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Autore: cherubina    13/03/2015    5 recensioni
Non è facile essere un capofamiglia, soprattutto, se si tratta di una delle famiglie più importanti degli Stati Uniti e si è giovani e ribelli. E se ci sono anche innumerevoli ostacoli da affrontare...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony Brown, Candice White Andrew (Candy), Un po' tutti, William Albert Andrew
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non avevano parlato molto durante il volo. Completamente persi nelle loro incertezze, Terence e Candy si erano scambiato soltanto qualche impacciata parola di cortesia.

Una volta sbarcati, al momento di salutarsi e di separare le loro strade, i due ragazzi si erano bloccati e nessuno faceva quel primo passo che li avrebbe allontanati forse per sempre. C'era troppo in sospeso perché potessero fingere che il loro incontro, così rocambolesco e cameratesco, non li avesse cambiati.

Era stato Terence il primo a muoversi. Aveva recuperato una penna dal taschino della sua giacca e aveva scarabocchiato qualcosa su un foglio sdrucito che poi consegnò sul palmo teso di Candy.

"Buona fortuna piccola Tarzan. Una volta che avrai fatto pace con i tuoi fantasmi se ne avrai voglia potrai venire a cercarmi!"

Aveva sussurrato il giovane Granchester con una voce sommessa che Candy aveva stentato a riconoscere. Poi le aveva posato un delicato e sfuggevole bacio tra i capelli e si era allontanato tra la calca dell'aeroporto.

Allora la ragazza si era concessa di leggere il bigliettino, un indirizzo. L'indirizzo di Eleanor Beker, la mamma di Terence.


Non era stato difficile far ritorno a Lakewood. Lo zio William aveva lasciato disposizioni ben precise nella sua lettera e a Candy era bastato fare una semplice telefonata perché George si precipitasse a prenderla per riportarla a casa.

Anche l'umore dell'autista, nonostante la solerzia nell'accogliere la signorina, aveva qualcosa di diverso e di strano. Candy tuttavia, conoscendo il proverbiale rispetto che l'uomo di fiducia aveva verso gli Andrew, desistette immediatamente dal proposito di carpire qualche informazione in più da lui.

Il tragitto in auto si svolse quasi nel silenzio totale, con il cuore di Candy che galoppava ad ogni chilometro che l'avvicinava a Lakewood, a casa.

Fu la zia Elroy ad accoglierla benché le sue occhiate truci non avessero nulla di caloroso. La matriarca, in verità, ribolliva di rabbia e di paura: ancora una volta era in disaccordo con le direttive e le disposizioni di William, per il modo il cui stava trattando l'intera faccenda e, a questo, s'ammontava il terrore per quello che stava passando Anthony, per quello che sarebbe potuto capitargli.

"Ero sicura che non ti avremmo rivista mai più. Che avessi almeno il buonsenso di non presentarti alla mia porta ma, a quanto pare, sottovalutavo la tua sfrontataggine!"

L'aveva aggredita l'algida zia. Ma Candy aveva in sé una forza nuova, la forza della verità e dell'innocenza, e non si era fatta irretire dalle accuse di Elroy.

Aveva puntato i piedi e ne aveva sostenuto lo sguardo con sfida.

"Voglio incontrare lo zio William, immediatamente. Mi deve molte spiegazioni. Voglio che lei mi dia l'indirizzo di Chicago, zia; che trovi il modo di farmi parlare con lui."

Elroy la guardava con gli occhi fuori dalle orbite, paonazza per quell'affronto. Spiazzata, in verità, da quella ragazzina che aveva tirato fuori gli artigli e le teneva testa.

L'ennesima replica al veleno con cui stava per rispondere fu anticipata da un rumore di passi che portò entrambe a voltarsi verso la direzione del neo giunto.

"Albert?"

Aveva chiesto incredula Candy, stropicciandosi gli occhi per essere certa di non avere le allucinazioni. Quel giovane uomo così elegantemente vestito era praticamente una goccia d'acqua con il suo amico vagabondo che tante volte l'aveva tratta in salvo.

"Sei proprio tu? Che ci fai qui?"

Elroy aveva alzato le mani in cenno di resa e si era lasciata cadere pesantemente sul divano portandosi una mano alla testa che le stava scoppiando. Lei se ne lavava le mani.

Albert prese sottobraccio la figlia adottiva e le sorrise rassicurante.

"Vieni con me, Candy: è giusto che le tue pretese siano esaudite. Non ci saranno più menzogne: saprai tutto"


"Il mio nome per intero è William Albert Andrew!"

Candy si era aggrappata ai braccioli della poltroncina situata in quello studio luminoso. Lo studio dello zio William, di Albert.

"Tu sei lo zio William!"

Aveva ripetuto lei come un eco, ancora stralunata.

Era seguita la concisa ma necessaria spiegazione: il legame di parentela con Anthony e con Rosemary, la giovanile ribellione che lo aveva portato a rifuggire gli obblighi che comportava essere un Andrew per vivere come uno spirito nomade, la richiesta di adozione che i nipoti gli avevano fatto pervenire...

"Per tutto questo tempo sei stato il mio angelo custode, mi hai protetta, e non sei mai uscito allo scoperto. Perché?"

Aveva analizzato e chiesto Candy con tono svelato e recriminatorio. William Albert Andrew, il suo Albert, si era stretto nelle spalle e aveva aggiunto solo un succinto:

"Essere un capofamiglia così giovane comporta tanti sacrifici e rinunce."

"Perché non mi hai detto la verità una settimana addietro, quando sei venuto a Londra?"

"Avevo fatto una promessa, Candy!"

Lei sentì un brivido attraversarla all'altezza della schiena e ogni parola di quella lettera prese forma nella sua testa confusa.

"Anthony! Dov'è Anthony?"

Albert aveva svoltato dall'angolo della scrivania, si era inginocchiato all'altezza della ragazza, contratta sulla sedia, e le aveva afferrato le mani guardandola serio:

"Va in camera tua e prepara una valigia, Candy. Ti porto da lui, ti porto da Anthony!"

  
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