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Autore: Jess89     13/12/2008    1 recensioni
Emy corse alla finestra e urlò di gioia, aprì la porta e volò già dalle scale, sali sopra il divano e lo scavalcò in una corsa contro il tempo,aprì il portone lanciando le chiavi per aria e corse verso Bill. “Ahhhhhhh” entrambi urlarono in coro e si abbracciarono. Il rasta uscì con lentezza dalla macchina e salutò Andreas, che arrivava sul vialetto sorridendo. Bill ed Emy si misero a saltellare ovunque canticchiando una vecchia canzone della loro infanzia, la canzone di Nena da loro preferita. “Come cazzo stai biondino?”domandò Tom ad Andreas. Si abbracciarono e si sorrisero. “Bene e la tua attività?” “Non c’è male…gli isterici secondo te quando finiranno di salutarsi?” “Credo fra dieci minuti..”rispose lui incrociando le braccia a sé.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2°

Una volta arrivati all’aereoporto, i gemelli si rifiutarono categoricamente di sedersi l’uno accanto all’altro, così David fu costretto ad accoppiarli con gli insoliti ospiti.

Emy appena intravide il cappello di Gustav gli corse incontro lasciando andare il suo trolley sul piede del rasta, che tirò via tutti gli dei dall’Olimpo per poi maledirla non si sa quante volte.

Erano stati compagni di scuola per parecchio tempo e forse lei era una di quelle poche persone tanto care al batterista, che non si lasciava scoprire facilmente dagli altri.

“Insomma ci voleva una come Emy in viaggio con noi..”disse David mentre cercava con lo sguardo il pulmino che li avrebbe portati in Hotel.

“E si come un pugno nello stomaco, che bello c’è a non provarlo..”borbottò il rasta e subito dopo fu colpito dal gomito del moro “Ecco che ti avevo detto,David?Piacevole…”

La moretta scoppiò a ridere, come sempre lei e Tom non si erano mai sopportati anche se era l’unica a cui chiedeva consigli per conquistare le ragazze, lui lo diceva sempre: Per vincere il nemico, bisogna imparare a conoscerlo.

“Sei stanca?”domandò Bill ad Emy, vedendola stropicciarsi la faccia.

“No,no..è che non sono abituata al fuso orario, è strano..”

“Lo so, nemmeno a me all’inizio andava giù..ma adesso..”

“Adesso ti danno il doppio dei soldi in America, devi per forza venirci” rispose Emy imbronciandosi.

“Non fare così, lo sai che tornerò sempre in Germania”

“Ah si? Peccato che avete fatto solo una data..come dovremmo vederci noi?Comunque lascia stare…”disse correndo da Andreas.

Il moro nascose i suoi occhi dietro una scura mascherina.

“Maledetta America..”sussurrò.

Eppure il più giovane continente era pronto ad accoglierli nel migliore dei modi.

Spiagge gremite di donzelle in costume con fisici esagerati, posti incantevoli e lussuosi che rispondevano ad ogni loro esigenza e soprattutto soldi, soldi, soldi…tanti soldi. Era questo che da un anno a questa parte aveva reso David così frenetico e agitato, spendendo migliaia di euro soltanto al telefono per prendere qualche appuntamento che gli avrebbe fruttato milioni di euro e poi sempre di più.

Lui per i suoi ragazzi aveva dato tutto e adesso il loro sogno era quasi sul punto di avverarsi completamente e i suoi ragazzi non avevano intenzione di arrendersi. Il tour in Europa era stato un enorme successo: Italia, Francia, Spagna, Germania..erano tutte ai loro piedi.

Emy dall’arrivo non si era più avvicinata al moro che le aveva inviato flebili sorrisi durante il tragitto, gli stessi che lei aveva rifiutato categoricamente sorridendo al contrario a Tom o ad Andreas.

“Cos’hai?”gli chiese Tom scendendo dalla macchina.

“No, niente..sono solo un po’ stanco..stasera usciamo?”

“Si, ho il nome di un localino niente male, belle pupe, fumo, alcool..magico!”si allontanò facendogli l’occhiolino.

Belle pupe,alcool,fumo…che c’è di meglio?

Cazzo Bill, ti stai riducendo come un puttaniere..e la cosa peggiore è che nessuno lo saprà mai credendoti un angioletto..

Ad un certo punto sentì una mano posarsi sulla sua spalle mentre afferrava la chiave della camera e si girò.

“Scusa per prima”gli disse la moretta aggiustandosi gli occhiali.

“Non fa niente…non fa niente”disse Bill andando verso l’ascensore.

Lei lo seguì, sapeva che c’era qualcosa che non andava, sapeva che c’era qualcosa che le stava nascondendo.

“Bill..cosa c’è?”insistette seguendolo con lo zaino in spalla fino all’ascensore.

“Niente, che vuoi fare stasera?”

“Ho sentito che siete già ben organizzati, credo che resterò a riposarmi in albergo”ammise un po’ a malincuore.

“Usciamo insieme…non voglio che resti qui”

“Ma scherzi?No..tu hai bisogno anche un po’ di divertimento..ti annoierai con me..”

Il moro le lanciò uno sguardo compromettente che la fece scoppiare a ridere.

“Ok..ok..”

“Hot Dog e caramelle?”dissero in coro girandosi l’uno verso l’altra con il dito puntato, poi si misero a ridere.

“Voi due avete problemi..”disse il rasta superandoli e scuotendo la testa.

“Smettila scemo..”disse Emy zittendolo.

“Tappina per favore stai zitta”rispose lui aprendo la porta della sua camera.

“Tom,lo sai che non ti conviene farmi arrabbiare..”disse Emy avvicinandosi con uno sguardo allarmante.

Il rasta cominciò ad allonanarsi piano da lei sorridendo fino a quando non si misero a correre scomparendo in fondo al corridoio.

Bill e Andreas riuscirono solo a sentire le risate fermate da un tonfo.

“Che cazzo hanno fatto?”dissero spaventati.

Corsero in fondo al corridoio e trovarono il rasta sopra il carello della donna delle pulizie ed Emy a terra con la testa dolorante e un paio di asciugamani a terra.

“Che cazzo avete da ridere?”domandò il rasta ai due.

“Ahahaha…dovremmo farvi una foto…siete due emeriti coglioni..vieni”disse il moro tendendo una mano ad Emy.

“Grazie”disse lei rialzandosi “Cazzo che male alla testa, ho sbattuto in questa merda per colpa tua..”

“Lascia perdere moretta..non è giornata..”

“Ah già, stasera non potrai fare i tuoi porci comodi”

“Stasera a fare i miei porci comodi ci viene anche l’angioletto Bill..ah volevo informarti che in questi mesi si è fatto il doppio delle mie ragazze…byee..”disse andandosene con Andreas.

Emy cercò lo sguardo del suo Bill, ma non lo trovò. Al suo posto due occhi color nocciola spaventati e sgranati la catturarono.

“E’ vero?”

Il moro non rispose, lei lo superò velocemente e chiuse con un grosso tonfo la porta della sua stanza.

Si guardò attorno, non avevo mai visto niente di tanto lussuoso visto che il massimo che era riuscita a raggiungere, era stato pagare un albergo a quattro stelle in Francia e con quella stanza non esisteva nemmeno un paragone.

Un grande atrio ospitava la sua unica e grande valigia rosa con il suo zaino viola accanto. Prese la rincorsa e si lanciò di peso sopra il letto matrimoniale color del fuoco massaggiandosi la testa nel punto in cui aveva appena sbattuto, ripensò a quello che le aveva detto Tom…su come Bill si intratteneva durante le sue notti solitarie e più ci pensava e più non riusciva a crederci.

Sentì il cellulare tremare sul letto e lo afferrò.

Le era appena arrivato un messaggio di Bill, aprì quella bustina colorata e lesse:

-Sono confuso, devi aiutarmi, solo tu puoi farlo-

Appoggiò il telefono sul petto stringendolo forte, dopotutto era il suo Bill non poteva non aiutarlo.

Da sempre lo aveva tenuto stretto a sé grazie al suo carattere forte, deciso ma gentile, paziente, conquistando la sua fiducia, passo per passo. Lei era stata sempre accanto a lui: il ragazzo strano e la secchiona bruttina.

Sì era così che li chiamavano quando passavano nei corridoi della scuola, insieme al rasta figo e il biondo asociale, insomma un quartetto che sicuramente non passava inosservato, anche se quello che vinceva in fatto di rapporti umani era Tom, aveva sempre conquistato migliaia di ragazzine che a volte invidiavano Emy soltanto perché passava tutto il suo tempo a litigarci. C’era stato un periodo della sua vita dove addirittura aveva sentito una certa attrazione fisica per il rasta, che era stata subito cancellata da un’astuta riflessione rispetto alle sue capacità intellettive, non che sia stato mai stupido, anzi, era troppo furbo per i suoi gusti, ma poi aveva capito che non ce l’avrebbe mai fatta…lei..la ragazza della porta accanto, la loro migliore amica, un po’ bassina, magrolina e forse un fiore che doveva ancora sbocciare o che forse non lo avrebbe mai fatto.

Il rumore di una mano sulla porta la fece ritornare al presente, domandò chi fosse e Bill rispose.

“Posso entrare?”le chiese con un cappellino nero sul viso struccato.

“Vieni…”acconsentì lei spostandosi dall’entrata.

“Carina la tua stanza”

“Grazie”

“Dai Emy..non te la sarai mica presa..dopotutto siamo troppo amici per essere geloso l’uno dell’altra..”disse accarezzandole il viso.

Guardò quegli occhi così chiari perdersi nei suoi, le tolse gli occhiali da vista e li posò sul tavolino di legno accanto al divano.

“Perché non ti fai le lentine?”

“Le ho già, sembro un maiale..”disse lei rimettendosi gli occhiali.

“Non dire stronzate, stai benissimo..”

Emy arrossì violentemente e si lasciò coprire il volto dai lunghi capelli neri, ormai rischiarati dal sole.

“Comunque io non ho dimenticato quando mi fidanzaii con Kevin, quando mi telefonavi quasi dieci volte al giorno per sapere se ero con lui e cosa facevo…”rispose aprendo la valigia, non riuscì a scorgere lo sguardo del moro ma avrebbe potuto scommettere che l’aveva messo k.o.

“E’ successo tre anni fa…ero appena arrivato al successo, ero troppo apprensivo”

“Vuoi dirmi che ora sei cambiato?”

“Si..voglio trovare una ragazza ma non ci riesco, è in questo che devi aiutarmi…”disse avvicinandosi a lei, prese le mani fra le sue “Aiutami a fidarmi di un sorriso sincero…fammi capire che non tutti sono lì fuori per tradirmi o per approfittare della mia fama, fammi capire che c’è qualcuna che vuole conoscere solo Bill, ti prego”

Emy lo guardò negli occhi, ancora loro, magici incantatori di un mondo parallelo.

“Lo farò”.

Ti starò accanto,come ho sempre fatto.

  
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