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Autore: Tsukiakari    14/03/2015    1 recensioni
[tratto dal primo capitolo]
"E noi, Julia? Anche noi siamo ricoperti di polvere?"
"Più di tutti. Così tanto che siamo diventati polvere noi stessi"
AU western, irregolare come sempre.
L'OOC è una precauzione, visto che questo non è esattamente il mio campo ;)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Faye Valentine, Spike Spiegel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata senza nuvole, come mille altre erano state e mille altre lo saranno.
L’unico riparo che Spike aveva da quel sole cocente che batteva incessantemente da giorni era il suo cappello,
che nonostante tutte quelle sfaldature faceva il suo lavoro piuttosto bene.
Il suo cavallo non dava più segni di vita da un bel pezzo
e lui avrebbe sicuramente FATTO la stessa fine se non avesse continuato a camminare;
Non sapeva se così facendo sarebbe riuscito a sopravvivere, ma tanto valeva provarci.
E poi non gli andava molto a genio l’idea di morire come un’animale.
Quindi andò avanti per un tempo indefinibile,
il paesaggio era sempre lo stesso e non aveva punti di riferimento; una distesa di rovi, pietre e terra rossa.
Ma proprio sulla linea d’orizzonte che si frapponeva tra quest’ultima e il cielo, Spike vide DELLE case.
Non era un’allucinazione, ne era sicuro: erano squallide e sporche come quelle in cui era cresciuto
e sembravano appartenere a persone che non avevano la certezza di vedere l’alba del giorno dopo.
Erano le stesse schiere di case separate dallo stessa strada spianata dove l’aveva vista per la prima volta; 
la sua gatta bianca, che era entrata e uscita dalla sua vita con la stessa grazia di una volpe del deserto.
“Spike… Non ti capita mai di vedere le persone sempre con la stessa espressione triste in volto?”
gli aveva detto una notte, ormai offuscata dalla sua memoria.
“A volte”
“Vedi, secondo me è colpa della polvere; è ovunque, su questo letto, in questa STANZA, sulla tua pistola.
Ricopre tutto quello che vede, comprese le persone. Ci ENTRA dentro per non uscirne più e ci logora dall’interno.
Ci toglie tutti i nostri sogni, appesantisce il nostro corpo FINO A immobilizzarci completamente.
Forse è la maledizione di questo deserto, il motivo per cui i suoi abitanti strisciano più degli altri.”
In tutta la sua vita, non l’aveva mai sentita così distante. Eppure era proprio lì, a pochi centimetri da lui…
“E noi, Julia? Anche noi siamo ricoperti di polvere?”
“Più di tutti. Così tanto che siamo diventati polvere noi stessi.”
gli rispose, senza guardarlo negli occhi.
“Sei strana, oggi. Sembra che tu stia rimpiangendo il passato.”
“Ti sbagli. Ho solamente cominciato a pensare al futuro.”
Osservava un punto indefinito fuori dalla FINESTRA con lo stesso sguardo
di chi ha la felicità a portata di mano e non può afferrarla.
“Noi non potremmo scappare comunque… Anche se lo volessimo, sarebbe tutto inutile.
Perché siamo tutti figli del deserto e siamo condannati a rimanerci”
sussurrò, la voce adesso spezzata da pianto.
Lui le aveva accarezzato i capelli dolcemente, aveva cercato in tutti i modi di dimenticare
quello che aveva detto anche se sapeva che era la verità. Dopotutto quello squallore faceva parte della loro vita.
I proiettili della sua pistola, il vecchio pianoforte nel saloon, le logore CARTE da gioco, l’odore dei cavalli,
la terra rossa e il caldo e gli avvoltoi. Tutto, anche Vicious stesso.
Gli avvenimenti successivi a quella notte gli apparivano distorti e indefiniti
in quella testa da cowboy provata dal caldo e dalla sete.
Ricordava il cimitero, le statiche ore di attesa e il sangue che non si fermava.
La speranza che si spegneva lentamente. La decisione di andarsene senza di Lei.
Le squallide croci a cui aveva voltato le spalle e le notti tutte uguali, impregnate dall’odore di sigaro.
Immerso in questi pensieri, che andavano e venivano come un’allucinazione, Spike aveva raggiunto il piccolo paese.
Era così come se l’era immaginato, niente di più, niente di meno.
Chissà, forse questo era l’inferno e lui era già morto quella volta.












Note: anche se non sono brava con le storie a più capitoli eccomi qui a scriverne una nella sezione meno adatta. Insomma, la coerenza fatta persona; ma la verità è che volevo fare una AU western su Cowboy Bebop da un bel po' e i bravissimi autori (anche se credo siano solo autrici) che scrivono su questo fandom mi hanno aiutato a trovare l'ispirazione che cercavo, grazie a tutti! Ho cambiato il titolo un milione di volte e alla fine ho optatato per questo, ispirato al nome di una bellissima canzone di Bob Dylan, "Knockin' on heaven's door".
See you, space cowboy..
   
 
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