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Autore: Mia_Usagi    13/03/2015    3 recensioni
Usagi e Mamoru annunciano il loro matrimonio, ma non tutti sembrano esserne contenti. Inoltre, un nuovo nemico li minaccia. ******* Fanfiction nata da un'idea di MiaMoon e Usagi_Chiba.******* SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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A presto! ^___^





Prologo – Capitolo 1

Un timido tepore iniziava a riempire l'atmosfera e donava dei colori più aranciati ai pomeriggi, che sembravano lunghissimi e restii ad abbandonarsi alle sere, l'aria era diventata più frizzantina e le giornate di sole mettevano il sorriso su ogni viso, anche su quello più adombrato.
Si era fatta aspettare tanto, perché sembrava che l'inverno non volesse mai abbandonare le giornate, ma la primavera era, finalmente, giunta.
Proprio in uno di quei meriggi, Mamoru si ritrovò chino sui libri, da un bel pezzo, intento a prepararsi per uno degli ultimi esami dell'anno universitario, quando un succulento profumino, che riempiva il suo appartamento, cominciò a solleticargli le narici e stimolargli lo stomaco.
Si tolse gli occhiali e spense la lampada sulla scrivania. Era passato giusto un anno da quando Sailor Moon e le altre guerriere avevano distrutto Galaxia, un anno da quando Mamoru era ritornato a casa, o meglio, da quando si era scoperto che era praticamente morto. C'era solo da attendere la svolta definitiva che sarebbe avvenuta subito dopo la sua laurea.

Seguire i consigli di Makoto nel preparare il riso al misoshiru aveva dato i suoi frutti: a parer suo aveva un ottimo aspetto e anche un buonissimo sapore. Rimescolando la pietanza nella pentola, Usagi si perse nei suoi pensieri.
L'anno appena trascorso era volato via molto velocemente. I nemici sembravano ormai alle spalle, tutto era tranquillo ed era prossima al conseguimento del tanto anelato diploma.
Poi…
Poi non aveva le idee chiare su cosa fare. Non voleva proseguire gli studi, non voleva andare all'università come Ami e Rei, malgrado avesse studiato sodo durante la quinta classe ed avesse imparato una nuova tecnica di studio, grazie a Mamoru.
Non si era mai sentita portata per lo studio, tanto meno per il lavoro.
Cosa avrebbe potuto fare la commessa? La baby sitter? La segretaria era fuori discussione, visto che era negata con il computer.
L'unica cosa che sapeva era che voleva stare con Mamoru, l'unico che sembrava aver accettato di buon grado la sua idea di non proseguire gli studi.
Ciononostante, voleva che fosse fiero di lei, così si era cimentata nella cucina; voleva prenderlo per la gola ed aveva chiesto e seguito diversi consigli della sua amica Makoto, da sempre un'ottima cuoca. Non solo. Si era dispensata, anche, in diversi lavori domestici che mai aveva pensato di fare, svogliata com'era.
Sorrise, ricordandosi così imbranata, appena un anno prima. La lontananza forzata da Mamoru, l'aveva profondamente cambiata, costringendola, quasi, a diventare una persona migliore. Meno pasticciona, effettivamente.

- Chi l'avrebbe mai detto che la mia testolina buffa sarebbe diventata una brava cuoca! – disse Mamoru, annunciando il suo arrivo.

Usagi si girò e sorrise, prodigandosi in una linguaccia dispettosa.
Non era la prima volta che il ragazzo le diceva una frase del genere, ma vederlo sempre piacevolmente stupito le riempiva il cuore d'orgoglio.

- Se per te va bene, possiamo cenare fra dieci minuti, così da poter rientrare presto a casa. – disse continuando ad amalgamare il riso.

- Puoi dormire qui! – rispose Mamoru, avvicinandosi a lei, intrappolandola tra lui ed i fornelli con entrambe le braccia ed iniziando a baciarla sul collo.

Ancora una volta sorrise, lasciandosi crogiolare dal suo calore e dai suoi teneri baci, poi scosse la testa.

- No… – mormorò con circospezione. - Papà è a casa e… sai quanto è difficile convincerlo a restare a dormire fuori. – gli ricordò risentita, spegnendo il gas.

Apparentemente accigliato, Mamoru si staccò quasi di scatto, ascoltando quell'affermazione e lei si sentì incredibilmente desolata. Sapeva cosa stava pensando perché non era la prima volta che sostenevano quell'argomento.

- Non hai ancora parlato con tua madre, a proposito del matrimonio? – domandò, spostandosi verso il mobile, di fianco al piano cottura.

La biondina parve pensarci, adagiando un coperchio sulla pentola conscia che la situazione sarebbe andata per le lunghe.

- Non si è presentata l'occasione giusta, per la verità. – disse dopo un po', voltandosi, successivamente, verso di lui.

- Ah, no? – rispose sospirando, mentre incrociava le braccia al petto.

Usagi abbassò lo sguardo, incapace di sostenere quello di Mamoru. Sapeva che lui non approvava, ne avevano discusso in svariate circostanze ed ogni volta avevano litigato. Non voleva discutere ancora, ma non voleva neanche confessargli il perché non lo avesse ancora fatto.

- Usa di cosa hai paura? – chiese, dopo essersi schiarito la voce. Voleva affrontare di nuovo quest'argomento e chiuderlo una volta per tutte.

Usagi non si stupì di quella domanda: il suo Mamo-chan era sempre stato in grado di interpretare i suoi stati d'animo e sapeva che voleva porle quella domanda da molto tempo. Era stato paziente, come sempre con lei, ma questa volta avrebbe voluto una risposta.

- Mamo-chan mamma ti conosce, le sei simpatico e spesso mi dice che sei un bravo ragazzo. Però io ho paura che lei possa dirmi che non sono ancora pronta per essere una moglie. In effetti, sono sempre stata una pessima studentessa, non mi sono mai impegnata a fondo e… – ma lui la interruppe.
 
- Usa sei cambiata molto, invece. Ti impegni molto di più in ogni cosa che fai e sono convinto che, se dimostrerai a tua madre quello che sai fare adesso, non sarà più così contraria. Certo con tuo padre sarà diverso ma vedrai che ce la faremo. – disse, tentando di rassicurarla con le sue parole.

Usagi, però, annuì poco convinta. Si fidava di lui ma non di se stessa, oltretutto conosceva sua madre e sapeva che non aveva cambiato opinione, nell'arco di quell'anno. Continuava a trattarla con la stessa condiscendenza che le aveva sempre riservato e sapeva che non la vedeva matura. Non tanto matura da sposarsi, quanto meno.

Senza contare che aveva ascoltato, per caso, una conversazione tra sua madre e suo padre ed entrambi si erano detti stupiti che un ragazzo come Mamoru, fosse innamorato della loro Usagi.
- Usa tutto bene? – le chiese, avendola notato piuttosto pensierosa.

La voce di Mamoru la ridestò da quel ricordo, facendola sobbalzare leggermente. Non gli aveva mai confessato di aver ascoltato quella conversazione, si era vergognata, ma forse era arrivato il momento di farlo.

- La mamma non cambierà idea Mamo-chan. Lei crede che io sia ancora la ragazzina svogliata che andava male a scuola. Non sono bastati neanche i buoni voti che ho collezionato in questo anno scolastico. – disse sospirando, delusa e scoraggiata.

Lui si avvicinò e la prese di nuovo tra le braccia. Non sopportava di vederla triste, Usagi e la tristezza erano un ossimoro.

- Vuoi che glielo diciamo insieme? Potremmo invitarli a cena qui, a casa nostra. – chiese serio, calcando la voce sull'aggettivo nostra.

- Davvero lo faresti Mamo-chan? – chiese di rimando, all'improvviso speranzosa, gli occhi lucidi dall'emozione.

- Usako è il nostro matrimonio, non solo il tuo. Anzi, avrei dovuto farlo prima! – esclamò, asciugando una piccola lacrima che era scesa dagli occhi della ragazza. 

- Sarebbe magnifico, Mamo-chan!!! – proruppe abbracciandolo forte, d'un tratto rassicurata dalla spalla che le offriva.

Mamoru rise di cuore, prendendola per la vita e permettendole di stare alla sua altezza. La tenne a mezz'aria per qualche attimo, poi la incollò al suo torace ed appoggiò delicatamente le labbra sulle sue, chiudendo gli occhi, imitandola un attimo dopo.

Prima o poi sarebbe dovuto accadere.

Quando le aveva chiesto di sposarlo, sapeva a che cosa sarebbe andato in contro, a quanti problemi avrebbero potuto propinargli i genitori di Usagi. Anche lui era consapevole del fatto che la loro figlia era ancora una ragazzina, ma il loro destino era scritto da una vita intera e lui non poteva starle più lontano, aspettare oltre era del tutto inutile. Voleva vivere al suo fianco, seguirla passo dopo passo, vederla appena sveglia al mattino ed un attimo prima di addormentarsi la notte. Perché lui era nato per lei e lei per lui ed era pronto a tutto, niente e nessuno al mondo sarebbe più stato in grado di separarli.

 

   
 
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