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Autore: Rosa_Hagane    13/03/2015    1 recensioni
Salve fandom! Questa è la prima volta che scrivo una ff su Hellsing~
La protagonista è Vectra, il mio OC (aaaaaah, quante Role che ci faccio *lacrimuccia*)
Passando alla storia: lei ha una paura tremenda del suo passato (infatti ho in fase di elaborazione una ff su quello che le è capitato)
Vectra: hai scordato di dire che ho 1600 anni...
Ops...
Vai, vi lascio alla lettura, e ricordate: Schrödinger is Life (*^*)/
Genere: Malinconico, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Schrödinger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-GIN....GIN! NON FARLO....NO!-

la ragazza si svegliò di soprassalto, la fronte imperlata di sudore...
Un altro incubo, no, anzi, un altro ricordo.
Si mise a sedere sull'enorme e comodo letto matrimoniale, aveva la testa abbassata, l'asimmetrica frangetta color cioccolato le ricadeva sugli occhi e le lunghe ciocche della sua folta chioma erano sparpagliate un po' dove parevano, dandole un aspetto non curato.
Gli occhi felini color marrone chiaro erano ancora sgranati, era agitata, di nuovo, senza un apparente motivo.
L'esile corpo dalla carnagione quasi pallida si mosse, alzandosi e mostrando i suoi 182 centimetri.
Inspirò velocemente. 
Si sentiva osservata.
Alzò lo sguardo e controllò la stanza girando la testa... No, niente, tutto tranquillo.
Rise delle proprie paranoie, era nell'oscurità totale, chi poteva farle del male? Nessuno, ma non perché il suo appartamento fosse dotato di un buon sistema di allarme, ma perché lei era un essere fuori dal normale, lei era Vectra.
Nessuno era mai riuscita a risalire a lei, ad una pseudo diciottenne.
Rise ancora. 
Un coltello la sfiorò, ma non era certo quello di un certo assassino...come si chiamava...? Ah, Jeffrey Woods.
No, non era il suo, era quello di un altro uomo, un uomo che lei conosceva benissimo! 
Alto 190 centimetri circa, biondo, dagli occhi marroni, gli enormi occhiali riflettevano nel buio.
La castana soffocò un urlo... LUI era lì? Com'era possibile?

-eccoti... Alla fine ti ho trovata, Rosa...-

Alla donna venne un groppo in gola, probabilmente la sua perversa mente le stava giocando un brutto, bruttissimo scherzo.

<< MENTE MIA CHE CAZZO FAI?!>>

pensò lei inspirando ed espirando lentamente.
Lui si mosse, avanzando verso la sua esile figura, lei si bloccò di colpo mettendosi le mani davanti.
Prima una fiammella, poi due, tre, quatto... dopo una grande fiamma rossa, che ardeva come la rabbia della sua evocatrice.

- Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto. Ti odio, Gin! -

Sentì gli occhi inumidirsi, non lo amava, né gli voleva bene, né provava affetto per quell'abominio, per quel mostro che le aveva rovinato la vita. Ma in fondo era suo padre e non ce la faceva ad attaccarlo. Non di nuovo.
Lui si avvicinò ancora a Vectra

- Rosa... Sei tanto cresciuta in questi anni... -

- Non chiamarmi Rosa. Odio quel nome. Devi chiamarmi Vectra. -

Gli parlò in modo freddo, o almeno ci provò.
Ma non ce la fece, cadde a terra, in ginocchio, mentre le calde lacrime le rigavano le ormai rosee guance.

- Perché? Perché lo hai fatto? Perché mi hai trasformata in questo mostro? -

Non le rispose, per quanto possa essere stato un padre amorevole per sedici anni circa, bramava quel bel corpo inginocchiato a terra. Lui era un inguaribile lussurioso, l'avrebbe fatta sua. Per un momento si sentì un degenerato, ma poi, pensando ancora a quell'incasta fame, si avvicinò pericolosamente alla pseudo-ragazza e la abbracciò.

<< Ecco...ora mi farà fuori.. >> continuava a pensare Rosa << ...da un punto sbucherà Alucard e mi morderà, lui mi sta solo trattenendo. >>

Gin la aiutò ad alzarsi.

<< no, non ora Gin, non aggredirla. Non ora! >> si tormentava lui

Ma non ce la fece, la spinse contro il muro, le prese i polsi e glieli strinse con forza.
A Vectra, anzi, Rosa, parve un deja-vu: lei contro un muro e lui che le iniettava qualcosa.

- Fermati, abominio! -

Non era stata Vectra a parlare, era una voce maschile, quasi adolescenziale.
L'uomo si trovò d'un tratto lontano dalla sua preda.
La luce si accese e poté vedere ben in faccia il disturbatore: capelli magnificamente biondi, occhi felini di un color viola intenso, al posto delle normali orecchie aveva due orecchie da gatto, nere come la pece.
Era magro e dimostrava quattordici anni circa, indossava una divisa giovanile...
Aspettate, una divisa giovanile hitleriana?
E come aveva fatto ad entrare?
All'uomo parve non importare, perché il suo unico pensiero era Rosa.
Due parole in un sussurro uscirono dalle labbra della ragazza.

- Schrödinger... Aiutami... - lo supplicava

Il ragazzo gatto si voltò verso di lei rivolgendole uno sguardo amorevole e allo stesso tempo di rimorso

- Scusa il ritardo, tesoro. -

Tesoro? TESORO?! L'occhialuto era pazzo di gelosia. Attaccò l'estraneo, il quale lo evitò velocemente.
Schrödinger lo prese per le spalle e lo teletrasportò chissà dove.
Dopodiché prese Vectra tra le sue braccia protettive e le schioccò un bacio sulla testa.

- Non preoccuparti, lui non ci darà più fastidio. - le sussurrò

<< Forse >> pensò poi

 
   
 
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