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Autore: Koira    14/03/2015    0 recensioni
"Nessuno aveva intenzione di rifiutare la proposta del proprietario, e, quando ci chiese cosa avevamo deciso, firmai quel contratto, convinto di fare la cosa più giusta che potessi fare.
O almeno così pensavo".
Genere: Horror, Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Rivelazioni

 

Giacomo continuava a tenermi stretta per mano, mentre Federico lo guardava in cagnesco, dall'altra parte del corridoio.

<< Lasciami stare, dopo quello che é successo a casa mia non hai il diritto di rivolgermi la parola >> gli dissi, voltandogli le spalle.

<< Mely, tu non lo conosci. Non sai quello che ha fatto >> insistette Federico.

<< So quello che ha fatto >> dichiarai, alzando la voce.  

Ero stufa di sentirlo parlare con quel tono di chi la sa lunga.

<< Tu ... Non credo che lo sappia, altrimenti non staresti con lui. Sei una ragazza troppo seria per frequentare tipi come Giacomo >>.

<< Tipi come te, vuoi dire >> .

Ma come si permetteva di parlarmi così? Soprattutto dopo quello che aveva tentato di farmi, solo poche ore prima? Rivolsi un'ultima occhiata a Giada, ancora immobile ed apparentemente addormentata, e trascinai Giacomo lontano da quel corridoio, lontano da Federico. Non sapevo neanche io perché, ma non tolleravo che gli parlasse così.

Non se lo meritava proprio, non dopo quello che aveva detto e fatto per me quella sera.

<< Grazie, ma so difendermi da solo >> esordì lui quando ormai eravamo fuori dall'ospedale, nel  cortile dell'edificio.

<< Però non ti sei difeso con Federico >> osservai io.

<< No, infatti >> disse. << Perché ha ragione. Sono una persona orribile, Melissa >>.

Lo guardai negli occhi.

<< No, non lo sei. Il tuo alter, o come diavolo si chiama, lo é >>.

Sorrise.

Un sorriso tutto fuorché felice.

<< Resta comunque una parte di me. E difficilmente potrò liberarmene >>.

Lo presi per mano, sentendolo rabbrividire al mio tocco.

<< Giacomo, la tua nuova terapia sta funzionando. Se così non fosse, adesso non saremmo qui, a parlare tranquillamente.  E non ci saremmo mai potuti baciare >>.

Quelle parole mi uscirono spontanee, una dietro l'altra. Sapevo che era stato il mio cuore a parlare. Per quanto non lo volessi ammettere, avevo a poco a poco iniziato a voler bene a quel ragazzo.

<< Quasi baciare, Melissa. Tu non sai cosa sono in grado di fare. Intendo, da alter. Non hai la minima idea di quello che ho fatto >>.

<< Sì, invece >> lo spiazzai. << Me l'ha raccontato tua nonna, mentre eri svenuto. So che hai quasi ucciso un tuo compagno di scuola al liceo >>.

Sembrava stupito da quell'affermazione.

<< T-tu ... lo sai? >> domandò, incredulo.

<< Sì >>.

<< E non sei scappata via a gambe levate? >>.

<< No. Mi hanno sempre detto che sono un po’ pazza, in effetti >> risi. << Diciamo che non mi piacciono le cose semplici >>.

Ci sedemmo su una panchina di fronte al Pronto Soccorso. Quella notte faceva veramente freddo, nonostante fossimo a fine Maggio. Rabbrividii all'ennesima folata di vento, e Giacomo se ne accorse.

<< Torniamo dentro >> suggerì.

<< No, ti prego >>.

Non avevo nessuna voglia di salire nuovamente da Giada, non ce la facevo a vederla in quelle condizioni. E non volevo rischiare di incontrare Federico.

<< Come vuoi >> si arrese Giacomo.

Si tolse la giacca e me la gettò sulle spalle, abbracciandomi. Sentivo il suo respiro caldo sui miei capelli, e quella sensazione era incredibilmente piacevole. Stavo quasi per addormentarmi, cullata dall'espandersi regolare del suo torace, quando lo sentii sussurrarmi all'orecchio.

<< Vado a prenderti un caffè al bar, Melissa. Ne hai davvero bisogno >>.

No, non andartene, pensai, rimani ancora qui con me.

<< Ok >> dissi invece.

Si allontanò strofinandosi le braccia con le mani: cavolo, per colpa mia aveva freddo. Nell'attesa, alzai lo sguardo al cielo: c'erano così tante stelle. Se fossi stata con Giada ci saremmo messe a guardarle per ore, nella speranza di vederne cadere una ed esprimere un desiderio. "Tanto lo so che il tuo é un desiderio noioso", avrebbe detto lei, come faceva sempre. "Qualcosa tipo una laurea". "Perché, tu cosa chiederesti?", le avevo domandato un giorno. "Un pó di serenità per tutti", aveva risposto, salvo poi aggiungere: "E un ragazzo per te, che sei così complicata".

Beh, Giada, forse il tuo desiderio si era realizzato per metà.

<< Melissa >>.

Mi voltai.

<< Oh, salve signor De Fazio >>.

Era visibilmente distrutto.

<< Cosa ci fai qui fuori a quest'ora? E per di più da sola? >>.

<< Nulla, stavo solo pensando >>.

Preferii omettere che non ero sola.

<< Ti volevo chiedere scusa per prima. Sono stato uno stupido >>.

<< No, non ce n'é bisogno. Sul serio >> lo tranquillizzai. << Aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno >>.

<< Ma tu non hai nessuna colpa, Melissa. Quello che é successo non é dipeso da te >>.

<< Ci sono novità? >> domandai, speranzosa.

<< No, purtroppo nessuna. In realtà, ti cercavo per un altro motivo, oltre che per scusarmi >>.

Per un altro motivo? Cosa poteva volere da me il signor De Fazio? Si sedette accanto a me.

<< Oggi pomeriggio, Giada mi ha detto che avevi bisogno di informazioni su un certo Luca Ariosto >>.

Giusto, le avevo chiesto di parlarne a suo padre. Annuii.

<< Beh, ho fatto un paio di ricerche al lavoro. É stato denunciato più volte per maltrattamenti su minore. Le carte dicono che aveva la brutta abitudine di picchiare il figlio: molte volte il malcapitato bambino é finito in ospedale con fratture e lividi su tutto il corpo. Una volta é arrivato a rompergli la milza >>.

 Quelle sue parole mi turbarono. É arrivato a rompergli la milza ... Fui pervasa da un moto di compassione pura per Giacomo. Come avrebbe potuto sopravvivere incolume a tanta violenza?

<< Oddio >> mi limitai a dire.

<< E non é tutto, Melissa >>.

Sospirò.

<< Attualmente é indagato per l'omicidio della moglie >>.

L'omicidio della moglie? Mi era sembrato di aver capito che fosse morta di parto ...

<< La moglie é stata assassinata? >> domandai.

<< Sì. Alcuni pensavano che fosse scappata di casa, invece pochi mesi fa é stato rinvenuto il suo cadavere >>.

<< Ma ... non dovrebbe stare in carcere, allora? >> chiesi.

<< Non abbiamo abbastanza prove per tenerlo dentro, ma ... Melissa, come fai a sapere che non é in carcere? >>.

Mi rivolse un'occhiata sospetta.

<< Perché vive proprio di fronte a casa mia >> confessai.

L'espressione sul suo volto era radicalmente cambiata: era terrorizzato.

<< E tuo padre lo sa? >>.

<< No >> dichiarai. << E non gli dica nulla, per favore. Lui e mia madre hanno appena affittato quella villetta >>.

<< Ma Melissa, loro devono ... >> iniziò.

<< La prego >> lo interruppi.

<< D'accordo. Però, non appena abbiamo le prove per incastrarlo, dico tutto ai tuoi genitori >> si arrese.

<< Grazie >> gli dissi mentre rientrava in ospedale, a passo incerto.

Entro pochi minuti, Giacomo fu di ritorno. Aveva in mano un vassoio con due cappuccini e due cornetti.

<< Per lei, signora >> enfatizzò, inchinandosi.

Mangiammo in silenzio. Continuai a pensare per tutto il tempo alle violenze che Giacomo aveva dovuto subire dal padre, e a come, incredibilmente, fosse diventato un tipo così gentile e buono, nonostante quello che aveva affrontato. Forse é per questo che si é 'sdoppiato', pensai. Perché ha tentato - invano - di rimuovere quanto di più malvagio covava in lui.

<< Ti sei sporcata  >> affermò, pulendomi il viso con un tovagliolo.

Ancora una volta, il suo tocco mi fece rabbrividire.

<< Grazie >> lo ringraziai, sperando che non avesse notato quanto ero arrossita. Maledissi le migliaia di vasi sanguigni che c'erano sulle mie guance, ad uno ad uno.

<< Non devi preoccuparti di arrossire. É una cosa bellissima >> mi tranquillizzò, sfiorandomi una guancia con un dito.

Mi avvicinai di più a lui, tanto vicino da rendermi conto che i suoi occhi, in realtà, non erano proprio azzurri. Sembravano quasi verde acqua, a quella distanza. Lo trassi verso di me e, per la prima volta, diedi un bacio sulle labbra. Il mio primo bacio. Sì, insomma, il mio primo vero bacio. Quello di poche ore prima era durato meno di cinque secondi, mentre questo fu molto più lungo e piacevole. Rimanemmo avvinghiati per alcune ore, solamente abbracciandoci, finché non fu mattino.

<< Credo che la nuova terapia stia funzionando >> furono le sue uniche parole, all'alba.

 

 

 

 

   
 
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