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Autore: _only_ hope_    12/03/2015    7 recensioni
Che cosa può accomunare un'attrice e una barista? A prima vista poco, ma andando un po' più a fondo...
Un bar, una notte di pioggia e qualche confidenza.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Alla mia famiglia

La pioggia batte incessantemente sui vetri del locale: è una sera ventosa e tempestosa a Seattle, una sera nella norma. La ragazza in piedi dietro al bancone del bar fischietta mentre pulisce il piano di legno con uno straccio e sorride ogni volta che vede entrare uomini e donne bagnati fradici, oppure quando li nota esitare e poi uscire correndo con il solo cappuccio della giacca in testa, per poi sparire nella notte. Questi sono i momenti in cui riesce ad apprezzare il suo lavoro, quando se ne sta al calduccio al riparo dal tempaccio. Poco altro le piace dello stare a servire ubriaconi nel bel mezzo della notte e uomini d'affari la mattina presto: ascoltare di sfuggita le loro storie e i loro racconti è una di queste, ma anche conversare con i clienti abituali senza neppure conoscere il loro nome è divertente, per non parlare della felicità che prova quando vede nascere un nuovo amore. Allo stesso tempo odia vedere la gente litigare, soprattutto se poi inizia una rissa e lei e Logan devono intervenire per fermare i contendenti: inutile dire che quando è da sola ha la peggio e ci guadagna qualche livido.

Mentre prepara il martini che la giovane donna seduta a qualche metro da lei ha ordinato, allo stesso tempo tiene d'occhio il tè richiesto dall'anziana coppia al tavolino nell'angolo e la osserva con un sorriso: vede i due coniugi tenersi per mano e guardarsi negli occhi mentre lei parla animatamente. Lui non le toglie gli occhi di dosso: probabilmente sono sposati da anni, eppure lui non smette di amarla. Oh, spera vivamente anche lei di fare ancora quell'effetto sul suo fidanzato tra qualche decennio!

Scuote la testa e si chiede che cosa ci fanno lì due ultrasessantenni alle undici e mezzo di sera, poi fa spallucce: saranno in vacanza, non li ha mai visti da queste parti. Consegna loro le bevande calde e mentre torna indietro si ferma ad un tavolo poco più avanti:

"Il solito, dottor Webber?" lui la sente e alza lo sguardo: è un giovane chirurgo mulatto e dal sorriso cado, si è molto affezionata a lui. Viene qui quasi tutte le sere e, se non c'è troppa gente, lui e la barista fanno anche una piacevole chiacchierata.

"Solo del caffè" risponde lui, al che lei alza un sopracciglio:

"A quest'ora?!" ribatte, scettica: non commenta mai le scelte dei suoi clienti, ma Webber è pur sempre Webber, deve approfondire la questione. "Ha il turno di notte?" continua, curiosa

"Aspetto la mia fidanzata: prenderemo gli alcolici dopo: intanto mi tengo sveglio!"

"Contento Lei... Caffè in arrivo, allora!" ribatte con entusiasmo. Prepara la bevanda canticchiando, poi adocchia il martini: diavolo, se ne era scordata! Sorride e allunga il drink alla giovane rossa con il vestito a fantasie verdi e gialle: sicuramente lei non indosserebbe mai un abito del genere, ma deve ammettere che a quella donna sta davvero bene!

"Ecco qui" esclama con tono allegro, mentre l'altra alza lo sguardo: i suoi occhi tristi portano la barista a rabbuiarsi di colpo.

"Solo acqua, grazie: mi sono appena ricordata che devo evitare gli alcolici. Ma non buttarlo via: dallo pure a quel giovanotto lì, sembra aver bisogno di qualcosa che lo rallegri" dice, allontanando il bicchiere con la mano destra. La mora la guarda stranita -le persone sole e tristi la buttano sempre giù- e commenta:

"È fidanzato"

"Oh, hai frainteso, darling: non ci sto provando. Ho troppi problemi per imbarcarmi anche in una relazione. Digli che offre la casa, anche se pagherò io, o riferiscili quello che vuoi. E se non gli piace offrilo a qualcun altro" ribatte l'altra con nonchalanche, facendo tintinnare i braccialetti che ha al polso.

Fatto sta che alla fine il chirurgo si ritrova a sorseggiare un martini con la sua fidanzata, anche se lui non è rimasto molto convinto dall' "Offre il locale, un premio fedeltà per i clienti abituali che arrivano questa sera!" della giovane.

"Che fai, offri alcolici, ora?" commenta Logan quando la sua dipendente gli passa accanto.

"Lo ha pagato la signora lì" ribatte lei, punta nel vivo: odia le frecciatine!

"Non lo beve più: ha cambiato idea" continua, mentre riempie un bicchiere con acqua e limone.

"E lo ha offerto Richard" replica il proprietario del locale, scettico.

"Sì, e per la cronaca ho puntualizzato che lui è fidanzato per evitare che si crei uno dei teatrini patetici che tanto odi. E piantala di parlarmi con il tono che usa un nonno per rimproverare la nipotina di due anni!" sbotta infine, per poi tornare dalla rossa, mentre la voce di lui la raggiunge:

"Sei sprecata per questo lavoro, Maylors!"

Lei sbuffa, ma decide di lasciar cadere la conversazione: non ha voglia di mettersi a discutere, non questa sera; le sono bastate le litigate fatte sia la mattina che il pomeriggio con il fidanzato.

"Ecco qui, spero che non abbia cambiato idea un'altra volta" esclama, e il tono esce più cattivo di quanto volesse. Non appena se ne accorge si porta una mano alla bocca: "Scusi, non do-" si interrompe quando nota l'altra trattenere una risata.

"Qualcuno qui si è alterato tutto d'un colpo, e dubito che sia per colpa mia" commenta infine, guardando negli occhi quella strana barista con il grembiule quasi slacciato e i capelli malamente raccolti in una coda.

"Diciamo che ognuno ha i suoi problemi" ribatte la mora, per poi allontanarsi. Poco dopo ritorna a prendere il bicchiere sporco e si mette a pulire il bancone vicino a lei.

"Avevo chiesto solo dell'acqua, ma grazie per aver aggiunto il limone" comincia la cliente, la quale evidentemente odia il silenzio. L'altra si ferma un attimo e alza lo sguardo, poi sorride e ritorna al suo lavoro.

"Sembri intelligente per fare la barista" continua la rossa, con un'improvvisa voglia di attacar bottone. La mora sbuffa, odia parlare della sua vita privata con degli sconosciuti, ma alla fine, senza volerlo, si ritrova a ribattere, frustrata:

"Infatti ho una laurea in legge. Più la specialistica e tre tirocini con avvocati brillanti. Ah, e sono uscita con due cento e lode, scarsuccio per avere lavoro, no?"

L'altra la guarda a occhi spalancati: "Che diavolo ci fai qui?!" chiede stupita: "Dovrebbero chiamarti a centinaia!" a questo punto la ragazza si blocca e stringe con forza la pezza nella mano chiusa a pugno:

"Sono donna" ribatte infine, con un tono che alla cliente sembra fin troppo rassegnato.

"Eddai, non ci credo che nessuno ti chiama" la mora alza finalmente lo sguardo, ma lo riabbassa subito:

"In realtà ho appena ricevuto un'offerta per un anno a New York in un prestigioso studio. Tirocinio, ma ben pagato. Ma rifiuterò"

"E perché mai?"

"Ho un ragazzo, anche lui avvocato: viviamo assieme da tempo e trasferirci tutti e due con il rischio di essere entrambi senza lavoro tra poco più di un anno non è un'opzione possibile" replica, mentre smette di scatto di lucidare il bancone, che sta diventando uno specchio: da quando in qua parla della sua vita personale con degli sconosciuti?! Non lo ha mai fatto... Sospira e si sposta verso i tavoli, lontana dal bancone e dalla rossa. Beh, forse non abbastanza, visto che la sua voce le giunge forte e chiara qualche metro dietro di lei:

"Da quanto stai qua?" le chiede. Sbuffa, ma risponde ugualmente: è sicura del fatto che se non otterrà risposta l'altra non la lascerà più in pace:

"Un anno e mezzo"

"E quindi da un anno e mezzo ritorni a casa la sera e trovi il tuo ragazzo che ti racconta dei fantastici casi che sta seguendo con qualche fantastico team di avvocati, mentre tu sei qui a guadagnarti da vivere pulendo i tavoli. Diamine, a me salterebbero i nervi!"

La giovane si volta a guardarla negli occhi e le sorride, ironica: "E a me no" ribatte, tranquilla.

"E allora perché non vai a New York: è una città stupenda, sai?"

"Sbaglio o su questo argomento siamo già passate?!"

"Però hai detto 'rifiuterò', ergo non lo hai ancora fatto"

"Lo farò" sbuffa l'altra, mentre osserva che è vero: non ha ancora chiamato lo studio. Non sa perché ha agito così: domani sarà la prima cosa che farà, poco ma sicuro!

"Rettifico: non lo hai ancora fatto, quindi pensi che potresti cambiare idea" osserva la rossa, mentre la barista si chiede se sia avvocato anche lei. A giudicare dai vestiti no, ma allora ha sbagliato lavoro, sicuramente.

"No" continua a negare, sicura.

"Tanto lo so che lo vuoi fare" bene, ora la canzona pure: probabilmente le ha dato troppa confidenza, ma è così facile aprirsi con quella donna bizzarra. Non sa che l'altra non demorde perché vuole spingerla a seguire il suo sogno: la barista/avvocatessa ne ha la possibilità, al contrario di lei, perché buttare tutto al vento?

"Prova, tanto è solo un anno: tu a New York e il tuo ragazzo a Seattle. Se va male torni qui, se va bene magari nel frattempo lui trova lavoro lì da te"

"Jim non me lo lascerà mai fare" obietta la mora.

"Ci sono tante cose che gli uomini non vogliono!" osserva l'altra alzando una mano in aria con fare teatrale, poi continua, addolcendo il tono di voce: "Se la vostra relazione vale la pena funzionerà, sennò vuol dire che non era abbastanza forte e, in fondo, allora è meglio che finisca"

"Forse ha ragione, sa?" osserva l'interessata dopo un attimo di silenzio, mentre si mette a pulire il tavolo dietro alla cliente. La guarda sorridendo e da lì la rossa capisce che seguirà il suo consiglio.

"Io ho sempre ragione!" ribatte sorridendo, per poi aggiungere con fare teatrale un: "E ti prego, dammi del tu: avremo sì e no quattro anni di differenza!"

La mora sorride e annuisce, mentre decide di farle una domanda, forse desiderosa di non concludere la loro conversazione: "È avvocato anche Lei?" le chiede, cercando risposta alla domanda che si era posta poco prima.

"Oh, no, darling, attrice. Faccio musical e teatro, ma i mio preferito rimane sempre Shakespeare. Vengo da New York e sono qui in tour" in poche parole le racconta la sua vita, con una confidenza che alla sua ascoltatrice sembra davvero strana.

"E il resto della compagnia dove lo hai lasciato?" chiede infine, con tono scherzoso, mentre si accorge con piacere che è stato davvero facile passare subito dal Lei al tu con quella donna.

"Al ristorante a festeggiare" ribatte l'attrice facendo spallucce, mentre l'altra la guarda ad occhi spalancati. La rossa sorride e si sente in dovere di spiegare: "Ho appena scoperto che la mia carriera andrà in frantumi o che, in alternativa, dovrò commettere un omicidio" a quelle parole la mora trasalisce: ecco, lo sapeva di non doversi fidare!

"Ok, non voglio saperne nulla" ribatte parlando velocemente, mentre alza le mani e si allontana. L'altra sorride divertita e la afferra per un braccio prima che scappi:

"Sono incinta" spiega infine con tono pacato.

"Non ti servirà un avvocato: bene" reagisce l'altra, ancora leggermente nervosa, riuscendo però ad alleggerire il clima che si era creato: "Ma ancora non afferro il senso delle tue parole" continua poi.

"Cinque settimane fa sono andata a letto con un uomo che credevo sarebbe stato l'amore della mia vita: sono stata sciocca, quindi eccomi qui. Single e incinta. Il mio lavoro mi porta a viaggiare molto: gestire un bambino e allo stesso tempo andare in tour non è la cosa migliore, diciamocelo"

"Non lo hai più cercato?" chiede l'interlocutrice a fine sfogo, e continua non appena nota la rossa guardarla male: "Quel tipo"

"Oh, non lo troverò più: sono stata sciocca a credere che avrebbe lasciato il suo lavoro per me. E anche se volessi non lo troverei" ribatte con noncuranza: "Ma non è questo il punto"

"A me piacerebbe avere un bambino. Anzi, una bambina: la porterei con me a New York e ce la caveremmo benissimo! Coccole e baci, dolcezza, storie, ma anche sgridate e litigi: amerei tutto dei momenti passati con quell'esserino che dipende da me" commenta la mora con occhi sognanti, mentre l'attrice rotea gli occhi:

"Frena un po': aspetta di avere un lavoro stabile, dai retta a me" l'altra a queste parole si risveglia e la guarda con faccia indignata:

"Lo so bene, ma fantasticare non fa male a nessuno" ribatte facendo spallucce: "E comunque tu potrai benissimo viaggiare con tuo figlio: hai una compagnia che te lo può tenere. Andrà a scuola a sei anni, e a quel punto sarai affermata e potrai rinunciare a qualche tour. Pensa a quanto si divertirà a fare le prove con te! Un maschietto farà da prode cavaliere volentieri, mentre se è una femminuccia adorerà provare tutti i tuoi costumi" osserva, mentre osserva la rossa perdersi nelle fantasticherie che lei le sta descrivendo.

"Solo perché sei madre mica devi rinunciare ai tuoi sogni: siamo donne, non schiave" osserva infine: "Me lo diceva sempre mia madre e se non erro poco fa me lo hai ricordato anche tu"

A queste parole la rossa sorride e pensa che forse la barista ha ragione: avere qualcuno sempre al suo fianco sarà impagabile. Immagina un bambino che batte le mani da dietro le quinte ridendo, felice per la sua mamma, ma ripiomba subito all'amara realtà:

"Vivo in un bilocale e non ho un quattrino" osserva amaramente, ma l'altra non si lascia scoraggiare:

"Guadagnerai. E non credo che ti odierà perché non potrai comprargli tutto ciò che vuole: gli basteranno una spada o una bambola e un po' di affetto : ti amerà" conclude con un sorriso, subito ricambiato dalla rossa:

"Grazie. Sei un ottimo avvocato" dice, mentre di sfuggita butta l'occhio sull'orologio che porta al polso: "Ti lascio tornare al tuo lavoro ora" continua, e la mora si ricorda solo in quel momento che si trova al bar come dipendente. Si volta subito, cercando gli occhi di Logan: lui la nota e fa spallucce, indicandole la sala quasi vuota. Lei in risposta mima un 'Grazie' a fior di labbra e corre a battere lo scontrino alla sua 'confidente'.

L'altra paga, indossa il cappotto e infine le porge la mano: "È stato un piacere conoscerti. Per la cronaca, io sono Martha"

"Johanna" ribatte lei sorridendole e stringendole la mano: "Chiamami se avrai bisogno di una babysitter a New York" conclude, e nessuna delle due in quel momento pensa al fatto che la Grande Mela è una metropoli e che loro non si sono scambiate i numeri di telefono, dando per scontato di averlo già in rubrica, come solo gli amici da anni fanno. Si salutano con un abbraccio, convinte che si rivedranno.



Angoletto di Hope-barra-Gio:

Piccola storiella ripescata da uno dei miei mille quaderni. È un po' diversa da solito, ma spero abbiate gradito comunque.

Alla prossima!

  
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