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Autore: An13Uta    13/03/2015    0 recensioni
"Perché"pensò"perché non mi ama? Perché? Cosa faccio di male a lei? Cosa c'è che le impedisce di amarmi come io amo lei? Perché deve essere così?"
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Song-fic ispirata ad Uninstall
Coppie:KuroTenchou
ATTENZIONE:presenza di yandere(persona pazza capace di uccidere per amore)e conseguenti scene violente
Genere: Dark, Thriller, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Utaite Vari
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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UNINSTALL

 

Tenchou non aveva problemi per essere un buon amico. Era diligente,piuttosto simpatico,sempre disponibile ad aiutare gli altri.
Nessuno avrebbe avuto di che lamentarsi di lui se non fosse stato per la sua passione sfrenata per le bloomers.
I suoi pregi lo rendevano molto popolare tra gli Utaite.
Ma il sorriso con cui si presentava di solito era solo una formalità. In quel modo,nessuno poteva notare quanto si sentiva morto dentro.
Nemmeno Kuro. Già,Kuro...lei era innamorata di Len.
Era questo che tormentava Tenchou. Non poteva dirle di quello che sentiva da quando avevano cantato insieme per la prima volta. E Len,da come ne parlava Kuro,era un individuo straordinario,che la amava incondizionatamente.
Tenchou non aveva il coraggio di confessarsi davanti ad una concorrenza del genere. Temeva che poi sarebbe finita qualsiasi cosa tra loro due:le volte che girovagavano insieme parlando del più e del meno,la loro amicizia,tutto.
Ma non riusciva a rassegnarsi che Kuro non lo amasse.
Gli sembrava strano,impossibile,immorale.
Len lo perseguitava mentre dormiva,riempiendogli la testa con un incubo,sempre lo stesso.
Tenchou correva. Non sapeva perché correva,doveva farlo e basta,sentiva che altrimenti sarebbe morto.
Da lontano scorgeva un punto che si ingrandiva lentamente man mano che lui si avvicinava.
Protendeva la mano,pronto ad afferrarla,ma ad appena un passo da lei,una botola lo faceva cadere in un pozzo senza fondo,impedendogli di arrivare a Kuro.
Riecheggiava una risata sprezzante,orribile,che risuonava nella testa di Tenchou anche se si tappava le orecchie con le mani,piangendo e desiderando che la voce sparisse.
-Kuro è mia-sibilava Len nel suo orecchio-non l'avrai mai.-.
Tenchou si svegliava di soprassalto,sudando freddo e tremando di paura.
Una volta fu così sconvolto che si nascose nelle coperte e scoppiò in lacrime,incapace di accettare la realtà,il suo sogno,il suo amore non corrisposto per Kuro.
“Perché”pensò“perché non mi ama? Perché? Cosa faccio di male a lei? Cosa c'è che le impedisce di amarmi come io amo lei? Come può essere così? Perché deve essere così?”.
Kuro entrò piano nella sua stanza.
Vide le coperte gonfie e tremanti,scosse da singhiozzi,e si sedette proprio davanti al viso del ragazzo. Alzò la coperta e Tenchou le rivolse uno sguardo offuscato dalle lacrime.
-Cosa c'è?-chiese-Hai fatto un brutto sogno,vero?-.
Gli afferrò la testa,sorridendo dolcemente,e gli diede un bacio in fronte:-Non ti preoccupare,ora è tutto passato. È tutto a posto,ok? Adesso vieni con me giù e andiamo a fare colazione. Così ti riprendi dallo spavento,eh?-.
Tenchou sorrise,asciugandosi gli occhi.
Kuro,il suo amore,il suo angelo,era riuscita a calmarlo di nuovo.



Non riuscì a mantenere la sua serenità per il resto della settimana.
Il sogno si fece ossessivo. Ogni volta che chiudeva gli occhi, sentiva la risata di Len riecheggiare nella sua mente.
“Sto impazzendo”pensava.
Ma non fece nulla per evitare che la pazzia lo consumasse. La trovava quasi amichevole,in qualche modo. Credeva lo potesse consolare per la crepa che si era formata nel suo cuore,una crepa che glielo apriva in due e bruciava come un incendio in un bosco.
Prese a trovarla DIVERTENTE.
Si divertiva senza motivo,davanti a qualsiasi cosa. Ogni volta che vedeva il colore rosso in giro,sugli edifici o sui vestiti,gli veniva da ridere. Ma solo quando si chiudeva nella sua camera,con le mani sulle orecchie e gli occhi spalancati,scoppiava in risate folli.
Si rintanava negli angoli buoi,tentando impazzito di soffocarsi e soffocare il suono della sua voce lanciandosi sopra le coperte.
Talvolta si infilava la stoffa in bocca,senza frenare il riso incontrollabile,e cantava parole senza senso,nate dal vuoto e dal dolore della sua mente.
A volte scoppiava in lacrime ridendo a squarciagola,con il ventre che si alzava e si abbassava convulsamente,quasi urlando lamenti raccapriccianti ed disarticolati.



Tenchou si svegliò. Gli occhi gelidi fissavano il soffitto.
Non aveva voglia di ridere.
Un unico pensiero camminava per la sua testa.
“Devo andare in cucina.”.
Si alzò in silenzio,lo sguardo vitreo,il viso una maschera.
Poi uscì di casa.



-Quindi tu devi essere Tenchou!-esclamò Len.
Il ragazzo annuì,serio e con gli occhi blu spalancati.
Len guardò quel volto immobile e inespressivo.
Tenchou era venuto a chiedere di lui alla porta di casa dei Vocaloid,con voce spenta e impostata,metallica.
Quando gli si era presentato davanti,Len credeva avessero sbagliato persona:da come Kuro,quella ragazza eccentrica follemente innamorata di lui,glielo aveva descritto,era un tipo solare,disponibile,molto socievole. Vedendolo ora davanti a sé,non riusciva a credere ad una sola delle parole della sua spasimante.
-Quindi...come posso aiutarti?-chiese,provando ad instaurare un dialogo.
-Tu non puoi aiutarmi.-replicò Tenchou con voce atona, impersonale.
Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un coltello da cucina,la lama che scintillava sinistra:-Tu devi morire.-.
Len non fece in tempo a reagire. Prima che se ne accorgesse,Tenchou gli aveva trapassato il ventre. Il coltello nelle mani dell'Utaite si imbevve del suo sangue, spinto così in profondità che la mano dell'aggressore si colorò anch'essa di rosso.
Tenchou sentì una scarica folle attraversargli le membra. Il respiro si fece più veloce e pesante,gli occhi ed i capelli blu presero la stessa tonalità del liquido che sgorgava dal ventre del ragazzo.
L'espressione sorpresa e terrorizzata di Len. Il sangue caldo che gli sporcava la mano. La consapevolezza di star uccidendo qualcuno. La sensazione che la vita sgoccioli via dalla vittima.
Trovava tutto questo...DIVERTENTE.
Estrasse la lama dal corpo freddo del Vocaloid che si accasciò a terra,senza vita,in una pozza di sangue. Sentì un sussulto alle sue spalle e si voltò,fulmineo.
Miku non fu altrettanto rapida a scappare. Il coltello le trapassò il petto in un'esplosione di liquido rosso.
Poi vennero gli altri.
Tenchou non poteva permettersi testimoni. Rincorse Gumi, Luka e Gakupo,colpevoli di aver assistito all'omicidio di Miku. Gumi fu la prima a cadere:la lama le si infilò nella schiena e la lasciò a terra,mentre il sangue le usciva a fiotti dall'arteria recisa.
Gakupo tentò di combattere e salvare lui e Luka.
Ma se il samurai godeva della sanità mentale e spirituale, l'avversario aveva come marcia in più la pazzia totale. Tenchou prese la lama della katana con cui il Vocaloid voleva difendersi,incurante del taglio che si faceva sulla mano,e piantò il coltello nella sua gabbia toracica. All'altra ferì le braccia e la picchiò fino a farle sputare sangue prima di tagliarle la carotide.
Kaito e Meiko tentarono di trovare una via di fuga. Fu tutto inutile,anche il tentativo del ragazzo di sovrapporre il suo corpo tra la lama e quello di Meiko. Entrambi giacerono a terra in un lago di sangue,con i petti squarciati in due.
Tenchou arrestò per un attimo la sua furia,respirando affannato. La sensazione di aver ucciso tutti nella casa era piacevolmente macabra nella sua mente pazza.
“No. Non tutti.”.
Rin corse verso la porta. I capelli biondi le furono afferrati e strattonati con violenza davanti a due occhi rossi come fuoco liquido,mentre i suoi azzurri erano velati di lacrime, supplicanti di lasciarla in vita.
A quella vista,l'ultimo barlume di buon senso attraversò il cervello di Tenchou. Ma si estinse troppo presto.
Con un colpo netto,Tenchou tagliò il collo di Rin,separando la testa dal corpo.
La tenne ancora alcuni secondi in mano,mentre il sangue colava sul pavimento.
Poi la lasciò cadere e,barcollando come se tutta la pazzia lo avesse ubriacato,si avviò verso casa.



Kuro era in cucina. Cercava qualcosa da mangiare.
-Kuro-chan...-sentì essere chiamata da dietro.
Si voltò,e sul suo viso si dipinse il raccapriccio.
Tenchou,in piedi sulla porta,stringeva un coltello da cucina, insanguinato. Anche le sue mani erano coperte di sangue.
Il suo viso era spaccato in due:a sinistra,capelli e occhio erano blu;a destra,rossi.
Il ragazzo,con passi pesanti,le si avvicinò. A pochi centimetri da lei,le crollò addosso.
Kuro trattenne il respiro, temendo il peggio.
Tenchou chiuse gli occhi.



Aka Tenchou sorrise. Non avrebbe permesso a nessuno di toccare la sua Kuro.
Alzò il coltello e si avventò con un urlo disarticolato su Ao Tenchou,che alzò il suo per proteggersi. I due Tenchou menavano colpi a destra e a manca,senza mai stancarsi.
Fu un attimo:entrambi approfittarono della parte del corpo più vulnerabile dell'altro che era rimasta esposta,e vi spinsero dentro i coltelli,ghignandosi a vicenda.



Anche sul volto di Tenchou si aprì un sorriso,mentre spingeva nel suo ventre la lama. Il colore di occhi e capelli sgocciolò via col sangue,lasciando il nero al loro posto.
Tenchou si accasciò a terra,sorridente,mentre la vita lo abbandonava. Kuro si chinò su di lui,chiamandolo per nome,disperata.
Il ragazzo girò appena la testa,abbastanza per vedere gli occhi cremisi dell'amica di cui si era follemente innamorato e per cui non aveva esitato a piantarsi un coltello nello stomaco.
Era consapevole che forse non avrebbe più visto altro.
Ma si sentiva libero. Felice.
-Ucciderò chiunque ti voglia,-furono le sue ultime parole mormorate-perché tu puoi essere solo mia.-.
Kuro lo ascoltò emettere l'ultimo respiro.
Rifletté sulle sue parole,tremando.
Poi scoppiò in lacrime,coprendosi il volto con le mani.
Aveva capito che sangue aveva colorato quelle di Tenchou, e piangeva per lui,che era arrivato a tutto questo per amore,e lei non aveva capito nulla,comportandosi come una stupida oca.
Afferrò il coltello dal ventre di Tenchou e se lo affondò, lentamente,nel petto:un freddo improvviso e glaciale le attraversò il corpo.
Si lasciò cadere a terra,sorridendo,di fianco a Tenchou.
Sentì la mano morta del ragazzo stringere la sua ormai fredda.
-Ora sei mia-udì nel delirio della sua morte-per sempre.-.
Le iridi nere di Tenchou riempirono gli occhi di Kuro.



E poi niente.













Risposte a probabile domande:
1)Perché Uninstall(canzone di Kaito) e non Yanderenka(canzone di Len)? In entrambe i protagonisti sono yandere,persone dolci e gentili che però soffrono perché la persona amata non si cura di loro e diventano quindi pazze(Tenchou impazzisce di gelosia perché Kuro è innamorata di Len). In Yanderenka però la persona amata viene uccisa da Len,mentre in Uninstall è Kaito che uccide tutti gli altri Vocaloid per avere solo per sè la sua attenzione(idem nella fic)
2)Come mai saltano fuori Aka Tenchou e Ao Tenchou? Sono due parti di Tenchou,quello aka(=rosso,legato al colore di occhi e capelli)il Tenchou pazzo ed assassino,quello ao(=blu)quello all'inizio della fic. Il loro scontro avviene nella testa del vero Tenchou perché c'è una specie di sdoppio di indentità,in cui non si riconoscono come le parti di un individuo e vogliono Kuro solo per uno di loro(da qui l'ultima frase di Tenchou).I capelli di Tenchou diventano neri quando muore perché il loro colore era influenzato da Aka e Ao,che morti non lo influenzano più
3)Il finale alla Romeo e Giulietta è perché c'è una specie di lieto fine in cui staranno insieme per sempre. L'unica cosa romantica tra sangue e sangue.
Spero vi sia piaciuta :3
                                      An13Uta
   
 
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