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Autore: Demon1901    15/03/2015    14 recensioni
Esistono molte versioni del mito di Narciso, uno fra questi è quella di Pausania.
Ho scritto la storia che ho nella mia mente partendo dal breve riassunto che ho trovato in rete.
Spero sia di vostro gradimento.
Dal testo "Lei gli toccò il viso e Narciso si lasciò trasportare dall'amore che aveva sempre cercato di nascondere, lentamente appoggiò le sue labbra sulla fronte della ragazza seguito da un piccolo bacio sul naso per poi spostarsi alla guancia sinistra ed infine su quella a destra" [...] "Si lasciò andare, si lasciò trascinare e trasportare dall'amore fino a raggiungerlo."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un enorme grazie a Livia per tutto.
Questa la dedico a te.

Narciso aveva trascorso tutta la vita insieme alla sorella, una creatura estremamente bella con la carnagione chiara, due grandi occhi luminosi e lunghi capelli biondi. Ogni istante che trascorreva insieme a lei era più bello del precedente, i suoi modi graziosi, l'eleganza dei suoi movimenti riuscivano ad incantarlo, era in grado ascoltare la sua voce melodiosa per ore senza mai stancarsi, semplicemente toccarla creava all'interno del suo corpo un strano tremolio, molto piacevole, tanto che desiderava sempre andare più a fondo. Col tempo dentro di lui continuava ad aumentare l'irresistibile tentazione di dichiararle il suo amore, ma non poteva, era la creatura più bella che avesse mai visto ma era anche sua sorella, nelle loro vene scorreva lo stesso sangue.

Un giorno però, trascinato da un entusiasmo insolito, prese per mano la gemella portandola nel bosco fino a fermarsi sotto l'ombra di un grande albero vicino alla fonte. Lei portava una corona di fiori fatta a mano dal fratello. Narciso la osservò come non l'aveva mai fatto, si fermarono uno di fronte all'altro e lui iniziò a farle complimenti con parole molto dolci, vendendola arrossire e abbassare la testa. Narciso le mise un dito sotto il mento in modo da guardarla direttamente negli occhi, per incrociare i loro sguardi e quello che vide esprimeva esattamente i suoi sentimenti. Una forza da dentro lo spinse a continuare, a non fermarsi, con un tocco delicato le sciolse i capelli che tanto abilmente aveva intrecciato, con cautela, senza tirarli, prese la corona e la lasciò lì sulla terra, la chioma incoronava il volto della ragazza formando un'aureola. Lei gli toccò il viso e Narciso si lasciò trasportare dall'amore che aveva sempre cercato di nascondere, lentamente appoggiò le sue labbra sulla fronte della ragazza seguito da un piccolo bacio sul naso per poi spostarsi alla guancia sinistra ed infine su quella a destra. Narciso si staccò di qualche centimetro per vedere il suo volto, nei suoi occhi riusciva a leggere l'amore che c'era nel suo cuore. S'avvicinò di nuovo per far congiungere le loro labbra, ma all'ultimo istante decise di dare un bacio sul mento e la ragazza rispose con un gemito

«Non tormentarmi più, ti diverti a farmi soffrire?»

«Lo sai che non ti farei mai del male» rispose Narciso con un piccolo sorriso.

«Allora baciami, senza esitazioni, baciami o ne morirò!»

Non voleva più farla aspettare, le loro labbra stavano per sfiorarsi per la prima volta quando entrambi sussultarono. La loro madre chiamò entrambi a gran voce, essendo dei bravi cacciatori capirono che era lì vicino, dovevano aspettare ancora per il frutto proibito.

Erano passati tre giorni dall'ultima volta che aveva incontrato sua sorella, era stato mandato in un lungo viaggio per una commissione della madre, ma una sensazione strana lo spingeva a far correre il cavallo stanco per poter finalmente riabbracciare la sorella. Quando arrivò a casa trovò uno strano silenzio, non sentiva la madre lanciare ordini, il padre lavorare fuori e non c'era traccia nemmeno della sua amata.

Cercò disperatamente suo padre per chiedere spiegazione, ma lui non fu in grado di dire nemmeno una parola, mentre la madre riuscì ad informarlo di quello che era accaduto alla sua partenza e disse: «Lei ci ha lasciato, è andata via» e si mise a piangere.

Narciso non capiva o forse non voleva comprendere.

La sua testa iniziò a pulsare cosi forte che faticò a distinguere la realtà, si ricordava ancora le sue parole: "baciami o ne morirò", lui non l'aveva fatto, l'aveva fatta soffrire, l'aveva tormentata, lui. Era stato lui ad ucciderla.

Non riusciva più a ragionare lucidamente e lentamente si trascinò nell'ultimo luogo in cui erano stati intimi, vicino alla fonte.

Lì trovo la corona, ormai con fiori appassiti e qualche filo dorato della sua chioma, le lacrime iniziarono a scendere all'improvviso mentre i pensieri e le parole tornarono per tormentarlo ancora e ancora: baciami o ne morirò, vuoi tormentarmi, vuoi farmi soffrire. Lui, Narciso, aveva ucciso il suo amore.

Dopo quella che sembrò un'eternità si trascinò fino alla corrente per sciacquasi il viso con acqua fredda. Arrivato lì però vide il proprio riflesso, meglio vide il volto della gemella, ma c'era qualcosa di diverso in lei, aveva gli occhi rossi come a ricordarli che aveva sofferto per colpa sua, che ancora aspettava ciò che le era stato promesso.

Narciso s'avvicinò per baciarla, per finalmente mescolare il loro amore, per arrivare fino a fondo, nel profondo.

Si lasciò andare, si lasciò trascinare e trasportare dall'amore fino a raggiungerlo.

   
 
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