Prima fic su Harry Potter. In realtà
inizialmente non ero molto convinta di questa coppia, poi però mi sono fatta
convincere da una mia amica a leggerne anche così e adesso è diventata la mia
coppia preferita, in assoluto.
Byakko
LIBERTA’ DI SCELTA
Lei era
solo una piccola bambina di 16
anni che si sentiva sola, terribilmente sola, ma era stata circondata da una
solida barriera di cristallo che non riusciva ad infrangere, così da non poter
afferrare l’amore vero che intorno a lei vagava.
Perciò, senza motivi per cui essere completamente felice, andava taciturna e
velata da un alone di tristezza per i corridoi del castello di Hogwarts, senza una meta precisa, senza rendersi conto di
chi le stava intorno. Ormai era in quello stato da molto tempo: la ragazzina
allegra e solare aveva lasciato quel luogo per dare posto ad un’anima
solitaria.
Rassegnatasi oramai a quella
prigione dei sentimenti non riuscì più a trovare fonte di ispirazione
per quella che gli atri chiamavano “vita” ma che per lei stava diventando solo
un’altra forma della tristezza. Rimaneva spesso sola con i suoi pensieri, persa
tra mondi che non avrebbe mai conosciuto, senza dare troppa importanza a chi
per lei non ne dimostrava a sufficienza o nel modo sbagliato.
Il corridoio per il quale
ora camminava non era molto affollato e lei aveva lentamente iniziato ad amare
il freddo silenzio.
In quello stesso momento,
però, esso era attraversato anche da un’altra persona che presto si sarebbe, a sua insaputa, lasciata coinvolgere da questa
strana situazione per poi rimanerne irrimediabilmente legata.
Draco Malfoy vagava stancamente
per i corridoi della scuola. Era riuscito a distrarsi da quegli odiosi Tyger e Goyle, stupidi esseri
dall’intelligenza poco sviluppata. Perché doveva
essere circondato da persone del loro
calibro? Domande stupide che gli attraversavano il cervello, come l’immagine di
una ragazza dai capelli di un rosso particolare che lentamente gli veniva
incontro.
Poteva essere un modo come
un altro per passare il tempo, così da non annoiarsi troppo. In fondo
stuzzicare i Grifondoro era estremamente
piacevole.
- Allora Weasley,
dove hai lasciato lo stupido trio di San Potter? Ti
hanno forse abbandonata come un povero cane pulcioso?
- le disse con il suo solito ghigno di superiorità e
derisione impresso sul volto – Non ti sembra il caso di lasciare il
passo a chi è più importante di te? -
La ragazza non mostrò reazioni visibili verso il giovane biondo, come di solito
facevano i suoi pari. Si limitò ad alzare il volto per porgergli uno sguardo
assolutamente privo di ogni emozione se non
un’infinita tristezza e sussurrare un flebile “scusa” per poi riprendere il suo
cammino, scostandosi lievemente per passare il ragazzo.
Draco era rimasto piuttosto pensieroso riguardo a quello
strano comportamento, dato che fino a qualche tempo
prima la ragazza si dimostrava sempre piuttosto accesa nei suoi confronti,
anche se spesso ultimamente erano Potter o Lenticchia
a parlare per lei.
- Hei
weasley, cosa ti è sucesso?
Dove è finito tutto il tuo coraggio? -
La rossa si girò verso di
lui con estrema naturalezza e non curante a chi aveva di fronte.
- Scusami Malfoy ma la colpa era mia che non
guardavo dove stavo andando e per poco non ti venivo addosso, non riesco a
vedere il problema. Ora, se non ti dispiace, dovrei andare -
Gli rivolse quelle parole
così fredde ed accondiscendenti non degne di lei. Che strano
vedere una così affiatata giovane nemica in quelle condizioni.
Probabilmente aveva litigato con qualcuno oppure quella non era una della sue migliori giornate. Niente di irregolare,
anche se il so sguardo lasciava da pensare. Forse si preoccupava per niente…
- “Cosa?
Io non mi sto affatto preoccupando. Ma come diavolo mi
viene in mente una cosa del genere? Preoccuparmi per il nemico, IO, sto forse
impazzendo? Sarà colpa di San Potter che mi sta
contagiando” -
Riprese la sua strada
scuotendo la testa per scacciare quelle strane idee e riprendere il suo solito
menefreghismo, ma a quella dolce faccina d’angelo così triste un diavolo come
lui non poteva resistere e continuava ad intromettersi nei suoi pensieri,
tormentandolo a lungo, fino a sera quando anche nei suoi sogni compariva.
La mattina seguente era
davvero stanco avendo dormito troppo poco, dato che la sua testa formulava solo
due pensieri: Ginny Weasley
ed il perché di questo. Si diede mentalmente dello stupido e dopo molto tempo
riuscì a far passare quel so particolare ed insolito stato.
Ma tutto ciò durò molto poco, fino a quando non gli ricomparvero davanti quegli
occhi che gli ricordavano un cielo oscurato da nubi e un viso pallido come i
raggi lunari.
Di solito i loro incontri
erano casuali ma sempre più spesso si ritrovava a cercarla con lo sguardo per
accertarsi delle sue condizioni o di un cambiamento in esse,
che però non avveniva.
Passarono i giorni ma non
l’anomalia che aveva colpito la rossa che invece sembrava che peggiorasse. Non
poteva essere qualcosa di leggero o poco importate se la riduceva in quello
stato.
Notò con piacere che
finalmente anche i suoi amici avevano preso a preoccuparsi per lei, vedendola
piuttosto debole e silenziosa, ma niente cambiò ed i suoi malesseri psicologici
si riscossero anche sul
fisico, decisamente stanco e poco nutrito. Di certo quella ragazza stava male.
Capitò il giorno per un
nuovo incontro dei due e di nuovo il biondo serpeverde
fu osservato da quello sguardo freddo e vuoto che lo privava da ogni possibile
proposito negativo. Lei vacillava e tremava notevolmente, mostrandosi più
pallida del normale e leggermente
accaldata ed ansante.
- Ehi Weasley,
la tua faccia è più spaventosa del solito -
Ultimamente non gli riusciva
particolarmente bene insultarla, visti altri pensieri che lo tormentavano.
Lei alzò a malapena la
testa, molto lentamente e a fatica. Stava tentando di rimanere lucida ma era
piuttosto difficile ora che la febbre aveva preso a salire. Non le importava di
sentire le solite lamentele di Malfoy, che oltretutto
trovava infantili e superficiali, anche se ultimamente non l’aveva sbeffeggiata
più di tanto, e comunque non avrebbe avuto la forza di
controbattere.
Stavano per cederle anche le
gambe quando si sentì sostenere da due forti braccia. Fu stupita di constatare che a sorreggerla era il ragazzo vicino a lei.
Non tentò di ribellarsi o divincolarsi, in fondo che differenza faceva essere
aiutata da lui o da qualcun altro.
- Brava, vedi di non svenire
perché non ho alcuna intenzione di portarti di peso
fino in infermeria. Riesci a camminare? -
Lei mosse la testa annuendo
per poi andare ad aggrapparsi più forte al braccio del ragazzo.
- Molto bene, vieni ti accompagno, devi farti controllare da madama Chips -
Così, molto lentamente, i
due si diressero verso la stanza che ospitava l’infermeria e dove avrebbero
potuto trovare aiuto. Quasi sfondò la porta con un calcio per
entrare e attirò immediatamente l’attenzione della strega che si preoccupò
immediatamente delle condizioni della ragazza, facendola poi stendere su
di un lettino.
- Non credo sia niente di
grave ma temo che bisognerà informare un parente. Può pensarci lei signor Malfoy -
- Certo, sarà fatto -
Lanciò un ultimo sguardo
alla ragazza per poi uscire e dirigersi verso la biblioteca dove sicuramente
avrebbe potuto trovare qualcuno e, come previsto, incontrò Hermione
e Harry. Decise così di spiegare a
loro la situazione, così poteva evitarsi di incontrare il fratello della
rossa.
- Potter,
Granger, vorrei la vostra attenzione -
- Cosa
vuoi Malfoy, non credo sia il posto adatto per
le tue solite scenate di superiorità -
- Non sono qui per questo
motivo. La sorellina di Lenticchia è in infermeria a seguito di un malore.
Madama Chips ha chiesto la visita di un parente,
quindi pensateci voi, io ho da fare -
Li
salutò con la mano voltandosi di spalle e dirigendosi verso l’uscita. Decise di
non dar loro troppe informazioni, così da farli stare in ansia per un po’,
anche se era stato fin troppo gentile per i suoi gusti.
- Allora Ginny,
come stai adesso? – fece Ron, piuttosto dispiaciuto
per non aver tenuto sotto controllo la sorella come avrebbe dovuto.
- Meglio, non preoccuparti,
ho solo un po’ di febbre. Probabilmente ho preso freddo. Quando è arrivato Malfoy io mi stavo già dirigendo
qui per farmi controllare -
- MALFOY? – fecero in coro i
tre.
- Sì, è stato molto gentile
ad accompagnarmi -
- Quante
volte ti ho detto di non avvicinarti a lui. E’ pericoloso. Chissà cosa avrebbe potuto farti – disse il rosso
alquanto alterato.
- Ma senza il suo aiuto ora
starei peggiorando in quel corridoio, dato che le gambe
non mi reggevano -
- E’ vero, ma ha anche
ragione tuo fratello, ricordati che rimane pur sempre un serpente. Vedi di
evitarlo se puoi -
Come sempre Harry spalleggiava suo fratello e nessuno di loro riusciva
a pensare razionalmente o a valutare anche il suo punto di vista. Dovevano sempre
decidere loro cosa fosse giusto o cosa doveva o non
doveva fare. Non era più libera di pensare da sola.
- Comunque
domani devo rimanere ancora sotto osservazione. Ora devo prendere una pozione e
riposare quindi è meglio se voi andate. Ci vediamo domani a colazione -
- D’accordo, ciao sorellina
-
La salutarono tutti con un
bacio sulla guancia e se ne andarono chiacchierando
tra di loro, probabilmente su Malfoy.
Anche lei pensò al ragazzo che contro ogni probabilità
l’aveva soccorsa. Il grande Draco Malfoy che prova pena per lei e per la sua insignificante
vita. Com’era strano a volte il destino.
Ma adesso si sentiva ancora più sola e la sua
depressione tornò più forte di prima. Le faceva male la testa e qualche lacrima
sgorgò fugace dai suoi occhi che però fu prontamente asciugata per non destare
sospetti. Era abituata a piangere nella sua solitudine. Almeno questa giornata
si era presentata piacevolmente diversa.
Il mattino seguente ebbe il
permesso da parte di Madama Chips di presentarsi in
Sala Grande con i suoi compagni. Tutti sembravano molto felici nel rivederla e
continuavano a chiederle delle sue condizioni ma a lei non interessava questo
loro comportamento. Si sedette vicino a suo fratello ed a Hermione
che l’accolsero come tutti gli altri. Diede loro un
falso sorriso e si mise svogliatamente a bere un po’ di latte.
La sua attenzione fu però
attratta dall’entrata nella sala del giovane serpeverde
che l’aveva soccorsa il giorno precedente. Salutò i suoi “amici” dicendo di
dover tornare in infermeria ma prima fece un piccolo cambiamento di percorso:
invece che uscire dalla Sala Grande si diresse verso la tavolata dei serpeverde, seguita da molti sguardi e dall’ira di suo
fratello. Arrivò fino dietro il biondo che si era
girato per guardarla negli occhi che, con suo dispiacere, erano ancora spenti.
- Scusami Malfoy se disturbo la tua colazione ma volevo approfittare
di questo momento per ringraziarti dell’aiuto datomi ieri – disse con voce estremamente calma e facendo un piccolo inchino.
- Bene piccola Weasley,vedo che, nonostante la
tua famiglia, conosci le buone maniere -
- Potrei
dire la stessa cosa su di te, non volevo semplicemente mostrarmi
maleducata. Ora scusami ma devo andare e ancora grazie -
Quegli occhi lo stavano
facendo impazzire, quegli occhi a volte così simili ai suoi. Anche
lei stava cadendo nel suo stesso vortice oscuro? Forse era quello il motivo per cui si era lasciato trascinare in questa storia. Voleva
sapere. Quella sera sarebbe andata a trovarla. In fondo lui era prefetto e
poteva restare fuori dalla camerata anche a ora tarda.
Era piuttosto tardi quando
arrivò in infermeria. Entrò piano, senza far rumore per paura di svegliarla, ma
si stupì di non trovarla a letto a riposare. La cercò nella stanza con lo
sguardo e la scorse seduta vicino alla finestra che osservava l’esterno.
La luna, così splendente
quella notte, le illuminava il pallido viso e faceva risplendere i suo capelli rossi. Come sempre però fu particolarmente
colpito da quello sguardo così carico di tristezza, così solo e sofferente da
fargli stringere il cuore.
Le si
avvicinò lentamente e la vide
sussultare quando si rese conto della sua presenza, stupita del fatto di
trovarlo in quel luogo.
- Malfoy,
cosa ci fai qui? -
- Sono venuto a trovarti piccola virginia, si accolgono così i propri salvatori? -
- Credo di averti già
ringraziato –
- Piuttosto, non dovresti
essere a letto a quest’ora? -
- Non riuscivo ad addormentarmi e poi la luna è così bella che mi sono
incantata a guardarla -
- Come mai così sdolcinata Weasley? -
- Ogni tanto succede anche a
me – fece con un triste sorriso.
Come la capiva. Quante volte si era ritrovato ad osservare quell’astro
notturno per dimenticare ciò che lo circondava. Quante volte si era
soffermato alla sua luce nell’oscurità.
- Da quanto sei in questo
stato Virginia? -
- Come? – lei non riusciva a
comprendere la sua domanda.
- Guardati, riesci a stento
a reggerti in piedi e si nota che non mangi decentemente da molto. E poi i tuoi occhi… per cosa ti stai distruggendo? Non
mentire, i sintomi sono chiari -
Rimase stupita da come il
ragazzo aveva colpito ed evidenziato tutti i suoi
problemi ed il fatto che solo lui l’avesse veramente capita.
- Perché
stai piangendo? -
Non se n’era accorta ma le lacrime avevano preso a caderle dagli occhi. Scoprire che
qualcuno aveva notato le sue sofferenze l’aveva resa
un poco felice e speranzosa. Parlarne con qualcuno, era da tanto che voleva
farlo ma non era riuscita a trovare chi avrebbe potuto aiutarla. Che sorpresa scoprire che costui era il suo teorico peggior nemico.
- Malfoy,
come mai tutto quasto interesse per una Weasley, non ero solo una poveraccia? -
- Sei solo una ragazza che
tenta di soffocare la sofferenza nell’indifferenza -
- Sì, quanto è vero, però è
strano sentire queste parole da te – facendo una piccola pausa ridendo
leggermente per la situazione e poi riprendere guardandolo negli occhi – Vuoi
sentire la mia triste storia? -
- Se ne vuoi parlare io
saprò ascoltarti -
- Vedi, la mia condizione
attuale è come quella di un uccellino in gabbia che non riesce ad aprire la
porticina per poter scappare via da quella vita di prigionia. Sono circondata
da un’invisibile barriera di vetro, fragile ma allo stesso tempo
indistruttibile, creato da chi vuole proteggere me e la mia ingenuità. So che
queste persone mi vogliono bene ma in questa gabbia io non riesco a distendere
le mie ali e a essere felice. Purtroppo non riesco a
rompere questa barriera, non da sola -
Si fermò perché i singhiozzi
e le lacrime le impedivano di parlare. Piangere era l’unico modo per sfogarsi
ed ormai capitava spesso che ciò accadesse. Draco
restò un momento a guardarla per poi andare ad asciugare quelle limpide gocce
che rigavano il viso della giovane. Lei non si arrabbiò, non restò stupita, non
lo cacciò via, rimase semplicemente a gustarsi quelle
dolci carezze e a sfogarsi con lui in quel pianto disperato.
Nel frattempo Draco non riusciva a pensare razionalmente ma capiva che
doveva fare qualcosa per lei, incoraggiarla oppure consolarla, anche se si
stupiva dei suoi pensieri, ma era così fragile e bella al chiarore della luna
che non riuscì a resistere. Le cinse con una mano le spalle e con l’altra la
vita, avvicinandola a se e sussurrandole dolci parole.
Così riuscì a calmarla ma
non si allontanò da lei, o almeno non subito, volendo rimanere in quella
posizione ancora per un po’, forse più per se stesso che per la ragazza, e la
lasciò solo quando si fu completamente ripresa.
- Scusa…scusami, che
sciocca, mettermi a piangere così di fronte a te -
- Ti sei sfogata? -
- Sì…ora sto meglio…grazie -
- Io ora devo andare ma se
vorrai parlare avrai solo da chiamare, ok? -
- Sì -
- Perché
non me lo chiedi? -
- Cosa?
-
- Come mai faccio tutto questo per te -
- Non mi interessa
conoscere il motivo, non ha importanza, almeno non per me -
Lo salutò e si mise nel
letto coprendosi bene con le coperte.
Il ragazzo rimase piuttosto
scosso da quegli avvenimenti. Lui lo sapeva il perché: erano così simili, con
le stesse oppressioni e gli stessi ostacoli. Si rivedeva in lei e in quei suoi
bellissimi occhi tristi.
Non sopportava le sue
lacrime. Entrambi stavano soffrendo in silenzio.
Nei giorni successivi si
avvicinarono ancora, sempre di più. I loro incontri si fecero più frequenti. Solo
quando stavano insieme riuscivano a scordarsi momentaneamente dei loro
problemi.
Lei aveva bisogno di molto
aiuto poiché rispetto al ragazzo era estremamente
fragile. Se avesse continuato così prima o poi si
sarebbe spezzata. Notò con dispiacere come nella vita normale fosse diversa da quando invece era in sua compagnia. Si
proteggevano a vicenda, lontani da chi non riusciva a
capirli.
Ma ultimamente capitava che fossero visti assieme, in
fondo erano pur sempre buoni amici. Questo però non era apprezzato da colui che l’aveva rinchiusa in quella teca di vetro
tappandole le ali.
Infatti Ron, il carceriere,
sentite le voci su questi vari incontri, era andato a cercare il ragazzo che
aveva traviato la dolce e pura sorellina. Il loro incontro avvenne in un
corridoio vicino alla biblioteca.
- Malfoy
– sibilò irato il rosso.
- Weasley
– rispose con tono freddo il biondo – a cosa devo
questa visita? -
- Che intenzioni hai – gli disse prendendolo per il bavero della camicia –
lascia stare mia sorella -
- Non credo che la tua dolce
sorellina sia dello stesso parere -
Detto questo gli arrivò un
pugno che colpì il labbro inferiore causandogli una lieve ferita, e l’urto lo aveva fatto cadere sul freddo pavimento. Voleva fargliela
pagare ma una voce a lui conosciuta lo fermò.
- Draco
-
La vide arrivare di corsa e
gettarsi a terra vicino a lui. Aveva quasi le lacrime agli occhi e traspariva
tutta la sua preoccupazione verso il ragazzo.
- Draco…come
stai? Sei ferito…
-
- Non preoccuparti, non è niente di grave – le disse con voce molto dolce, per
rassicurarla.
Ma al
rosso quella scena disgustava e così prese di forza un braccio della
ragazza, alzandola di peso e spostandola dal serpeverde
a terra, facendole leggermente male.
- Ginny
levati, te lo avevo detto che non dovevi rivederlo. Quella schifosa serpe chissà
cosa ti ha fatto per ridurti così -
- Non la toccare – disse il
biondo quasi in un sussurro.
- Cosa hai
detto bastardo? -
- NON LA TOCCARE – urlò
alzandosi in piedi e puntandogli contro la bacchetta, con gli occhi che
brillavano d’odio.
Ron, che in un primo momento era rimasto alquanto scosso
da quello che aveva detto, fece lo stesso con uno strano ghigno selle labbra.
Rimasero ad osservarsi per alcuni secondi ma qualcun altro si
intromise nella disputa.
Ginny era riuscita a liberarsi della morsa del fratello e
gli puntò velocemente la bacchetta alla gola. I suoi
occhi erano vuoti mentre piangeva, anche se il suo sguardo era fermo e deciso. Ron rimase piuttosto allibito dal comportamento della
sorella dato che mai si sarebbe immaginato di poter
essere minacciato proprio da lei.
- Ginny…cosa
stai facendo? -
Ma lei strinse maggiormente la bacchetta, pronta a
colpire. Allora il biondo serpeverde le si avvicinò, tralasciando lo scontro con il grifondoro.
- Virginia, calmati.
Guardami, sono io, Draco -
- …Draco?
- fece lei voltandosi per guardarlo.
- Sì, ora abbassa
la bacchetta – mettendole una mano sul braccio teso – non è successo
niente -
- Lui…voleva farti del
male…poi io…come avrei fatto…di nuovo da sola? -
- Mi sarei difeso e avrei
difeso anche te. Ora vieni prima che arrivi qualche professore e tu finisca in punizione -
Porse una mano alla ragazza
che fu lentamente presa e la avvolse nel suo mantello. Prima di andarsene si
rivolse verso Ron con sguardo carico d’odio.
- Quello che le sta
succedendo è solo colpa vostra. E’ rimasta a reprimere ogni cosa ed ora sta
lentamente liberando tutto il suo rancore. Le hai preclusa
la libertà di volare. Cosa credevi di fare? Ancora un
po’ e sarebbe morta dal dolore. Mi fai schifo -
Dandogli le spalle se ne andò tenendo ancora per mano la ragazza piuttosto
silenziosa.
- Che
cosa le hai fatto? – chiese titubante il rosso.
- Le ho solo
dato la libertà di scegliere -
Continuò il suo cammino non
voltandosi mai. Si diresse verso l’infermeria dove fece controllare la
ragazzina ancora piuttosto instabile. Pochi attimi dopo arrivò anche Silente. Chissà come mai ma Draco non si stupì di
vederlo entrare. Di sicuro sapeva già tutto.
- Signor Malfoy,
come stà la signorina Weasley?
-
- Madama Chips
ha detto che deve solo riposare -
- Non vi punirò per quello
che è avvenuto nei corridoi, anzi vorrei ringraziarla per quello che sta
facendo con Virginia. Ha bisogno di aiuto, ma
soprattutto di amore. E’ disposto a dargliene? -
- Sì – fece sorridendo e
guardando il volto addormentato della rossa – tutto quello che posso -
- In fondo anche tu hai
bisogno di una buona dose di sentimenti - andandosene dopo queste ultime
parole.
Amore. Era quello che
provava ogni volta che stava con quel triste angelo. Non aveva paura di
mostrarle i suoi sentimenti. Forse lo aveva già fatto.
Le fece una leggera carezza
per poi tornare a prenderle la mano e addormentarsi al suo fianco.
Sapeva quello che doveva
fare ma aveva comunque paura di affrontare questo
passo, di essere respinto o di ferire quell’angelo
dai capelli rossi.
Il giorno successivo ci fu
un’uscita a Hogsmade e la scuola rimase completamente
vuota. Draco si era informato ed anche il magico trio
vi aveva partecipato. Avrebbero avuto tutto il giorno solo per loro.
Quando Ginny si svegliò gli fece
un gran sorriso, uno di quelli che riservava solo a lui e di cui andava fiero.
Forse solo ora era davvero sicuro di quello che provava, riuscire a vedere la
sua innata bellezza e rimanerne affascinato.
- Buongiorno Draco – sempre sorridente
- Buongiorno. Come ti senti questa mattina? -
- Meglio, anche se ho ancora
un po’ di dolore alla testa, ma non credo ci sia da preoccuparsi di questo -
- Sai,
oggi la scuola è completamente libera. Sono tutti a Hogsmade
-
- Allora andiamo a farci un
giro? Io ho fame -
Girovagarono per un po’,
andarono nelle cucine e chiesero qualcosa agli elfi domestici. Sazi, ripresero
a percorrere i corridoi, tenendosi per mano. Decisero anche di uscire, così da godere dell’aria fresca e pungente di quel periodo.
- Draco…a
cosa stai pensando? - vedendolo leggermente assente.
- Sai, non sono mai riuscito
a portarti nel dormitorio dei serpeverde. Ti
piacerebbe vedere la mia camera? -
- Perché
no? andiamo? - alzandosi e saltellando verso l’entrata.
I corridoi freddi e bui dei
sotterranei di Hogwarts contrastavano con la calda
atmosfera che li avvolgeva.
Alla ragazza brillarono gli
occhi alla vista della camera dell’amico, non perché fosse particolarmente
bella o curata ma per il fatto che fosse la sua
stanza, come se in quel momento l’avesse resa partecipe di un’altra parte di
se.
Draco si sedette su di una piccola poltroncina verde e
guardava sorridente la rossa che vagava curiosando per la stanza fino a
gettarsi sul suo letto.
- Cosa hai
voglia di fare? -
- Di umiliarti a scacchi -
- Grazie, è così che ci si
comporta con gli amici?- fece con un finto fare offeso – non te la darò vinta
facilmente – riprendendo poi con un certo ghigno sul volto.
Fecero ben cinque partite ma
alla fine fu Ginny a trionfare e tutta felice si mise
a saltare per la stanza, canticchiando per la vittoria appena conseguita.
Quindi si buttò tra le braccia di Draco,
circondandogli il collo con le proprie, che la abbracciò
dolcemente.
- Grazie Draco
-
- Per cosa? Perché ti ho lasciata vincere? -
- No, perché ci sei e rimani
sempre accanto a me -
Fu veramente felice per
quelle parole, Essere la persona più importante per qualcuno, per lei. Doveva
aiutarla, ad ogni costo.
Si sostò leggermente dal corpo
della ragazza per guardarla in quei suoi occhini azzurri e perdersi in essi. Poi, con estrema lentezza, andò ad unire le loro
labbra in piccolo casto, semplice e dolce bacio.
Lei lo guardò un po’ stupita
da quello che aveva appena fatto, anche se le era veramente
piaciuto. Non le era mai stato permesso di avere un simile rapporto con
qualcuno ma il fatto che sia stato per la prima volta con Draco
la rese ancora più felice.
- Perché mi hai baciata? – chiese timidamente lei.
- Perché
mi sono irrimediabilmente innamorato di te -
- Davvero? Non mi stai
prendendo in giro? -
- Non potrei mai farlo -
- Anch’io…anch’io
posso amarti? -
- Sei
libera di scegliere se farlo o non farlo -
- Allora…io scelgo di amarti
-
Si sorrisero e poi andarono
nuovamente a cancellare le distanze tra loro, più e più volte, naufragando in
quel mare di baci che si facevano sempre più ricchi e passionali, da rimanere
senza fiato, soffocando in essi tutti i loro problemi.
- Io – fece ansimando io
biondo – io posso darti…l’amore che ti è stato
precluso…ma solo se lo vuoi davvero…questo è un passo molto…importante -
- Che
cosa vorresti fare ? – chiese lei leggermente perplessa.
- Voglio
farti mia – disse in un soffio.
Ginny lo guardò lievemente impaurita, però, ricevere tutto
quell’amore incontrastato, forse avrebbe spezzato
quella gabbia e sarebbe potuta volare via, insieme a
lui. In fondo anche lei lo voleva, in quel luogo e tempo, conoscere quel
sentimento.
Infine, annuì con la testa e
gli regalò uno dei suoi migliori sorrisi, per essere pienamente ricambiata.
Draco la distese dolcemente sul letto per poi prendere a
baciarle tutto il corpo mentre lo spogliava dei vestiti, ma tutto con estrema
dolcezza ed in ogni movimento traspariva amore.
Lei lo sentiva, quel
sentimento così forte e caldo. Lo sentì in ogni suo tocco, lo sentì quando il
biondo entrò in lei, lo sentì in lei quando lui venne, lo sentì quando lo
raggiunse.
Si sentiva bruciare, come
avesse preso fuoco, il fuoco della passione che aveva distrutto quella barriera
che la circondava senza farle del male. Era piacevolmente felice, come non si
sentiva da tempo.
Ora restavano abbracciati,
madidi di sudore, che tentavano di riprendere fiato. Si strinsero più forte,
per non dover dividere i loro corpi, non ora, godendo ancora del loro calore. Ginny si girò e lo baciò ancora una volta.
- Grazie…grazie – gli
sussurrò a fior di labbra.
- Ne avevamo
bisogno entrambi -
- Non mi abbandonerai ora,
vero? -
- Ti amo troppo per poterti
lasciare -
- Ma
cosa ti succederà, tuo padre… -
- Mio padre non può
impedirmi di amare. Piuttosto, spero di non dover soccombere sotto i tuoi
fratelli -
- Non mi importa
di cosa diranno o faranno, ma dovranno accettare le mie scelte, e io ho scelto
te - fece lei piuttosto decisa.
- Sono contento che la pensi
in questo modo – sorridendole dolcemente.
- Sai – si fece ad un tratto maliziosa – vorrei sentire ancora il tuo amore -
Draco si stupì parecchio di quella affermazione,
ma probabilmente ora si stava solamente lasciando andare. Non disse nulla ma
passò immediatamente ai fatti, ben felice di esaudire il desiderio di quella
splendida ragazza, attirato dai suoi occhi che risplendevano di una nuova luce.
Ora potevano finalmente
volare, distendere le loro ali e lasciarsi pervadere dalla brezza dell’amore,
insieme.
--- FINE ---
Non fatevi alcunissimi
problemi a commentare, io accetto tutto. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate, è importante per potermi evolvere come scrittrice.
Grazie e alla prossima fic.
Byakko.