La
drammatica storia della carta senza caramella
Prendi,
scarti, mangi. Prendi, scarti, mangi. Prendi, scarti, mangi. Naturale,
automatico, non ci pensi. Afferri il pacchetto, ne prendi una, a
malapena la
osservi, la scarti in fretta e mangi il suo interno, quella caramella
gustosa e
zuccherosa, morbida, che si squaglia in bocca. Non ne hai abbastanza e
ne
prendi un’altra, scegli il colore, indovini il gusto. E così un’altra,
e un’altra,
poi ti fermi: l’ultima che hai sollevato è diversa, più leggera, più… vuota. Ridi e ti rendi conto che
qualcuno
ti ha preso in giro, rimettendo una carta spoglia dentro il pacchetto.
Decidi di
gettarla via ma il suo gonfiore ti incuriosisce e vedi che è chiusa,
che nessuno
ha mangiato il suo interno perché questo non c’è mai stato. Ci giochi
un po’,
allora. La premi e senti l’aria al suo interno che si sposta da un lato
all’altro,
sotto le tue dita, e sorridi. Sorridi. Sorridi
perché sei ingenuo.
Povera carta di caramella, nata per uno scopo che non è riuscita a compiere. Venuta al mondo come tutte le carte, con una missione precisa da portare a termine e infine disillusa. Il fato si stava prendendo gioco di lei.
Era felice, prima; sentiva lo scricchiolio della sua carta di plastica come si dilatava, in attesa di ricevere il suo dono che non arrivò. Alla pera, alla mela, all’arancia: come sarebbe stata? La caramella non scese da quel nastro. Mai. Lei l’aspettava con trepidazione, sognando il tempo insieme con gioia, le chiacchierate, i racconti dell’orrore al buio, dentro il pacchetto e in una scatola sigillata. Tutto finì ancora prima di iniziare. Il rullo scese e il macchinario la richiuse con un poco d’aria e niente più. Si sentì vuota come non pensava si sarebbe mai sentita. Povera carta di caramella, in attesa della sua fine, senza aver vissuto.
Tu smetti di giocare, ti volti e osservi il fuoco del camino, gettando la carta di caramella senza pensarci. In automatico, in un gesto naturale.
La carta si contorce, diventa piccola e grigia, muore.
Povera carta di caramella, privata del suo qualcosa più importante.
Povera carta di caramella, senza caramella.
Povera carta di caramella, nata per uno scopo che non è riuscita a compiere. Venuta al mondo come tutte le carte, con una missione precisa da portare a termine e infine disillusa. Il fato si stava prendendo gioco di lei.
Era felice, prima; sentiva lo scricchiolio della sua carta di plastica come si dilatava, in attesa di ricevere il suo dono che non arrivò. Alla pera, alla mela, all’arancia: come sarebbe stata? La caramella non scese da quel nastro. Mai. Lei l’aspettava con trepidazione, sognando il tempo insieme con gioia, le chiacchierate, i racconti dell’orrore al buio, dentro il pacchetto e in una scatola sigillata. Tutto finì ancora prima di iniziare. Il rullo scese e il macchinario la richiuse con un poco d’aria e niente più. Si sentì vuota come non pensava si sarebbe mai sentita. Povera carta di caramella, in attesa della sua fine, senza aver vissuto.
Tu smetti di giocare, ti volti e osservi il fuoco del camino, gettando la carta di caramella senza pensarci. In automatico, in un gesto naturale.
La carta si contorce, diventa piccola e grigia, muore.
Povera carta di caramella, privata del suo qualcosa più importante.
Povera carta di caramella, senza caramella.
No, no, non guardatemi così: non ditemi che non avete mai seriamente pensato a come deve aver sofferto una carta di caramella senza aver mai potuto passare del tempo con la sua caramella? No? Oh beh, io sì. Ma tranquilli, non è grave, prima o poi capiterà anche a voi di pensare fuori dagli schemi. O di diventare pazzi. O entrambi. E sto divagando.
Questa
Sì, la cancellerò dal sito, non preoccupatevi. Non so quando ma lo farò ^-^
(Il fatto che si trovi nella sezione dedicata al genere comico non implica che debba far ridere... Ahimè, è solo un ripiego, quello che più le si avvicina. Davvero, dove la dovrei mettere? °^°)
Scrivetemi una recensione, se ormai avete già perso del tempo a leggere fin qui xD
Chu!