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Autore: Halfblood_princess    14/03/2015    4 recensioni
Nella terra di Mordor l'ombra si sta risvegliando.
L'oscuro signore Sauron sa che è giunto il momento che il suo anello torni a se. Decide allora di scatenare un arma inaspettata, l'ultimo suo asso nella manica.
Nel frattempo, a nord, Narya è stata ritrovata dagli elfi di Granburrone proprio il giorno prima della partenza della compagnia. Dopo avere parlato con lei, Gandalf decide di portarla con se, perché sente che non tutto quello che ha raccontato la ragazza corrisponde alla verità.
Inizia così il viaggio della compagnia dell'anello.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boromir, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo: Rivendell

Il vento ululava forte facendo sventolare le bandiere stracciate poste sui bastioni della fortezza nera. L'aria era calda, ricca di umidità ed odorante di zolfo proveniente dal grande vulcano vicino, che colorava il cielo ingombro di grandi nuvole nere con maestosi lampi di fuoco.

Il grande occhio giaceva immobile e silenzioso sulla grande torre di Barad-dûr osservando ogni cosa e cercando invano di scoprire dove fosse nascosto il suo unico tesoro: l'unico anello. Il suo sguardo, però, fu presto distratto da nove figure nere che cavalcavano velocemente su oscuri destrieri diretti proprio verso la sua fortezza. Finalmente i suoi nove cavalieri erano tornati dalla missione.

Non passò molto tempo quando il re degli stregoni di Angmar domandò di essere ricevuto dal suo signore.

Salì le scale diretto al cospetto del suo padrone, accompagnato solamente dalla paura della reazione di Sauron davanti al suo fallimento.

“Mio signore, Sauron, ti porgo i miei omaggi.” disse lo spettro inchinandosi con rispetto una volta arrivato davanti all'oscuro signore.

“Non sappiamo di cosa farcene dei tuoi omaggi. Avevi una sola missione: riportarci l'anello, ed hai fallito.” interruppe una figura incappucciata che sorpassò lo stregone per portarsi al fianco del grande occhio. Il re di Angmar imprecò mentalmente.

“Non devo tener conto a te.” sibilò.

“Forse, – replicò lo sconosciuto – ciononostante questo con cambia l'esito della tua missione. Non sapevo che questi hobbit fossero così difficili da uccidere.” lo derise.

Il cavaliere si alzò sguainando la spada, ma fu subito fermato dal suo signore che esplose in una vampa di fuoco iniziando a parlare nell'oscura lingua di Mordor.

Smettetela! Non tollero questi battibecchi da ragazzine!

I due si arrestarono e ripresero immediatamente il proprio posto, senza però smettere di guardarsi in cagnesco.

Il tuo fallimento – riprese Sauron – mi ha molto deluso. Confidavo in te affinché mi venisse restituito ciò che 3000 anni fa mi fu rubato da Isildur, ma evidentemente ho sbagliato a riporre la mia fiducia in te. Narya, sarai tu a fare in modo che l'anello torni a me.

La figura incappucciata si mosse portandosi di fronte al grande occhio togliendosi il cappuccio e riversando sul mantello una cascata di capelli neri che incorniciavano il volto pallido della giovane donna su cui era stampato un sorriso che trapelava anche dai pozzi oscuri che erano i suoi occhi.

“Sarà fatto... Padre.”

 

∆∆∆∆∆∆∆∆∆∆∆∆

 

I raggi del sole invadevano timidamente la valle quel giorno. L'autunno era arrivato oramai da qualche tempo eppure quel giorno ricordava l'estate appena trascorsa.

Nella valle di Rivendell tutto si svolgeva con la solita pace caratteristica degli elfi. Ognuno svolgeva le sue mansioni quotidiane nella più totale serenità, mentre gli ospiti della casa di Elrond si godevano una ricca colazione in vista degli ultimi preparativi che avrebbero dovuto svolgere per partenza del giorno dopo.

All'improvviso un corno risuonò nella valle accompagnato dallo scalpitio degli zoccoli di una dozzina di cavalli, i quali si fermarono, insieme ai loro cavalieri, davanti alla dimora del re. Uno di loro, però, aveva un fardello: il corpo di una giovane donna senza sensi. Ella aveva lunghi capelli neri e il volto mortalmente pallido.

“Presto – disse il cavaliere scendendo da cavallo e prendendo delicatamente tra le braccia il corpo esanime della donna – andate subito a chiamare mio padre.”

L'elfo non attese risposta da parte dei suoi cavalieri ed entrò nella casa di suo padre andando diretto verso una delle camere degli ospiti che sapeva essere libera. Lì depose delicatamente la ragazza su un grande letto a baldacchino.

“Chi è costei?” domandò una figura sulla porta. Era un elfo con lunghi capelli neri e penetranti occhi azzurri con una sottile corona dorata e, nonostante sembrasse giovane, emanava un'aura antica.

“Lo ignoro, padre. Ero in pattuglia nei boschi con i miei cavalieri come ogni mattina, quando in mezzo alla radura l'abbiamo ritrovata senza sensi. Non so da quanto fosse lì. - spiegò – Vivrà?”

Re Elrond tacque e si limitò a visitare in silenzio la giovane. Dopo poco si portò di nuovo a fianco al figlio ed emise il suo verdetto.

“Vivrà, ma non è la sua salute ciò che mi preoccupa. Riesco a sentire un'aura oscura che aleggia su di lei, probabilmente sarà dovuta al fatto che era inseguita dagli orchi, tuttavia preferirei parlarle, ma soprattutto vorrei che Gandalf la osservasse. - sospirò – Non turbiamoci ancora, abbiamo delle faccende urgenti da sbrigare.”

Il ragazzo annuì pensieroso, rivolgendo un ultimo sguardo alla ragazza prima di seguire il padre fuori dalla stanza.

 

Nella stanza si fece silenzio, turbato solo dal fioco respirare dell'unico essere vivente nella stanza. Il vento entrava tiepido dall'unica grande finestra portando con se un dolce profumo di foglie cadute, mentre il sole continuava serenamente il suo ciclo, fino ad arrivare nel suo estremo più alto per poi tornare a calare. Solo allora la ragazza apri gli occhi.

Erano neri, così neri da non riuscire a distinguere l'iride dalla pupilla e contornati da lunghe ciglia scure.

La ragazza lentamente si tirò su e con qualche difficoltà dovuta ad un dolore al ventre si sedette, andandosi a rannicchiare nel centro del grande letto su cui era stata posata. Era finalmente arrivata a Rivendell?

Il suo sguardo vagava curioso nella stanza alla ricerca di un qualcosa che le facesse riconoscere dove fosse finita, ma il suo curiosare fu turbato da un rumore di passi che si avvicinavano alla sua porta, accompagnati da un mormorio di voci.

“... l'ha trovata mio figlio nella radura questa mattina.” disse la prima voce.

“Dici che potrebbe essere una spia di Sauron o di Saruman?” domandò una seconda voce più profonda.

“No, è solamente una ragazza giovane, ma vorrei che tu la controllassi comunque. Sento un'aura oscura su di lei.” continuò la prima voce, adesso molto più vicina.

La ragazza, ancora rannicchiata nella stessa posizione, vide la porta aprirsi rivelando finalmente i due uomini che stavano chiacchierando. Il primo era un uomo alto con orecchie appuntite e lunghi capelli neri mentre il secondo era un anziano signore vestito completamente in grigio, con un grande cappello da stregone e un lungo bastone; sembrava turbato.

“Allora sei sveglia. - constatò il primo venuto – Sai dove ti trovi?”

La ragazza si rannicchiò nell'angolo del letto più lontano dagli sconosciuti e dissentì muovendo il capo.

“Sei a Rivendell, dimora degli elfi e ultima casa accogliente prima dei porti grigi. Io sono re Elrond, signore della valle.”spiegò.

Un lampo di consapevolezza illuminò gli occhi della ragazza e i due uomini parvero accorgersene.

“Io invece sono Gandalf il grigio; – continuò il secondo uomo – e tu chi sei?”

La ragazza esitò e si spostò sedendosi sul bordo del letto, più vicina agli estranei.

“Io sono Narya.” rispose.

I due uomini sussultarono e si guardarono velocemente negli occhi come se stessero comunicando telepaticamente, mentre l'anziano si stringeva la mano sinistra.

“Narya hai detto? E da dove vieni?” continuò Gandalf facendo finta di nulla.

La ragazza aggrottò le sopracciglia, corvine come i suoi capelli, e stette per qualche secondo a pensare.

“Non ricordo. Qualche settimana fa mi sono ritrovata da sola in una prateria, e come ricordo soltanto quello del mio nome e quello di un sogno che mi diceva di recarmi nella casa di Elrond.” sussurrò la giovane abbassando lo sguardo.

Re Elrond si rabbuiò e si girò nuovamente verso Gandalf ignorando la giovane.

“Come è possibile, Gandalf? E' molto più di una coincidenza il fatto che sia arrivata qui proprio oggi, il giorno prima della partenza!”

Gandalf si avvicinò a Narya e si sedette accanto a lei fissandola insistentemente negli occhi. “E' questa la verità?” domandò serio.

“Si.” affermò la giovane senza esitazione e senza distogliere lo sguardo dall'anziano stregone.

“Nel sogno era notte ed ero in una radura, al centro di essa vi era un piccolo stagno in cui si riflettevano la luna e le stelle. Stavo lì ad osservarle quando all'improvviso una voce iniziava a parlarmi ed a spingermi a raggiungere il più presto possibile la valle di Imladris perché qui il mio destino si sarebbe compiuto grazie all'aiuto di una persona di nome Baggins.”

Gandalf e Elrond sussultarono nuovamente, ma questa volta non si parlarono, né si guardarono.

“Bene, la ragazza non mente Elrond, mio signore.” constatò lo stregone alzandosi e andandosi di nuovo a posizionare a fianco all'elfo.

“Che farete di me?” domandò con un pizzico di timore Narya.

“Tu, ragazza, verrai con me, il signor Baggins ed altri 7 compagni verso sud. Partiremo domani mattina.” dichiarò Gandalf.




Ciao a tutti!
Innanzituto se siete arrivati qua grazie per aver letto questo primo capitolo :)! Nonostante io sia una GRANDE appassionata del Signore degli anelli questa è la prima volta che pubblico sul fandom ed ho deciso di basarmi essenzialmente sulla trasposizione cinematografica.
Detto ciò, cercherò di aggiornarle il più spesso possibile, ovvero quando i miei impegni universitari me lo permetteranno T.T .... 
Grazie ancora per la lettura! Alla prossima - spero xD

Halfblood_princess

 

   
 
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