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Autore: TwinStar    13/02/2005    25 recensioni
“Cerca di capirmi, Remus, volevo solo essere lasciato in pace! La conosci la mia famiglia, non potevo certo dire a mio padre che convivo con un ragazzo che entra tranquillamente in camera mia mentre sono nudo! L’avrebbe trovato ambiguo!”
“Mentre invece non troverà ambiguo farti portare un ragazzo travestito da donna al compleanno di sua moglie!”

E' la mia prima fic a episodi, spero tanto che piaccia.
Genere: Generale, Commedia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVERTENZA 1
In considerazione del linguaggio sconsiderato, della fama (e della famE) dell’autrice e della presenza di situazioni con particolari riferimenti sessuali più o meno vaghi (credo, almeno, l’intenzione è quella, poi non so ancora come si svilupperà la storia), si consiglia la lettura ad un pubblico adulto o almeno maturo sessualmente.
AVVERTENZA 2
Le situazioni ivi descritte non riguardano personaggi reali bensì le loro caricature. Non è detto che i personaggi seguano alla lettera il loro carattere abituale, spesso si concedono diverse divagazioni. Non è detto nemmeno che la trama segua le tre unità aristoteliche né che abbia una trama decente. Traduzione: Questo ho scritto e questo vi beccate! ^^
AVVERTENZA 3
Non rispondo di eventuali danni psichici derivanti dalla lettura dell’opera. Continuando lo fate a vostro rischio e pericolo. E’ la mia prima fan fiction, siate clementiiiii! ^^

AND NOW…
THE SHOW MUST HONK HONG!!!!!

*********
A QUALCUNO PIACE… RHEME?!

Capitolo 1: L’inizio dei g(u)ai
Non avrei dovuto aprire la porta. Decisamente non avrei dovuto aprire quella dannatissima porta. Quando suonò il campanello avrei dovuto semplicemente ignorarlo; continuare a bere il mio tè caldo, fissare beatamente il vuoto, pensare al nulla cosmico, godermi la pace di un bel sabato mattina come tanti. Anzi, a ben pensarci molto probabilmente non avrei dovuto neanche alzarmi dal letto, e se mi fosse scappato da andare al bagno avrei dovuto farmela addosso piuttosto che mettere un piede fuori dalle coperte.
Ma del senno di poi son piene le fosse.

“E’ in casa Sirius Black?”
“Chi lo cerca?”
“Sono suo padre.”
Poco ci mancò che cadessi a terra svenuto come una pera. Avevo sentito parlare di lui da Sirius, in toni non propriamente lusinghieri (non posso ripetere qui le parole esatte che pronunziò perché sono un lupacchiotto educato). Ma ora che lo avevo di fronte, una certezza mi traversò la mente; Sirius era stato anche troppo buono. Era… Come posso spiegarlo? Avete presente quel tipo d’uomini dolci e rassicuranti che se vi ordinano di volare voi vi lanciate giù dalla torre di astronomia sbattendo le braccia senza pensarci un secondo?
Ecco.
Un colpo secco mi fece trasalire dai miei pensieri. Il padre di Sirius aveva sbattuto il bastone a terra con aria seccata. “Allora, posso sapere dove si è cacciato quel buono a nulla?!”
A questo punto, direte voi, avrei potuto inventare una scusa. Mi sono diplomato a Hogwarts col massimo dei voti, mi hanno sempre reputato uno studente brillante, non mi ci sarebbe voluto nulla a dire “mi dispiace ma Sirius non è in casa, ha intrapreso un viaggio spirituale alla scoperta di se stesso ma fa fatica a trovare il cervello quindi forse lo rivedremo tra qualche decade”.
Ma non lo feci.
Perché?
Perché sono un cretino, va bene?! “C- Credo che stia ancora dormendo… Io… Io…” Le parole mi morirono in gola. Il padre di Sirius mi stava fissando con una strana luce omicida. Dovevo andarmene da lì o me la sarei fatta sotto dalla paura, e non solo in senso metaforico!
“Io… Credo che andrò a svegliarlo!” E corsi di sopra come se avessi avuto alle calcagna una Manticora. Mi infilai in camera di Sirius a velocità sperimentate solo dagli ultimi modelli di Nimbus, senza neanche preoccuparmi di bussare (tanto lui non lo faceva mai, e poi era una situazione d’emergenza!), ma lo spettacolo che mi ritrovai davanti mi fece pentire subito di essere stato così avventato.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!

“…Eh? … Mhm, ma che ca…? Cos…? Remus, che succede?!”, mugugnò nella mia direzione un Sirius alquanto allarmato, ma soprattutto contrariato. Aveva ragione, essere svegliato da un pazzo in vena di imitare il grido di una Mandragola non era il modo migliore per cominciare la giornata, ma che provasse a mettersi nei miei panni! Non mi ero mai trovato in una situazione più imbarazzante in vita mia, e di situazioni imbarazzanti ne vivi parecchie, se ai tempi della scuola fai comunella con gente come Sirius Black e James Potter.
“Santo Godric, Sirius, sei nudo come un verme!!!”
“Come sempre, a letto, grazie per averlo notato. Da quando ti interessi tanto al mio abbigliamento, o alla mancanza di esso, in questo caso? Spero che non sia per questo ti sei messo a gridare come un maiale sgozzato praticamente all’alba o giuro che ti…”
“Ma se sono le dieci!”, lo interruppi, sempre imbarazzato a morte.
“Appunto, è l’alba!”, biascicò Sirius stropicciandosi gli occhi e mugugnando qualche frase in un idioma incomprensibile che aveva tutta l’aria di essere un insulto rivolto alla persona mia e di tutti i miei antenati. Dopodiché tornò a sprofondare la nuca nel cuscino ed emise un sospiro seguito da un mugolio soddisfatto. “Ora, a meno che tu non sia venuto ad avvisarmi che siamo circondati dai Mangiamorte o che sta andando a fuoco la mia collezione di Playwiz, devo chiederti di andartene perché ho tutta l’intenzione di tornare a dormir…”
“NO! Non puoi!” Dimentico della vergogna provata di fronte alle nudità del mio amico, gli corsi accanto e, afferratolo per le spalle, tentai di scrollarlo con violenza con la teorica intenzione di farlo cadere dal letto, ottenendo solo un leggero tremolio rilassante. Presi mentalmente appunti che avrei dovuto fare qualcosa per mettere su un po’ di massa muscolare. “Sirius, ti prego, tu non capisci! Devi alzarti, devi vestirti, devi scendere subito di sotto, perché tuo padre…!!!” Un colpetto di tosse proveniente dalle sue spalle mi fece trasalire. Quel vecchio maledetto aveva il passo felpato di un gatto, come aveva fatto a non sentirlo arrivare?! Sospirai stancamente, tanto ormai era fatta. “… E’ qui…”
Sirius si rizzò a sedere di scatto come nemmeno se avesse avuto una molla sotto al sedere e, dopo un primo momento di malcelato stupore, rivolse all’odiato genitore uno dei suoi sorrisi più sereni e disarmanti, uno di quelli che in genere ai tempi della scuola utilizzava con professori per farsi perdonare una “malandrinata” o con le ragazze per farle cadere ai suoi piedi. Sfortunatamente quello che aveva di fronte non era né una ragazza né un professore, ma qualcuno che aveva tutta l’aria di essere molto più tosto di lui.
“Padre!”, cinguettò felice. “Che sgradita sorpresa averti qui nella mia umile dimora! Come va?”
“Male, come ogni volta che ti vedo.”
“E’ bello vedere che certe cose non cambiano mai, ti dà dei punti fermi nella vita che aiutano a mantenere un equilibrio psichico.”, l’ombra di un sorriso malizioso traversò il volto di Sirius, che mi strizzò l’occhio con aria complice, dopodiché si fece serio. “Ad ogni modo, dal momento che il sentimento è reciproco, vediamo di arrivare subito al dunque. Qual cattivo vento ti porta qui?”
Non l’avesse mai chiesto.
Il signor Black cominciò a investire il figlio di parole che non posso ripetere qui sempre per il fatto che sono un lupacchiotto educato e potrebbero anche leggermi dei minorenni. Fatto sta che se era vero che, come diceva Sirius, i due non si parlavano da una decina d’anni, aveva deciso di recuperare il tempo perduto proprio in quel momento. Ce n’era per tutto e per tutti, dal suo tradimento verso l’orientamento spirituale/politico di famiglia alla marmellata di castagne della nonna che sostituì con una potentissima pozione lassativa alla tenera età di 7 anni. Forse non avrei dovuto ascoltare quella ramanzina, Sirius sembrava abbastanza imbarazzato della cosa anche se tentava di non darlo a vedere, ma non riuscivo a muovermi, ero paralizzato.
“… Hai anche rifiutato di sposare la ragazza che avevamo scelto per te! Bella, intelligente, appartenente a una delle famiglie più nobili di tutto il mondo magico! Avresti risollevato la tua situazione agli occhi della famiglia! Ma ovviamente tu non…”
“E’ che…” mugugnò Sirius poco convinto. “… amo un’altra ragazza…”
Nella stanza piombò il gelo più totale. Io ero basito. Di che ragazza andava cianciando? Non me ne aveva mai parlato! Possibile che ci fossero segreti del genere tra noi due? Oppure, più semplicemente, era un’altra delle sue stratosferiche cazzate? Perso in questi pensieri non mi ero accorto che nel frattempo il padre mi squadrava con l’aria di un vegetariano davanti a una fiorentina. Mi indicò con aria schifata e scoppiò in una risatina ironica. “Ha tutta l’aria di una campagnola spaurita!”

Eh?
Forse non avevo capito bene.
Mi aveva scambiato per LA ragazzA di Sirius?! Ero terribilmente offeso. E va bene, magari non ero il massimo della mascolinità, stavo indossando quel pigiama di 3 taglie più grandi tanto comodo e caldo, avevo i capelli lunghi fino alle spalle e sciolti (sarei proprio dovuto andare a tagliarmeli uno di quei giorni!), quando era teso come in quel momento la voce tendeva a diventare piuttosto acuta, ma…
Una ragazza?!
Non scherziamo, per favore!
Prima che potessi ovviare all’errore e dire a quell’uomo che si sbagliava, che io non ero una ragazza né tantomeno che ero la ragazza di Sirius, mi sentii afferrare da due forti braccia e buttare sul letto. Di fianco a Sirius. Premuto contro il suo petto.
“Ebbene si, padre, è giunto il momento di confessarti tutto!”, mi strinse ancora di più a se strizzandomi come un tubetto di dentifricio. “Lei è la mia fidanzata, e molto presto ci sposeremo!”
“COSA?!” gridammo all’unisono io e il signor Black. Sirius per tutta risposta mi premette la faccia contro il petto per impedirmi di parlare e sputtanarlo. E, se proprio vogliamo fare i pignoli, mi impedì anche di respirare. Sono convinto che stesse tentando di uccidermi per aver fatto entrare in casa quell’uomo. Ne sono convinto! Lo fece apposta!
“Si, amore mio, finalmente ho deciso di sposarti!“, proclamò con aria decisamente teatrale mentre io lottavo per non morire d’asfissia alla tenera età di 19 anni. “Avrei voluto dirtelo in un altro momento, in intimità, ma ormai non posso più celare i miei sentimenti per te!”
Detto questo mi lasciò andare. Avevo tutta l’intenzione, dopo aver ripreso fiato, di dirne 4 a quel deficiente e di mandare a quel paese lui, suo padre, quello stramaledettissimo sabato e di tornare a far colazione, ma non appena aprii bocca il “deficiente” mi afferrò il viso tra le mani e mi premette le labbra contro le sue, infilandomi in gola una lingua piuttosto attiva prima che avessi il tempo di serrare i denti. Istintivamente feci un rumore basso, gutturale, proveniente dal retro della gola, col chiaro intento di manifestare il mio fastidio e il mio imbarazzo, ma evidentemente Sirius lo prese come un invito ad andare avanti perché la sua lingua si fece più impertinente. Nel tentativo di spingerla in fuori con la mia finimmo per dar vita a un giocoso duetto. E tutto davanti al padre di Sirius. Non mi ero mai sentito più imbarazzato di così, volevo morire.
“Per l’amor di Salazar, Sirius, contieniti, sei un Black dopotutto!”
Così com’era iniziato, il bacio finì rapidamente e con un grugnito mi accasciai tra le sue braccia. Spompato. Ebbi a malapena la presenza mentale per accorgermi che Sirius mi stava accarezzando affettuosamente i capelli. Forse stava cercando di chiedermi scusa per quello che aveva fatto. Forse. Ma tanto dopo l’avrei ucciso comunque.
“Mi dispiace, padre, ma non sono riuscito proprio a trattenermi… E’ così bella…”, aggiunse con una nota di tenerezza che mi lasciò alquanto perplesso.
“Diciamo un tipo…”, l’affermazione mi offese un po’, ma lasciai correre. “E possibile almeno sapere il nome di questo meraviglioso fiore del deserto?”
Sentii Sirius irrigidirsi. Avvertivo il suo fastidio e il suo imbarazzo. Mi parve strano e buffo che una persona che era riuscita a destreggiarsi sugli specchi con tutta questa storia del fidanzamento andasse nel pallone per un semplice nome. Ma d’altronde Sirius era fatto così.
“Rheme…”, sussurrai stancamente, dandomi mentalmente del deficiente un momento dopo. Che razza di nome era Rheme? Come mi era venuto in mente un nome così idiota?! Perché non Gesualda a questo punto?! Perché non Liutpranda, o Ermenegilda!!
“Rheme…?”, ripetè con un filo di incredulità il vecchio. Annuii lentamente fissandolo dritto negli occhi cercando di risultare convincente. Sembrò bastargli. “Beh, Rheme, sono sicuro che non ti dispiacerà accompagnare il tuo fidanzato alla festa di compleanno di sua madre.”
Sirius emise un rantolo. “E’ già passato un anno?! … Ma la mia presenza è proprio necessaria?”
“Si, Sirius, è necessaria. Forse a te non importerà del nome della nostra antica e nobile famiglia, ma a tua madre e a me si. Se non vieni la gente si chiederà che fine tu abbia fatto, correranno voci, e tu cosa ne penso io delle voci, specie di quelle che riguardato te. Approfitterai dell’occasione per farci conoscere la tua splendida compagna.”
“Temo che tu debba proprio andare a casa, padre…”, sibilò Sirius tra i denti, ben consapevole di aver perso la battaglia verbale contro il padre. Sembrava furioso. L’uomo si strinse nel mantello e si voltò in direzione della porta.
“Domani, Sirius. A Grimmauld Place, 8 in punto. Vedi di non fare tardi.”
Sirius non rispose. Decisi che era il momento adatto per togliersi da quella posizione imbarazzante. Mi alzai di scatto e accompagnai il nostro ospite alla porta, salutandolo con gentilezza.
Ero una campagnola spaurita, forse.
Se non altro ero educata.
Non feci in tempo a chiudermi la porta alle spalle che venni preso da un incontenibile attacco di rabbia. Salii le scale come una furia, con l’intento di uccidere quel deficiente, o perlomeno di fargli capire a parole cosa pensavo di lui e della sua “geniale trovata”. Pregustavo la scena: lui, mortificato, avrebbe balbettato qualche scusa, ma io non l’avrei perdonato così facilmente, non stavolta. Immaginate quindi la mia sorpresa quando, varcata la porta della sua camera, mi scoppiò a ridere in faccia.
“Che razza di nome è Rheme?!”
“Scusami tanto se sul momento non mi è venuto in mente un nome bello come il tuo, SIRIUS… Ma, sai com’è, ero troppo impegnato a pensare ai tre metri di lingua che mi avevi ficcando giù per l’esofago!”
“Ti è piaciuto, eh?”
“NO! NON MI E’ PIACIUTO!!! Da quando sarei la tua ragazza? Da quando sarei UNA ragazza?!”
“Beh, devi ammettere che non hai proprio l’aria da macho…” Se gli sguardi avessero potuto uccidere avrei dovuto portar via Sirius in un cesto. Fortunatamente sembrò capire che non era il momento adatto per i suoi scherzi del cavolo e decise di non insistere sull’argomento. “Cerca di capirmi, Remus, volevo solo essere lasciato in pace! La conosci la mia famiglia, non potevo certo dire a mio padre che convivo con un ragazzo che entra tranquillamente in camera mia mentre sono nudo! L’avrebbe trovato ambiguo!”
Alzai un sopracciglio squadrandolo con aria scettica. Non si poteva proprio dire che gli argomenti di Sirius mancassero di originalità, ma in linea generale i suoi ragionamenti contorti avevano il magico potere di causarmi l’emicrania. “Mentre invece non troverà ambiguo farti portare un ragazzo travestito da donna al compleanno di sua moglie!”
“Beh, tutto sembra sbagliato, se lo dici con quel tono… Dai, Remus, ti prego, aiutami. Andrà tutto benissimo, sarà un gioco da ragazzi!”
“Tutto bene un cavolo, i tuoi cugini mi conoscono! Siamo andati a scuola insieme, ricordi?!”
“Ma figurati, per loro i Grifondoro sono tutti uguali! E poi che ci vuole, un po’ di trucco, un bel vestito, e non ti riconoscerà neanche tua madre!”
“… Mi dispiace, non ho vestiti da donna né cosmetici nell’armadio…”
“Possiamo chiederli a Lily!”
Sirius mi sogghignava davanti con l’aria furba e soddisfatta di un bambino che sapeva che di lì a poco avrebbe avuto ciò che voleva. Mi conosceva, sapeva che non era nella mia indole rifiutare un favore a un amico, sapeva che avrei fatto qualsiasi cosa per lui, anche coprirmi di ridicolo in casa Black… Lo sapeva e sfruttava la situazione! Non potei far altro che arrendermi emettendo un sospiro sconsolato e coprendomi il viso con le mani.
“Perché la fai sempre così facile?”
“Perchè sarà facile! Stammi a sentire, ecco come andrà; la mia famiglia ti vedrà, ti odierà e cercherà di distruggerti fisicamente, mentalmente e psichicamente. Dopo che avrai dimostrato di essere in grado di resistere tranquillamente alle loro malignità torneremo a casa e ci lasceranno in pace una volta per tutte!”
“Però non sarai tu a metterti gonna e rossetto!”
“Potrebbe piacerti!”
“E A TE POTREBBE PIACERE UN BEL CALCIO DOVE DICO IO!! Mi devi un milione di favori, solo per il bacio che mi hai dato prima! E’ stato disgustoso!”
Sirius si portò le mani al cuore e assunse un’aria di divertita sofferenza. “Ohi, questo è un colpo basso!”
“Te lo darei io il colpo basso!”

Fine capitolo 1

Capitolo d’inizio molto lungo, eh?
Uff, che parto che è stato!!!
Piaciuta?
Si aspettano commenti (ma siate delicati con le critiche, pliiiiiiiis! ^^)!
Si aspettano proposte di matrimonio alla sottoscritta!
Si aspettano idee per continuare, hahaha!
  
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