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Autore: Uni    16/03/2015    5 recensioni
Non si può scoprire il valore della propria vita finché si è in vita. Difatti, scopriamo il vero valore di qualcosa solo quando questa ci viene sottratta e, non appena ci viene sottratta, rimaniamo soli a vagare in un oblio freddo e buio, dove solo la nostra voce, seppur spezzata, è l'unico essere vivo in quell'ambiente scuro. Così aspettiamo che qualcuno ci porga le mani e ci tiri via da quell'incubo.
[Bluemoon]
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo.
Anime che perdute nella luce, non conoscono l'ombra.



 

Voi sapete perché si ama? Perché si soffre, si dimentica? Sapete perché esistiamo o perché ci costringiamo a vivere ogni giorno, senza alcun motivo preciso?
Be', la risposta, credo, non sia così semplice quanto le domande; ma, che ci crediate o no, da vivi non si può scoprire il valore della vita e dei suoi piccoli componenti.Infatti, si scopre il valore di qualcosa solo quando questa cosa ci viene sottratta.

La mia vita di prima era perfetta, o almeno, questo è quello che pensavo.
Oh, sì! Quasi dimenticavo. Mi chiamo Rein Akame, ho sedici anni e l'uno febbraio ne compirò diciassette. Frequento l'università di Osaka e ho una splendida relazione con il “principe” del mio istituto. Non ho più la madre e mio padre fa gli straordinari per non farmi mancare nulla e fa anche il possibile per essere un padre presente. È un uomo emotivamente forte: è il mio eroe. Il ventidue novembre del 2008 ero andata a scuola con Bright - Bright Megami il mio ragazzo. Faceva freddo, quindi oltre alla solita divisa invernale, indossai anche la sciarpa e i guanti. Lui è un anno più grande di me così le nostre classi sono in due plessi diversi e ogni mattina dobbiamo separarci fino all'ora di pranzo. Lui sta nella 3A, insieme alla mia migliore amica Fine Aori. Bright ci aveva presentate qualche mese prima dell'inizio del primo semestre e da allora siamo inseparabili.
Trascorse le lezioni, all'ora di pranzo, Bight mi aveva fatta chiamare per accompagnarlo sul tetto del primo plesso – quello dove studio io. Abbiamo pranzato insieme e quando la pausa è finita lui ha passato una mano tra i miei capelli e mi ha sussurrato all'orecchio: « amo i tuoi capelli blu.». Incrociando i suoi occhi carminii ricordai alla prima volta che lo avevo incontrato. Quella volta – la prima - pensai che Bright fosse davvero bello, con i capelli biondo cenere e un fisico marmoreo, poi scoprii piacevolmente che oltre a essere bello era anche una persona d'oro. Era il mio primo anno all'università, il mio primo anno a Osaka. Ero sperduta e non conosevo nessuno, l'idea di una nuva città, una nuova scuola, una nuova classe, nuovi amici e nuove responsabilità, mi spaventava. Il mio primo giorno a scuola fu terribile: tutti si conoscevano dalle medie, elementari, eccetera; e poi c'ero io che me en stavo seduta ad ascoltare musica lasciando che la giornata scorresse di fronte ai miei occhi.
Alla pausa pranzo tutti si divisero in gruppi, mentre io rimasi in biblioteca a sorseggiarte un succo; ed eccolo! La biblioteca era praticamente accanto al campetto da calcio e mentre loro giocavano, la palla venne lanciata con troppa forza, di conseguenza finì fuori e rotolò verso il muro sotto finestra aperta della biblioteca. Lui si avvicinò alla palla e raccogliendola, alzandosi, scorse un chioma azzurra dentro la biblioteca: casualmente, la mia. Si appoggiò alla finestra e amichevolmente salutò « Hei». Risposi con un cenno del capo, ma lui, insoddisfatto, scavalcò la finestra e avvicinandosi, si appoggiò con i gomiti al tavolo e ripetè « HEI.». 
A quel punto mi infastidii e risposi « Ciao.» alzai leggermente lo sguardo e mi stupii ritrovando nei miei acquamarina, i suoi occhi carminii.Guardandolo capii quanto ne fossi perdutamente innamorata. 
Quel giorno mentre scendevamo le scale, lo sentivo particolarmente distante e mi disse che avrebbe dovuto parlarmi. Dopo le lezioni, tornammo a casa insieme: aveva lo sguardo perso nel vuoto, come sul terrazzo; ma poi mi prese la mano e ogni mio dubbio svanì. Lui abita due incroci dopo casa mia, così mi lasciò nello svincolo che dava su casa mia. Mentre attraversavo la strada, mi tornarono in mente le parole che mi aveva detto sulle scale: mi avrebbe parlato stasera. Poi collegai le sue parole alla sua espressione.
Ero in mezzo alla strada, mi voltai. Ero in mezzo alla strada: lo guardai. Ero in mezzo alla strada: la sua espressione era gelida. Ero in mezzo alla strada: lui era lì fermo. Ero in mezzo alla strada: capii. Ero in mezzo alla strada e non mi accorsi della macchina che pochi secondi dopo mi investì. Ero in mezzo alla strada... e il panico aveva preso il suo volto.
Io ero lì ferma e il mio sangue su di lui.


Nota autore: 
Buonsalve! Sono Uni e ho scritto già diverse storie su questo fandom.
Vediamo un po'. Introduco la storia dicendo che già da un po' avevo intenzione di pubblicarla, difatti era lì, nelle bozze, sola, infreddolita, spaventata (?).. insomma  non petevo lasciarla lì, in quell'oblio incompleto nel quale si trovava: non sono così crudele. Continuo dicendo che la storia, è una Bluemoon: non lasciatevi trasportare dalle apparenze! Ah, sì! l'idea per questa storia l'ho avuta in un sogno: l'ho trascritto, cambiando i personaggi e l'ambientazione e "voilà". All'inizio può sembrare banale e monotona, ma come ho già ripetuto: non lasciatevi trasportare dalle apparenze! Detto questo vi invito a leggere il prossimo capitolo!
Uni. 
   
 
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