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Autore: Lara_fede    13/03/2015    1 recensioni
“Ma che cosa è questo amore, che fa tutti delirare? È una gioia? E’ un gran dolore? E’ una cosa da morire?”
La triste storia di Tom Riddle e Merope Gaunt, ecco come ha avuto origine il mago oscuro più potente di tutta la storia del mondo magico.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merope Gaunt, Tom O. Riddle, Tom Riddle Sr.
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Un amore malato:

“Ma che cosa è questo amore, che fa tutti delirare? È una gioia? E’ un gran dolore? E’ una cosa da morire?”

 

Tom Riddle aveva tutto quello che ogni uomo avesse mai desiderato, era il figlio del ricco signore del piccolo paese in cui vivevano, Little Hangleton.

Oltre ad essere notevolmente ricco era anche bello e forte, era alto con un fisico asciutto, il viso sembrava quello di un angelo, senza alcuna perfezione, due occhi color del cielo a mezzanotte, labbra carnose e capelli corvini, che contrastavano con la carnagione chiara.

Aveva una ragazza bellissima, Cecilia si chiamava, e proprio quel giorno le aveva chiesto di sposarsi, la gioia di quell’evento non sarebbe stata intaccata da nessuno o così pensava..

 

In un cottage non molto lontano da villa Riddle abitava un’altra ragazza di nome Merope, quest’ultima era speciale: non solo era una strega purosangue proveniente da una delle più potenti famiglie di maghi, che discendevano da Salazar Serpeverde, i Gaunt.

Merope Gaunt era una donna distrutta nell’animo quanto nell’aspetto fisico: aveva un corpo piccolo e pallido, i capelli di un colore sbiadito e uno strabismo troppo accentuato per essere definito “strabismo di Venere”.

Era tutto fuorché bella, il suo aspetto trascurato era dovuto probabilmente anche all’enorme tristezza e disperazione con la quale era costretta a convivere ogni giorno.

Suo padre Orvoloson e il fratello Orfin la disprezzavano e maltrattavano, molti segni erano visibili sulla sua pelle pallida, perché la consideravano una Magonò e quindi un disonore per la loro famiglia.

Un barlume di speranza si fece strada nell’animo della ragazza quando vide per la prima volta Tom Riddle, che era solito cavalcare nelle vicinanze della loro umile dimora, era bello ma irraggiabile.

Prima di tutto era un Babbano, secondariamente non nascondeva il suo disprezzo per quella famiglia “di pazzi”, come li definiva il resto del paese; la ragazza, quindi, si limitava a guardarlo da lontano senza però aver il coraggio di rivolgergli la parola.

Solamente quando il padre e il fratello furono condannati alla reclusione a Azkaban, per le numerose aggressioni a membri del Ministero della Magia, Merope trovò il coraggio di cambiare la sua situazione.

Era un pomeriggio di Agosto e finalmente l’intruglio color madreperlaceo era pronto, Amortentia si chiamava, il filtro d’amore più potente del mondo aveva un odore diverso per ogni persona.

Prese un bicchiere e ne riversò una parte del contenuto, finalmente avrebbe ottenuto quello che desiderava veramente, un lieve sorriso increspò le labbra oltremodo sottili della ragazza.

 

Tom stava cavalcando nei pressi della “casa”, se così si poteva definire, dei Gaunt, aveva sentito dell’arresto del padrone di casa e del figlio e non poteva che esserne contento, il clima afoso di agosto lo aveva spossato molto e si pentì di non aver portato dell’acqua con sé.

Poi, improvvisamente, la vide era la figlia di quel vecchio pazzo una ragazza bruttina e sgraziata sul viso aveva stampato un sorriso e in mano un bicchiere, il ragazzo l’aveva scorta molte volte fissarlo di nascosto ma mai si era presentata così apertamente davanti a lui.

“Mio signore, vuole un po’ di limonata da bere?” gli chiese con voce timida ma con una strana espressione sul volto, Tom suo malgrado accettò e, dopo essere sceso dal cavallo, dopo aver mormorato un freddo ringraziamento, prese in mano il bicchiere.

Il liquido emanava un profumo insolito di erba appena tagliata, di vaniglia e liberta, d’istinto lo bevve e poi tutto fu buio.

 

Da quel giorno la loro “relazione” ebbe inizio, il giovane lasciò il paesino per sposare Merope che, dal conto suo, non era mai stata così felice.

Si sposarono pochi mesi più tardi, il ragazzo, sotto l’ azione del filtro, non aveva che occhi per lei, ogni gesto, ogni parola sussurrata dava l’impressione alla donna di essere amata davvero da quel bellissimo uomo.

Pochi mesi dopo la giovane donna si accorse di essere incinta, una gioia immensa la travolse, immaginandosi un bambino con l’aspetto angelico del marito e con quegli occhi blu così belli e profondi che l’avevano fatta innamorare.

Poi prese quella decisione che avrebbe comportato l’inizio di una “catastrofe”, nella fragilità del momento si era convinta che tutto quello che suo marito stava provando era reale e che non l’avrebbe mai più abbandonata, soprattutto in quella condizione.

Decise di non somministrargli più quel filtro che gli aveva dato tutti giorni da quel pomeriggio d’amore, voleva essere amata davvero e si illudeva che tutto questo fosse possibile certo non era bellissima ma avevano condiviso molto nell’ultimo periodo e presto gli avrebbe dato un erede.

Il resto di questa triste storia, purtroppo, è noto da tutti; Tom riprese di giorno in giorno stava  riacquisendo i ricordi e il suo sguardo dapprima confuso venne travolto dalla consapevolezza dell’inganno e riempito dall’odio per quella donna che gli aveva “rubato” la possibilità di scegliere.

Ancora di più odiava quella creaturina che stava crescendo nel grembo della moglie e che rappresentava l’inganno e il torto subito, senza considerare la situazione della donna e senza dire nulla se ne andò lasciandola nella più totale disperazione.

Visse di stenti per pochi mesi e poi, in un orfanatrofio babbano, morì dando alla luce un bambino a cui, con le sue ultime parole, diede il nome di Tom Orvoloson Riddle.

 

Sedici anni dopo, un ragazzo entrò nella villa della famiglia Riddle, voleva vederlo, voleva vedere l’uomo che aveva rovinato la sua vita e del quale portava il nome.

Entrò nell’enorme sala, doveva essere il soggiorno della grande villa, un uomo sulla quarantina si alzò sentendo il rumore della porta che si aprì, lo guardò sembrava di riflettersi in uno specchio e un lampo di consapevolezza si face strada negli occhi dell’uomo.

“Salve padre” disse con un tono gelido e un’inquietante luce rossa negli occhi, puntò la bacchetta contro l’uomo e pronuncio le fatidiche parole “AVADA KADAVRA” una luce verde invase la stanza.

Questa fu la prima e l’ultima volta che Tom Riddle vide il figlio di quell’amore “sbagliato” che aveva cercato in ogni modo di dimenticare, il ragazzo uscì aveva vendicato la sua ingenua madre.

Forse questo fu l’unico gesto che Voldemort compì per qualcun altro.

 

Spazio autrice:

Beh che dire? E' da un po' che volevo raccontare la triste storia di Merope e Tom e, finalmente, ho avuto il coraggio di pubblicarla.

Il titolo "un amore malato" si riferisce sia al setimento, quasi morboso, della donna e sia all'infatuazione, indotta dal filtro d'amore, di Tom.

L'amore rappresenta per Merope la sua ancora di salvezza ma anche la sua condanna, infatti dopo l'abbandono la donna si lascia andare al suo dolore fino alla sua morte.

Da questo amore così sbagliato non può nascere che una creatura malvagia, non capace di provare alcun sentimento se non l'odio e il rancore.

Sprero che la storia vi piaccia

Un abbraccio,

Lara_Fede

 

  
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