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Autore: Sybelle Gray    13/02/2005    10 recensioni
30 giugno 1995. I Malfoy sono caduti. Draco riuscirà ad andare avanti, senza l'appoggio del suo dio?
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN DIO CHE CADE

 

UN DIO CHE CADE

 

 

Lo so dimentico di credere
sei uno spettacolo da vendere

 

30 giugno 1995

Sotterranei

 

Il ragazzo sedeva scompostamente sulla poltrona nera, la più vicina al camino, la sua preferita, da quando Lucius gli aveva detto che l’aveva sempre amata per la sua comodità.

Fissava con insistenza le catene che pendevano dal soffitto gotico della sala, arrugginite e scricchiolanti, riflettevano il tremolare delle torce lungo le pareti, uniche fonti di luce nella gelida tana dei serpenti.

 

Era solo, la rabbia del bambino doveva infine fare i conti con la razionalità dell’ adulto.

Da molto, forse troppo, non udiva il tonfo dei bauli gettati in un angolo della Sala Comune, cosicché gli elfi potessero meno agevolmente trasportarli all’ Espresso.

Sorrise mestamente, una sottile piega che subito cedette il passo ad un’espressione corrucciata.

Era stata una sua idea complicare la vita a quegli inutili esserini.

Alla fine del secondo anno, quando gli era stato riferito che Dobby e Potter avevano umiliato il padre, aveva proposto al resto di Slytherin quello sciocco, inutile dispetto, nella speranza di sentirsi meglio.

Non per un solo istante aveva dubitato del sincero applauso che era echeggiato nella stanza quando, ancora minuscolo, era salito su un tavolo, gli occhi brillanti di gioia maligna ed un sorrisino sornione che tanto bene i suoi compagni, i suoi “amici”, avevano imparato a conoscere ed a rispettare. Almeno apparentemente.

Le infide spire del senso di colpa lo attanagliarono per un istante, ma vennero subito rinchiuse in un anfratto del cuore, come da sempre gli era stato insegnato.

 

- Fuori dai piedi stupido scimmione, non ho bisogno della tua ridicola compassione -

- Draco…-

- Cos’è, non capisci nemmeno quando non ti voglio intorno?! Vattene ad abbuffarti con il tuo compare, magari stavolta creperete d’infarto! Due pesi in meno per l’umanità -

Tiger aveva chinato mestamente il capo, fissandosi le scarpe, evidentemente ferito.

- Come vuoi Malfoy –

Lui e Goyle si erano allontanati, guardandolo di sottecchi con comprensione, che lui, troppo preso dalla furia, troppo ferito, aveva interpretato erroneamente.

- FUORI! –

 

le immagini terribili
di un'uccisa umanità

 

Scosse velocemente il capo, scacciando la tristezza.

Sciocco, aveva allontanato i suoi unici amici, proprio come il giorno prima aveva perso la sua ragazza.

 

- Draco muoviti, fa qualcosa, non puoi rimanere sempre qua sotto, ti fa male –

- Non mi rompere Pansy, non voglio uscire –

- Ma… - La mora l’aveva guardato negli occhi, cercando di trovarvi una qualche traccia di fragilità, di affetto, qualunque cosa.

Lui invece l’aveva osservata con sufficienza, lo stesso sguardo che riservava sempre alla Weasley o alla Granger.

- Non è giusto, non puoi continuare a fare così, io, Tiger, Goyle, non ti abbiamo fatto nulla, non è colpa nostra se…-

Troppo tardi si era accorta di aver pronunciato parole sbagliate nel momento sbagliato.

- Se cosa, razza di sgualdrina da due soldi?! Se gli altri non mi parlano più, se le altre famiglie ci hanno depennato dalla lista dei viventi? Sai cosa ti dico , brutta stupida? Riprenditi pure il tuo nome ed i tuoi soldi, perché sono le uniche cose che mi interessavano –

Pansy era indietreggiata fino al muro, mentre ricacciava indietro le lacrime, ferita nell’orgoglio, raggirata e tradita.

- Non è vero, tu menti, sei solo arrabbiato, è comprensibile, è un periodo orribile per te -

Lui non le aveva risposto, aveva voltato il capo verso il muro, immobile e triste.

Forse incoraggiata dal suo silenzio, gli si era avvicinata, poggiando la mano delicata sul suo braccio, come tante volte aveva fatto, per cinque anni, quando perdeva una partita o veniva umiliato dalla Granger.

Si era irrigidito, la mano si era mossa con furiosa velocità verso la guancia della sua ragazza, rifiutando lei ed il suo affetto sincero.

 

si accendono sconvolgono
negli occhi fanno fuori dio
un dio che cade

 

Faceva un gran caldo, sentiva l’eco di risate ed applausi provenire dalla Sala Grande. Una nuova vittoria per Potter e compagni.

Potter Harry. Harry Potter.

Sfregiato. Gryffindor. Vincente.

Gli aveva rovinato la vita, e neanche se ne rendeva conto.

Non fino in fondo.

Non capiva il sistema, le sue regole, non sapeva cosa significava consacrare la propria vita a qualcuno di più grande . Deporre la propria anima dinnanzi al proprio Dio, respirare solo per compiacerlo, vivere per amarlo. Per essere amato.

 

stasera aspettavo il miracolo
qui davanti a me
un dio che cade

 

Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange, avevano adorato l’Oscuro Signore, ed entrambi erano divenuti oggetto di culto, di totale devozione per qualcun altro.

Draco per suo padre, Rodolphus per sua moglie.

Suo zio però aveva potuto seguire la consorte sino all’Inferno, mentre a lui non era stato concesso.

Eppure l’avrebbe fatto.

Si rendeva conto di essere uno stupido bambino in crisi, un lattante incapace di camminare con le proprie gambe, però ne era certo.

Si sarebbe fatto rinchiudere ad Azkaban, torturare, baciare, se avesse potuto rimanere con suo padre.

Qualunque cosa.


nel cielo cercavo il miracolo
del dio invisibile

 

- Papà? –

- Cosa c’è Draco? –

- Papà, che cos’è questa? –

 

Il bimbo aveva sollevato la maschera argentata che aveva trovato nella libreria di noce che occupava un’intera parete dello studio paterno, nel grande maniero scozzese in cui vivevano da tempo immemorabile i Malfoy.

Il padre gli si era avvicinato, si era inginocchiato, portandosi alla sua altezza, ed aveva preso con delicatezza la maschera dalle sue piccole mani pallide.

 

- E’ una cosa importante per me, Draco. MOLTO importante.

Il bambino si era imbronciato, specchiandosi nelle iridi argentate, adombrate da rimpianto, dal rimorso e dalla colpa.

- Più importante di me e la mamma, papà? -

L’uomo l’aveva guardato stupito, poi aveva rimesso la maschera al suo posto e l’aveva preso in braccio.

- Non c’è nulla di più importante di te e la mamma, Draco – Gli aveva scompigliato i capelli candidi, sorridendo al suo sguardo adorante.

Bugiardo.

 

abbracciami puoi difenderci
se sei il mio angelo non nasconderti
proteggimi tradiscimi
santifica la falsità
ispirami illudimi
regalami una verità

un dio che cade

 

Le lacrime gli pizzicarono gli occhi, le gambe erano intorpidite.

Tentò di sorridere al pensiero di cosa avrebbe detto Lucius se l’avesse visto in una simile posizione, lui che gli aveva dato un’educazione ineccepibile.

Dalle labbra, ferite e sanguinanti, sfuggì un singhiozzo, poi un altro ed un altro ancora.

Incapace di fermarsi, si raggomitolò nella sua poltrona e pianse disperato, la caduta del suo Dio.

 

stasera aspettavo il miracolo
qui davanti a me
un dio che cade
nel cielo cercavo il miracolo
del dio invisibile

 

 

 

30 giugno 1995

Hogwarts Express

 

Guardava le foreste lasciare il posto alla piatta campagna inglese, nuvole cariche di pioggia seguivano il treno, livide e minacciose nonostante la stagione.

Non aveva trovato una sola carrozza libera. Sembrava proprio che il treno traboccasse studenti quel giorno.

Appoggiato alla ringhiera che lo separava dal vuoto, alzò gli occhi verso il cielo, sperando ardentemente che non piovesse, la tettoia non l’avrebbe protetto dall’acqua.

Controllò l’orologio, erano le sei del pomeriggio, suo padre si trovava ad Azkaban da settantadue ore esatte.

Non poteva nemmeno andare a trovarlo, il protocollo non lo permetteva, le apparenze non lo permettevano, come sua madre gli aveva ricordato sette giorni prima, mentre osservava silenzioso il suo thè raffreddarsi, seduto ad un tavolo in un bar poco frequentato.

 

madre nostra
regina dell'amore guerriera nella luce

 

Sua madre in quegli ultimi giorni infernali aveva perso anche quel poco colore che aveva. La sua bellezza non ne aveva risentito, per il mondo era sempre la solita Narcissa Malfoy, fredda ed altera, eppure agli occhi dell’amato figlio, così simile ad un giovane Lucius di tanti anni prima, non era riuscita ad indossare una convincente maschera di sicurezza ed indifferenza, come aveva avrebbe dovuto fare, per il bene d’entrambi.

 

- Ricordati, Draco. Non potrai parlargli, non potrai scrivergli, non potrai nemmeno vederlo-

Il ragazzo aveva alzato di scatto il capo, furioso.

-Parli come se l’avessero già condannato. Il processo è fra tre giorni, non c’è ancora nulla di certo -

Narcissa aveva scosso il capo, impreparata ad affrontare la situazione.

- Sai benissimo come funziona, anche se non ufficialmente, tuo padre è già in carcere -

- Andremo almeno al processo, mamma? –

Le lacrime silenziose di Narcissa erano state sufficienti.

 

L’arrivo di una mezza dozzina di gufi reali lo distrasse dai suoi pensieri. Uno, che riconobbe essere di sua madre, si posò sulla ringhiera. Stupito, slegò l’edizione straordinaria del Daily Prophet, che recava in prima pagina la notizia dell’ arresto di Ludmilla ed Oscar Parkinson, catturati dai Dissennatori alle tre di quel pomeriggio in Galles. Pur sapendo che era vile e meschino, rise, come non faceva da tempo.

 

la felicità ha un suono impercettibile di silenzio che si arrotola
aiutaci a raccoglierla come rose da recidere
e non lasciarci scivolare in un tuono che precipita
ma dolcemente innalzaci

 

Si voltò, mentre la porta che dava sulla carrozza di coda si apriva silenziosamente.

- Ciao Draco -

Il ragazzo diede un biscottino al gufo e si sedette, la schiena appoggiata alla ringhiera arrugginita e le ginocchia al petto.

Non si ritrasse, quando sentì i capelli corvini di Pansy sfiorargli il volto e le lacrime della ragazza bagnargli la camicia.

 

senza vento senza peso senza fine colpe che si disintegrano
senza vento senza peso senza fine verso il sole

 

****************

 

Avevo questa one-shot in mente da qualche giorno, da quando ho riletto l’ultima parte de l’ Ordine della Fenice. La scena in cui Draco incontra Harry, prima che quest’ultimo esca, mi ha dato da pensare.

Mi sono chiesta cosa potesse provare Draco, se il suo piccolo universo, il suo regno, fosse in fin dei conti immutato. Pansy centra sì e no, anche se sono convinta che tra i due in fondo ci sia un affetto sincero, che va al di là del dovere e del prestigio di facciata.

La canzone è di Gianna Nannini, s’intitola un Dio che cade. Non definirei la fanfiction propriamente una song-fic, infatti il testo rispecchia relativamente il contenuto della storia, però mi è sembrata un’idea carina ^^.

I nomi dei genitori di Pansy naturalmente sono pura fantasia, anche perché non mi pare che la Rowling li abbia mai scritti in qualche libro.

Questo è il risultato delle mie elucubrazioni.

Ditemi che ne pensate. (Chi lascerà un commento avrà la mia eterna gratitudine ^^)

 

Sybelle.

 

 

 

 

 

 

 

  
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