The
beginning
Entrò nella cabina
armadio
di malavoglia. Anche se erano passati sette anni dall’inizio
del suo primo e
unico giorno come vampira, Bella aveva ancora qualche
difficoltà nell’accettare
di usare tutti quei vestiti e soprattutto di doversi allontanare dal
corpo
perfetto di Edward dopo solo una notte insieme. Sbuffando
annusò l’aria in
cerca dell’odore ormai familiare di jeans e magliette e si
voltò a guardare suo
marito che la osservava sorridente.
- Reneesme.- Rispose alle
sue lamentele mentali con l’unica parola che era in grado di
placarle. Edward
la conosceva molto bene.
- È già
tornata?- Il tono
di sorpresa della sua voce era evidente. Sapeva che sua figlia era a
caccia con
Jacob fuori dai confini dello stato e si stupiva che fosse
già di ritorno dopo
solo una notte.
- Jacob ha voluto
tornare.- Fece una smorfia che non si addiceva per niente al suo viso
perfetto
e continuò - Ha avuto una rivelazione. Sai che ha sempre
considerato Reneesme
come una sorella da proteggere perché era ancora piccola, ma
adesso che si è
fermata ha cominciato a vederla da un’altra angolazione-
- Ah- Bella guardava il
viso di Edward per calmarsi. Improvvisamente le ritornarono alla mente
le
immagini del suo primo incontro con Jacob dopo la trasformazione, la
rabbia nell’aver
scoperto che il suo migliore amico aveva avuto l’imprinting
con sua figlia e il
desiderio di protezione che provava. Adesso le sensazioni erano molto
più
forti.
Senza parlare si
lanciò
nella foresta e corse verso casa Cullen. Edward le fu subito al fianco.
Cercava
di controllare la velocità per stare al passo della maglie
ma la rabbia lo
pervadeva infondendogli una carica extra.
- Vai io ti raggiungo- La
voce di Bella arrivò limpida alle orecchie di Edward che in
una frazione di
secondo scomparve.
Quando Bella arrivò
erano
tutti lì. Emmett ghignava. Alice, Jasper, Esme
e Carlisle ascoltavano Edward e Rosalie era rannicchiata
in posizione di
attacco. All’arrivo di Bella però tutti si
girarono verso di lei.
Senza poterne farne a meno
Bella sussultò alla vista di quei sette modelli che le
sorridevano. Non avrebbe
mai pensato di essere tanto felice, ma era così. Adorava
tutti loro, sentì la
risata provocatoria di Emmett, in un modo o nell’altro.
Alice che le era stata
sempre accanto. Jasper che aveva il potere di calmare gli stati
d’animo delle
persone. Esme così dolce e materna. Carlisle con la sua
bontà e la sua
generosità. Rosalie che aveva imparato pian piano a
conoscere e che si era
presa cura di Reneesme sempre. Emmett con la sua forza e il suo
carattere da
bambino capriccioso sempre pronto a scherzare e a mettere in imbarazzo
gli
altri con le sue frecciatine. Edward. Ancora non riusciva a credere che
fosse
vero. Amava quel vampiro con tutta se stessa ed era stato per lui che
aveva
affrontato la morte ed aveva varcato le soglie
dell’immortalità. Il suo viso era
la cosa più bella che avesse mai visto e non avrebbe mai
smesso di pensarlo,
non si sarebbe mai stufata di quella perfezione. Non dopo tutto quello
che
avevano passato prima di potersi amare pienamente.
- Anche stanotte non avete
spaccato niente vero?- Emmett guardava Bella strafottente.
Ringhiò.- Piantala.
Ci
sono cose più gravi a cui pensare-
- Oh oh,che paura
sorellina.- Emmett sfoderò uno dei suoi sorrisi migliori,
quelli che ti
lasciavano a bocca aperta. Continuò:
- Non ci vedo niente di
male, Bella. Jacob non è più un bambino e anche
Nessie. È normale, è la natura-
- Me ne infischio della
natura! Il solo fatto che siamo tutti qui significa che la natura
può cambiare.
È ancora piccola. Ha solo cinque anni di vita-
- Ma è come se ne
avesse
diciassette. Tu a diciassette anni ti sei innamorata della creatura
più
pericolosa che potessi incontrare e a diciotto sei rimasta incinta-
Logica
schiacciante.
-È diverso. Io non
sono
lei. È nata solo sette anni fa. È una bambina, la
mia bambina- Bella si girò
verso Edward. Se fosse stata ancora umana sarebbe scoppiata a piangere,
ma il
suo corpo perfetto non glielo permetteva così
cercò appoggio nel suo amore.
- Bella ha ragione.
Reneesme è ancora una bambina. Non riesco a capire come
abbia fatto quel cane a
pensarci. Lo uccido.-
Bene. Almeno qualcuno che
ragionava c’era.
Emmett sbuffò ma
non disse
niente. Sapeva che mettersi contro Edward in certe situazioni era
rischioso e
in più sapeva che per quei due era diverso, in fondo Nessie
era la loro figlia
biologica. Forse era giusto appoggiarli…
-Grazie Em- Edward sorrise
ai pensieri del fratello e strinse la mano a Bella.
- Non ti preoccupare
tesoro prima che possa anche solo decidere consciamente di toccarla io
l’avrò
ucciso-
Sussultò ma la
rabbia era
troppo forte.- Grazie. Era quello che volevo sentire-
Alice alzò gli
occhi al
cielo ma non disse niente.
Il rumore di una corsa.
Passi pesanti e disordinati si alternavano a balzi leggeri e precisi.
Erano tornati.
Si irrigidirono tutti.
Jasper e Alice uscirono seguiti da Carlisle ed Esme, Emmett sogghigno,
Rosalie
si irrigidì ancora di più ed Edward
andò incontro ai due viaggiatori. Bella
trattenne il respiro. Sapeva che erano arrivati davanti ad Edward,
sentiva il
cuore di Reneesme battere leggermente più veloce del
normale, affaticato dalla
corsa tra stati.
Nessuno parlava.
Uscì e si
affiancò al marito lanciando a Jacob uno sguardo assassino.
Il licantropo capì.
Si
allontanò per riprendere sembianze umane e si
avvicinò ad Edward con
un’espressione interrogativa nel volto.
- Si. Tutto- Edward
rispose severo alle domane silenziose di Jake.
- Ah-
- È molto peggio-
un’altra domanda che solo Edward
parve sentire. Ce ne fu subito un’altra e la risposta di
Edward suonò ancora
più minacciosa.
- Anche lei, si-
- Ah-
- Mamma, babbo cosa
succede- la voce di Reneesme fece ricordare a tutti che c’era
anche lei.
Automaticamente tutti e tre si voltarono verso quel miracolo. Fisico
alto e
slanciato. Occhi di un marrone intenso, i capelli boccolosi perfetti e
lunghi
fino alla vita. La pelle più bella che nessuno avesse mai
visto. Perlacea e
setosa ma calda, ancora in grado di arrossire. Nessie era la degna
figlia di
suo padre e sua madre. I tratti del volto di Edward, gli occhi di
Bella, i
capelli di Charlie.
- Niente Nessie, solo un
piccolo problemino che io e tuo padre dobbiamo risolvere-
Bella ringhiò.
- Anche Bella vuole
risolvere lo stesso problema- come al solito Jacob era il primo che
aveva
risposto. L’istinto di proteggerla era più forte
di tutto.
- Vai in casa tesoro. Non
c’è niente di cui preoccuparsi- Edward
parlò con un tono calmo e pacato
- Mamma…-
- Vai in casa tesoro, per
favore- vedere la figlia impaurita e inconsapevole fece stringere lo
stomaco a
Bella.
- Edward- con il suo passo
elegante Bella si avvicinò ad Edward e gli prese il viso tra
le mani poi
allontanò il suo scudo protettivo e lasciò che il
marito le leggesse i
pensieri.
- Sei sicura?-
- Si, non voglio che
soffra-
- Ok. Peccato. Avevo molti
conti in sospeso con lui e questa era un occasione perfetta-
- Lo so, dispiace anche a
me-
- Allora sono salvo?-
Jacob sprizzava gioia da tutti i pori
- Per il momento- Lo
ammonì Bella.
- Si, per il momento.
Adesso mi accontento di una passeggiata-
Il volto di Jacob si
incupì. – Ok-
E così il
licantropo e il
vampiro si allontanarono insieme.
- È andato a farlo
fuori
da un’altra parte?- la voce di Rosalie era piena di desiderio.
- Per il momento non
credo-
- Uffa- Rosalie si
allontanò avvilita…
Charlie si voltò
nel letto
sicuro di trovare Sue accanto a lui ma sentì solo la
superficie piatta e fredda
del lenzuolo. Si alzò spaventato da quell’assenza
ma sentì subito il profumo di
uova e pancetta. La sua Sue gli stava preparando la colazione come
tutte le
domeniche. Felice e rilassato si lasciò cadere sul letto in
attesa della
colazione.
- Ciao, sei già
sveglio?-
- Si, oggi vado a pesca
con Billy-
- Giusto è domenica-
- Già…-
- Prima ha chiamato Bella.
Ha detto che oggi pomeriggio non possono venire perché
è successo un piccolo
problema…-
- Cosa? Qualcuno sta
male?-
Lo sguardo interrogativo
di Sue gli fece ricordare che era impossibile che stessero male
fisicamente.
Riformulò la domanda in modo più adeguato.
- Cosa è successo?-
- Non lo so, è
rimasta sul
vago ma sembrava irritata-
- Ah-
- Non vuoi chiamarla?-
- No, se era qualcosa di
grave l’avrebbe detto.- Si alzò ed
entrò nella doccia.
Edward e Jacob camminavano
tranquilli nella foresta. Ne avevano passate talmente tante insieme che
l’antico risentimento se ne era andato.
- Allora?-
- Jacob sta zitto. Solo
perché ho deciso di non ucciderti non significa che mi sia
passata. Sto
cercando di non ucciderti.-
- Sei ancora convinto che
vinceresti tu?-
Lo sguardo che ricevette
in cambio lo fece trasalire.
Continuarono a camminare.
In silenzio.
- Ok Jacob parla! Non ce
la faccio più a sopportare i tuoi pensieri!-
- Potresti sempre
ignorarli-
- Potrei se tu non
pensassi in continuazione a mia
figlia-
- Sai che non posso farne
a meno…-
- Si lo so.-
- Senti Edward io lo so
che deve essere difficile per te. Ma devi sapere che non farei mai
niente per
cui lei non sia pronta. Io l’amo più della mia
stessa vita. Non potrei fare
niente per ferirla, non farò niente fino a quando non
sarà lei a volerlo.-
- Lo so Jacob. Il suo
amore, il desiderio, il bisogno che ha di te sono travolgenti.
È come se li
urlasse invece che pensarli e questo è ancora peggio. Come
posso proteggerla da
una cosa che desidera così ardentemente? Non posso. Il
desiderio di farla
felice, la paura di quello che potrebbe succedere sono estenuanti per
me. Non
posso ritenermi un padre normale. Non posso metterla in punizione,
proibirti di
vederla ma non posso neanche darti la benedizione, non sapendo quello
che
provi. So che non le faresti mai del male, che la ami quanto lei ama te
ma so
anche che sei un uomo ed hai certi bisogni. Non posso ignorare il
desiderio con
cui la guardi ma non posso neanche tenertela lontana. Per la prima
volta nella
mia vita non so cosa fare.-
- Lascia che me ne prenda
cura io. Non voglio portarla via. Non ho intenzione di farle del male.-
- Lo so Jacob. Lo sento.-
- Mi dispiace-
- Anche a me.-
- Ti chiedo solo di
fidarti. Niente di più…-
- Non dire facile.
È tutto
il contrario.-
- Fidati di me. Te lo
chiedo da amico, non le farò del male.-
- Lo so. So che sarai
più
protettivo di me e so che è giusto così, ho solo
bisogno di un po’ di tempo…-
- Per pensarci hai tutta
l’eternità-
- Niente di più
vero.-
- Torniamo?-
- Si. Bella sarà
nervosissima-
- Quindi adesso ho la tua
benedizione?-
- Una cosa del
genere…-
- Perfetto-
- Non farmene pentire-
- Si-
- Mamma…-
- Dimmi tesoro-
Reneesme si
avvicinò a
Bella e le toccò il viso con la mano. Rividero insieme la
scena che si era
conclusa pochi secondi prima nel giardino.
- Non so se posso…-
La faccia di Jacob si
materializzò nei pensieri di Bella.
- Si hai ragione te lo
direbbe lui quindi…- Bella fece un respiro profondo e
fissò gli occhi marroni
di sua figlia che erano stati i suoi per tanti anni. – Adesso
che la tua
crescita si è fermata Jacob… ecco, diciamo che ti
guarda in un altro modo e tuo
padre l’ha sentito quindi... Sai che per lui è
difficile-
- Anche per te, ma non sei
andata con loro.-
- Non ho voluto. Mi fido
di tuo padre ciecamente. So che non farebbe niente per ferirti, ne per
ferire
me…-
- Un giorno mi racconterai
come vi siete conosciuti? Tutta la storia per intero intendo-
- Un giorno- Bella
sospirò. Non aveva mai detto niente a sua figlia del prima e nessuno dei suoi fratelli lo
aveva fatto per lei. Era una
conversazione che dovevano fare da sole ma non ne aveva mai avuto il
coraggio.
Una volta perché
Reneesme
era troppo piccola.
L’altra
perché non era il
momento giusto.
La verità
è che aveva
sempre temporeggiato. Non aveva mai provato l’amore che
provava per sua figlia.
Si sentiva in costante dovere di proteggerla e aveva paura che sapere
esattamente quello che aveva passato per lei, il dolore, la morte
l’avrebbero
fatta soffrire.
Inoltre aveva paura della
reazione che avrebbe avuto nel sentire la parte di Jacob. Ma doveva
farlo. Era
sua figlia, glielo doveva.
Sentì il profumo di
Edward. Si alzò dal divano seguita da tutti gli altri e
aspettò che entrassero.
- Edward - non poté
fare a
meno di saltargli addosso provocando l’ilarità di
Emmett. lo sentì bofonchiare
un “è tutta scena” ma non ci fece molto
caso era troppo impegnata a guardare
suo marito. Gli occhi ambrati stavano incollati a quelli nocciola della
loro
figlia mentre la stringeva tra le braccia.
- Jacob ti sta aspettando-
Reneesme fissò suo
padre
un’ultima volta e uscì.
- Andiamo a casa- Edward
prese per mano Bella e con un cenno agli altri entrarono nel bosco
diretti a
casa loro.
- Voglio sapere tutto-
- Lo so tesoro, è
per
questo che stiamo tornando a casa, non volevo che sentissero tutti.
È stata
un’esperienza interessante.-
Allora
cosa
ne pensate? Spero che vi sia
piaciuta…recensite…un grazie a tutti in anticipo.