Film > Dracula di Bram Stoker
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Autore: Black Deer    12/03/2015    0 recensioni
Il Conte si avvicinò mettendosi in ginocchio di fronte a me, mi prese entrambe le mani e sfiorandomele con le labbra dolcemente disse “Mina, so che ora il tuo animo non è abbastanza forte per questo. Però tu sei pronta ed io non posso più aspettare…”
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dracula
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Scese la sera e dovetti fare ritorno al castello.
Dopo aver ripercorso la scalinata mi ritrovai nella sala grande ad aspettare il Conte. Mentre attendevo mi persi a guardare l’immenso affresco che ricopriva tutta la parete. Mentre contemplavo le figure delle fanciulle dagli occhi sognanti che danzavano, non mi accorsi che lui era arrivato e mi fissava con occhi adoranti.  “Mia amata...” disse porgendomi la mano, mi avvicinai e poggiai la mia mano sulla sua. Esitai qualche secondo a guardarlo negli occhi, perché sapevo che se l'avessi fatto avrei perso ogni volontà. "Ti prego dammi la possibilità di adorare al tuo altare". Subito abbassai lo sguardo, arrossendo all’istante. Lui si avvicinò mettendosi in ginocchio di fronte a me, mi prese entrambe le mani e sfiorandomele con le labbra dolcemente disse “Mina, so che ora il tuo animo non è abbastanza forte per questo. Però tu sei pronta ed io non posso più aspettare…” ora ero nervosa più che mai. Sentii aumentare il rossore sulle mie guance e cominciai a respirare a fatica. Sapevo che lui poteva sentire tutto ciò che provavo: il nervosismo e la paura, ma anche l'amore e la frenesia. Riusciva sempre a farmi provare emozioni forti e contrastanti, soprattutto pensando a ciò che sarebbe dovuto accadere quella notte. Presi coraggio e lo guardai negli occhi: iniziai a vedere sfocato per le lacrime. La voglia di concedermi a lui era forte, ma c’era una parte che inspiegabilmente mi bloccava, impedendomi di amarlo con tutta me stessa. Una lacrima mi rigò la guancia, il conte si alzò, mi prese il mento facendomi sollevare il volto e tolse la lacrima con un bacio delicato. Poi mi abbracciò, facendomi poggiare la testa sul suo petto “Forse ti sto chiedendo troppo. La tua mente non è ancora abbastanza forte per accettare quello che sei” allontanai la testa per poter incrociare il suo sguardo “No, io sono pronta! È solo che...” “No, Mina. Non voglio che tu ti senta costretta, se ti facessi del male non potrei mai perdonarmelo. Devi essere pronta ad accettare ciò che sei” “Ma io...” “No!” disse in tono autoritario. In quel momento desiderai di essere da sola e piangere. Probabilmente il Conte lesse i miei pensieri e mi prese il volto tra le mani “Perdonami Mina, è che non voglio rischiare di...” lo guardai implorante, non volevo vederlo soffrire così per colpa mia, sapevo ciò di cui era capace e lui voleva solo proteggermi. “Tranquilla, saprò aspettare” e mi fece un dolce sorriso.
Timidamente cercai di corrispondere, ma ormai la tristezza aveva preso il sopravvento. “Vorresti andare a fare una passeggiata ?” annuii, lui mi porse il braccio e mi strinsi a lui. Passeggiammo a lungo in riva al lago: la fresca brezza, il camminare sulla sabbia che continuamente veniva bagnata dalle timide onde mi aiutò a calmarmi. Assorta com'ero nei miei pensieri che non mi accorsi che il Conte si era seduto “Vieni qui” disse invitandomi di sedermi vicino a lui. Questa volta non esitai e mi sedetti delicatamente sulle sue gambe, sembrava sorpreso dalla mia iniziativa. Avevo lo sguardo perso sull’orizzonte: tra non molto il sole sarebbe scomparso dietro alle elevate vette dei Carpazi, mi girai nascondendo il volto nel suo collo, ero ancora profondamente preoccupa. Mi sciolsi i capelli, il vento sembrava essermi amico, perché mi spostò i capelli scoprendomi un lato del collo. Lui si avvicinò all'incavo del mio collo ed ispirò profondamente, chiusi gli occhi ed aspettai.
Guardavo il mio riflesso nel grande specchio della mia camera, il Conte era alle mie spalle. Mi prese la coda e tirandola delicatamente mi fece girare la testa di lato. Lentamente avvicinò le labbra nell'incavo del collo dandomi un bacio casto. Poi respirò a fondo il mio profumo, mentre inarcavavo di più la testa, percorse il collo con la lingua. Chiusi gli occhi, gemetti desiderosa e attesi. Sentii affondare i suoi denti nella carne, era un dolore forte e pungente. La ferita iniziò a pulsare, col ritmo del mio cuore. Soffrivo. Soffrivo molto,  ma mi piaceva quel dolce dolore. Poi prima che me ne accorgessi, due dita entrarono violentemente dentro di me. Urlai dal piacere, allungai una mano stringendogli i capelli. Cominciò a muovere le dita col ritmo del mio affanno. Ero in estasi. Sentendo il mio piacere crescere, succhiò con più forza. La sua smania del mio sangue era implacabile. Desideravo concedermi completamente a lui ed essere finalmente sua per l’eternità.
Riaprii gli occhi ed ero ancora lì, seduta in riva al lago sulle sue gambe. Il conte mi fissava amabilmente, una nota di malizia sulle labbra “Non sei ancora pronta Mina...”
 
Hello dear! Spero che questa piccola one-shoot ti sia piaciuta, l’avevo scritta anni fa ed ho deciso di risistemarla e pubblicarla. L'immagine iniziale non è mia, l'ho trovata su DeviantART ed è di MinaBlue.
Se hai voglia di lasciare una recensione, la cosa è più che gradita. Alla prossima storia !
   
 
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