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Autore: _diana87    16/03/2015    4 recensioni
“Ah, questi uomini! Uffa, queste donne!”
Genere: Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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“Ah, questi uomini! Uffa, queste donne!”
{Silvia Ziche}
 
 
Capitolo 1: La stupidità umana

 
 
“Non capisco cosa c’è da ridere in quel modo... Capitano Gates, richiami i suoi detective all’ordine, per-l’amor-del-cielo!”
L’omino rotondo con il papillon rosso, bretelle che uscivano dal completo a pinguino e gli occhialini sul naso, sembrava un personaggio uscito da qualche epoca lontana. Si tenne sull’attenti, scrutando gli agenti di polizia davanti a lui. Mai nella sua vita si era sentito così preso in giro!
Victoria Gates, dal canto suo, fulminò i detective con un solo sguardo, che valeva mille parole.
Javier e Kevin coprirono le bocche con un gesto furtivo della mano, impedendo così di ridere, mentre Rick lottava con il desiderio di fare battute. Le aveva sulla punta della lingua! La detective Kate Beckett, invece, la più seria e la più composta, si schiariva la gola, facendosi schioccare il collo con dei movimenti che provocavano più fastidio che goduria alla Gates, la quale la incenerì spalancando gli occhi e lanciando qualche strano potere misterioso dai bulbi oculari... o almeno era ciò che si immaginava Rick in quel momento. Le sue capacità di scrittore, con le mente sempre attiva, erano sorprendenti. Se avesse fatto funzionare il cervello come la sua creatività, allora sarebbe stato un perfetto supereroe alla Bruce Wayne.
“Ha ragione signor Magpoop, continui pure.”
Perfino il cognome di quell’omino faceva ridere.
Di nuovo, i miglior detective di New York si davano gomitate tra di loro trattenendo delle risatine.
Di nuovo, la Gates li fulminò coi suoi poteri oculari.
“Dicevo... in rappresentanza di una famiglia molto ricca come la mia...”
Lo scrittore non resistette un altro minuto di più, quindi cautamente si avvicinò all’orecchio dei due bro.
“Producono borse dalla cacca di mucca per caso?”
La battutina giunse automaticamente alle orecchie del capitano, tanto da far chiedere a Castle se avesse veramente dei superpoteri. Con un gesto repentino della testa, la donna si voltò verso di lui e lo fece star zitto semplicemente mettendosi un dito davanti le labbra. Erano alle elementari!
Magpoop continuava a parlare alzando il tono di voce decisamente stridulo simile al falsetto.
“...ci aspettavamo un simile raggiro! Insomma vendere le nostre produzioni a nomi falsi... che porcheria! Io e i miei soci ci siamo già attivati per trovare queste persone fraudolente.” L’omino mostrò alla Gates un taccuino di pelle che conteneva una sfilza di nomi e in alto c’era un titolo alquanto curioso.“Guardi qui, l’abbiamo chiamata Operazione Passera.”
Interrompiamo il corso della lettura perché qui è dovuta una spiegazione. Nel cervello dell’essere umano deve esserci per forza una ghiandola che appena sente nomi che ricordano vagamente gli organi genitali, provoca un formicolio alla massa celebrale, la quale comunica con gli altri organi, e fa sì che i muscoli si contraggano. Generalmente, questa reazione si verifica più nel genere umano maschile che in quello femminile.
Fu questo che più o meno accadde in quel momento. Javier e Kevin sentirono le labbra tremare, e le vibrazioni si ampliarono provocando una dilatazione delle labbra che fece uscire dalla bocca un suono distinto comunemente chiamato risata. I due arrivarono a contorcersi la pancia e buttarsi a terra; Rick buttò la testa all’indietro e si trattenne lo stomaco; e si sa che la risata è contagiosa, quindi essa colpì anche gli altri agenti del Dodicesimo, i quali, ignari, si guardarono un attimo in faccia e poi risero a crepapelle senza motivo.
Kate, ancora una volta, dimostrò professionalità e intelligenza – ma del resto, era una donna, e si sa che è di un genere superiore all’uomo – e prese il signor Magpoop in un angolo per condurlo insieme alla Gates nel suo ufficio.
 
“I miei agenti sono degli imbecilli, li perdoni.” Esordì il capitano del Dodicesimo, senza mezzi termini, appena chiuse la porta alle sue spalle.
“Sono maschi, non ci arrivano.” Aggiunse Beckett, sedendosi accanto al signor Magpoop, il quale la guardò accigliato, sentendosi immediatamente offeso. La detective sentì lo sguardo della Gates su di lei che la invitava a scusarsi seduta stante, onde evitare la ramanzina, Tu quoque, Beckett.
“Con questo non voglio insinuare che lei sia omosessuale... no, assolutamente! E comunque non ho niente contro i gay, anzi, io li ammiro moltissimo perché si battono veramente in ciò in cui credono...” aveva iniziato a parlare a raffica, esponendo cose senza senso. “Una volta al college sono stata con una ragazza, giusto per sperimentare...”
“Detective!” la voce ammonitrice della Gates la riportò all’ordine.
“Oh cazzo. Oh, mi scusi di nuovo.” Si coprì la bocca con vergogna, quando realizzò di aver detto una parolaccia davanti al suo capitano. Il signor Magpoop era sconvolto e si muoveva di continuo sulla sedia, cercando una posizione comoda. “Oh cazzo, ho detto ‘cazzo’. Non era un’offesa.”
La situazione stava diventando alquanto imbarazzante.
“Detective!” imprecò di nuovo, e seguì il suo gesto che la invitò a cucirsi la bocca. “Signor Magpoop, vuole esporci la sua...” esitò. Anche Victoria Gates, capitano del Dodicesimo distretto di New York, dovette ammettere che quel nomignolo per un’operazione sottocopertura era alquanto ambiguo. Sentì la gola andarle a fuoco e se la toccò con le mani.
Qualcosa nel cervello di Kate la fece attivare e pensare a far qualcosa di sensato. Lei era diversa dal suo fidanzato, a volte idiota, Richard Castle, e lo avrebbe dimostrato! Si alzò, andando a prendere una brocca d’acqua che versò in un bicchiere e glielo porse alla Gates.
Il capitano del Dodicesimo la guardò come se le avesse dato della sabbia come drink, appena la detective fece un sorriso a 32 denti super bianchissimi.
“Detective, che sta facendo?”
Kate fece per replicare qualcosa. Guardò incerta prima il signor Magpoop, che si stringeva nella sua giacca, offeso perché ancora non riusciva a parlare, e poi fissò la Gates, trattenendo il bicchiere in mano.
“Lei ha il mal di gola, e pensavo che le servisse dell’acqua...”
Il capitano si portò una mano sulla fronte e scosse la testa. Con l’altra mano, invitò di nuovo la detective a sedersi.
Qualcun altro si schiariva la voce. Era il signor Magpoop, spazientito. Afferrò lui il bicchiere e bevve tutto d’un sorso.
 


Angoletto dell’autrice (poco) sana di mente:
Non so come mi è venuta in mente questa mini fanfic.
Diciamo che un giorno stavo guardando un film dove il protagonista continuava a trovare doppi sensi ovunque, e quindi mi son detta: “E se anche Castle si trovasse nella sua stessa posizione?”
Per il signor Magpoop ho pensato all’omino Michelin.
Il resto dei personaggi di Castle, come avete potuto intuire e leggere, sono un po’ OOC perché è la storia che lo richiede.
Tuttavia, sappiamo benissimo che ciò che accade nel cervello umano, almeno in quello maschile che pensa a una sola cosa, è assolutamente vero.
Detto ciò, vi auguro una buona permanenza e lasciate ogni speranza, o voi che leggete.
   
 
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