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Autore: Wozzugururu    11/03/2015    1 recensioni
Ambientata nel medioevo, la storia racconta di due uomini, opposti per intenti e condizione sociale, impegnati in una corsa sfrenata per una borsa colma di monete. E quando di mezzo c'é il denaro, anche la persona più retta commette gli atti più turpi.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DI CORSA

 

 

Passi. Veloci, concitati, si odono distintamente attraversare il vicolo, entrare nelle pozzanghere lasciate dall’acquazzone, sdrucciolare un momento sulla strada bagnata. 

La persona che corre ansima, piccole nuvole di vapore si formano davanti alle sue labbra, e il naso poi vi entra, proseguendo nella folle fuga. 

Un chiaro tintinnio di monete offre una chiara spiegazione della situazione: un uomo imprudente con la borsa troppo piena, e un altro che la sua borsa invece la vuole riempire.

Il secondo uomo è più indietro, ma non perde di vista la sua preda, se non per pochi attimi quando questo volta un angolo, sperando di mettersi in salvo. E’ tutto inutile, i suoi stessi passi, il suo stesso fiato, le sue stesse monete che sta così disperatamente cercando di salvare lo tradiscono, paiono chiamare il ladro, fedifraghi dischi metallici, sempre desiderosi di cambiare proprietario.

Svoltato un altro angolo l’uomo si ritrova all’improvviso allo scoperto in una grande piazza illuminata dalla luna, che fa capolino da dietro una spessa coltre di nube temporalesche. Una cattedrale immensa si staglia austera dall’altra parte dello spiazzo, le guglie più alte quasi si perdono nell’oscurità della notte. Il primo uomo sente di nuovo la forza nelle gambe, i passi accelerano il loro ritmo. Anche il secondo uomo è arrivato nella piazza e ha visto la chiesa, impreca fra i denti, e anche lui accelera la sua corsa: non può lasciarsi sfuggire questa preda. E’ un predatore che non mangia da giorni e che ha appena visto una lepre grassoccia. Non può lasciarselo sfuggire.

Il fuggitivo si avvicina rapidamente ai pensanti portali della chiesa, il luogo di salvezza dove neanche il demonio oserebbe entrare con intenti turpi. Un rapido segno della croce per ingraziarsi il Signore, un lieve amen, tende la mano per aprirsi la strada. 

Dietro il ladro bestemmia eppure, anche se disprezza quel dio che lo ha ridotto in quella condizione, non si permetterà mai di sfidarlo rapinando qualcuno nel suo tempio. Quasi con riluttanza estrae dalla cintura di cuoio in coltello d’acciaio, brillante nella luce della luna. Non vuole diventare un assassino, non avrebbe voluto nemmeno diventare un ladro, ma piuttosto che morire di fame e lasciare soli i suoi bambini e sua moglie si sarebbe venduto anche come schiavo. Quando aveva cominciato, quella del borseggiatore non gli pareva poi una situazione così sconveniente. 

Inarca il braccio, con le dita della mano desta tiene la punta acuminata dell’arma. Stringe gli occhi per distinguere meglio il bersaglio, rallenta per prendere meglio la mira: sa che non avrà altra occasione al di fuori di questa. Distende rapido il braccio, nella piazza di vede come una saetta argentata dirigersi verso le porte della cattedrale. Un urlo, un tonfo, e poi il silenzio.

Il ladro, o meglio, l’assassino, si avvicina alla figura riversa sulla scalinata. Ne estrae la lama e la ripone nella sua custodia, quindi si affretta ad intascare il frutto del suo lavoro.

Rincomincia a piovere. L’acqua lava via il sangue dagli scalini di marmo, il tintinnio delle monete ogni pentimento dal cuore dell’uomo.


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note dell'autore

halo! questa storia è ancora un test per una storia più grande, quindi come per quella precedente vi invito cum magno gaudio a lasciare una recensione/critica/commento su quanto avete letto (a meno che non siate venuti qui nelle note dell'autore senza prima aver letto il testo. In questo caso mi chiedo proprio cosa non vada in voi ). grazie in anticipo a quelli che recensiranno e a Iama e Gatto1967 che sono stati così caritatevoli da recensire la scorsa storia. Buon proseguimento di serata.

   
 
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