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Autore: essellunga1998    16/03/2015    3 recensioni
“Mamma…?”
“Eri-san sta arrivando.
Mi ha chiamato per avvisarti che arriverà con un po’ di ritardo per via del traffico, ma per il tuo combattimento dovrebbe esserci!”
La ragazza guarda il bambino così basso per lei, ma così simile all’altro…
Si morde il labbro inferiore e poi prende un po’ di coraggio e chiede.
“Conan-kun…?
Verrà anche Shinichi…?”
Lo sguardo sorpreso e poi improvvisamente rabbuito del bambino le fa capire molte cose.
Le solite cose.
“Ran-neechan.
Shinichi-kun non può venire per via del caso che st…”
“…Che sta risolvendo. Lo so.
Oramai questa tiritera la conosco a memoria.
Grazie lo stesso Conan-kun…”
Lo sguardo triste e spento della ragazza lo fa desistere.
Sa di essere la causa di quel dolore, ma non può che fare un ultimo tentativo come il bambino che non è.
Quando, con una mano, esprimi i tuoi pensieri e desideri.
Le tue paure...
Il tuo amore...
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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*AVVISO: Per via di alcune etimologie in questo capitolo, il rating sale a giallo.
L’autrice declina ogni responsabilità legata ad un certo linguaggio colorito.
Colpa di questo maledetto dito…*


Capitolo 3: Middle: provacation and damnation

Il Giappone è famoso per la sua cultura millenaria, per le sue tradizioni e la sua gente.
Ma molte delle persone mal informate sul paese non conosce una cosa: nella terra del Sol Levante ci sono le scuole con corsi extrascolastici oltre alle materie obbligatorie.
Sono corsi per approfondire conoscenza su tutto quello che c’è da conoscere sull’occidente.
Anche quelle più strane.
E Ran frequentava questo corso.
Ma pare che quel giorno fosse particolarmente disattenta.
…Il dito medio rappresenta il membro riproduttore maschile, mentre le due dita rappresentato i testicoli.
Facendolo, mostri in pratica qualcosa di fallico al tuo interlocutore…”

Stava passeggiando per il cortile con la sua migliore amica Sonoko, quando un ragazzo più o meno a vista del loro anno, ma di un’altra classe, si era avvicinato a loro.
Essendo un bel ragazzo e Sonoko una grandissima ragazza frivola, ci aveva provato spudoratamente, ma a quanto pare al ragazzo interessava l’altra.
“Ciao... tu devi essere Ran Mouri, giusto?
Io sono Hideaki Aragae, capitano della squadra maschile di karate...”

E sotto gli increduli di una parte della scuola e gelosi dall’altra (tra cui anche Sonoko), avevano iniziato a conversare del più e del meno.
Ed erano anche diventati amici.
Fino a quel maledetto giorno…

“…Gli antichi romani definivano il gesto del dito medio alzato con le parole “digitus impudicus”, traducibile alla lettera come “dito impudente”.
Il gesto nacque nell’area del Mediterraneo, probabilmente in Grecia, diffondendosi verso l’occidente e grazie all’impero romano verso nord…”

Erano in un bar tranquillamente, quando una ragazza era entrata inviperita e si era diretta al tavolo di lei e Hideaki.
“TU? E’ QUESTO IL FAMOSO STUDIARE? MI OSI CORNIFICARE CON QUESTA TROIA QUI?”
Ran si era sentita subito impudica, sporca.
Nonostante fosse solo innamorata di un solo ragazzo, era sempre stata apprezzata dai suoi coetanei di età.
Ma nonostante ciò, non aveva mai fatto nulla di male.
Li salutava, ci usciva come amici ma nulla di più.
A quanto pare a quella ragazza credeva il contrario.
Improvvisamente aveva abbassato gli occhi sconvolta e triste per tali ingiurie tanto ingiuste.
Non si accorse dello sguardo confuso e poi tremendamente in colpa del ragazzo di fronte a lei.
Non si accorse che stava uscendo dal bar insieme a quella che era la sua “ragazza”.
Non si accorse degli sguardi tremendamente inquisitori e compassionevoli di una questione di cui lei non c’entrava assolutamente.
Non si accorse del gesto poco carino che le aveva rivolto quella ragazza prima di uscire.
Quel maledetto dito medio.
Però si accorse eccome di due mani leggermente più grosse e calde prendere le sue in una presa ferrea.
Aveva sì alzato lo sguardo e aveva visto sì quello sguardo tremendamente serio ed allo stesso tempo triste che le aveva fatto battere forte il cuore.
E sì che aveva sentito il sussulto del suo corpo quando ci si era buttata addosso a peso morto, piangendo lacrime innocenti.
Lui era lì.
E la stava consolando.
Ancora una volta…

“…Secondo questa versione, che si basa più su un mito che su fatti storici verificabili fino in fondo, gli abili arcieri inglesi erano temuti dai francesi, che in più di una occasione avevano minacciato di amputare medio e indice ai loro nemici per impedirgli di continuare a scroccare frecc...
Ah.
Va bene ragazzi, dato che la campanella è suonata, direi che per oggi è abbastanza.
Mi raccomando, leggete gli appunti che avete preso e ci vediamo la prossima settimana.
Andate.”


Era lì, fermo.
In attesa.
“Conan-kun, che ci fai qui…?”
“L’Oji-san mi ha mandato a prenderti.
Dato che oggi starà fuori tutto il giorno…”
“Ah già… Andiamo.”

Si incamminarono per un po’ sino a quando non incontrarono un viso estremamente famigliare ad entrambi.
Ma con sentimenti diversi.
“Hideaki-san…”
<< Maledetto bastardo… >>
Non se lo era scordato l'evento, quel bambino.
Ricordava perfettamente come l’anno prima era uscito con un suo ex compagno di calcio delle medie, ma in realtà in incognito per spiare le mosse della ragazza di cui si era innamorato.
Era entrato in quel bar e aveva avuto una voglia di spaccare la faccia a quel maledetto damerino quando la sua donna si era permessa di offendere Ran ingiustamente.
E non aveva retto quando aveva visto la ragazza sull’orlo delle lacrime.
E quando si era fiondata tra le sue braccia, aveva sussultato sì per la sorpresa, ma la sensazione di calore di un corpo, del suo corpo gli era piaciuta assai…
Quindi rivederlo voleva dire portare a galla ricordi che avrebbero offuscato i grandi occhi da cerbiatta di Ran e che avrebbero causato altre lacrime inutili.
<< Perché sono così? Fossi ancora Shinichi, sarebbe stato meglio… Accidenti…! >>
Ma sembrava che il ragazzo che si chiamava Hideaki non li avesse visti.
Un sospiro di sollievo uscì dalla bocca del bimbo.
Guardò Ran.
<< Non sarò il capitano di karate, ma ti prometto che appena torno ad essere me stesso, ti proteggerò…
Ran... >>

Ok…
Io ODIO questo finale, ma se facevo riparlare Hideaki Aragae con Ran e Conan, finiva con un pallone tirato nel muso e qualche colpo di karate.
Quindi perdonate il mio finale un po’ scadente e velocizzato.
Anyway, questo capitolo è stato una vera e propria sudata.
Non avevo idee e non sapevo come sviluppare il dito più “capriccioso” della mano…
Poi mia madre mi ha detto che il dito medio rappresenta anche qualcosa di più volgare che non ha ASSOLUTAMENTE voluto spiegarmi.
Così ho girato per internet e le idee sono nate.
THANK YOU INTERNET! (\^W^/)
Spero solo che vi sia piaciuto e grazie ancora di essere passati.
Alla prossima.
Essellunga1998
  
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