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Autore: Dangerina15    15/03/2015    1 recensioni
Avevo affrontato centinaia di battaglie, avevo visto scene orribili ma...quel giorno sembrò segnare un nuovo inizio, un inizio che avrebbe cambiato per sempre le sorti della mia vita...Mi chiamo Joe e la mia, anzi la nostra storia comincia in quel torrido giorno del 1248 a.C...
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV JOE
<< Lasciami, ti ho detto di lasciarmi, Joe!>> continuava ad urlare Esione, sbracciandosi e dimenandosi, cercando di sfuggire alla salda presa che avevo su di lei. Non le diedi ascolto e continuai a passo svelto a camminare, giungendo velocemente nelle stanze della servitù, in un luogo sicuro, lontano da occhi indiscreti in cui avrei potuto cercare di riagguantare la sua anima e il suo cuore, che ormai sembravano solo oscurati dal dolore e dalla ricerca di vendetta. Finalmente lei riuscì a sganciarsi da me e, quasi barcollando, si appoggiò al muro. Chiusi la porta alle mie spalle e velocemente la raggiunsi, tentai di voltarla verso di me ma lei mi spinse via.
<< Esione, per favore...>>
<< Mio fratello è morto, Joe, lo capisci?!>> mi rispose lei con gli occhi rossi per il pianto, con una voce rotta e graffiata. Non riusciva a frenare il suo dolore e la capivo; aveva perso quello che era stato per lei l'amico di sempre, il suo punto di riferimento e niente sarebbe valso cercare di consolarla, niente avrebbe riportato in vita Ettore.
<< L'ho perso per sempre! Era tutto per me, tutto. Non c'è più speranza, Troia è perduta, tutto è perduto.>> continuò a dirmi e fu li che mi resi conto che dovevo fare qualcosa per aiutarla. Così, di nuovo, andai da lei, la riportai in piedi e la voltai bruscamente verso di me, tenendola salda per le braccia così che non potesse sfuggirmi.
<< Ascoltami adesso.>> le dissi quasi urlandole in faccia; non volevo ma era l'unico modo che avevo per attirare la sua attenzione. Lei mi guardò con stupore, con le guance segnate per il forte pianto e rimase interdetta. Quando capii che lei era disposta ad ascoltarmi, presi un respiro profondo e poi cominciai.
<< Smetti di farti prendere dal panico e ritorna almeno un attimo in te. Non so cosa farei adesso per riportare Ettore qui da te e se ci fosse anche solo una possibilità di poterci riuscire, affronterei anche l'impresa più impossibile e disperata, scalerei cento montagne, supplicherei Ade in persona ma purtroppo sappiamo entrambi che dalla morte non c'è ritorno.>>
<< Come puoi dire “ Esione, non farti prendere dal panico”. Ho visto mio fratello morire sotto i miei occhi, l'ho visto lasciare un figlio che non conoscerà mai suo padre. L'ho visto morire per una guerra che non sarebbe mai dovuta scoppiare. Questa città, questo popolo, non ha più nessuna speranza!>>
<< Non posso cancellare l'orrore a cui abbiamo assistito ma posso aiutarti ad affrontarlo ed Ettore non avrebbe voluto che gettassi così la spugna.>>
<< Non sto gettando la spugna, sto solo...>> ma non la lasciai finire.
<< Credi che sarebbe sceso in battaglia se avesse saputo che il suo regno, dopo la sua morte, non avrebbe avuto più speranza?! Riflettici, Esione. Tuo fratello è morto solo per dare a te una possibilità.>>
Lei non rispose; mi guardò con gli occhi pieni di stupore, non riusciva a capire perchè le facessi questo discorso.
<< Cosa dici?>> riprese lei sussurrando incredula. Io le presi le mani e le strinsi forte alle mie.
<< Ettore credeva molto in te, questo lo sai. Sapeva benissimo quali fossero le tue capacità. Adesso tocca a te rendergli onore; prendi ciò che lui ti ha donato, fai vedere chi è davvero la principessa Esione, mostra ai Greci di che pasta sono fatti i Troiani!>>
 
POV ESIONE
 
Cercava di infondermi coraggio e speranza in un momento che per me sembrava solo un lungo corridoio buio e senza fine, se non addirittura il baratro. Ma lui era ostinato, testardo e benchè provassi in tutti i modi di respingere ogni suo tentativo di tirarmi fuori da quell'inferno, Joe ci riprovava, non si arrendeva e continuava a darmi energia e carica per riprendere quella forza che era del tutto sparita e tornare così al ruolo che, a suo dire e a quello del mio ormai defunto fratello, mi toccava per diritto. Le sue ultime parole mi fecero un po' calmare, ripresi a respirare normalmente e sciolsi la rigidità che il mio corpo aveva assunto. Joe mi liberò dalla presa ferrea e mi permise di allontanarmi da lui, così mi voltai di schiena e mi passai le mani in faccia; forse dovevo dare ascolto di più a quello che lui mi diceva, lo faceva solo per mio bene e di questo ne ero consapevole. Dovevo reagire, dovevo farlo per me, per lui, per Ettore, per mio padre, per il mio popolo. In fondo avevo già sperimentato il trasgredire la tradizione, non sarebbe stato altrettanto diverso questa volta. Ma non ebbi nemmeno il tempo di poter dire una parola che, improvvisamente, dal corridoio che separava gli alloggi dalla servitù al resto del palazzo, si sentirono delle grida provenire da lontano. Joe mi afferrò la mano e mi trascinò fuori di corsa, per vedere cosa stesse succedendo in nostra assenza. Tornammo velocemente al balcone dal quale avevamo assistito al duello tra Ettore e Achille ormai deserto e nell'affacciarci, scorgemmo una miriade di soldati greci alle porte della città che tentavano di sfondare la porta per penetrare in città.
<< Ci occorrono rinforzi.>> dissi tra me e me. << Dobbiamo sbrigarci o non riusciremo a reggere l'attacco. Vai alle torri di guardia, dì agli arcieri di allontanare i nemici più vicini alle porte. Io correrò in città e metterò al riparo donne e bambini. Fa presto!>> ordinai a Joe e lui, veloce più della luce, corse via, lasciandomi sola. Così corsi alle porte del palazzo e in men che non si dica cominciai ad organizzare gruppi di donne e bambini da rifugiare nel palazzo. Ma qualcosa andò storto e non ci diede il tempo di reagire a dovere al tremendo attacco che stavamo subendo.
Rumore di legno in frantumi.
Chiavistelli spaccati.
Porte aperte.
 
POV JOE
 
Non feci in tempo a raggiungere le torri di guardia come mi aveva ordinato Esione che vidi le porte della città spalancarsi furiosamente, lasciando entrare un esercito di uomini armati fino ai denti, pronti a distruggere qualsiasi cosa gli venisse a tiro. Frenai bruscamente la mia corsa.
Esione” pensai, trasalii e immediatamente tornai indietro a tutta velocità in città, per trovare la mia principessa e aiutarla nel gravoso compito che adesso le toccava: difendere la città ad ogni costo.
 
POV ESIONE
 
Il panico avvolse la città nel giro di pochi secondi: un intero esercito era entrato in città con l'intenzione di sterminarci tutti e radere al suolo della città; non l'avrei permesso, mi fosse costata la vita. L'esercito troiano, che nel frattempo si era armato e schierato pronto per il combattimento, si lanciò contro gli invasori nel tentativo di ricacciarli fuori dalla città. Fu uno scontro sanguinoso, molti dei guerrieri caddero sotto le lance nemiche e altrettanti ne morirono per mano troiana. Nel frattempo, tra l'orrore delle mogli che vedevano cadere di fronte ai loro occhi i padri dei loro figli e i genitori che vedevano trucidato l'amore più grande della loro vita, cercavo di fare forza a tutta la mia gente e di fuggire, difendendoli anche contro eventuali soldati, sganciatisi dall'esercito per attaccare gli innocenti. Esattamente come avevo fatto quando mi ero infiltrata con l'esercito, imbracciai la prima spada che mi capitò sotto mano, rubata ad uno dei soldati uccisi, e cominciai anch'io a battermi come un uomo, sotto gli occhi increduli della città. Ne abbattei diversi, con sangue freddo e tenacia, diventando più feroce di una fiera; la gente continuava a fuggire, cercando un luogo in cui proteggersi mentre metà dell'esercito acheo venne ricacciato fuori dalle mura. I soldati chiusero le porte, serrandole con le lance e i carri. Ma tanti altri achei erano ancora in città; distrussero tutto quello che trovarono, uccisero uomini e donne, incendiarono le case, abbatterono statue. Continuai a combattere senza sosta, tra la rabbia e la disperazione; avevo raggiunto quasi uno stato di follia che faceva agire il mio braccio quasi in autonomia e quasi non sentivo neanche le piccole ferite che ricevevo durante il combattimento. D'un tratto mi sentii sfiorare la spalla e, nella foga del momento, mi voltai più veloce della luce, feci cadere il mio avversario e mi avventai su di lui, portando la spada in alto pronta per trafiggergli il ventre.
 
POV JOE
Non ebbi neanche il tempo di reagire che, senza che lei si rendesse conto, stava per squarciarmi il ventre da parte a parte. La fermai di impeto.
<< Esione, ferma, sono io!>> le dissi concitato. Lei si fermò con la spada in alto, sbarrando gli occhi. Fece cadere l'arma a terra e si gettò su di me, abbracciandomi forte.
<< Ero così preoccupata per te e io stavo per ucciderti, mi dispiace...>> mi disse accarezzandomi la guancia. La guardai e sorrisi; in un momento come quello, anche un semplice sorriso sarebbe bastato a infondere in noi ancora più forza.
Mi aiutò a rialzarmi e mi lanciò una spada.
<< Troia è nostra.>> mi disse sicura di se. Così, insieme alla mia principessa, ci dirigemmo alla ricerca dei restanti soldati achei che ancor girovagavano per le strade.
 
POV ESIONE
 
Troia era solo un cumulo di macerie. Più camminavamo e più ci rendevamo conto di quello che era appena accaduto. Non riuscivo a crederci; ero distrutta a vedere tutto quello che ormai non era più.
 
POV JOE
 
C'erano corpi ovunque: uomini, donne, vecchi, fanciulli, persino bambini che non avrebbero più conosciuto la vita. Una lacrima mi scivolò sul viso.
 
POV ESIONE
 
Il mio cuore si spezzò in tanti piccoli pezzi; ero incapace di parlare, di piangere, di urlare, troppo era l'orrore al quale stavamo assistendo. Senza accorgermene giungemmo di fronte la casa di Briseide, o quanto meno, ciò che restava di essa. La preoccupazione e l'angoscia mi assalirono di botto. Lasciai Joe e corsi dentro l'abitazione alla ricerca disperata della mia migliore amica o di qualche membro della sua famiglia, nella speranza di trovarli ancora vivi, sfuggiti per miracolo degli dei da quella devastazione e morte che la città aveva subito. Non appena varcai la soglia dovetti fermarmi e poggiarmi sullo stipite. Portai la mano alla bocca, impedendomi di urlare e, scivolando lentamente in ginocchio, non riuscii più a controllarmi.
 
POV JOE
 
Raggiunsi Esione, vedendola accasciarsi sulla porta e, come temevo, era successo ciò che non doveva accadere: Briseide, priva di vita, sdraiata sul pavimento in una pozza di sangue, la veste stracciata e distrutta in più punti e alzata fino alla vita. Esione la raggiunse lentamente, la prese tra le braccia e cominciò a stringerla a sé, accarezzandole il viso e i capelli.
 
POV ESIONE
 
Nel giro di poche ore ero rimasta sola: mio fratello e la mia migliore amica, morti nel peggiore dei modi. Ero dilaniata dal dolore, in quel momento avrei preferito mille volte essere morta e riabbracciare chi mi era più caro piuttosto che dover sopportare la vista dell'inferno in terra. Joe, rimasto in silenzio, si avvicinò a me.
<< Non dovevano prendersi la sua vita...>> sussurrai tra le lacrime e i singhiozzi.
<< Non dovevano prendersi nessuna vita.>> mi corresse Joe, fortemente colpito dalla terrificante scena.
<< Cosa vogliono toglierci ancora? L'amore? La dignità? No...non l'avranno, fosse l'ultima cosa che faccio.>> risposi sospirando. Tornai a guardare la mia amica.
<< Briseide, amica mia, tu avrai la tua vendetta, te lo prometto. Dovranno scontare ogni singola vita che hanno rubato a questa città, ogni centimetro delle case che hanno abbattuto, ogni granello di sabbia che hanno sporcato con il sangue dei nostri concittadini. Vendicherò te ed Ettore e questo è il mio primo volere come regina di Troia.>>
 
POV JOE
 
Donna. Era diventata donna e lo aveva dimostrato da quando aveva varcato la soglia della porta della casa di Briseide. A distogliermi dai pensieri un rumore, come il pianto di un bambino provenire dalla stanza accanto a dove ci trovavamo io ed Esione. Mi diressi lentamente verso quella direzione e , spostando una piccola struttura lignea simile ad una trave, un bambino. O meglio un neonato che piangeva, allungando le braccia verso di me.
<< Esione...>> dissi velocemente. << vieni qui, presto.>>.
Esione, sorpresa dal mio tono di voce alquanto vivo, adagiò lentamente il corpo di Briseide a terra e dopo averla accarezzata un'ultima volta, mi raggiunse.
 
POV ESIONE
 
Appena svoltai l'angolo, una sorpresa mi accolse: c'era un neonato di fronte ai nostri occhi, un piccolo in fasce che piangeva disperatamente. Senza esitare un attimo, lo presi tra le mie braccia e cominciai a cullarlo, nella speranza di farlo calmare.
<< Chi è questa creatura?>> mi chiese Joe, accarezzando il piccolo.
<< Non lo so, Briseide non aveva fratelli o figli.>> risposi perplessa. Poi riflettei un attimo.<< Che fosse il motivo per il quale è stata uccisa?>>
<< Dici che Briseide abbia sacrificato la sua vita per difendere questo bambino?>> mi domandò Joe.
Non c'era altra spiegazione.
<< Lo avrà sicuramente protetto dai soldati e nel tentativo di ricacciarli fuori di casa, loro avranno avuto la meglio su di lei...>> risposi tornando cupa. In ogni caso, quel bambino risultava essere un segno del destino. Joe lo prese a sua volta in braccio e, cullandolo, lo fece addormentare.
<< Saresti un padre meraviglioso, Joe.>> dissi sorridendo. Lui mi guardò e ricambiò.
<< E tu una splendida madre. Esione, questo è un segno, un volere degli dei. Questo bambino sarà l'inizio di una nuova era, un'era di rinascita per te e la città.>> disse Joe facendomi intendere di volerlo tenere con sé.
<< So cosa vuoi dire, ma non sono sicura di essere in grado di fare da madre e poi...>>
<< Poi? Vorresti dire che lasceresti un bambino della sua età in preda alla sorte?>>
<< Assolutamente no. E' solo che...ho paura di non esserne all'altezza.>>
<< Se non vuoi farlo per te stessa, piccola, fallo in onore del sacrificio di Briseide. Sarà il primo modo per vendicare e riscattare la sua morte.>>
Quelle parole mi toccarono proprio in fondo all'anima: non potevo non prendere le parole di Joe come vere e furono proprio quelle a convincermi.
<< D'accordo, Joe. Da oggi noi cresceremo il piccolo Enea.>>
<< Enea?>>
<< Non ti piace il nome?>>
<< E' meraviglioso, proprio come te.>> rispose Joe, avvicinandosi a me e baciandomi con passione. Poi, staccandomi, lo guardai dritto negli occhi.
<< Adesso ascoltami, torniamo a palazzo e diamo ordine di organizzare pile funerarie per Briseide e tutti gli altri innocenti morti quest'oggi. Dopo di che stanotte andrò al campo acheo.>>
<< Cosa??> disse Joe sopreso. << E perchè mai questa follia?>>
<< Vado a riprendermi ciò che è mio, a qualsiasi costo.>>
<< E cioè?>>
<< Il corpo di mio fratello.>>
  
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