultimo piano, e dopo pochi istanti la cabina già si ferma.
Le porte si aprono e le iridi di Kuroko rivolgono un apatico sguardo alle sue, rosse e affamate. L’azzurro entra e preme ‘0’.
Al piano terra, sono entrambi senza cravatta.
Escono dalle porte girevoli e Akashi afferra la mano del fantasma appena sono fuori dal raggio delle telecamere di videosorveglianza. Lo trascina per poco prima che una familiare limousine si accosti al marciapiede e Takeda, l’autista che serve la famiglia sin dalla nascita di Seijuro, non dice nulla, non reagisce in alcun modo quando il suo padroncino spinge il ragazzo dai capelli azzurri nell’auto. Semplicemente toglie le doppie frecce e si immette nel traffico, diretto alla Seconda Casa, la mansione minore dove Akashi figlio è solito recarsi per ‘rilassarsi’.
Seijuro esamina Kuroko dalla testa ai piedi, poi si volta verso Takeda.
“Ricordami di raddoppiarti lo stipendio.” dice, con un ghigno.
“Takeda-san ha un ottimo gusto.” annuisce Tetsuya, seppur apaticamente, prima di rivolgersi di nuovo al rosso pur guardando solo fuori dal finestrino, “Vorrei dirti che ti restituirò il completo pulito, ma immagino che una lavanderia normale non sarebbe in grado di occuparsene, vero?”
Seijuro ghigna ancora di più.
“Tienilo.” ordina prendendo il mento dell’azzurro in una mano per costringere quest’ultimo a voltarsi verso di lui, “Nel caso mio padre trovasse qualche altra ‘candidata perfetta’…”
“Dovrò trovare un altro modo, la prossima volta, Akashi-kun.” lo rimprovera Kuroko ignorando il fatto che il suo interlocutore abbia infilato il viso nel lato del suo collo e stia ora concentrando le sue attenzioni in un punto ben preciso, “Sarebbe sospetto se tutte le tue fidanzate venissero sedotte da un uomo misterioso alla vigilia dell’annuncio ufficiale.”
La risposta di Akashi è un mugugno irritato contro la carne di Tetsuya.
“Gli antenati della famiglia del signorino portano molto onore nelle loro mani e hanno grandi aspettative per la futura signora della casa.” commenta in quel momento Takeda, sorprendendo i due ragazzi abbastanza da interrompere i loro preliminari, “Non sorprenderebbe se mandassero un qualche spirito – fantasma, come direbbero gli occidentali – per esprimere il loro dissenso nei confronti di un’eventuale candidata non di loro gradimento.”
Kuroko sbatte le palpebre, impassibile, ma i suoi occhi mostrano un flash di ammirazione e apprezzamento per l’idea. Akashi ghigna semplicemente, per l’ennesima volta.
“Correzione: ricordami di triplicarti lo stipendio.”
“Posso chiedere come pensa di giustificare tale generosità nei miei confronti con il padrone, signorino?”
“Troverà il modo, Takeda-san.” interviene Kuroko, per la prima volta con un velo di qualcosa – esasperazione – nella voce, “Lo fa sempre.”
Akashi scoppia a ridere, di gusto, e quando finalmente smette, si getta di nuovo sul compagno e sul collo abbandonato poco prima.
Takeda mette la freccia a destra e alza il vetro oscurato tra la cabina di guida e i sedili posteriori.
 
“Mi dispiace molto, ma ho
già qualcuno che mi aspetta.”
 
Akashi morde.
Non lo fa spesso, ma quando accade non lo fa per giocare. Divora, sbrana, arriva a far uscire il sangue e non ascolta suppliche né scuse.
Kuroko lo lascia fare. Sta a quattro zampe come un cane, sul letto occidentale da due piazze e mezza che occupa il centro della stanza da letto del rosso nella sua seconda casa, e preme la fronte sul materasso mentre con i denti mastica le lenzuola e i suoi pugni serrati affondano nel materasso. Non ci sono luci se non quelle delle stelle che entrano dalle porte di carta di riso che dovrebbero formare la parete destra dell’intera camera, ma che in realtà sono aperte e non chiudono proprio nulla. Non fa freddo; potrebbe anche essere inverno, ma il calore dei loro corpi nudi che si sfiorano, strusciano, impattano violenti l’uno contro l’altro e poi si baciano per far sparire il dolore impedirebbe loro di patirlo comunque. Seijuro lo riempie, è caldo e pulsante; sta in ginocchio dietro di lui mentre gli stringe i fianchi con le mani incurvate e ha le unghie seccamente infilate nella sua carne, lo tiene fermo per impedirgli di spostarsi anche solo di un centimetro e con il petto aderisce completamente alla sua schiena così da potergli raggiungere la giugulare con la bocca. Gli sta lasciando un segno che chiamare succhiotto sarebbe riduttivo; gli sta lasciando un livido e una ferita con la forma dei suoi incisivi.
Seijuro estrae i denti dalla carne dell’amante, si tira un po’ indietro così che il proprio membro esca un po’ dall’entrata dell’altro e poi lo penetra nuovamente, con forza e fretta e le braccia di Kuroko cedono, le sue spalle finiscono sui dorsi delle sue mani, ma la schiena gli si inarca e la bocca si spalanca mentre il viso scatta verso l’alto, gli occhi chiusi diretti alle stelle che non può vedere.
Seijuro ne approfitta, si sdraia su di lui di nuovo e come una bestia affamata torna al banchetto interrotto poco prima.
I suoi denti affondando di nuovo nello stesso punto e Tetsuya geme.
Riconosce questo dolore, sa leggere Akashi e le sue azioni meglio di chiunque altro al mondo e sa che questa piccola punizione non è altro che un monito, un ‘non osare rifarlo’ riferito a Miyu, ma non alla sua sofferenza. Non è arrabbiato per il modo in cui lui ha trattato quella ragazzina, è furioso perché l’ha toccata, perché ha ballato con lei, perché l’ha stretta tanto a lungo che la giacca del suo abito odora di lei. Seijuro è geloso, dei sentimenti di quella poveretta non gli importa assolutamente niente.
E Kuroko, per quanto non gli piaccia, deve ammettere che non importa nulla neanche a lui.
 
“Ti auguro tutto il meglio,
Miyu-san.”
 
L’alba che nasce tinge il cielo dello stesso rosa del kimono di quella ragazza e Kuroko grugnisce, ma non si muove. Resta raggomitolato sotto le coperte con il corpo di Akashi premuto contro il suo da dietro e il suo respiro contro la nuca. Sono nudi e la camera è un disastro, i loro vestiti eleganti sono sul pavimento come stracci di poco conto e gli pare di ricordare che il suo ragazzo gli abbia strappato alcuni bottoni dalla camicia la sera prima, ma non ne è sicuro. Si aggiusta meglio nell’abbraccio che gli fa da nido e richiude gli occhi, deciso a tornare nel mondo dei sogni perché ha davvero, davvero, bisogno di riposo dopo la notte appena trascorsa.
La mano di Akashi scivola sulla pelle del suo braccio ed è quasi una sorpresa, la accarezza in punta di dita procurandogli brividi sottili, ma proprio quando l’azzurro sta per voltare la testa il rosso porta la bocca al suo orecchio.
Quando il diavolo ti accarezza” sussurra e il suo fiato scivola sulla pelle marmorea come miele facendola tendere allo spasmo, “vuole l’anima.*
Kuroko deglutisce sulla gola riarsa. Non sa se Akashi stia parlando di sé stesso e di lui o se di lui e Miyu, ma non gli importa. Onestamente, è stanco di pensare sempre a quella ragazzina, di averla sempre tra sé e il rosso dopo tutta la fatica che ha fatto e tutto ciò che ha calpestato nella sua mente – morale, valori, educazione che erano sempre stati suoi –, solo per tenere con sé il suo ragazzo, per evitare che gli venisse portato via.
Il pensiero di Seijuro che si sposa con una donna e di sé stesso che viene lasciato indietro, l’idea di essere separato a forza da qualcuno che ama così tanto, lo turba ancora, nonostante il pericolo sia passato, e lo fa tremare un po’. Si volta nell’abbraccio di Akashi e seppellisce il viso nel suo petto, ne respira l’odore forte e mascolino finché non gli gira addirittura la testa
 è qui , quindi si inumidisce una volta le labbra prima di muoversi a mordicchiare giocosamente un capezzolo del compagno, una mano a giocare con l’altro.
Le spalle di Seijuro si irrigidiscono subito, e non solo quelle, e Kuroko – il proposito di dormire completamente dimenticato – sorride quando finalmente il rosso rotola su di lui bloccandolo contro il materasso, chiudendolo in una gabbia di carne e ossa dalla quale, onestamente, non ha mai voluto né mai vorrà fuggire. Si fa baciare e abbraccia le spalle del compagno mentre questi si piega per l’ennesima volta sul suo collo, inarca la schiena quando sente i denti contro il segno della sera prima e con un gemito infila le unghie nella carne delle scapole dell’altro, strappandogliene uno in risposta e lasciando finalmente anche a sua volta la sua firma sull’amante.
Vanno avanti così, a morsi e graffi e leccate e spasmodiche strette, e si lasciano segni per ore e ore ancora, solo per il piacere di marchiare a fuoco ciò che è loro, e quando hanno finito si osservano l’un l’altro, soddisfatti dei rispettivi operati.
È quasi meglio del sesso.
È il loro capolavoro, il loro grido silenzioso contro un mondo che nemmeno li ascolta e il loro manifesto per una lotta che sono intenzionati a continuare; è dolore ed è piacere; è sangue e lividi e graffi, ma è anche l’amore che hanno protetto per anni. È la dualità che rappresentano – il fuoco del potere e la pioggia dell’obbedienza, la fiamma rossa e il ghiaccio azzurro, l’inizio e la fine, il parlare e l’ascoltare, la perfezione assoluta e l’imperfezione determinata – ed è l’intero che sanno diventare – l’uno –. È e basta.
Akashi morde e Kuroko graffia, poi si baciano e non vorrebbero essere da nessun’altra parte al mondo.
 
“Sayonara.”
 
 
 
*“Quando il diavolo ti accarezza, vuole l’anima.” è un modo di dire che avevo letto tempo fa e che mi sembrava particolarmente azzeccato per la situazione.




Ecco, so cosa state pensando: "ma chi diavolo è questo e cosa ne ha fatto del nostro piccolo, dolce, tenero e innocente Kuroko?!" Lo so e vi capisco! ... Però nella mia mente, ogni tanto, Tet-chan sembra molto più manipolatore di Akashi -.-
Voglio dire, è un'ombra e istintivamente tutti noi penso associamo l'ombra a qualcosa che complotta, no? Per non parlare di tutte le volte in cui se n'è saltato fuori con qualche piano diabolico durante le partite o quando ammette che all'inizio voleva solo usare Kagami per portare la Generazione dei Miracoli a riconoscere il suo basket... Ammettete che un pochino maligno lo è, su!
Detto questo, la storia partecipa al
"Progetto: Ripopola Fandom - Seconda Edizione", contest al quale CONSIGLIO A TUTTI DI PARTECIPARE (ho messo il link nel titolo del Contest, vi basta cliccare per essere subito reindirizzati/e) perché ne vale davvero la pena, è pieno di autori/autrici davvero dotati/e che scrivono storie bellissime e perché più che un concorso vero e proprio è - come dice il titolo - un modo per spingere noi amanti di KnB a rivitalizzare il fandom con storie nuove e valide :)
Bene, direi che ho detto tutto, quindi posso anche sparire XD
Per chi mi conosce, sappiate che sono viva e continuerò a tornare con un po' di storie a puffo, anche se sono lentissima nel rispondere sia alle recensioni (Isabel, ti giuro, ho letto tutte quelle che hai scritto, appena avrò tre minuti risponderò almeno ad una, lo prometto!) sia ai messaggi privati, quindi non disperate -.-
Come avviso di routine, vi dico che prevedo di restare appiccicata al fandom di KnB ancora per un po', ho parecchie storie in lavorazione quindi prima o poi mi farò viva XD
Bene, adesso sparisco! ;D
A presto,
Agapanto Blu
  
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