Giorno
1
Quando sono su quel piccolo palco, accompagnata soltanto
da un pianoforte, mi sembra d’esser lontana migliaia di anni da quando
indossavo la mia giacca di pelle nera e cantavo a squarciagola per quei ragazzi
“borchiati” che pogavano come matti.
Ora solo gente elegante, ricca, snob.
Lo ammetto, darei oro pur di ascoltare Nobu che
strimpella la chitarra prima di cominciare le prove, Yasu che non si separava
mai da quelle sigarette terribili e Shin sarà sicuramente riuscito a mantenere
la sua promessa.
Della mia nuova vita non posso lamentarmi, vivo nella
città dei Pistols, ho un lavoro che non mi stressa molto, continuo a cantare, ma
quando ci sono giornate di neve intensa non posso guardare il mare e di
conseguenza non posso rivedere me e Ren che giochiamo sulla neve, su quel
vecchio molo. I pomeriggi, un tempo occupati dalle prove con i Blast, ora sono
lunghi e vuoti. Il cibo poi! Quello fa schifo! Niente rispetto alle cenette
preparate da Hachi!
Forse sono stata stupida, non dovevo scappare così, ma ho
sperato in un nuovo inizio.
Chiedo scusa a tutti i miei cari per averli abbandonati.
E se mai qualcuno dovesse chiedermi come mai ho scelto l’Inghilterra forse non
saprei rispondergli. Ma sento che qui Ren ha lasciato qualcosa. Sarà stato lui
a chiamarmi?
Si sta facendo tardi. Ora devo scendere giù in sala da
pranzo per “allietare” con la mia voce quei simpatici ricconi.
Augurami buona fortuna Hachi. So che puoi sentirmi.