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Autore: Karyon    13/03/2015    1 recensioni
White lie|Bugia bianca: Nel gergo comune è chiamata "bugia bianca" una bugia detta a fin di bene, il cui scopo è proteggere qualcuno dalla verità [Urban dictionary - Dizionario di strada].
Spesso però, il risultato di una bugia bianca è peggiore della verità stessa.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James Potter/Sirius Black, James/Lily, Remus/Sirius
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo I

Sirius uscì dal dormitorio sbuffando, mentre ignorava tutto il caos che gli sviluppava intorno. Con gli occhi ancora incollati sulla pergamena che stava leggendo, abbassò la testa alla Pluffa illegale che Longbottom e Carroll si stavano lanciando dalle due estremità della Sala Comune e si lanciò sul primo divanetto che trovò, praticamente spostando di peso un primino.
«Non è possibile…» stava masticando, la frangetta sottile che gli ricadeva sui begl’occhi dalla forma allungata; si sistemò meglio appoggiando la guancia al palmo aperto e sbuffò di nuovo: avevano aspettato quella risposta per mesi e adesso…
«Beh, buongiorno Signor Scocciato!» Esclamò qualcuno alle sue spalle.
«Mh, ciao…» grugnì assente l’altro, mentre Remus si sedeva composto accanto a lui «Che succede?»
Sirius mosse la mani come a dire che non era niente e Remus roteò lo sguardo: come al solito. «Un James-Sirius case?» Ironizzò, cercando di celare la nota di fastidio nella voce.
Ogni volta che quei due cominciavano ad assumere l’aria cospiratoria da società segreta in erba, lui parlava di “James-Sirius case”. Cosa che di solito indicava robe quantomeno pericolose, illegali o che, al minimo, lui non avrebbe approvato.
Ovviamente trovava il tutto molto disturbante.
Sirius ghignò nel modo che di solito riservava proprio solo a quei momenti e finalmente arrotolò la pergamena per tirare fuori il libro di Trasfigurazione.
«Allora, prof, a che punto eravamo?» Fece sarcastico e fu il turno di Remus di sbuffare «Pagina 324, lo sai bene. Stiamo su quella stessa pagina da almeno tre giorni» replicò duramente.
Sirius gli sorrise furbescamente «Magari non sei un bravo insegnante…» frecciò, sapendo di coglierlo sul vivo. Infatti, Remus assunse la delicata sfumatura color prugna che di solito indicava che era in imbarazzo e mise il broncio «Forse sei tu che sei un pessimo allievo».
«Probabile» concesse Sirius con aria di superiorità. «Allora, dove ci mettiamo?» Chiese poi, pronto a gustarsi la scena. Ogni volta che dovevano fare ripetizioni, Remus lottava contro se stesso per decidere il posto giusto: la Sala Comune ovviamente era troppo caotica, ma nel dormitorio c’era James e “James” equivaleva dire che non avrebbero studiato, perché lui si sarebbe distratto (ma tanto si distraeva anche lì); la biblioteca andava bene fino a una settimana prima, quando la Price aveva cacciato entrambi perché Sirius aveva osato mangiare su un antico libro di Trasfigurazione avanzatissima di un certo  esimio gufo impagliato del Winzengamot, così Remus stesso era interdetto fino a nuovo ordine. Aveva provato a consigliargli il parco ma, dopo l’epico pomeriggio in cui mezza squadra Gryffindor era andata a rapirlo su ordine di James, non c’era più cascato. Ormai all’appello mancavano solo la Guferia, la casa di Hagrid e l’ufficio del preside.
Remus sospirò dopo quella che sembrò una lunghissima elucubrazione mentale e una ruga si disegnò sulla fronte aggrottata «Vieni…» grugnì, tirandoselo per la manica della divisa. Si schiantò sul primo tavolo e aprì di scatto il libro di Sirius. «Studiamo qui».
Sirius sorrise «Sei sicuro? È la risposta definitiva?» Lo prese in giro e l’altro sembrò trattenersi a stento dal schiantarlo «Ssì. Non cominciamo, è già stata una settimana dura» sibilò in una quasi perfetta riproduzione di Piton.
Sirius lo sapeva che aveva passato il suo piccolo problema peloso da poco, che le lezioni del settimo anno erano dure – maledetti M.A.G.O., non passava giorno che non glieli ricordasse! –, sapeva che Remus stava soffrendo di… una particolare situazione che stava avvenendo da pochi mesi, ma non riusciva a trattenersi dal prenderlo in giro.
Così, mentre Remus era tutto concentrato a sfogliare le pagine per raggiungere l’affascinante argomento del giorno – “come trasformare un topo in una teiera canterina” , Sirius appoggiò il mento sui pugni chiusi e lo fissò per un lungo attimo prima di dire «Allora, con la bionda?» Era sempre incredibile constatare quanto rosso potesse diventare il suo amico quando si parlava del gentil sesso: Remus era arrossito fino alla punta dei capelli ed evitò di guardarlo quando mormorò un “bene” molto neutrale. Troppo.
Sirius sbuffò «Non troverai mai qualcuno se continui a mantenere standard così alti».
Remus sorrise, mentre scuoteva la testa «Non sa fare due più due, Padfoot».
«E vabbé, magari è un po’ meno intelligente della media, che sarà mai!» Esclamò quello, ignorando totalmente il buonsenso come al solito.
Remus gli lanciò un’occhiata strana che lui non vide «Magari non è il mio tipo, semplicemente…»
Penny Lyn Lot era davvero una ragazza carina, coi capelli di un biondo allegro e gli occhi azzurro chiaro, ma aveva un cervello piuttosto limitato. Remus non gliene faceva certo una colpa, ma sentiva che una ragazza che non riusciva a concentrarsi su un argomento che esulasse dalla moda non fosse esattamente fatta per lui.
Peccato che Sirius a tutte quelle cose manco ci arrivava.
Remus sospirò «Mi diventi sempre più superficiale» borbottò, ma in quell’istante il mondo si distrasse perché arrivò il suo re: James Potter entrò dal buco del ritratto con gli occhi nocciola che spiccavano sul viso totalmente sporco di fango e la divisa da Quidditch strappata in un paio di punti; si fermò a pochi passi dall’ingresso, fece sparire ogni traccia di incidente con un semplice incantesimo non verbale e si guardò intorno «Winner!» Esclamò soltanto, mentre tutto intorno a lui esplodeva il caos. Un mucchio di ragazzi andarono a congratularsi, battendogli le mani sulla spalla ossuta, mentre tutti gli altri urlavano, ridevano e si complimentavano contemporaneamente; ovviamente bastarono tre secondi perché l’alcool arrivasse a innaffiarli tutti e i coriandoli a invadere il pavimento.
E tanti saluti all’etica dei Capiscuola.
«Ehi, Jimmy! Questo vuol dire che ti avremo tra le scatole anche quest’anno?!» Esclamò Frank Longbottom, alto e pallido tra la folla.
James rise al suo indirizzo «Tu pensa a usare bene la mazza quest’anno, Frank!» Replicò tra le risate.
«Lo dice sempre anche Alice!» Ribatté prontamente l’altro, beccandosi fischi dalla folla e un sonoro pugno tra le costole dalla fidanzata al suo fianco.
Sirius rise alla scena e si girò sbrigativamente verso Remus, una muta richiesta negli occhi. Remus sbuffò e annuì impercettibilmente, così l’altro si alzò di scatto e piombò addosso a James come un falco, facendo cadere entrambi miserevolmente a terra tra le risate.
«Oh, lo sapevo che mi amavi!» Esclamò teatralmente James.
«Brutto figlio di un boccino, ce l’hai fatta!» Fece Sirius, baciandolo su una guancia.
Remus osservò la scena senza in realtà vederla, mentre il sorriso gli si congelava sulla faccia: ormai non c’era speranza che continuassero quelle maledette ripetizioni; tanto sarebbe valso che avesse accettato l’invito di Penny e le sue amiche ad andare al parco… era stupida, ma almeno avrebbe potuto godere della bella giornata.
«Uhm, patetici» sibilò una voce, mentre qualcuno si sedeva sulla sedia lasciata libera da Sirius. Remus sorrise, mettendo a fuoco gli occhi verdi e luminosi dell’unica persona sana di mente in quella gabbia di matti.
«Ciao, Lily».
Lily Evans sostituì il cipiglio con un bel sorriso a bocca chiusa – il cosiddetto “sorriso con riserva”, quello che Remus le vedeva sempre quanto gli altri Marauders facevano danni – e lanciò un’occhiata alla baraonda che si svolgeva a pochi passi da loro.
«Dovrei intervenire in qualità di Caposcuola, ma non me la sento… ho ingerito troppi pochi zuccheri questa mattina per una missione del genere» ironizzò, tornando a guardare lui. «Allora, come stai?» Chiese, osservandolo talmente tanto da metterlo quasi a disagio.
«Bene, sto bene» replicò Remus, distogliendo causalmente lo sguardo da lei e tornando a fissare i suoi amici che avevano fatto scoppiare qualche petardo.
Lily scosse la lunga coda rosso scuro «Ah, non direi affatto! Sputa l’osso!» Ribatté lei, determinata. Poteva capire il viso esangue o le occhiaie scure sotto gli occhi dopo quattro lunghi giorni di “problema peloso”, ma vedeva che c’era dell’altro. Madre Natura l’aveva dotata di una sensibilità abbastanza spiccata da capire che Remus non stava bene da troppo tempo. Remus sbuffò e indicò con il mento il libro aperto davanti a sé, mentre Lily inarcava un sopracciglio «Le ripetizioni con Sirius?»
«Come si fa a studiare in un tale caos?»
«Remus, Remus… il tuo rigore accademico ti rende eccessivamente severo… tu sei un bravo insegnante e stai provando a far entrare tutto in quella zucca vuota. Non è colpa tua se lui è un idiota» frecciò caustica e l’altro rise «Come sei dura!»
Lily sorrise brevemente, poi tornò piuttosto seria e lanciò un’occhiata a Sirius che, intanto, se ne stava aggrappato alla divisa di James come una scimmia.
«Non fraintendermi, lo sai che voglio bene sia a te che a Sirius, ma lui… insomma, lo vedo che tu fai tanto per loro, ci provi davvero, ma se lui non vuole… è un immaturo, ecco!» Fece a fatica, ma Remus annuì «Capisco cosa intendi, ma è più forte di me. Sarà l’istinto del buon samaritano che mi pervade!» Replico ironico.
Lily scosse la testa «Fin troppo! Oh, guarda un po’ chi torna all’ovile…»
Sirius si aprì un varco tra i compagni che avevano cominciato a bere e ballare a ritmo della musica che usciva dalla bacchetta di Peter e li raggiunse, con la camicia mezza sbottonata e un sorrisone a trentadue denti «Oh, Miss Evans. Allegra e felice anche oggi?»
«Quando vedo te sempre, Black» ribatté acidamente lei.
Anche dopo quasi un anno in cui il loro rapporto come gruppo si era rinsaldato, quei due continuavano a mandarsi battutine caustiche e chiamarsi per cognome. Poteva sembrare una causalità, una traccia di un’abitudine passata difficile da cancellare, ma Remus sapeva che c’era qualcosa di più. Continuò a guardare dall’uno all’altro, fino a quando Sirius non si rivolse a lui «Dove eravamo rimasti?» Chiese, sotto lo sguardo più che scettico di Lily.
Remus sgranò gli occhi «Vuoi continuare la lezione anche in mezzo a questo casino?»
Sirius gli sorrise «Ma certo! Ti avevo promesso che avrei fatto ripetizioni con te per due settimane ininterrotte, quindi eccomi qui!» Esclamò, sedendosi al suo fianco. «Ho intenzione di mantenere la promessa, capo!»
Remus lo fissò per un altro istante, poi si girò sconvolto verso Lily che scrollò le spalle «Ok, facciamo che ci fidiamo per adesso. Vado a cercare James e a ricordargli che è un maledetto Caposcuola, per Merlino!» Fece, alzandosi e cominciando già a intercettarlo tra la folla.
Sirius ridacchiò «Non essere troppo cattiva, Manico-Di-Scopa Evans».
«Fottiti, Black» ribatté solo lei, andandosene.
«Che ragazza dolce… allora, questa Trasfigurazione?» scherzò, girandosi di colpo verso Remus che sbatté le palpebre come dopo una trance.
«Oh sì, ok… allora, ho letto il tuo compito dell’altro ieri e devo dire che non era niente male! Solo che hai fatto un po’ di confusione sulla formula…»
Sirius, che intanto si era distratto per un urlo di Frank, ritornò a lui «Sì? Vuoi dire che ho sbagliato le parole?»
«No no, erano perfette… era l’accento che gli dava un’intonazione diversa…» continuò lui, faticando nello spiegarsi.
Sirius sorrise perché intravedeva la possibilità di cominciare a divertirsi  «Oh, davvero? E com’era?»
Remus gli lanciò un’occhiata sospettosa «Beh, sbagliato».
«Sì, ma sbagliato come?» Continuò lui, con un ghigno sadico. Sapeva che Remus aveva difficoltà a concentrarsi nel casino, che odiava spiegare la cosa degli accenti nelle formule e che, se non riusciva a trovare almeno cinque sinonimi per l’aggettivo che aveva intenzione di usare, la testa gli andava in fumo. Infatti lo vide arrossire un attimo per lo sforzo di trovare qualcosa «Cioè, era hm, un po’…»
«Un po’?» Lo incalzò ancora, osservando come si guardasse intorno alla ricerca di ispirazione. Sembrava un pesce che,  fuori dall’acqua, si dibatteva alla ricerca d’aria.
Remus sbuffò per la frustrazione «Provocante» gli uscì alla fine, rendendosi conto pressoché all’istante di aver fatto il più grosso errore della sua vita. Se ne rese conto dal ghignò che spunto lentamente e in automatico sul bel viso del suo amico.
«Hai forse detto che il mio accento era provocante?» Gli fece Sirius, godendo nel guardarlo arrossire come il sole al tramonto. Remus e la sua purezza inverosimile.
Remus grugnì qualcosa a bassa voce, poi sibilò «Non intendevo provocante in quel modo, non fare il porco!»
Sirius rise «Come, come? Sei tu che parli di provocazioni e poi sarei io il porco!» Esclamò e fortuna che nessuno li stesse degnando di uno sguardo.
Remus si allontanò un po’ da lui come scottato e sbuffò «Smettila di dire quella parola in quel modo!»
L’altro gli lanciò un’occhiata divertita «In che modo lo starei dicendo? Provocante? Dico provocante in modo provocante, per caso?» Ironizzò e ormai Remus avrebbe preferito spararsi, soprattutto per quel solito sorrisetto sardonico che di solito il suo amico dispensava a fiotti alle sue malcapitate vittime.
«Oh per Morgana, sei irritante!» Sbottò, tornando al libro.
«Ma scusa, voglio solo sapere del mio accento! Dopotutto è importante per Trasfigurazione, no?»
Quando Remus si alzò la testa verso di lui con la mezza idea di schiaffeggiarlo, lo vide girarsi verso il campanello di casinisti, intercettare James che faceva qualcosa di idiota con la sua fiammante Firebolt, e sorridere in quel modo che non era più sberleffo ma semplicemente, beh, dolcezza. 
«Ragazzi, che idiota…» lo sentì sussurrare, ma con un tono che di ironico o sprezzante non aveva nulla. Erano il tono e il sorriso e lo sguardo che aveva sempre e solo per James; un misto tra esasperazione e dolcezza assoluta. E Remus ne aveva abbastanza.
Con un tonfo chiuse il libro, lo ficcò brutalmente nella tracolla e si alzò «Basta, abbiamo finito» annunciò e Sirius batté le palpebre come se ne fosse accorto solo in quel momento «Eh? Ma dove vai?»
Remus guardò il casino provando a sorridere «Siamo seri, con tutta questa gente non possiamo studiare e tu ti distrai troppo» accusò, senza che l’altro facesse niente per negarlo. «Vai a divertirti con James, io vado in biblioteca. Recupereremo domani, ok?» Gli fece, con un tono talmente fermo e tranquillo che nessuno avrebbe potuto sospettare la tempesta che si nascondeva dietro. Dopotutto era stato talmente allenato da anni in compagnia del suo problema peloso che quello era niente.
Sirius si limitò fastidiosamente a fissarlo con quegli occhi grigi che sembravano guardarlo dentro, poi annuì «Ok Moony, a dopo».
«Ok» Remus si girò di spalle e camminò velocemente verso il ritratto senza neanche pensarci, in automatico. L’unica persona a vederlo fu Lily.
«Remus, Remus!»
Remus si fermò solo dopo la seconda chiamata, inspirando forte per permettere al cuore che gli batteva in gola di tornare al solito posto; mettendosi sulla faccia un sorriso che non provava, si girò «Sì, Lily?»
La ragazza fece qualche passo avanti «Dove vai?»
Remus ricacciò le lacrime che sentiva pungergli gli occhi «Vado in biblioteca. Ho mal di testa e Sirius ha concordato con me che ci distraiamo troppo per studiare».
Lily annuì «Posso venire con te? Tanto lo sai che queste feste mi annoiano e James non mi ascolta».
Remus la fissò con la testa reclinata: lo sapeva che quella era una scusa; Lily era troppo intelligente per non cogliere i segni, così optò per la verità «Veramente vorrei stare da solo per un po’…»
La ragazza sospirò e lo raggiunse «Remus…»
«No davvero, sto bene! Solo che… sono ancora indebolito dalla degenza e sto studiando molto e…»
«… E è ancora Sirius, vero?» Terminò Lily, gelandogli qualsiasi altra scusa in gola. Bastò quella frase a fare in modo che le lacrime si sciogliessero e cominciassero a rigargli il viso «Sono così… patetico» balbettò e Lily scosse la testa veemente, mentre si sedevano sotto uno dei porticati.
«Non dirlo neanche per scherzo! Cosa è successo?»
Remus si asciugò le lacrime e sorrise di se stesso «Niente!»
«Rem…»
«Davvero! Insomma, il solito: Sirius è il solito insensibile e divertito Sirius e io sono il solito credulone Remus…»
Lily si accigliò come ogni volta che era in disaccordo con qualcuno «Remus, tu dovresti dirglielo…» ma l’altro scosse la testa così violentemente che avrebbe potuto staccarsela «No, no, no, no. Non esiste al mondo!»
«Andiamo, non puoi vivere così tutta la vita!» Sbottò lei, ma Remus fece un sorriso bagnato «Beh, fino al settimo anno sono sopravvissuto…»
«Sì, ma stai di merda! Senza offesa, ma perché ti ostini in questa battaglia contro te stesso?»
Remus guardò in silenzio Lily per un lungo attimo, poi sospirò «Lily, siamo amici da sei anni e nessuno di noi ha mai sospettato, neanche lontanamente, che uno di noi avrebbe potuto… insomma, i ragazzi sanno del mio orientamento sessuale certo, però è stato un percorso lungo e difficoltoso per me e sono sicuro anche per loro. E Sirius, lui…»
«Ne abbiamo già parlato: tu stesso non sai che tipo di interessi abbia Sirius, quindi non è detto che sia un “no” sicuro. Di certo tra voi c’è affiatamento e alchimia, lo vediamo tutti. E poi almeno ti togli un peso dal cuore!» Esclamò lei con molta ragionevolezza. Ma la verità era che Remus sapeva perfettamente che tipo di interessi aveva Sirius e proprio per quello non poteva parlargliene. Era una sua amica e non voleva farle del male.
Così scelse la motivazione più banale, quella ufficiale.
«Lily siamo troppo amici per rischiare… se mi confessassi e la risposta fosse un rifiuto, non avrei più il coraggio di guardarlo in faccia e il gruppo si sfascerebbe. Io non voglio che succeda perché loro sono tutto quello che ho e comunque non voglio che succeda per un mio interesse, sarebbe troppo egoistico».
La ruga che si incise tra le sopracciglia dell’amica gli fecero chiaramente intuire che non era d’accordo, ma lui aveva deciso ormai da molti anni. I suoi sentimenti per Sirius erano cresciuti nel tempo e da molto reprimeva quello che davvero provava.
Ma andava bene così, davvero.
E per nascondere le sue pene al mondo e a se stesso, si limitava ogni tanto a uscire con qualche ragazza tranquilla e senza grosse pretese; nessuno a cui avrebbe potuto far del male o che avrebbe voluto impegnarsi. Così taceva la coscienza da almeno quattro anni.
«Tu lo sai che l’unica cosa che voglio è che tu non soffra…» fece lei, stringendogli la mano.
Remus sospirò e la fissò a lungo negli occhi «Se almeno fossi etero…»
Lily rise «Sarebbe più facile per entrambi!»
Risero insieme per qualche minuto, poi Remus finì di asciugarsi gli occhi come niente fosse successo «Grazie Lily, sto molto meglio. Sei un’amica!»
Lei gli sorrise, ma scosse la testa «Dovere, Remus. Però vorrei anche essere l’amica che si diverte con te, non solo quella che ti consiglia nei momenti bui!»
«Lo so, è da anni che sono un insopportabile piagnone!»
«No, non mi hai capito: io vorrei che ti trovassi una persona che ti voglia bene e voglia stare con te, perché te lo meriteresti».
Remus sorrise «Non è colpa mia se ho un cervello difettoso e mi piacciono gli idioti!»
«E a me lo vieni a dire?!» Esclamò lei con uno sbuffo, facendolo ridere.
«Ecco, a proposito… come va tra voi due?»
Lily gli lanciò un’occhiata, poi abbassò la testa con imbarazzo «Parlavamo di te, non voglio mettermi in mezzo come al solito».
«Oh, andiamo! Ne ho abbastanza di parlare del mio patetismo…» grugnì lui, mettendo il broncio.
«Ok, ma ti ho già detto di non parlare così! Beh, noi… ecco, ho deciso di accettare» replicò lei con un balbettio.
«No! Ma è una bellissima notizia!» Esclamò Remus, sinceramente contento.
«Mah, non ne sarei così sicura. È di James Potter che stiamo parlando!» Brontolò, cercando di mantenere lo stesso tono austero che usava con lui negli anni precedenti, anche se ormai non ci credeva più nessuno. A parte Remus, nessuno sapeva che tra lei e James era finalmente nato qualcosa di più al di là del puro sfottò, neppure Sirius; stranamente James aveva deciso di tenere tutto nascosto prima che fossero entrambi sicurissimi e tutta quella maturità l’aveva stupita. Sia i cambiamenti degli ultimi anni sia tutte le belle parole che Remus le rivolgeva su James l’avevano convinta ad accettare un invito ufficialissimo a Hogsmeade tra due settimane ed era tesissima: sarebbe stata la prima uscita pubblica, l’intera scuola avrebbe visto e saputo.
Remus sorrise «Andiamo, ti ho già decantato tutte le sue bellissime qualità?»
«Risparmiami, lo fa già lui ogni secondo… ok, io purtroppo devo andare da Lumacorno per quel noioso Luma-club, tu sei sicuro di stare bene? Posso lasciarti solo per qualche oretta?» Chiese, fissandolo con aria preoccupata.
«Ma sì, vai e divertiti!»
Lily roteò lo sguardo sottolineando il gesto con uno sbuffo «Certo! Con McCarrow di Slytherin che passerà il tempo a darmi della Sangue Sporco facendo finta di tossire o con i sermoni eterni di Coil di Hufflepuff. Una pacchia!» Con un ultima lamentela e un bacio sulla guancia, Lily si allontanò verso l’ufficio di Lumacorno, mentre Remus sentiva scivolare via il sorriso come se l’incantesimo rallegrante avesse terminato il suo effetto. Quindi James aveva chiesto ufficialmente a Lily di uscire; quella novità avrebbe avuto il potere di incasinare la situazione ancora di più e la cosa non faceva che aggiungere un’altra preoccupazione alla sua vita già costellata di casini. Certe volte pensava che avrebbe preferito non entrare affatto a Hogwarts; però poi tornava in sé e pensava alle miriadi di occasioni, allo studio che tanto amava e alle persone che erano ormai la sua vera, autentica famiglia… Remus scosse la testa come per scacciare un pensiero molesto e si alzò con un sospiro: bene, Signor Coraggio, forse sarebbe ora di affrontare la Sala Comune e quel che comporta? Fece qualche passo in direzione della Sala Comune, poi si bloccò: dopotutto poteva anche aspettare un altro giorno ancora, cosa cambiava?
Si sistemò meglio la tracolla piena di libri sulla spalla e si avviò verso la biblioteca, dove aveva intenzione di rimanere fino a notte fonda. Almeno così era certo di evitare l’intera festa e conseguenti avvelenamenti.
 
«Allora! Ora che stiamo un po’ tranquilli, mi spieghi com’è andata?» Chiese Sirius, mentre si buttava sul divanetto in un angolo accanto a James.
Tutt’intorno la festa andava avanti e peggiorava, mentre metà settimo anno era ridotto da buttar via. James però aveva deciso di abdicare, soprattutto perché una certa rossa gli aveva ricordato che ora non solo era un Caposcuola ma anche il Capitano della squadra di Quidditch, quindi era ora di mettere un po’ di sale in zucca.
James gli rivolse un sorriso ubriaco «È andata…»
«Perché tanta segretezza, hai fatto sesso con la McGranitt per avere il posto?» Ironizzò Sirius, mentre mandava giù un altri Whiskey Incendiario entrato chissà come tra le mura del castello.
James rise con la sua risata stonata «Oh per Merlino, Padfoot! Non farmi mai più venire in mente certe sconcezze! No, comunque…» abbassò la voce, mentre si guardava intorno con aria cospiratoria. «… diciamo che è andata, ma in realtà poteva anche non andare…»
«In che senso?» Grugnì Sirius, cominciando a pensare che era più ubriaco di quello che sembrava.
James ghignò diabolicamente «Sai come dice il detto: aiutati che il ciel…»
«Prongs!» Sbottò Sirius, guardandosi freneticamente intorno prima di abbassare la voce e avvicinarsi ancora di più a li. «Mi stai dicendo che tu, il campione di Quidditch indiscusso, hai barato?»
L’altro scrollò le spalle e ingollò del Whiskey «Il sole mi ha accecato perché rifletteva non ho ben capito su quale superficie e ho perso per un attimo la presa… ho solo confuso la McGranitt quel poco per non farle ricordare di questo misero dettaglio… era una prova perfetta, quell’unica sbavatura non poteva farmi perdere il posto!» Spiegò, quasi a volersi redimere ai suoi occhi. Sirius fissò il suo profilo per un momento, poi scosse la testa e gli gettò il braccio sulle spalle «Lo sai che non devi giustificarti con me, amico. Tu sarai sempre il mio campione di Quidditch, il migliore in assoluto!» Esclamò e James si girò a guardarlo con un grosso sorrisone.
«Uh, a proposito di amici… il resto della ciurma dov’è finita?» Domandò, addossandosi meglio allo schienale e allungando le gambe sul tavolino ingombro di bottiglie vuote.
Sirius si guardò intorno «Peter è là che fa il limbo con quella banda di idioti del quarto. Oh per Morgana, spero non si rompa niente o ci tocca sopportare le sue lamentele per un mese buono!» Esclamò, mentre Peter cascava a metà prova col sedere a terra, ridendo.
James sogghignò «Perfetta prova, Wormtail. Direi un sei la postura da terra e un sei e mezzo per il tuffo».
Sirius guardò Peter con sufficienza «Mah, io gli darei un sei politico per la caduta e un cinque per il tentativo».
«Crudele…»
«Eh, la vita è dura!» Ribatté Sirius con un sospiro melodrammatico, poi guardò James per un lungo istante. «Vieni con me!» Esclamò, alzandosi e tirandolo per un braccio.
«Dove mi porti, amore?» Chiese James, sgranando gli occhi in una perfetta imitazione di una qualunque delle varie ragazze di Sirius, almeno quelle che gli ronzavano attorno prima che si cominciasse a vociferare della sua omosessualità.
Sirius rise «Ho una sorpresa per te…»
Spingendosi e ridendo come due idioti, arrivarono al loro dormitorio – dopo aver scavalcato almeno tre compagni mezzi svenuti e altrettanti che sonavano trombette sospette – e vi entrarono talmente in velocità, da spiaccicarsi sul pavimento.
«Uhm, gli elfi domestici si sono scordati un paio di punti sotto al tuo letto Padfoot» considerò James da terra, mentre dava un’occhiata sotto al letto dell’amico.
«Idiota, alzati» lo prese in giro Sirius, buttandosi sul suo letto. «Ero talmente sicuro che saresti passato che ho fatto una cosa per te e per ricordarti di questo momento…»
James si alzò con ben poca agilità, mentre l’alcool sembrava aver preso il posto del sangue, e si lanciò al suo fianco «Nahhh, grazie fratello!» Esclamò, prendendo il pacco morbido. «Indovino: è un molliccio!» Ironizzò, tastando la carta colorata.
Sirius gli lanciò un’occhiataccia «Un molliccio che avrà l’aspetto di te stesso morto se non ti muovi» sbottò e James sbuffò, mentre stracciava la carta «Eddai, un po’ di suspance… waah, ma è bellissima!» Esclamò, mentre la lunga sciarpa rossa li avvolgeva; nella parte inferiore, sulla linea verticale, c’era vergato un “Capitano” in lana dorata.
James fissò la sciarpa con un cipiglio «Padfoot…»
«Dimmi».
«Io lo so che sei un omosessuale piuttosto comune e tutto il resto, ma fare i ferri non è uno stereotipo troppo grosso pure per te?» Gli fece, meritandosi una cuscinata talmente potente che gli occhiali scivolarono a terra.
«Maledetto ingrato e io che mi sbatto pure a farti un regalo!» Sbottò Sirius, caricando nuovamente col cuscino mentre James cercava di spostarsi, ridendo.
«Dai scherzavo, è bellissima! Sono sicuro che potrai competere con Molly Weasley e i suoi formidabili cappellini!» Esclamò, facendolo scoppiare a ridere «Oh Merlino, ma che idiota! Ti pare che io mi metta davvero a fare la maglia?!» Cominciarono a darsele di santa ragione, mentre qualche piuma già cominciava a fuggire dai cuscini martoriati; quando si calmarono erano entrambi sudati e avevano il fiatone.
«Sirius?» Fece James, mentre prendeva aria.
Sirius lo fissò con cipiglio guerriero «Cosa?»
«Ti voglio bene» disse solo, zittendolo. Poi un cuscino volò a colpirlo sul naso.
«Quanto sei sdolcinato, Prongs» grugnì Sirius, scendendo dal letto mentre James ridacchiava.
«E come vanno le lezioni con il vecchio Moony?» Gli chiese poi, mentre si rimetteva un attimo in quadro e lasciandosi la nuova sciarpa appesa al collo tipo grossa liana.
Sirius scosse la testa, senza sistemarsi né la camicia mezza aperta né tantomeno la cravatta rosso-oro attaccata alla testa stile Rambo «Come al solito: lunghe, precise e noiose».
James rise «Andiamo! Tu stesso mi hai detto che ti piace fare lezione con lui, che capisci tutto ed è un bravo maestro!» Ribatté, infilandosi la cravatta slacciata e avvicinandosi allo specchio con aria di guerra: non era mai stato capace a farsi il nodo alla cravatta e non c’era parente Purosangue che tenesse.
Sirius annuì «Sì è vero, però… diciamo che tra me e Remus le cose non vanno come al solito…» borbottò, mettendosi a giocare con lo Spioscopo di Peter sulla scrivania.
«Cioè? Maledetta cravatta…» sibilò, mentre litigava con i due estremi della fascia rosso-oro. Sirius sbuffò, si avvicinò a lui e cominciò a fargli il nodo «Faccio io, impedito! Comunque niente di che, cioè niente di ufficiale. Solo che… lo sai…» borbottò, senza voglia di parlarne davvero.
James, che fino a quel momento gli aveva guardato le mani, alzò la testa a fissarlo da molto molto vicino «Sirius…» fece con una nota di avvertimento. «Sirius, guardami…»
«Cosa? Io non ho fatto assolutamente niente!» Sbottò, fissandolo di rimando.
«Forse è proprio quello il problema…» mormorò James.
Continuarono a guardarsi da troppo vicino per un lungo momento, mentre attorno a loro si sviluppava un silenzio carico di sottointesi.
«Quello è un pazzo, io lo dico sempre!» Esclamò Peter, irrompendo nella stanza con la faccia e gli occhi pieni di panna.
Sirius tossì e si allontanò da James «Che hai combinato, Wormtail? Ti sei tuffato in una torta gigante?»
«Seh magari. Solo l’esterno era una torta, dentro c’era solo legno!»
James e Sirius si lanciarono un’occhiata di sbieco, poi cominciarono a ridere talmente tanto da farsi venire le lacrime.
«Umpf, grazie eh!» Sbottò, Peter entrando in bagno e sbattendosi la porta alle spalle.
James scosse la testa «Ah, caro vecchio Peter… sempre pronto a risollevarci il morale».
«Già…»
«Beh, io vado… tu…» cominciò James e Sirius capì al volo «… io vado a giocare con la “torta di Frank”. A più tardi».
«Ciao, Pads. Ciao, Wormtail!»
«Cià!» grugnì la voce di Peter, soffocata dalla porta.
Sirius guardo James andare via, sapendo perfettamente dove andava… o meglio, da chi andava: la cravatta ben annodata e la camicia cambiata con una pulita non lasciavano adito a dubbi. Povero James, così prevedibile.
E come al solito la Evans lo avrebbe mandato in bianco con qualche sonora strigliata, doveva ancora decidere se la cosa lo rendeva felice o meno.
Sirius sbuffò e si lanciò sul suo letto, mentre la voglia di fare festa scemava: lui, invece era un vero idiota.
James, intanto, stava correndo lungo il corridoio del terzo piano, fermandosi davanti alla porta dell’ultima aula a sinistra. Inspirò profondamente, cercando di calmarsi, e si passò nervosamente la mano tra i capelli.
«Hai finito di prepararti?» Lo prese in girò una voce dall’interno e James sorrise «Nessun’altra si lamenterebbe del proprio ragazzo che cerca di farsi bello!»
Lily gli si avvicinò lentamente e sorrise «Credevo che avessi capito che non sono come tutte le altre…» insinuò con un sussurro.
«Questo è vero…» ribatté lui, abbassando la voce e avvicinandosi per baciarla. «Dovremmo smetterla di vederci così Ms. Evans».
«Ha un’idea migliore Mr. Potter?» Ironizzò lei, sullo stesso tono.
«Mmh, per ora no…» mormorò lui, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Note autrice
Salve!
Allora, io ho qual cosina da dire, ma sarò breve. Spero. XD
Prima di tutto, volevo sottolineare che questa è una cosina piuttosto senza pretese che mi è venuta in mente qualche tempo fa; o meglio: era nata come una roba super angst e drammatica, ma poi ho deciso di salvare quel piano per un’altra volta e darmi al cazzeggio XDD Sarà un po’ angst, ma molto meno di quel che doveva essere direi. Ho già scritto i primi tre capitoli e non ho idea di quando sarà lunga.
Poiché alcuni avevano suggerito, tempo fa, l’idea che io scrivessi qualcosa sui Malandrini in rapporti burrascosi, beh eccovi accontentati! Per una volta Voldemort e implicazioni macro non saranno presenti, quindi spero di cavarmela in modo indolore!
Per le Casate e i nomignoli uso i nomi originali ché mi piacciono di più, perdonatemi.
Ovviamente ci sono già dei trascorsi diversi che vi verranno svelati poi, ecco perché ci saranno alcune cosette che si discosteranno dalla trama originale.
Ah, il rating è arancione perché per me il giallo è sempre troppo basso e potrei sempre sfociare in cose di rating maggiore. Avverto già, come negli avvisi, che ci saranno più coppie/triangoli e casini vari, quindi siete avvisati.
Detto questo bon, spero vi piaccia e buona lettura!
 
 
 
   
 
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