Il libro dei ritagli vibrò.
Jenkins lo fissò per qualche istante e rimase indeciso circa se
controllare di cosa si trattasse, oppure aspettare che qualcuno dei
bibliotecari rientrasse. Flynn ed Eve
erano a parlamentare coi draghi orientali: dopo la faccenda della perla rubata
e del tradimento del signor Drake, era necessario che il Bibliotecario
principale andasse a chiarire alcune cose; inoltre Dulaque
era ancora libero, libero di agire, era quindi necessario trovare alleati
contro di lui o, almeno, garantirsi delle neutralità.
Flynn aveva preso molto a cuore il dialogo con le creature legate
alla magia ed era in viaggio da più di un mese.
I tre giovani, invece, si stavano occupando di
missioni minori, ognuno per conto proprio.
Jenkins fissò ancora il libro che non aveva smesso di vibrare.
“Strano” pensò l'uomo “Ora che ci sono i
libretti portatili, le notizie dovrebbero arrivare direttamente ai ragazzi,
quando non si trovano alla Biblioteca.”
“Su, aprilo, che cosa aspetti?!”
Jenkins voltò il capo verso sinistra e vide sulla porta, dall'altra
parte della stanza, Judson che lo osservava.
“Non sono un Bibliotecario, probabilmente è per
te.”
“Se riguarda me, riguarda anche te, non credi?
Controlliamo.”
I due uomini si avvicinarono al libro dei
ritagli, prima guardandosi e poi posando gli occhi sul volume.
Quando la Biblioteca era stata ripristinata,
anche Judson e Charlene
erano ritornati. Judson, quando erano presenti Flynn, Eve o i giovani, rimaneva
rigorosamente dentro a allo specchio, ma quando in giro c'erano solo Jenkins o Charlene, usciva da esso
e prendeva corpo.
Jenkins aprì il libro detto ritagli e guardò di cosa si trattasse;
si stupì nel trovare un piccolo articoletto che annunciava una conferenza in
una piccola città italiana.
“Questo proprio non lo capisco.” disse Jenkins “Avevo ragione io: è una faccenda per te.”
“Leggiamo!” esortò Judson
“Oggi pomeriggio, ore 16, presso i Musei
Civici, nuovo appuntamento dell'iniziativa Il té
della cultura. L'argomento di oggi sarà l'estetista Eliphas
Levi, di cui parlerà la dottoressa Enya Bragazzi, giovane reggiana che ha da poco conseguito la
laurea magistrale in Archeologia e civiltà del mondo antico presso l’università
di Bologna.”
“Un’archeologa che parla di esoterismo? Non vedo
un nesso tra le due cose.”
“Dev’essere
interessante.”
“Dev’essere un
errore. Anzi, un doppio errore: sbaglia il libro a mostrarci questo e sbaglia
il museo a chiamare i conferenzieri. Ecco, forse il libro vuole che impediamo a
questa ragazza di parlare.”
“Come mai sei così acido, Jenkins?
Vieni meno al tuo stile da gentleman.”
“Sono piuttosto nervoso, sì, da quando la mia
quiete è stata invasa e distrutta.”
“Non dire bugie, non a me, almeno. Ormai sono
sei mesi che i Bibliotecari sono con te, dovresti esserti abituato. Credo che
ti abbia turbato maggiormente ritrovarti viso a viso con Dulaque;
sbaglio forse?”
“L’avevo rincontrato, prima di affrontarlo a
Telaio del Fato … Volevo ignorarlo, farmi da parte e lasciarlo agire, per non
essere di nuovo coinvolto … ma Ezekiel mi ha fatto
cambiare idea, strano. Comunque, sì, il ritorno di Dulaque
… la visita di Morgana … Non è finita qui, ne sono certo. Si sta preparando
qualcosa di grosso; la magia è tornata nel mondo e già da sola ci sta dando
parecchio da fare, presto tutto il mondo e l’equilibrio saranno in pericolo! Ma
questo tu già lo sai.”
“Sì, ma è per questo che esiste la Biblioteca.”
“Io credevo di avere chiuso con l’eroismo! Scegliere,
agire, combattere, tutto è stato difficilissimo in passato ed è costato un
grande prezzo … Lo sai … tu sai quanto ho sofferto … quanto abbiamo sofferto …
la distruzione della prima Biblioteca! … Avevo deciso di dire basta, di
ritirarmi qua, nello studio … e ora tutto sta ricominciando.”
“Beh, dopo tutti questi secoli di inattività,
un po’ di azione ti farà bene. Galeas, lo sappiamo
entrambi che sei vivo perché il mondo ha ancora bisogno di te. Per questo tempo
sei rimasto quiescente, ci sono stati altri che hanno difeso il mondo ma, ora,
è necessario che ritorni all’azione anche tu.”
“Senza di te?”
“Non puoi liberarti di me, lo sai.” Judson disse scherzoso.
Jenkins sospirò, scosse il capo e poi chiese: “La Biblioteca mi vuole
di nuovo in azione e mi manda ad una conferenza?”
“Sa che sei arrugginito, ti farà partire per
gradi.”
“Va bene, andiamo a controllare … Considerando
il fuso orario, ormai la conferenza sta per iniziare. Vieni anche tu?”
“Non posso, sono morto!”
“Solo quando ti fa comodo!”
Judson rientrò nello specchio e Jenkins,
rassegnato e curioso, si sistemò rapidamente e, poi, aprì la porta, per
trovarsi all’istante in Italia, proprio a pochi metri dal museo.
L’uomo si avviò, richiamando alla memoria l’italiano
che conosceva e che non parlava da molto tempo: sarebbe stato più semplice conversare
in latino. Entrò nell’edificio, una signora gli consegnò un biglietto, senza
chiedergli soldi, poiché l’ingresso era gratuito; attraversò un salone con
teche allestite più di un secolo prima, in cui erano esposti scheletri e
reperti etruschi; passò in un'altra stanza: un lungo e largo corridoio lungo i
cui lati erano sistemate lapidi di epoca romana. In mezzo al corridoio erano
sistemati una decina di tavolini circolari, ognuno apparecchiato con tazze da tè,
cucchiaini e tovaglioli per tre persone; in fondo, invece, c’era una grande
cattedra.
Jenkins capì che la conferenza si sarebbe tenuta in quel luogo e,
dunque, si mise a sedere un po’ defilato e attese.
Poco dopo, Enya prese
posto alla cattedra ed iniziò a parlare con grande disinvoltura di Eliphas Levi, della sua scuola esoterica e della sua
concezione di magia come scienza esatta.
Jenkins l’ascolta e si stupì nel constatare che ella era davvero
molto ben preparata sull’argomento. L’uomo, tuttavia, soprattutto la osservava:
il suo aspetto e il suo modo di fare avevano qualcosa di molto famigliare.
Enya era bella, ma una bellezza di altri tempi, valorizzata dal
candore, la dignità, la dolcezza e non da un corpo sensuale. Aveva un fisico
che un pittore del Seicento avrebbe ritratto molto volentieri, robusto e
morbido. La carnagione era molto chiara, le labbra rosse naturalmente, gli
occhi verde scuro, profondi, fieri e benevoli. I capelli erano boccoli neri,
lunghi fino ad oltre metà schiena. Parlava con gran sicurezza, voce chiara e
limpida, il linguaggio assai forbito.
A metà della conferenza venne servito il tè con
biscotti al pubblico; Jenkins gustò tutto con piacere
e, da buon Inglese, apprezzò molto quell’iniziativa. Non si distrasse,
tuttavia, per un solo istante e più ascoltava ed osservava, più si convinceva
che il Libro dei Ritagli non aveva sbagliato ad inviarlo lì, sebbene
continuasse a sfuggirgli il motivo.
Conclusa la conferenza, Jenkins
decise di parlare direttamente con Enya; attese che
altri dei presenti finissero di rivolgerle domande o congratularsi, poi le si
avvicinò ed esordì: “Complimenti, un’esposizione davvero eccellente.”
“La ringrazio!” rispose la giovane, sorridente “Mi
fa piacere che anche uno straniero mi sia stato ad ascoltare.”
“L’argomento era molto interessante. Se permette
e se scuserà il parlare zoppicante, vorrei farle alcune domande.”
“Certamente, sediamoci pure, se preferisce. Non
si preoccupi per il parlare, le garantisco che, finora, accento a parte, parla
di gran lunga meglio di certi italiani doc. Allora, mi chieda pure.”
Jenkins apprezzò la cortesia, si rimise a sedere e iniziò: “So che
voi siete un’archeologa, come mai vi siete dedicata ad Eliphas
Levi? Sembra un po’ fuori dal suo ambito di studio.”
“Eh, in Italia non esistono ancora cattedre di
esoterismo, per cui è necessario studiarlo per proprio conto. Ho letto il
corpus hermeticum, Marsilio Ficino,
Giordano Bruno, per citare solo i più famosi. Sono passata ad archeologia nella
laurea specialistica, i primi tre anni di università ho studiato principalmente
religioni, filosofie e letterature antiche ed orientali. La mia formazione
principale è più o meno questa, poi ci sarebbe molto altro da dire. Lei è un
professore?”
“Ricercatore, per una Biblioteca. Come mai ha
scelto proprio Eliphas Levi? Credevo che fosse stato definitivamente
dimenticato attorno agli anni venti del Novecento. Sicuramente è molto più noto
Alester Crowley.”
“Famoso non significa migliore. Nel Novecento
ha iniziato ad esserci troppa confusione tra Teosofia, neopaganesimo, sette
sataniche, movimenti wiccan e così via. Penso che
Levi rappresenti un’ottima sintesi del pensiero esoterico europeo, inoltre le
sue opere sembrano manuali scolastici: sono molto chiari ed esaustivi.”
“Lo so, manuali di magia. Qualcuno ha mai
provato a seguire le sue istruzioni, per vedere se funziona?”
“La magia è molto diversa da come la si crede. Incantesimi,
rituali … sono per dilettanti, il vero potere non ha bisogno di queste cose.”
“Lei come lo sa?”
“Lo spiega Eliphas:
immaginazione, fede e volontà, queste sono le tre componenti necessarie per
fare magia, il resto sono palliativi stimolarle in chi non ce le ha.”
“Sembra molto sicura di quel che dice.”
“Sono sicura circa quale sia il pensiero di
Levi.”
“Non ha mai avuto la curiosità di provare?”
“Eliphas Levi stesso
si raccomanda di non tentare alcuna operazione magica, se non si è
assolutamente liberi da ogni debolezza e passione, pena l’essere ingannati e
cadere vittime della follia. Non sono abbastanza presuntuosa per correre un
simile pericolo. Piuttosto, lei, perché è tanto incuriosito da questo?”
“Sto indagando sulla percezione che la gente ha
oggigiorno della magia: quali categorie di persone sono più o meno soggetti a
crederci, quali sono i motivi del credere o non credere; studiare soprattutto
chi la pratica per vedere che cosa realmente faccia.”
“Uno studio antropologico, dunque,
interessante. A che punto è?”
“Non molto avanzato, purtroppo.”
Jenkins non sapeva più cosa inventare per proseguire la
conversazione per ottenere informazioni sulla giovane; inoltre, non sapendo
ancora se fosse una minaccia o qualcuno da proteggere, non poteva certo
scoprire le proprie carte.
Gli venne in mente un’ultima domanda da parole:
“Mi scusi, le sarò sembrato un po’ invadente.”
“Non si preoccupi, non è affatto un disturbo.”
“Sarà abituata, immagino, a fanatici che
cercano di sapere da lei se la magia esista oppure no.”
“A dire il vero, no. È la prima volta che parlo
in pubblico di questi argomenti, solitamente, discuto su internet e senza usare
il mio nome.”
“Ah … e nel web ha contestatori … o sostenitori?
Si è fatta amici o nemici?”
“Amici no di certo: gli studiosi obbiettivi
sono rarissimi, mentre i praticanti aderiscono ad una corrente o all’altra e
diventano peggio degli integralisti: si aggrappano alle loro convinzioni e
guerreggiano tra congreghe diverse. Per un sociologo o uno psicologo potrebbe
risultare molto interessante leggere certi dibattiti sui forum. Io mi limito a
leggere, senza più commentare, dopo una diatriba che ho avuto, qualche mese fa,
con dei seguaci di Papus.”
“Papus?”
“Un discepolo di Levi che ha fondato una propria
scuola, gli attuali membri ce l’hanno con me perché a loro avviso sto male
interpretando Eliphas e cose del genere … oltre al
fatto che ho osato chiedere loro se avessero ancora il prognometro
di Wronski.”
“Interessante …”
“Ora, mi scusi, ma per me è tardi e devo
andare. Buona serata.”
“Oh, buona serata anche a lei!”
Jenkins si risentì che la conversazione dovesse interrompersi
proprio in quel momento in cui lui stava riuscendo ad ottenere informazioni,
per cui aggiunse: “Terrà altre conferenze?”
“Non ne ho in programma, per il momento: sto
per iniziare una campagna di scavo.”
“Le auguro buona fortuna, di cosa si tratta?”
“Un particolare insediamento etrusco-romano di queste parti.”
“Bene, allora la saluto e auguri per tutto.”
“Grazie anche a lei!”
Jenkins guardò un’ultima volta quel sorriso, poi si affrettò a
raggiungere la porta che lo avrebbe ricondotto alla Biblioteca.
“Allora, com’è andata? Cos’hai scoperto?”
chiese subito Judson, dallo specchio, appena vide
rientrare l’amico.
“Non lo so. Ho alcuni spunti su cui lavorare,
mi metterò subito a fare ricerca.”
“La ragazza com’è?”
“Particolare, ha un modo d’essere e di fare che
non sembrano di questo mondo o di quest’epoca. Probabilmente, però, mi sembra
solamente strano trovare un po’ di buone maniere, educazione e raffinatezza.”
“Indagherai su di lei?”
“Cercherò informazioni, questo sì, ma al
momento mi concentrerò maggiormente sui seguaci di Papus
e il prognometro di Wronski.”
“Il prognometro? Il Bibliotecario,
che incaricammo di recuperarlo, disse che andò distrutto.”
“Lo scopriremo, lo scopriremo presto. Comunque,
quella Enya sa troppo sulla magia, per non
praticarla.”
“Allora deve essere tenuta d’occhio.”
“Vedremo …”
Nota dell’Autrice
Ciao a
tutti!!! ^-^
Ho
appena scoperto questa sezione, ho deciso di provare a scrivere qualcosa su
questa bellissima serie che adoro e che ho atteso per anni!
Intanto
ho preparato il primo capitolo, se mi direte che ne vale la pena, continuerò.
Intanto
un saluto e un grazie per aver letto fino in fondo! J