Shottina
scritta mentre ero influenzata. Si avvicina il Natale e il mio spirito natalizio
esce fuori prepotentemente (quindi preparatevi perché non sarà l’ultima su
questo tema). E’ collegata al primo capitolo di “Burnin’ up”, anche se può
essere letta da sola. Vi avverto, fin da ora, che mi sono affezionata molto a
questa coppia e prevedo di scrivere altro su di loro (mi direte se vi fa piacere
oppure no).
Un
ringraziamento speciale, come sempre, alla mia socia ele aka beautiful_disaster
che legge, commenta e sopporta le mie paranoie (grazie
*__*).
I Jonas
Brothers non mi appartengono (ahimè) e questo racconto, completamente inventato,
non intende rappresentare la loro vita.
Buona
lettura.
I don't want a lot for Christmas
There's just one thing I need
I don't care about presents
Underneath the Christmas tree
“Etciù”
Dopo aver suonato il campanello questo fu il primo suono che sentì dalla porta ancora chiusa. Poco dopo uno stralunato Kevin, tutto avvolto in una grande coperta scozzese, la salutò facendola entrare.
“Ciao
Leyla”
Lei
si avvicinò stampandogli un bacio sulle labbra bollenti per la febbre, prima che
lui si scostasse.
“Non
farlo, non voglio farti ammalare”
“Non
sarei venuta qui, non preoccuparti”
Andarono
a sedersi sul grande divano che troneggiava in casa Jonas, proprio di fronte ad
un grande camino e poco dopo la ragazza si alzò, avvicinandosi per scaldare i
palmi delle mani. Un bel fuoco scoppiettava diffondendo un piacevole calore.
Notando lo strano silenzio che regnava si voltò verso
Kevin.
“Sei solo?”
Lui
si era acciambellato in un angolo del divano, con la testa appoggiata mollemente
contro la spalliera. A quella domanda arricciò le labbra in un’espressione da
cucciolo indifeso.
“Mi
hanno abbandonato tutti, nessuno che si preoccupa per me che sono malato” si
lamentò drammaticamente.
Leyla,
sorridendo, si avvicinò a lui scompigliando i suoi riccioli e sistemando meglio
intorno alle sue spalle la pesante coperta.
“Povero
piccolo. Ma adesso non ti devi preoccupare, ci sono qui io a prendermi cura di
te” terminò baciandolo sulla fronte, poi sul naso e infine sulle
labbra.
“Sì,
ho bisogno di tante coccole” mugugnò cercando di tirarla verso di lui, per
approfondire il bacio di prima ma non aveva fatto i conti con la determinazione
di lei.
“C’è
qualcosa che funziona meglio delle coccole”
“I
baci?”
“Assolutamente
no – scherzò lei – ci vuole una bella spremuta di arance”
“Odio
le arance” si lamentò coprendosi il viso con la coperta in segno di
protesta.
Leyla
si avvicinò maliziosamente.
“Se
fai il bravo e la bevi tutta sarai ricompensato” sussurrò.
Kevin
rimase immobile per qualche secondo prima di scoprire un occhio per guardarla.
“Promesso?”
Quando
la vide annuire abbassò il plaid.
“E
va bene” concesse magnanimamente.
Mezz’ora
dopo Kevin si sentiva molto, molto meglio.
Dubitava
che il cambiamento fosse dovuto alla spremuta orribile che aveva dovuto bere
fino all’ultima goccia, facendo delle smorfie assurde, anche se Leyla aveva
continuato a ripetergli che la vitamina C lo avrebbe aiutato. Secondo lui stare
sdraiato sul divano, con la sua ragazza che lo abbracciava, entrambi sotto la
coperta era stato decisivo. Lei gli stava accarezzando piano un braccio mentre
Kevin teneva il mento appoggiato alla sua fronte, respirando il profumo di
albicocca dei suoi capelli.
Si
sentiva rilassato, in pace con il mondo e persino la febbre e il mal di gola
sembravano più sopportabili.
“Dove
sono andati tutti?” gli domandò ad un certo punto.
“Mamma
ha portato Frankie in centro perché i folletti di Babbo Natale si esibivano in
uno spettacolo sul ghiaccio, Nick è andato con loro per comprare dei regali di
Natale e Joe si è aggregato perché…” si interruppe ricordando le parole di suo
fratello.
“Non
mi va di fare il terzo incomodo e poi, se giochi bene le tue carte di malato,
vedrai che Leyla sarà mooolto disponibile nei tuoi
confronti”
“…
perché non voleva che gli attaccassi qualcosa” concluse
sorridendo.
Leyla
si strinse di più a lui, sospirando soddisfatta per il contatto dei loro corpi.
Ancora adesso, nonostante fossero passati quasi sette mesi, si domandava se non
fosse tutto un sogno. Sembrava ieri quando Kevin si era presentato agli Studios
per trovare un costume. La loro storia era cominciata quel giorno, tra un
travestimento e un bacio anche se, dopo qualche tempo, la paura che potesse
incontrare un’altra o rendersi conto che in realtà era stato solo un fuoco di
paglia l’aveva tenuta sveglia spesso.
Invece
non era andata così.
Lui
era partito per un tour ma l’aveva chiamata tutte le sere e quando si era
accorto che soffriva per la lontananza le aveva fatto quel regalo durante
l’intervista, affermando di avere una passione speciale per la principessa
Leila. In quel momento, mentre lo osservava alla televisione, si era coperta il
viso con le mani mentre il cuore aveva perso un battito davanti a quella strana
ma sincera dichiarazione. Lì si era accorta di essere perdutamente e
irrimediabilmente innamorata di lui.
Quando
Kevin le soffiò piano sul viso si riscosse da quelle riflessioni.
“Un
soldo per i tuoi pensieri” le disse.
“Sono
felice di essere qui con te” rispose sincera sollevandosi per
baciarlo.
Le
mani di Kevin si posizionarono sui suoi fianchi, risalendo lentamente seguendo
le curve del suo corpo, passando poi a sfiorarle la schiena fino alla nuca.
Quando la sentì mugolare soddisfatta contro la sua bocca si spostò in modo da
trovarsi sopra di lei, facendo combaciare i loro corpi.
Non
sapeva se era la febbre o solo il desiderio a farlo sentire in quel modo. Era
innamorato ed era felice e voleva solo continuare a toccarla, a sfiorarla e
assaggiarla dappertutto. Mentre la sua bocca scendeva lungo il mento,
dedicandosi al suo collo e alla vena che sentiva pulsare, le sue mani
cominciarono a far scendere la lampo del suo golf.
Indossava
solo un reggiseno di pizzo bianco e la sua pelle era candida come
quell’indumento. Assaggiò ogni centimetro lasciato scoperto come un assetato nel
deserto. Leyla gli aveva infilato le mani nei capelli spostandole e arruffando i
suoi riccioli.
Piano
piano, scese con la bocca sul suo stomaco, sull’ombelico e poi, quando incontrò
l’ostacolo dei suoi pantaloni una mano cominciò ad armeggiare con il bottone. In
quel momento Leyla gli prese il viso tra le mani sollevandolo in modo da
fissarlo negli occhi.
“Mi
sembra il caso di fermarsi”
Lui
fece una smorfia contrariata.
“Io
dico di no”
“Per
quanto adori l’idea di fare l’amore con te, non mi piacerebbe che la nostra
prima volta fosse su un divano, con il terrore che tutta la tua famiglia possa
piombare qui, all’improvviso, scoprendoci”
Lui
si lasciò scappare un sorriso malizioso.
“In
realtà io pensavo di farlo sul tappeto, sotto l’albero di Natale, illuminati
solo dalle luci intermittenti” continuò lui con voce suadente e roca,
sussurrandole nell’orecchio.
Leyla
prese un profondo respiro. Non era facile mantenere la lucidità con Kevin sopra
di lei, con la sua voce che le stava promettendo di farla impazzire. Tutto
dentro di sé stava urlando di sì ma una piccola vocina stonata le impediva di
lasciarsi andare del tutto.
Per
prima cosa c’era la faccenda del voto.
Se
proprio voleva infrangere quella promessa doveva essere una decisione presa a
mente lucida, con la consapevolezza di quanto voleva fare e non dettata da un
momento di desiderio.
Seconda
cosa lui era malato ed erano in casa Jonas.
Voleva
che tutto fosse perfetto e un Kevin febbricitante, per quanto molto passionale,
non rientrava nelle sue idee.
Per
questo raccolse tutta la sua forza di volontà per divincolarsi da lui e mettersi
seduta sul divano.
“Dobbiamo
fermarci, lo sai anche tu” dichiarò, facendo appello al suo senso di
responsabilità.
Kevin
la fissò, vide la determinazione nei suoi occhi e capì quanto aveva ragione.
Anzi, di solito era lui quello più razionale, anche se doveva ammettere con sé
stesso che era stato bello lasciarsi andare. Si passò una mano tra i capelli
sospirando.
“Odio
quando hai ragione” ammise.
Leyla
gli sorrise, richiuse il golf e, dopo avergli sistemato la coperta, si allontanò
dal divano per sicurezza.
“E’
bellissimo il vostro albero di Natale” commentò per cambiare argomento, toccando
gli addobbi appesi.
“Sicuramente
è molto originale con tutte quelle decorazioni fatte quando eravamo piccoli e
che mamma non ha mai voluto buttare”
“Ha
fatto bene, sono un bel ricordo” disse lei con una punta di malinconia nel tono
di voce.
A
Kevin non sfuggì e afferrò un lembo del plaid scostandolo.
“Vieni
qui – alzò due dita – prometto di fare il bravo, parola di lupetto”
scherzò.
Leyla
annuì e torno vicino a lui che allargò il braccio stringendola a
sé.
“Raccontami
qualcosa, come festeggiate di solito Natale?” gli chiese.
Un
attacco di tosse gli impedì momentaneamente di parlare e lei, premurosa, gli
batté una mano sul petto per aiutarlo.
“Grazie.
Vuoi sapere cosa succede in casa Jonas? Da qualche anno Frankie, che crede
ciecamente a Babbo Natale, si è intestardito che dobbiamo andare tutti a dormire
sennò lui non passa a lasciare i regali”
Leyla
sorrise, divertita da quella notizia.
“Davvero?”
Kevin
alzò gli occhi al cielo sospirando.
“Purtroppo
sì. Guai a non farlo. Il primo anno, dopo aver fatto finta di metterci a letto,
siamo scesi per mangiare i biscotti lasciati per le
renne…”
“Scusa
ma non si lasciano mica le carote?” lo interruppe lei.
Maliziosamente
a Kevin si illuminarono gli occhi di divertimento.
“Ma
a noi non piacciono, per cui gli abbiamo spiegato che mangiano anche loro i
biscotti”
“Siete
perfidi”
“No,
solo golosi. Comunque Joe è inciampato facendo un caos pazzesco e Frankie è
corso giù, pensando fosse Babbo Natale. Quando ha scoperto che eravamo noi è
diventato una furia, urlando che eravamo tutti cattivi. Dopodiché anche mamma ci
ha sgridato per averlo fatto arrabbiare, dicendo che dimostravano di avere due
anni per come ci eravamo comportati”
“Oh
santo cielo” commentò lei ridendo mentre si immaginava la
scena.
“Io
avevo usato un’altra espressione, beccandomi un’occhiataccia da mio padre”
concluse ridacchiando.
Poi
tornò serio perché aveva capito il motivo di quella domanda e la sua malinconia
di prima.
“Quest’anno
non ci sarà tuo padre?”
Leyla,
sentendo nominare il genitore, si rattristò distogliendo lo sguardo e puntandolo
sull’albero di Natale.
“No.
Purtroppo ha avuto la licenza l’anno scorso e questa volta saranno altri soldati
a rientrare”
“Mi
dispiace” le disse avvicinandola a sé e dandole un bacio sui
capelli.
“Grazie.
L’importante è che stia bene”
“Stavo
pensando una cosa” le disse passandole l’indice sul naso, picchiettandolo sulla
punta finché lei non rialzò lo sguardo su di lui.
“Cioè?”
“Perché
non festeggiate il Natale qui a casa nostra?”
Leyla
si allontanò leggermente da lui, spalancando gli occhi per la
sorpresa.
“Stai
scherzando vero?”
Kevin
invece rimase calmo, accennando ad un sorriso, divertito dalla sua reazione e
spostandosi verso di lei.
“Perché?
Che ho detto di così strano?”
“Beh,
tu… no, non si può fare” dichiarò impacciata allontanandosi di nuovo da
lui.
“Se
non vieni Frankie ci rimarrà malissimo. Sai che sono una schiappa nelle corse
con la Wii e con Joe e Nick che fanno squadra lui è destinato a perdere senza di
te. Si è raccomandato che tu ci sia sennò ha minacciato di scrivere a Babbo
Natale per non farmi portare niente” continuò imperterrito lui,
avvicinandosi.
Leyla,
confusa, si mosse indietro ancora una volta.
“Oh
Kevin, io non lo so”
“Non
volevo dirtelo ma anche mamma ha affermato che Frankie aveva ragione e che
avrebbe aggiunto volentieri due posti in più a tavola”
A
quel punto lei era arrivata alla fine del divano, con il bracciolo contro la
schiena a bloccarla. Senza lasciarle il tempo di muoversi Kevin agilmente lui
spostò la coperta mettendola alle spalle di Leyla e tirando entrambi i lembi per
avvicinarla a lui.
“Come
fai a non capire? – continuò decisa – un conto è venire qui a trovarti, salutare
i tuoi genitori e chiacchierare con i tuoi fratelli, un altro è venire qui con
mia madre a farle conoscere la tua famiglia. Sembrerebbe tanto
una…”
“…cosa
ufficiale” concluse lui.
“Già”
annuì, soddisfatta che finalmente avesse capito cosa
intendeva.
“Non
vedo il problema”
Scuotendo
la testa e spostando i capelli dietro le orecchie
continuò.
“Ma
non capisci? Far incontrare i nostri genitori, essere tutti insieme… sembra una
cosa da fidanzati”
Kevin
dovette trattenersi per non scoppiare a ridere apertamente
“Continuo
a non vedere il problema”
A
quel punto i loro visi erano vicinissimi.
“Tu
vuoi davvero….”
“Sì,
l’unica cosa che voglio per Natale sei tu” concluse
dolcemente.
“Mi
sembra tutto un sogno”
“Ti
giuro che è vero, vuoi che lo dica in un’intervista?”
“No!
– urlò Leyla mettendogli una mano davanti alla bocca scherzando e poi continuò
con espressione maliziosa – mi lascerai un biscotto delle renne da
mangiare?”
Questo
era uno dei motivi per cui era pazzo d’amore per lei, per come riusciva sempre a
spiazzarlo e a divertirlo. Ridendo l’attirò a sé per baciarla, senza notare il
rumore della chiave nella serratura della porta d’ingresso.
I just want you for my own
More than you could ever
know
Make my wish come true...
All I want for Christmas
Is
you...
(testo
di All I Want For Christmas Is You di Mariah Carey)