-Quando una porta non è una porta?
-Quando è socchiusa…
 
Le mani di Lydia si posizionano sulle mie spalle. Sento il freddo penetrarmi la pelle e comincio a tremare, non sono sicuro sia solo questo… Immagino le facce di Isaac e Lydia sopra di noi, preoccupate ed entrambe rivolte verso Deaton, mentre aspettano il suo segnale pronti a seguire le sue indicazione e a fare questa cosa, che tutti nella stanza ritengono folle. Passano alcuni istanti, in silenzio.
“Lo sto facendo per mio padre. Lo devo fare per lui.
E’ l’unica cosa che rimane della mia famiglia.”
Ed ecco che sento la pressione delle mani della ragazza, che da sempre possiede il mio cuore, spingere sulle mie spalle, sempre di più e non oppongo resistenza. Ecco quella sensazione: il corpo risponde all’acqua –apnea volontaria- la testa diventa pesante, piena di assurdi pensieri.
“Sto morendo.
I miei polmoni stanno per collassare e a quel punto morirò.
Potrei non riuscire a tornare. E tornando non sarà mai come prima…
Non voglio…!”
..Cerco la forza di liberarmi dalle mani che mi trattengono senza risultati e proprio in quel momento capisco che tutto sta diventando sempre più BUIO.
 
 
Di nuovo tutto questo mi assale, il ricordo si impossessa di me e in qualunque modo io tenti di rimandarlo sul fondo, nel posto oscuro che sta nella mia mente, lui resta lì a tormentarmi. Perdo il controllo. Ed ecco il panico, il fiato corto, le lacrime e la mente incasinata. Mi sento affogare ancora e ancora. E tutto ritorna a galla. Vedo me stesso in quella vasca, vedo me stesso nel bosco… vedo mio padre lì, legato al Nemeton. Non riesco a fermare il dolore.
A quel punto sento due mani prendermi la faccia, qualcuno sta urlando il mio nome e continua a scuotermi, riconosco la voce: è Scott, mi dice di calmarmi e respirare, ma quando capisce che non posso e non so calmarmi… mi abbraccia. Un abbraccio caldo,sicuro, forte. E tutto riprende il “normale” corso, la realtà ritorna chiara ai miei occhi, che ancora bruciano e di cui non voglio immaginare le condizioni.
-Amico, il tuo cuore sembrava scoppiare! – Scott mi guarda preoccupato.
Io rispondo  con un sorriso poco convincente e capisco di dover dire qualcosa per tranquillizzare il mio amico e giustificare questa…”cosa”
-sto bene adesso, nessuna esplosione!- tento di ironizzare… -è solo che a volte non controllo quello che mi succede.-
- Ma di preciso, cos’è che ti succede?- La voce di Scott è seria e non mi stacca gli occhi di dosso, io non riesco a sopportare il suo sguardo spaventato e la sua espressione sempre più confusa, così mi alzo, riprendo lo zaino e vado verso la porta degli spogliatoi; so che il mio tentativo di fuga non avrà grandi risultati, ma devo comunque tentare.
-Stiles? STILES, MA DOVE STAI ANDANDO?!- sento il mio amico correre verso di me, non ho voglia di parlare, non in questo momento. Non riuscirei a spiegare cosa mi succede. Succede e basta. Sento solo una strana sensazione adesso…
Le cose stanno per prendere una brutta, bruttissima piega.