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Autore: mengo1904    15/03/2015    1 recensioni
Ecco qui le mie one-shot sui personaggi di Percy Jackson (e nuovi).
I capitoli parleranno di tutti loro, e non saranno storie da romanzi rosa, ci saranno anche quelle di amicizia, altre di "amicizia", alcuni triangoli amorosi, insomma.. cose così !
Sappiate che il rating non vale per tutti i racconti,essi saranno diversi gli uni da gli altri.
Per avvertirvi scriverò il colore adatto del capitolo in alto a destra per ognuno di essi, quindi se vedete, per esempio, *rating rosso* e non vi piacciono quel tipo di storie allora passate pure al capitolo dopo.
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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Raiting: rosso
 Personaggi: Percy, Annabeth
Avvertimenti/note: Lime, erotico.



Un appuntamento. Una sera. Una ragazza.
Perché doveva essere così difficile questo pensiero?Percy Jackson, salvatore dell’Olimpo nonché grande eroe, era estremamente in ansia per l’appuntamento di quella sera con la sua ragazza.
Certo però che non sarebbe successo niente di che, insomma, il tempo sarebbe volato e non avrebbero fatto niente di che, cercò di convincersi. Ma allora perché era così in ansia?
Questo Percy non se lo sapeva spiegare.
Era solo una delle tante uscite con Annabeth, eppure, non si sa perché, quel giorno era in completo caos.
Si distrasse per tutta la giornata nel pensare alla serata che stava per trascorrere. Certo, Annabeth era una ragazza bellissima intelligente e simpatica, ma quel giorno Percy sentiva il presentimento che quella non sarebbe stata una sera come le altre.
Aveva qualcosa che li ribolliva nello stomaco, come se fosse un segnale d’avvertimento.
Annabeth, dal canto suo, aveva passato una giornata senza preoccupazioni, fortunatamente per lei nessun strano presentimento si era fatto sentire.
Tanto che, quando incontrò il suo ragazzo che la stava aspettando con un’espressione a dir poco tesa, lei non ci fece nemmeno caso perché si fiondò subito sulle sue labbra.
Il ragazzo inizialmente restò sorpreso ma sembrò riprendersi quando la lingua della ragazza penetrò nella sua bocca senza indugio, e soprattutto quando il corpo caldo di lei si avvicinò al suo.
Lei le cinse l’esile vita mentre lei gli avvolgeva il collo infilando le mani tra i suoi capelli corvini.
Il bacio era passionare, pieno d’amore e di desiderio.
Le loro labbra si staccarono solo quando lui sentì un veloce formicolio che gli arrivò fin giù nelle costole, rimbombandogli nella pancia e finendo più in basso, fin nei testicoli.
Quel bacio lo aveva calmato fin troppo.
Ci fù silenzio fin quando, poco dopo, Annabeth non parlò.
-Buonasera anche a te.- Teneva le mani allacciate ben salde dietro al collo del ragazzo, dubitava di volersi staccare da esso.
-Guarda che non puoi fare così!- Aveva un largo sorriso sulla faccia, uno di quelli che solo lei gli poteva tirar fuori.
-E perché no?- Annabeth fece una smorfia –Io credo che ti sia piaciuto, e anche tanto…- disse
-Bhe questo è ovvio- rispose imitandola- solo che così mi uccidi. Cioè, lo sai che effetto mi fa!-.
Un sorriso malizioso comparve sul volto della ragazza. –Oh bhe, non credo che sia una cosa così brutta sai Testa d’Alghe?-
-Davvero?- rispose Percy.
Gli era sempre piaciuto quell’aspetto di Annabeth, lei non si sorprendeva mai, anzi era lei quella che sorprendeva.
-Già- e lo ribaciò.
Percy, senza stupirsi di nuovo della mossa della ragazza, la ribaciò con altrettanta passione per poi farli appoggiare la schiena contro il tronco di un albero li vicino.
Annabeth sussultò quando sentì l’erezione del compagno crescere pian piano che il bacio di approfondiva ancora di più.
Quella volta fù la lingua del ragazzo a farsi largo nella sua bocca.
Le mani fredde di lui passarono sotto la maglietta di Annabeth per toccare la sua pelle morbida, subito la ragazzo provò un brivido che le fece incurvare la schiena contro il corpo desideroso di Percy.
I due erano ormai dei carboni ardenti, si desideravano l’un l’altro più di quanto non avessero mai fatto.
Esitante Percy si staccò velocemente dalle labbra rosee della ragazza –Andiamo nella cabina di Poseidone?- disse per poi far ricombaciare e loro labbra.
-Troppo lontana.- rispose Annabeth –Perché non andiamo nel lago?- disse puntando lo sguardo verso la distesa d’acqua che li affiancava.
Come risposta la ragazza fù spinta verso di essa per poi caderci dentro con ancora il corpo del suo ragazzo attaccato al suo. Come se non si potessero più staccare.
Il figlio di Poseidone creò una bolla già prima di toccare l’acqua. Pian piano poi si fece trasportare nella parte più profonda ma illuminata del lago, dove guardando in alto si vedevano mille sfumature di blu e verde illuminate dalla luna.
Una volta arrivati sul fondo fece stendere la ragazza sotto di lui mentre posizionava una mano vicino alla chioma bionda di lei per sostenersi e l’altra sul suo fianco che pian piano veniva scoperto.
I palmi della ragazza si spostarono per andare ad accarezzare i pettorali di Percy che subito dopo furono privati del tessuto che li copriva.
Percy fece passare la mano sulla pancia piatta di Annabeth, poi dopo averla accarezzata con i polpastrelli la spostò più in basso, fino ad arrivare alla zip dei pantaloni. Esitò prima di abbassarla ed infilarcisi dentro, aprì la mano e la depositò sulla sua intimità per poi iniziare a premere con le dita su di esso.
Voleva farla impazzire, voleva che lei fosse felice, ma soprattutto voleva darle tutto quello che desiderava.
Un gemito lasciò la bacco della ragazza che chiuse gli occhi con forza e si morse d’istinto il labbro inferiore.
Percy decise di lasciar perdere, anche se di malavoglia, quelle labbra e di andarsi a concentrare sulle sue altri parti del corpo.
Si dedicò inizialmente al suo collo, che baciò e succhiò con insistenza fino a che non vide che si stava arrossendo, poi scese più in basso, lasciando una lunga scia con la lingua sulla pelle scoperta dalla maglietta che aveva precedentemente alzato.
Si avvicinava pian piano agli slip che uscivano di poco da sotto i suoi pantaloni, così decise di toglierli una volta per tutte, continuò ad accarezzarli il linguine pulsante da sopra la stoffa leggera che lo copriva, poi pian piano decise di abbassarli  e di far scendere la lingua su di esso.
Un altro gemito strozzato uscì dalla bocca di Annabeth, come se faticasse a respirare.
Il piacere che gli stava facendo provare il ragazzo era immenso, era vero, puro, come nessun’altro.
Inarcò la schiena e Percy ne approfittò per allargarli ancora di più le gambe per metterli poi le mani sui glutei e stringerli di conseguenza.
Più andavano avanti, più l’erezione del ragazzo si faceva evidente, tanto che diventò quasi insopportabile, come un dolore fisico.
Percy iniziò a risalire verso la sua bocca voglioso di assaggiare nuovamente le sue labbra.
Appena la baciò la sua mano andò automaticamente a prendere l’orlo della sua maglietta per sfilargliela, andare ad accarezzargli la schiena ed iniziare a maneggiare abilmente il gancetto del reggiseno per poi slacciarglielo.
Come se non bastasse l’erezione di Percy ed il suo bisogno irrefrenabile di fare quella bellissima ragazza sua si faceva sentire sempre di più, e lei sembrò accorsi di questo, soì fece scendere le sue mani fino ad arrivare all’orlo dei pantaloni del suo partner per poi fare una leggera pressione sul suo cavallo dei pantaloni, dopo di che li slacciò e li fece scivolare via. Stava per togliere pure i boxer quando una mano arrivò al suo seno per poi iniziarlo a stuzzicare.
La ragazza sussultò scossa da un brivido di piacere improvviso mentre Percy avvicinava le sue labbra al capezzolo per poi iniziarlo a mordere.
I gemiti aumentarono e si fecero subito più forti.
Il labbro di Annabeth era torturato dai morsi così come ogni parte del corpo dove Percy si era soffermato.
-Percy- gemme Annabeth con insistenza –Percy…- lo chiamò di nuovo.
Ormai stava arrivando al culmine quando il suo ragazzo fece avvicinare i loro bacini e li fece unire in un'unica danza.
Presa dall’eccitazione e dal desiderio di aggrappò alla schiena del ragazzo con le unghie facendolo sussultare e gemere, lo avvicinò di più a se mentre lui si muoveva dentro di lei con spinte leggere ma decise.
I baci si fecero più forti, più insistenti.
Si amavano, si desideravano, e non si sarebbero lasciati per nulla al mondo.
Le spinte si fecero più forti ed i loro respiri più affannati, si disideravano sempre di più, si volevano, si avevano.
Arrivarono all’apice, ma non diedero degno di volersi staccare, quindi rimasero fermi, uno sopra all’altro, con i respiri sincronizzati, guardandosi, toccandosi, amandosi.
 
   
 
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