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Autore: Arvati77    11/03/2015    6 recensioni
Dal Capitolo II:
“...Nei pensieri del Capitano c’è l’Arcadia. Come possono esserci stati tanti guasti a bordo nell’ultimo periodo? Dopo più di un intero secolo senza mai aver avuto un problema, adesso la sua nave sembra cedere al tempo. No, non può essere che la più grande creazione del suo amico Tochiro, oltretutto alimentata a Dark Matter, possa avere problemi di manutenzione, come una qualsiasi altra astronave...”
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Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Logos e Pathos'
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CAPITOLO II - L’ESPLORAZIONE


Ho trovato la stiva. Cosa ci sarà in queste casse? Magari cibo!
Armi, armi, munizioni, materiale elettrico, … Ops, questo strano marchingegno credo di averlo rotto!
Aaahhh! Uffa, qui non c’è niente per me!
...
E’ da giorni che gironzolo per i corridoi di questo strano posto, è così poco illuminato e tetro … e puzza di metallo ed olio … questa scatoletta di latta volante è diversa dall’altra, i suoi ambienti sono strani … mmmhh … devo ancora passare per la plancia, lì scoprirò di sicuro qualcosa di interessante.
...
Cos’è quella cosa nera che vola in fondo al corridoio?...E’ un volatile… e sta planando nel mezzo del passaggio… . Che ci fai lì a terra? Ah, ti sei accorto dei miei occhi che brillano qui nell’angolo buio… ma tu non sai chi sono, non sai cosa sono… vieni, vieni avanti uccellino, non sei curioso di sapere di cosa brilla nell’ombra? Ecco, bravo. Un passo, un altro passo, vieni da me! Ti mangerò in un sol boccone! I miei canini non vedono l’ora di affondare nella tua carne.
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“Aaahhh!!!”
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Accidenti! Mi è sfuggito! … Ma se mi capiterai ancora sotto tiro…
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Uomini … questa deve essere la plancia … mmm … vediamo un po’ … ah, ecco perché qui è tutto strano, è una nave pirata! Guarda lì che teschio enorme sostiene la sopraelevata!
Che sciocchi e stupidi, io sono sotto il loro naso da giorni e non si sono ancora accorti della mia presenza …
Ecco il mio pasto dove è fuggito! … Ma chi è quell’uomo sulla cui spalla la bestiaccia nera si è posata? Deve essere il Capitano.

Harlock si allontana dalla plancia e s’incammina tra i corridoi. Arrivato alla stanza dell’astrolabio fa per varcare la soglia, quando un uomo dell’equipaggio, da lontano, lo chiama a gran voce chiedendo la sua attenzione. I due si trattengono nel mezzo del passaggio per qualche istante, poi il Capitano ritorna sui suoi passi ed entra nella grande sala. Si ferma accanto alla porta e, mentre questa si chiude, osserva. E’ solo, immerso nel silenzio, avvolto dalla solita luce soffusa, tutto sembra come sempre, ma il suo sguardo è catturato dall’astrolabio. Gli anelli mobili dell’antico strumento sono in movimento, come se qualcuno li avesse da poco sospinti. Lo sguardo del pirata perlustra tutto il perimetro della stanza, ma lo spazioso ambiente così privo di arredo, a parte il grande tavolo, due sedute ed appunto l’astrolabio in questione, non presenta nessun buon nascondiglio per un eventuale intruso. Alla fine Harlock si incammina verso il tavolo, si siede e si versa un bicchiere di vino.

Non puoi vedermi, uomo, non puoi se io non voglio.
Sei così diverso dagli altri esseri umani che ho incontrato. Perché? Cosa c’è in te? A cosa stai pensando in questo momento?

Nei pensieri del Capitano c’è l’Arcadia. Come possono esserci stati tanti guasti a bordo nell’ultimo periodo? Dopo più di un intero secolo senza mai aver avuto un problema, adesso la sua nave sembra cedere al tempo. No, non può essere che la più grande creazione del suo amico Tochiro, oltretutto alimentata a Dark Matter, possa avere problemi di manutenzione, come una qualsiasi altra astronave.
L’inquietudine in lui sale. La sensazione di essere osservato non lo ha lasciato un istante da quando è entrato nella stanza, anche se ciò che è davanti alla sua vista gli dà assolutamente torto.
Harlock si alza di scatto dalla sedia e si incammina verso l’uscita. Solo il suo amico di sempre può dargli qualche chiarimento. Solo Tochiro può rassicurarlo, può dargli la conferma che per qualche motivo a lui sconosciuto, c’è una ragione per gli spiacevoli eventi accaduti.

Dove va adesso?
...
No, accidenti! E’ entrato in un’altra stanza e stavolta non posso entrare. Devo aspettare per forza qu in corridoio.
...
Cosa ci sarà mai lì dentro? Quando esce una sbirciatina potrei darla.
...
Ecco, sta uscendo e …
...
Ah! La porta! Ecco, adesso lui è fuori e io sono dentro!
...
Che posto è mai questo?! Questa grande struttura mi ricorda in qualche modo casa ….
C’è qualcuno in questa stanza…

“Dove sei? Chi sei? … Ah, sei qui, in questo grande occhio rosso. Cosa vuoi da me? … Io cosa? No! Io faccio quello che voglio! … Come? Minacci? Fossi in te non lo farei!”

La sirena dell’allarme riprende a squillare per tutta l’Arcadia, rimettendo di nuovo in allerta tutti i suoi abitanti.
Visto l’attuale assenza di Harlock dalla plancia, è Mime ad essere informata per prima riguardo all’ennesimo problema a bordo.
“Mime, questa volta i sensori segnalano una presenza sconosciuta nella sala del computer centrale!” la avvisa Bob sorpreso quanto lei per il tipo di segnalazione scattata.
“Vado a vedere.” comunica l’aliena ai presenti, per poi correre verso i corridoi.

“Chiudere le porte e far scattare l’allarme?! Non credere che basti così poco per farmi catturare dai tuoi amici!”

Raggiunta la sala del computer centrale, Mime disattiva il blocco della porta ed entra. Non fa in tempo a guardarsi attorno che qualcuno le si fionda addosso. Posando entrambe le mani sulle spalle dell’aliena, l’intruso fa leva per sollevarsi in un salto e con una capriola passa sopra la testa della malcapitata scappando lungo il corridoio.
Mime rimane impietrita, incredula per ciò che ha visto, ma dopo pochi secondi viene destata dal suo stupore dall’arrivo di Harlock:
“C’è un intruso a bordo, e non è umano.” queste le parole che lei pronuncia, sorprendendo anche il Capitano.

Attorno ad un computer, Mime, Yattaran, Yama e Key consultano i dati del motore di ricerca intergalattico, tentando di individuare a quale razza aliena possa appartenere il clandestino che Mime ha visto.
“E’ un’umanoide, di sesso femminile …” spiega la Nibelunga.
“E’ una donna? E da cosa l’hai dedotto?” la interrompe Yattaran, sollevando con queste domande, occhiatacce e sguardi di critica nei suoi confronti.
“Ha detto che è un’umanoide… secondo te da cosa l’ha capito?” risponde secca Key, dando al collega una pacca sulla testa.
Mime riprende a descrivere:
“Ha grandi occhi rossi e la pelle grigia. Sulla testa ha due creste ossee al posto delle orecchie dalle quali scendono due lunghe appendici dalla forma elicoidale. Ha un’altezza media ed è esile. Indossa degli indumenti tribali. Deve essere molto leggera, perché il suo tocco l’ho appena percepito, anche se il suo gesto implicava caricare il suo peso sulle mie spalle per eseguire il salto. E’ agile e molto, molto veloce.”
“Altro ancora?” chiede Yama conoscendo il buon spirito di osservazione della Nibelunga.
“Ah, sì. Ha la coda.”
“La coda?” se ne esce di nuovo Yattaran, sempre più allibito dalla descrizione.
Confermati i dati inseriti nel computer, il motore di ricerca apre un file dal quale automaticamente confronta le informazioni. Davanti gli occhi dei pirati scorrono le immagini delle razze aliene conosciute, fino a quando un’unica immagine resta fissa sul monitor.
“Ecco è lei!” conferma Mime al resto del gruppo.
Key legge attentamente la descrizione ed esprime agli altri le sue considerazioni:
“Viene dal pianeta selvaggio K102, dai nativi chiamato Kalawi. E’ del popolo Chiwa. La descrizione di Mime è perfetta. Sono creature carnivore, agili e veloci. La coda serve per l’equilibrio e … sentite un po’? Hanno la capacità di mimetizzarsi con l’ambiente perché hanno la pelle camaleontica.”.
“Ecco perché fino ad oggi nessuno si era accorto di lei!” esclama Yattaran sorpreso.
Harlock si avvicina silenzioso al gruppetto ed osservando oltre le loro spalle, guarda l’immagine sul monitor. Una smorfia, come un accenno di sorriso, appare sul volto del Capitano, che subito dopo si allontana senza proferire parola.
I presenti si guardano dubbiosi, in un tacito silenzio è nascosto il pensiero di tutti loro: a cosa stava pensando Harlock?
Infine Yama prende parola ed esprime ai compagni la sua opinione sul da farsi:
“Dobbiamo catturarla. E’ una creatura pericolosa.”

 

 

 

 

 

NOTE DELL'AUTRICE

Un giorno nella mia testolina è entrato un pensiero… e se sull’Arcadia salisse un altro alieno? Una creatura ben diversa da Mime? …E così nei miei pensieri è entrata Lei… Ho notato che un pochino può assomigliare ai Na’Vi di Avatar, ma il mio intento non era quello, anche se… invece nel sequel ci saranno dei riferimenti chiari al film. Il mio personaggio è simile ai Na’Vi per la coda, i canini e l’aria un po’ selvaggia. Per il resto non hanno nulla in comune, l’apparenza inganna come in tutto in questo racconto, gli indizi ci sono, sta a voi scoprirli.
Non dico nient’altro per non finire ad anticipare troppo, i commenti verranno più avanti insieme ai disegni.
Al prossimo capitolo.
Cinzia

   
 
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