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Autore: Rizzle    13/12/2008    3 recensioni
Avevano litigato furiosamente la sera prima, e il tutto era culminato con una Fattura Incendiaria spedita da Hermione nella sua direzione. Aveva mirato alla tappezzeria sopra la sua testa, ma era abbastanza adulta da ammettere di non essere rimasta eccessivamente dispiaciuta quando anche parte dei suoi luminosi capelli aveva preso fuoco.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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E dopo Snowe, Bambu e Neuri, ecco qui una one shot di Rizzle.
By the duckpond, la cui versione originale potete leggere qui, è stata scritta nel 2005. E’ breve e romantica, se avete voglia di angst, restatene alla larga :p

Ringrazio la moglia, Merryluna e pikappa93 per i loro commenti a The Witching Hour *sends kudos to you all ^^*

E con questo, anche se in anticipo, ne approfitto per augurarvi Buon Natale, Buone Feste e Felice Anno Nuovo ^^

Kit_05



By the duckpond



Hermione reclinò il capo per guardare suo marito, il cui grembo stava momentaneamente usando come cuscino. Con una certa e maligna soddisfazione, notò come parte della frangia non fosse ancora tornata al suo normale splendore. Avevano litigato furiosamente la sera prima, e il tutto era culminato con una Fattura Incendiaria spedita da Hermione nella sua direzione. Aveva mirato alla tappezzeria sopra la sua testa, ma era abbastanza adulta da ammettere di non essere rimasta eccessivamente dispiaciuta quando anche parte dei suoi luminosi capelli aveva preso fuoco.

Non aveva mai visto un uomo correre così velocemente verso il bagno sin da quando Molly Weasley aveva accidentalmente servito ad Arthur del pudding vecchio di una settimana.

“Sorridi delle mie disgrazie, eh?” le chiese il marito in questione, il tono pigro, lo sguardo verso il laghetto.

“Hmm,” fu tutta la risposta che ricevette. Non avrebbe dovuto parlargli dopo la discussione che avevano avuto quella stessa mattina. Non che di solito tenesse fede alle sue minacce. Se fosse stato quello il caso, l’essere ignorato sarebbe stata la minore delle sue preoccupazioni. A quell’ora sarebbe stato già divorziato, decapitato e probabilmente pure evirato.

Il litigio più recente aveva riguardato un argomento triviale e persino stupido, qualcosa sul decidere se le tartarughe fossero o meno sorde. Lei l’aveva assicurato sul fatto che solo le api lo fossero. Lui s’era dimostrato arrogantemente scettico e aveva adottato la sua espressione tipica, consistente in un sopracciglio alzato e braccia incrociate. E per quanto potesse apparire strano, considerato tutto quello stava accadendo intorno a loro, non litigavano mai su cose più serie che i meriti del colore giallo, la sessualità di Ron o sullo stabilire se Piton fosse uomo da slip o da boxer.

Hermione sospirò, girò il capo verso sinistra per accoccolarsi contro il calore della sua coscia. Le piaceva vedere un uomo con dei pantaloni di velluto e saia, ed era felice che ci fosse voluto solo un mese per convincerlo ad indossarli.

Dieci, deliziosi, minuti passarono in silenzio, mentre loro non fecero null’altro che riposarsi in quell’ombra disomogenea. Si sentiva un fischio, leggermente irritante, in sottofondo, come se una coppia di tartarughe in procinto di costruire il proprio nido fosse anch’essa incorsa in un qualche litigio.

“Allora, sapevi che avevamo una cosa del genere?” le chiese, perplesso. “Io no. Come è possibile che sia vissuto qua per tutta la mia vita e non mi sia mai accorto di un maledetto laghetto con paperelle annesse sul retro?”

Hermione scosse la testa. “Non ne avevo idea. Sarei venuta a passare qui tutte le domeniche, altrimenti.”

“Non sa molto di malvagità un laghetto per le papere, no?” si chiese, tra sé.

Come per sottolineare il concetto, un coniglietto (coniglio sarebbe stata una definizione troppo dura per quella creatura) apparve da una cavità nel terreno e saltellò davanti a loro. Una farfalla ne seguì l’esempio, e svolazzò sopra le loro teste, mentre si dirigeva verso i cespugli di fiori selvatici che circondavano il laghetto.

No, per nulla malvagio, suppose Hermione, non curandosi di nascondere le risa. Poteva immaginarsi Lucius a marciare in quella zona, mostrando gran cipiglio a quella vivace ed innocua vita selvatica, mentre mandava una fattura verso gli uccellini cinguettanti e tentava di acchiappare qualche farfalla innocente.

Il laghetto con le papere era stato una sorpresa. Un vero tesoro. La discussione sulle tartarughe contro le api li aveva condotti all’esterno, in cerca di qualche esemplare in questione. Malfoy Manor, dopotutto, era dotato di un piccolo ma produttivo serraglio.

Tra un insulto e l’altro, bofonchiato durante la discussione di diversi argomenti che spaziavano dalla bizzarra passione di Draco per i lecca-lecca al sapor di sangue e l’irritante abitudine di Hermione di lasciare libri per ogni angolo del Maniero, s’erano inoltrati per un sentiero appena visibile che attraversava il boschetto e si erano fermati senza parole alla vista del Paradiso Perduto – un laghetto nascosto via nel mezzo di nessun dove, in una parte dei terreni del Maniero meravigliosamente intonsi. E insieme al laghetto avevano visto una manciata di papere, costituita da mamma papera con al seguito cinque, gialli e adorabili, pulcini dalle piume sofficemente arruffate.

Hermione aveva sottolineato come, in realtà, le papere non si muovessero in ‘manciate’, cosa che aveva portato ad un altro piccolo litigio su quale fosse il miglior termine da usare.

Si erano trovati infine d’accordo su gruppetto. Un ‘gruppetto di papere’.

“Non è che mi stia lamentando, certo. È un meraviglioso laghetto,” la assicurò Draco. Guardò giù, verso sua moglie, e sorrise; capelli e cuore negli occhi.

Improvvisamente lei si ritrovò a provare l’antica sensazione di essere rimasta senza ossigeno e di non curarsene affatto. “Certo che no,” sussurrò di rimando.

“Ti sono uscite le lentiggini,” le fece notare.

Lei stiracchiò le braccia. “Oh, non iniziare a cercare di contarle di nuovo. Ti viene uno sguardo buffo e ti si incrociano gli occhi.”

“Io non incrocio gli occhi,” sbuffò. “Non è nei miei geni.”

“Non avrei nemmeno pensato che fosse nei tuoi geni la passione per i lecca-lecca al sangue, e invece…”

Lui aprì la bocca, scoprì che non aveva nulla da ribattere e così scrollò le spalle. E quello splendido silenzio perdurò per un poco ancora.

Decise che era quello il momento perfetto per dirglielo.

“Stavi ancora pensando di andare in Francia il prossimo Marzo?”

“Certo. Non abbiamo mai avuto una vera luna di miele, con la guerra e tutto il resto. Mi aspetto che saremo interrotti da Potter e dai suoi compari durante la nostra vacanza per aiutarli con la pianificazione e Merlino sa che altro, però, così dovrò sistemare il camino nello studio per permettere comodi viaggi avanti e indietro. Qual è il tuo problema, donna?” le chiese, improvvisamente sospettoso. “Non volevi una pausa?”

Hermione sospirò. “La mia preoccupazione è che potrei avere qualche difficoltà a passare per il camino, per quello che hai definito un comodo viaggio.”

Benedizione a lui. Sembrava confuso. La fronte aggrottata e la sua espressione tipica in volto. Grazie a Merlino, l’irritante fischio in sottofondo s’era zittito.

“Spiega.”

Si stava divertendo un mondo. “Diciamo che se dovessi tentare una Materializzazione internazionale, specialmente il prossimo Marzo, dovrei farla con, ahm, un bagaglio aggiunto.”

Di solito era piuttosto intelligente, suo marito. Hermione dedusse che le comodità della vita matrimoniale gli avessero offuscato un poco il cervello.

Sbatté le palpebre. “Perché hai intenzione di comprare tanta lingerie minuscola e sexy per la nostra tanto anticipata vacanza in Francia?” arrischiò, molto lentamente e il tono che sottolineava i sottintesi.

“Draco, non riuscirò a infilarmi in minuscola e sexy lingerie da Natale in poi, scommetto.”

“Oh,” disse lui, sembrava improvvisamente intontito, come se Voldemort fosse appena parso in sottoveste da notte rosa, con tiara annessa, ad augurar loro le sue migliori congratulazioni per poi sparire in un baleno.

"Oh."

“Hmmh,” disse Hermione, accoccolandosi ancor più stretta a lui.

“Grazie a Merlino per il laghetto, allora,” commentò suo marito, che finalmente aveva capito. Riprese a guardare lo specchio d’acqua, sebbene la sua mano stesse visibilmente tremando mentre scostava i capelli dalla fronte di lei.

Hermione era pienamente d’accordo. Il laghetto sarebbe stato un posto splendido dove portare i loro bambini.

*fine*


   
 
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