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Autore: White Spins    16/03/2015    3 recensioni
Greer Danville ha 16 anni, ha vissuto tutta la sua vita in Inghilterra, ma un giorno decide di trasferirsi negli Stati Uniti per proseguire lì i suoi studi. Ma soprattutto, Greer è l'erede al trono britannico.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Non sei contenta che ti abbia trascinata fuori dalla biblioteca? Si sta decisamente meglio qui” disse Maggie guardandosi intorno.
“Certo, hai completamente ragione” replicò Greer con un sorriso forzato.
Le due ragazze erano sedute fuori un bar, che non era il Charles stranamente, pensò Greer.
Era sempre andata lì in quelle settimane, stava quasi per credere che esistesse solo un bar in quella  parte di Boston.
Erano lì da circa dieci minuti, il ghiaccio non si era ancora completamente sciolto tra di loro, ma era normale. Greer si sentiva un po’ in imbarazzo, non tanto perché non sapeva di cosa parlare, ma più per il modo in cui Maggie la stava guardando da quando si erano incontrate in biblioteca.
Era un’espressione simile a quella che Greer vedeva più volte quando si guardava allo specchio, pensando a Brenna.
Infastidita dalla direzione in cui i suoi pensieri stavano andando, Greer sospirò, prendendo la tazza di caffè davanti a sé, bevendone quindi un sorso.
 
“Va tutto bene?” chiese Maggie.
“Sì sì, va tutto benissimo” la rassicurò Greer, “Stavo solo pensando alla scuola, tutto qui.”
“Già, capisco perfettamente.”
Nessuna delle due disse niente per qualche momento.
Greer cercò di resistere alla tentazione di prendere il cellulare dalla sua borsa, sapendo che non sarebbe stato per niente educato da parte sua. Ma non aveva idea di cosa fare, e gli occhi fissi di Maggie su di lei non aiutavano di certo.
Prendendo un altro sorso di caffè, sentì l’altra ragazza schiarirsi la gola.
“Comunque, ho notato che sei molto brava a giocare a tennis” iniziò a dire, scuotendo la testa con una risata, “Il mio servizio fa schifo in confronto al tuo.”
“Ho solo fatto molta pratica sin da quando ero piccola, tutto qui.”
“Beh, spero che tu possa aiutarmi a migliorare” disse Maggie, ammiccando “In questo e anche in altre cose, magari.”
Greer arrossì, “Certo, sarebbe un piacere.”
“Sarebbe tutto mio il piacere, fidati” replicò l’altra ragazza, posando una mano su quella di Greer sul tavolo.
 
Ma Greer, sentendosi un po’ a disagio, tolse la mano. Guardò Maggie, nel timore che l’avesse offesa.
“Maggie, scus-”
“No no, scusami tu. So essere troppo sfacciata a volte, scusa se ti ho messa a disagio” rise con imbarazzo la ragazza, il suo sguardo rivolto a terra.
“Non preoccuparti, non mi hai messa a disagio” Greer mentì.
Maggie finì il suo caffè, lasciando andare poi un sospiro.
“Si tratta sempre di Brenna, non è vero?”
Greer, sorpresa, scosse la testa.
“No, non si tratta di lei” rispose con convinzione, evitando lo sguardo attento di Maggie.
Ma Greer sentiva come se stesse ancora mentendo.
Perché per quanto Maggie fosse una ragazza carina e interessante, Greer non era riuscita a smettere di pensare a Brenna nemmeno per un secondo da quando erano arrivate al bar.
Guardava gli occhi marroni di Maggie, ma riusciva solo a pensare ai bellissimi occhi color ghiaccio di Brenna. Guardava il sorriso sicuro di Maggie, eppure voleva solo vedere il sorriso malizioso di Brenna che tanto adorava.
 
Greer non poteva restare un altro minuto lì. Non sarebbe stato giusto nei confronti di nessuno.
“Ehi, stai bene?” chiese Maggie preoccupata, avendo evidentemente notato qualcosa guardando l’altra ragazza.
Greer scosse la testa, alzandosi, “Certo, è che…mi sono ricordata che devo fare delle commissioni.”
“Ah, ok” disse Maggie alzandosi a sua volta, “È un po’ strano però.”
“Cosa?”
“Non so, pensavo solamente che avessi delle persone che fanno tutto per te, o qualcosa del genere.”
Greer prese lo zaino, mettendoselo sulle spalle.
“Mi piace fare le cose da me. Non mi piace dipendere completamente dagli altri.”
“Beh, è molto ammirevole da parte tua. Non penso che la maggior parte delle persone si comporterebbe allo stesso modo” disse Maggie avvicinandosi.
“Non penso che sia ammirevole” Greer ribatté, “Voglio solo provare a vivere come una persona ordinaria.”
Maggie la guardò con un sorriso.
“Ma non lo sei per niente, Greer.”
E poi la baciò.
 
Greer, seppur molto sorpresa, si staccò subito, allontanando Maggie.
 “Scusami, Maggie. Non posso. Devo andare” disse in fretta, scuotendo la testa e ignorando l’espressione ferita sul volto della ragazza.
Se ne andò, con uno strano presentimento che non le piaceva affatto.
 
Greer stava cenando da sola nel suo appartamento, seduta sul divano con un piatto di pasta in mano. Non era certo la cosa più graziosa del mondo, ma non le importava. Prese il telecomando per accendere la televisione, iniziando a fare zapping per trovare qualcosa che le interessasse. Doveva ricordarsi di fare un abbonamento a Netflix, almeno avrebbe potuto finire di guardare Orange Is The New Black, pensò.
Sbuffando, continuò a cercare qualcosa che attirasse davvero la sua attenzione. E così fu, con suo grande dispiacere.
Pensava di aver visto male, pensava che magari i suoi occhi la stessero ingannando, ma non era così. Credeva che aver visto quelle foto in cui era con Brenna fosse stato già abbastanza mortificante, ma si sbagliava. Era più mortificante vedersi in tv, mentre una persona fuori campo stava parlando di lei e della sua vita privata.
 
Appoggiò il piatto sul tavolino davanti a lei, alzando il volume della televisione col telecomando.
“La principessa Greer d’Inghilterra sta facendo parlare molto di sé in questi giorni, a causa delle uscite in pubblico con non una, ma addirittura due ragazze! E sebbene sembrava che stesse sbocciando qualcosa tra l’erede al trono britannico e la misteriosa e bellissima ragazza dagli occhi azzurri, a quanto pare non è proprio così” una voce femminile fuori campo raccontò, mentre sullo schermo comparivano le foto di Greer e Brenna al parco, “Sembra infatti che la principessa abbia già dimenticato l’altra ragazza, poiché oggi pomeriggio è stata avvistata in atteggiamenti piuttosto intimi con una sua compagna di scuola.”
Greer strabuzzò gli occhi quando comparirono due foto del bacio tra lei e Maggie.
Si mise una mano sulla fronte, sospirando pesantemente e scuotendo la testa.
“Sembra quindi che la bellissima principessa non sia così noiosa come tutti credevano. Ma ora tutti si chiederanno, chi è questa nuova ragazza che ha avuto la fortuna di baciarla? E cos’è successo all’altra ragazza? Greer si sarà forse stanc-”
Greer spense la televisione, senza pensarci due volte. Non voleva sentire altro.
 
Prese un respiro profondo, nascondendosi il volto tra le mani.
Era esasperata. Erano passate solo tre settimane da quando era arrivata a Boston, e in qualche modo, senza volerlo, era riuscita ad attirare l’attenzione dei media.
Sbuffando, si alzò dal divano, prendendo il piatto che aveva lasciato sul tavolo e portandolo in cucina. Le era passata completamente la fame.
Senza pensarci, prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni. Aprì la rubrica, scrollando in giù col pollice finché non arrivò alla B.
Il suo cuore iniziò a battere più velocemente quando il suo dito si fermò sul contatto di Brenna. Era indecisa su cosa fare, per qualche motivo.
“Fanculo” sospirò toccando il tasto per chiamare l’altra ragazza.
Passandosi una mano tra i capelli, respirò profondamente, camminando su e giù per la cucina.
“Ciao, sono Brenna, lasciate un messaggio o lasciatemi in pace.”
Ma quando suonò il bip, Greer riattaccò. Non aveva idea di cosa avrebbe potuto dire. Forse non aveva il coraggio di dire proprio niente.
Com’era potuto succedere tutto questo?

Il giorno dopo a scuola Greer fu accolta prevedibilmente da frecciatine e risatine, ormai per niente una novità.
Dopo essere riuscita ad evitare Maggie, entrò nell’aula di storia, sentendosi nervosa al pensiero che avrebbe visto Brenna.
Ma lei non c’era.
E Greer avrebbe potuto pensare che fosse una cosa completamente normale, che forse Brenna dovesse ancora arrivare; ma la campanella sarebbe suonata a momenti, e Greer aveva notato che Ford era già in classe. Brenna era sempre insieme a lei.
Camminò per andare al suo banco, ignorando i commenti stupidi e immaturi dei suoi compagni di classe.
 
Posò il suo zaino sul banco, prima di voltarsi verso Ford, che era dietro di lei.
“Ciao, Ford.”
“Non ho fatto niente.”
Greer la guardò confusa. Ford scosse la testa ridacchiando.
“Ah, scusami. Risposta automatica quando qualcuno che non conosco mi rivolge la parola.”
“Beh, direi invece che ci conosciamo” ribatté Greer, “Ricordi, l’altra sera, quando sono venuta a prendere te e Brenna? O forse eri troppo sbronza e non ricordi proprio nulla?”
“Stai facendo la sarcastica?” chiese Ford incrociando le braccia, “No, aspetta. Non voglio saperlo, perché non me ne frega nulla. Piuttosto dimmi cosa vuoi, principessa dalle labbra a canotto.”
Greer scoppiò a ridere.
“Principessa dalle…oddio, che soprannome originale, wow.”
“Sei fastidiosa” Ford disse alzando gli occhi al cielo.
 
Greer smise di ridere, cercando di tornare seria.
“Allora rispondi solo a questa domanda: Brenna oggi non c’è?”
“No, a meno che non sia diventata invisibile. Aspetta, ora controllo” disse Ford guardandosi intorno, “Brenna? Ci sei? Ti prego, dimmi che sei qui, così questa rompipalle la smette di…beh, di rompermi le palle.”
Greer guardò l’altra ragazza, per niente colpita dal suo atteggiamento.
“Ok, Ford, ho capito. Brenna oggi non c’è. Sei stata molto carina e gentile come al solito, grazie.”
“Per niente felice di esserti stata d’aiuto, principessa delle trote” replicò Ford con un sorriso falso.
Greer alzò gli occhi al cielo, mettendosi a sedere.
Era stranamente preoccupata per Brenna. E forse non ne aveva motivo.
Eppure, non aveva un buon presentimento.

Uscendo da scuola, Greer notò con grande sollievo che James la stava già aspettando.
“Ciao, James” gli disse quando arrivò alla macchina.
“Salve, signorina Greer” replicò l’uomo tenendole aperto lo sportello posteriore.
“James, devo chiederti un favore” Greer iniziò a dire appena partirono, “Invece che andare subito a casa, potremmo fermarci prima a casa di Brenna? Brenna Carver.”
“Certo, signorina.”
“Grazie.”
Greer era contenta che James non le avesse fatto alcuna domanda. Stava pensando che forse l’estrema cordialità dell’uomo non fosse proprio un male, come aveva sempre creduto.
In quei cinque minuti che occorrevano per arrivare a casa di Brenna, Greer pensò continuamente a cosa avrebbe potuto dire. Ma era talmente in ansia che non riusciva a pensare a niente.
Aveva timore che Brenna l’avrebbe mandata via. Ma perché avrebbe dovuto farlo?
Certo, c’era un po’ di tensione tra di loro in quel periodo, ma niente che non si potesse risolvere. Greer voleva solo che le cose tornassero com’erano fino a qualche settimana prima.
Le mancava passare i pomeriggi insieme all’altra ragazza, le mancava parlarle, ridere di cose stupide.
Le mancava Brenna.
Allora di cosa aveva veramente paura?
 
“Siamo arrivati, signorina” James annunciò portando Greer alla realtà.
“Bene” disse la ragazza uscendo dalla macchina, voltandosi poi verso James, “Non ci metterò molto.”
“Si prenda tutto il tempo che vuole.”
Greer gli sorrise prima di chiudere lo sportello, incamminandosi verso l’abitazione.
Arrivò davanti la porta e prese un respiro profondo, suonando il campanello.
 
Ad aprire la porta fu Sara, che apparve sorpresa nel vedere Greer.
“Greer! Che piacere rivederti finalmente” disse la donna con un enorme sorriso sul suo volto.
“Salve, Sara” replicò Greer con un sorriso educato, “C’è Brenna in casa?”
“Sì, è in camera sua, ma devo dirtelo, non si sente molto bene.”
Greer non riuscì a celare la delusione che sentiva in quel momento.
“Ah, capisco” disse abbassando la testa, “Grazie comunque.”
Sara rise, sorprendendo la ragazza.
“No, non intendevo…dai, entra, su” disse facendole cenno di entrare.
“Grazie.”
 
Greer entrò in casa, strofinandosi un braccio con la mano, visibilmente nervosa.
“Penso che le farebbe molto piacere vederti. L’ho vista un po’ giù” Sara disse con un sorriso triste, “Ricordi dove si trova camera sua?”
“Sì. Grazie, Sara” Greer rispose.
Lanciandole un ultimo sorriso timido, Greer salì le scale per andare in camera di Brenna.
Quando si ritrovò davanti ad essa, esitò a bussare per un momento.
Non riusciva a capire come mai fosse così maledettamente in ansia.
Scuotendo la testa, finalmente bussò.
 
“Avanti” disse Brenna dopo qualche secondo.
Greer aprì la porta con un po’ di timore. La richiuse dietro di sé, notando l’altra ragazza sdraiata completamente sul suo letto, col computer sopra le gambe.
Brenna era visibilmente sorpresa quando alzò lo sguardo e vide Greer.
“Che ci fai qui?” le chiese con un tono di voce quasi accusatorio.
Greer rimase davanti la porta, sospirando.
“Oggi non sei venuta a scuola” rispose osservando con occhi attenti l’altra ragazza, “E non mi sembra che tu stia poi così male.”
“Sto abbastanza male, credimi” ribatté Brenna.
“Ok, come dici tu.”
“Sul serio, Greer. Che ci fai qui?”
“Ero solo…preoccupata per te, tutto qui” Greer replicò evitando lo sguardo di Brenna.
“Tutto qui? Davvero?” Brenna chiese stupita.
 “Ok, evidentemente oggi ti sei svegliata male, o qualcosa del genere. Che cos’hai?”
“Oh, niente. Solo un tremendo mal di stomaco che ho da ieri sera” Brenna disse toccandosi la pancia, facendo chiaramente finta di provare dolore.
Greer alzò gli occhi al cielo, “Certo, come no, immagino” scosse la testa, ridendo amaramente, “E io che ero davvero preoccupata per te, cavolo.”
“Già, ci scommetto” Brenna ribatté prestando di nuovo attenzione al computer e ignorando quindi Greer.
“Ok, sai cosa?” Greer si avvicinò prendendo il computer e chiudendolo, lasciandolo poi sul letto, “Se hai qualcosa da dirmi, dimmelo e basta. Smettila con questo atteggiamento passivo-aggressivo, è fastidioso.”
“Wow, scusami tanto se non muoio dalla voglia di compiacerti come il resto del mondo sarebbe pronto a fare in mezzo secondo” Brenna disse alzandosi in piedi, “E penso che Maggie sarebbe in prima fila in tal caso, no? Sarebbe più che contenta di fare qualsiasi cosa tu voglia.”
Greer la guardò sconcertata, non sapendo cosa dire.
 
“Molto carine quelle foto di voi due, tra l’altro. Sareste proprio una bella coppia, sai?” disse Brenna con una risata sarcastica, incrociando le braccia.
Greer imitò la sua postura, guardandola sempre con stupore.
“Ma che problemi hai?”
“Non ho nessun problema” rispose velocemente Brenna, “Ma…tu non mi hai detto nulla.”
Una risata incredula uscì dalla bocca di Greer, sorprendendo l’altra ragazza.
“Non ti ho detto nulla perché non c’è assolutamente niente da dire. Neanche mi piace Maggie.”
“Beh, a me sembra proprio il contrario.”
“Dio santo, Brenna” sbuffò esasperata Greer, “Sei disposta a credere più a quelle foto ridicole che a quello che dico io? Tu stessa hai visto come la nostra amicizia sia stata subito fraintesa, avrai notato le storie che si sono inventati i media. E io e te non ci siamo neanche baciate, quindi…”
Entrambe le ragazze guardarono altrove, entrambe chiaramente in imbarazzo.
 
“Comunque, non prenderti la briga di rispondermi. Non so nemmeno come mai stia cercando di giustificarmi con te, quando non ho fatto niente di sbagliato.”
“Dio, proprio non capisci allora…” Brenna disse scuotendo la testa.
“Cos’è che non capisco?” Greer le chiese confusa, avvicinandosi, “Parlami, dimmi tutto quello che hai da dire.”
Brenna abbassò lo sguardo, “Non credo che tu voglia sentire tutto quello che ho da dire. Non lo capisco neanch’io al 100%.”
“Allora provaci” Greer replicò prendendo nella sua mano quella di Brenna, che la guardò sorpresa.
Entrambe si accorsero allora della poca distanza che le separava.
Gli occhi di Brenna caddero per un momento sulle labbra di Greer, che, accorgendosene, posò l’altra mano sul volto della ragazza. Accarezzò la sua guancia con dolcezza, mentre entrambe si stavano avvicinando sempre di più, le loro labbra  a pochi centimetri l’une dalle altre.
Greer sentì chiaramente la bocca di Brenna sfiorare la sua, poté sentirne il respiro caldo, prima che furono interrotte da qualcuno che stava bussando alla porta della camera.
 
Si allontanarono di colpo.
Lo sguardo di Greer era fisso per terra, mentre Brenna andò ad aprire la porta.
La sentì parlare con sua madre, ma non era certa di cosa stessero parlando, poiché Greer era troppo impegnata a cercare di calmare il suo cuore che batteva all’impazzata.
Si passò una mano tra i capelli, non riuscendo a smettere di pensare a quello che era successo qualche istante prima. Quello che sarebbe potuto succedere.
Alzò la testa, guardando Brenna mentre parlava con Sara, apparentemente scocciata.
La guardò, e sapeva che non poteva restare un altro minuto di più in quella stanza.
“Devo andare” disse passando accanto a Brenna, sorprendendo Sara che si spostò per farla passare.
“No, Greer, aspetta…” Brenna cercò di fermarla, mentre entrambe stavano scendendo le scale.
“Scusami, Brenna” Greer disse aprendo la porta e uscendo, senza voltarsi.

Il giorno dopo Greer non andò a scuola. Passò l’intera mattinata a guardare repliche di Grey’s Anatomy, ignorando il cellulare che squillava ogni tanto, sapendo che si trattava di Brenna, o di suo padre. Poteva benissimo immaginare i motivi per cui entrambi la stessero cercando.
Greer sapeva che suo padre l’avrebbe riempita di domande curiose sulla sua vita privata, poiché era completamente sicura che aveva visto le foto di lei con Maggie.
E non voleva rispondere a Brenna perché si sentiva in imbarazzo per quello che era successo il giorno prima. La parte ottimista di Greer voleva sperare che Brenna provasse davvero qualcosa per lei.
Ma la sua parte pessimista era convinta che fosse tutto nella sua testa, che forse Brenna era solo troppo sorpresa in quel momento, forse non aveva davvero intenzione di baciarla.
 
Tuttavia, c’era anche qualcos’altro che stava turbando Greer: il pensiero di perdere Brenna e la sua amicizia.
Se qualcosa fosse andato storto, avrebbe perso l’unica persona con cui aveva veramente legato da quando si era trasferita a Boston.
E Greer non si sarebbe mai perdonata se avesse perso Brenna per una ragione così stupida ed egoista. Questo era il problema però. Greer voleva essere egoista.
Voleva rischiare di rovinare tutto quanto, voleva rischiare di rovinare la loro amicizia.
Ma la paura di perdere Brenna la bloccava.
Pensò che era ridicolo quante cose fossero cambiate in tre settimane, quanto la sua vita fosse cambiata in così poco tempo.
Sospirando, decise di vestirsi. Chiamò James al telefono, chiedendogli se poteva accompagnarla a fare la spesa. Aveva bisogno di una distrazione, seppur minima.
E il frigorifero era praticamente vuoto.
 
Quando arrivarono al supermercato, notando che non c’era molta gente, Greer tirò un sospiro di sollievo. Non era per niente in vena di avere a che fare con un mucchio di persone che l’avrebbero fissata, facendole magari qualche foto non così tanto di nascosto.
Si stava guardando intorno nel reparto ortofrutta del supermercato, quando si scontrò con un’altra persona.
Iniziò subito a scusarsi, fermandosi quando vide che si trattava di April.
 
“Ciao, April. Scusami davvero, ero un po’ distratta.”
“Ciao a te. E non ti preoccupare, anch’io ero un po’ distratta a dire il vero” ammise la donna, ridendo, “Colpa di una certa ragazza australiana che in questo momento è proprio dietro di me.”
“Certo, d’altronde eri così impegnata ad ammirare la mia bellezza che sono riuscita a farti fare una figuraccia, eh?”
“Beth…”
“No no, fai pure, incolpa me per la tua disattenzione” Beth scherzò alzando gli occhi al cielo.
 
Greer rise osservando le due ragazze.
Beth allora si voltò verso Greer, scrutandola per un istante. Poi sgranò gli occhi.
“Oh, mio Dio. Sei la principessa d’Inghilterra. Oh, mio Dio!” Beth disse voltandosi verso April, “Allora dicevi sul serio quando mi hai detto che è venuta a cena a casa tua!”
“Pensavi davvero che fosse una bugia?” chiese April indignata.
“Beh…” Beth fece spallucce.
 
Si voltò di nuovo verso Greer, che la stava guardando con un sorriso imbarazzato ma anche divertito.
“Sei anche più bella dal vivo, lo sai? Sei troppo carina!”
“Grazie” replicò con una risata Greer.
April sospirò, mettendo una mano sulla spalla di Beth.
“Beth, ha 16 anni, lo sai, vero?”
“Certo che lo so!” ribatté Beth con un’espressione inorridita sul suo volto, “Quando dico che è carina, certamente non lo intendo come voglio-passare-per-una-pedofila-e-andare-in-prigione, o qualcosa del genere.”
“Va bene, va bene” disse April ridendo, “Senti, perché non vai a prendere una o due bottiglie di vino, mentre io faccio finta di prendere un po’ di frutta?”
Beth annuì, “D’accordo, ho capito. Ti vuoi liberare di me, così puoi tenerti Greer tutta per te. Ma non importa, stasera affogherò i miei dispiaceri nel vino costoso che pagherai tu” scherzò voltandosi poi verso Greer con un sorriso sincero, “È stato un piacere conoscerti. Anche se il luogo forse non è uno dei più ideali.”
“È stato un piacere anche per me, Beth” replicò Greer.
Si salutarono, lasciando così April e Greer da sole.
 
Per qualche istante ci fu un silenzio imbarazzante, o almeno così era per Greer.
“Allora, come vanno le cose?” chiese April nel tentativo di rompere il ghiaccio.
“Potrebbero andare peggio” rispose Greer con una risata forzata, “A te invece?”
“A me potrebbero andare meglio” April replicò, sospirando, “E con Brenna? Come vanno le cose con lei?”
Greer la guardò sorpresa.
“Bene, direi…bene. Perché me lo chiedi?”
“Beh, so che siete amiche, Brenna parla anche spesso di te. Ho solo notato che ultimamente il suo umore non è proprio dei migliori, è un po’ come se stesse tornando di già alla Brenna di qualche mese fa…alla Brenna che non conosceva te.”
 
Greer cercò di non pensare al fatto che apparentemente Brenna parlasse di lei con la sua famiglia, e a cosa potesse alludere April.
“Mi spiace, ma non ho notato niente” Greer mentì, consapevole che forse conosceva il motivo del malumore di Brenna, “Qualunque cosa stia passando, non credo che abbia a che fare con me.”
April la guardò con un piccolo sorriso, scuotendo la testa.
“Forse non dovrei parlare di queste cose, non sono affari che mi riguardano” disse la donna, incrociando le braccia, “Ma si tratta pur sempre di mia sorella, e certe cose non mi sfuggono. Sono anche una giornalista, dopotutto. Ho visto con i miei occhi come si comporta quando siete nella stessa stanza. Ho visto come ti guarda, come la fai sorridere senza neanche provarci. Hai un grande potere su Brenna, lei ci tiene veramente a te, questo posso dirtelo con assoluta certezza.”
 
Greer ripensò al bacio mancato tra lei e Brenna.
Scuotendo la testa mentalmente, sorrise cordialmente ad April.
“Scusami April, ma dovrei andare.”
“Aspetta, Greer” April la fermò, “Io non so nulla di te, e tu non sai nulla di me. Ma ti ho detto tutto questo perché Brenna è la mia sorellina, le voglio bene, e farei di tutto per proteggerla. Può sembrare una persona dura, ma penso che sappiamo entrambe quanto in realtà sia sensibile. E fidati, cancro o no, sarei sempre pronta a prendere a calci in culo chiunque la faccia soffrire” disse infine con una piccola risata.
 
Stupita dalla rivelazione della donna, Greer la guardò con occhi tristi.
“Hai…hai il cancro?”
“Già. Ho scoperto che mi è tornato qualche settimana fa” April ammise amareggiata, “Tra un paio di giorni inizierò la chemioterapia, non sarà per niente piacevole.”
“Mi dispiace molto, April. Non lo sapevo” disse Greer abbassando lo sguardo.
“È normale che tu non lo sapessi. Non ci conosciamo così bene, e ora so che nemmeno Brenna te ne ha parlato” April scosse la testa, posando una mano sul braccio di Greer, “E poi so che per te è un argomento delicato.”
 
Greer la guardò con occhi lucidi, rivedendo negli occhi compassionevoli di April il volto di sua madre morente per un istante.
“Scusami, devo veramente andare. Ciao” disse prima di andarsene, seguita da James che era rimasto nelle vicinanze.
Sentì poi la voce di April che la chiamava, e si voltò verso di lei.
“Fa’ solo la cosa giusta. La vita è breve” le disse con un sorriso triste.
Ricambiando il sorriso, Greer annuì.

Era quasi mezzanotte, Greer era nel suo letto, ma non riusciva proprio a prendere sonno.
Le parole di April di quel pomeriggio risuonavano continuamente nella sua testa, la scioccante rivelazione aveva scosso completamente Greer. E nonostante questo, non riusciva a smettere di pensare a Brenna.
Era ancor più preoccupata per l’altra ragazza, per quanto fosse possibile.
Greer pensava che forse il cancro di April fosse il motivo degli atti di ribellione di Brenna. Certo, questo non la giustificava, quello che faceva era sbagliato da più punti di vista.
 
Tuttavia, Greer poteva capire cosa stesse passando, quindi tutto quello che voleva fare in quel momento era abbracciare Brenna, cercare di darle anche il minimo conforto. Voleva aspettare che fosse lei a cercarla però, visto che non voleva farle pressioni.
Le sembrava che gliene avesse già fatte troppe.
E forse si sbagliava, forse tutto quello che doveva fare era parlare con Brenna e chiarire una volta per tutte; c’era però sempre quella dannata paura, quell’insicurezza che la bloccava, che le impediva di mandare anche solo un semplice messaggio all’altra ragazza.
Greer voleva starle vicino, ma voleva anche rispettarla.
Voleva davvero baciarla, ma non voleva rischiare di mandare tutto all’aria. C’era già andata molto vicina.
 
Prese il cellulare dal comodino con un sospiro, sbloccando lo schermo.
Aprì la galleria di foto, aprendo quindi le ultime foto aggiunte.
Erano foto di lei e Brenna, le stesse che avevano scatenato i media in tutto il mondo.
Guardò una foto in cui entrambe erano sorridenti, lei che guardava per terra, mentre Brenna guardava lei. Un sorriso nacque sul suo volto in quel momento, senza rendersene conto.
Si concentrò meglio sul volto di Brenna, quegli occhi apparentemente pieni di adorazione, il sorriso felice e spensierato stampato sul suo volto.
Greer non voleva illudersi, non voleva sperare, nonostante i segnali che aveva colto. Ripensò per l’ennesima volta a quel maledetto bacio mancato, cercando di immaginare cosa sarebbe potuto succedere se Sara non avesse bussato alla porta proprio in quel momento.
Si sarebbero baciate davvero. Greer ne era ormai convinta. Ma non poteva fare a meno di chiedersi se Brenna non se ne sarebbe pentita, se questo quindi non avrebbe rovinato la loro amicizia, o qualsiasi cosa fosse.
 
Sbuffando, Greer tornò alla schermata principale del telefono, notando l’ora tarda.
Posò il telefono sul comodino e provò ad addormentarsi. Ma era inutile, poiché si rigirò più volte nel letto per un’altra mezz’ora.
Non aveva per niente sonno.
Si alzò dal letto, stiracchiandosi. Aveva bisogno di un po’ d’aria fresca, e forse anche di qualcos’altro.

   
 
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