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Autore: Ingestita    16/03/2015    2 recensioni
“And I lost who I am and I can’t understand why my heart is so broken rejecting your love” inizia a cantare, la voce dapprima ridotta ad un flebile sussurro che man mano acquista sicurezza.
Davvero Harry, non capisco cosa c’è che non va in me, cos’è che mi impedisce di accettare del tutto l’amore che mi dai.
Harry/Louis, as if.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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His Love Will Conquer All
 
 
 
 
“Eddai Haz, aprimi. Sono stanco e ho solo voglia di farmi una doccia e infilarmi sotto le coperte con te”.
È passata la mezzanotte, domani li aspetta un altro concerto e Louis si è ritrovato chiuso fuori dalla sua –dalla loro- camera dopo l’ennesima discussione con Harry.

Visti i continui tira e molla dell’ultimo anno non ne è poi tanto sorpreso, ma la stanchezza del tour inizia già a farsi sentire e l’unica persona che sa come alleviargliela si ostina a non volergli aprire né rivolgere la parola da quella mattina.
Il tutto perché il giorno prima Louis aveva deciso che il prossimo volo l’avrebbe preso assieme a Zayn e non con Harry, che invece sperava in un bis di quello che era successo quando avevano preso l’aereo per l’Australia. Aveva fatto l’errore di sottolineare come “Zayn è il mio migliore amico e tra prove, concerti e impegni lavorativi vari è almeno un mese che non mi concedo una bella chiacchierata con lui in tranquillità”. Il suo ragazzo non aveva detto una parola, ma il suo sguardo si era improvvisamente fatto di ghiaccio e poi si era alzato di scatto e se n’era andato così, all’improvviso, senza nemmeno preoccuparsi di finire il suo drink.

“Harry apri la porta, per favore. È tardi e sto iniziando ad avere sonno”.
“Puoi benissimo dormire fuori, hai chilometri di corridoio deserti a tua disposizione e immagino che essendo un hotel di lusso la moquette sia piuttosto comoda. Oppure puoi andare in camera di Zayn e Niall, sono sicuro che il tuo Zay ti ospiterà volentieri” è la risposta velenosa dell’altro.
Louis doveva aspettarselo.

“Haz dai, non puoi essertela davvero presa per così poco. Sai bene che di tempo assieme a te ne passo sempre più che volentieri ma è da quando è iniziato il tour che se non siamo sul palco o sotto i riflettori stiamo sempre appiccicati e sì insomma, vorrei prendere una boccata d’aria ogni tanto” cerca di buttarla sullo scherzo lui.

Silenzio.
Merda. Quando cazzo imparerai a collegare il cervello alla bocca prima di parlare, Louis?

“Ah quindi è così? Secondo te passiamo troppo tempo assieme? Ormai siamo davvero io e te e basta solo durante la notte, in cui tra l’altro parliamo ben poco, e tu comunque senti già il bisogno di allontanarti da me?”.
La voce del riccio si è alzata di qualche ottava e Louis sa bene che è presagio di un’imminente sfuriata, di quelle coi fiocchi per giunta. O di una crisi di pianto, il che sarebbe pure peggio.
In tutta sincerità non sa cosa preferirebbe a questo punto.

“Pumpkin... Sai che non è così...” risponde Louis con tono paziente mentre tenta di celare l’esasperazione che inesorabilmente sta prendendo il sopravvento.
“Non osare chiamarmi così. Non ti azzardare. Non ci provare nemmeno!”
Ecco, ora sta decisamente urlando.
“Ma...”
“Niente ma Louis, ti sei spiegato benissimo, non ti preoccupare. Del resto già ti tocca sopportare il tuo petulante e appiccicoso fidanzato perché siete nella stessa band, anche se avete firmato un cazzo di contratto che a momenti sancisce anche il numero di respiri che vi sono concessi al giorno”.
“Hai detto bene Harry, abbiamo firmato. Io e te. Assieme. Di nostra spontanea volontà. Nessuno ci ha puntato una pistola alla tempia obbligandoci a farlo, se non ricordo male”.
“Ma come potevamo sapere a cosa saremmo andati incontro scusa?”
“Non potevamo, è vero. E poco ma sicuro io non ho mai chiesto nulla di tutto questo”.

Ancora silenzio.
A quanto pare il vero talento di Louis William Tomlinson non è il far ridere le persone ma il saper sempre scegliere le parole sbagliate al momento sbagliato.

“Tu magari non l’hai voluto ma io sì, Louis. Non ho avuto scelta quando a sedici anni mi sono innamorato di te, certo, ma ho deciso io di provarci e non me ne pento minimamente. Ah e per quanto mi riguarda, se davvero non hai mai chiesto tutto questo vuol dire che non hai mai chiesto neanche questa camera con me, quindi accomodati pure nel corridioio. E vaffanculo Louis, vaffanculo di cuore”.

Adesso basta.
Gli insulti li può anche sopportare, ma Harry sa benissimo che neppure lui si è mai pentito della loro storia quindi questo oltre ad essere un colpo basso è anche una bugia bella e buona.

“Harold apri questa cazzo di porta o ti giuro che la butto giù a calci” minaccia, iniziando a prendere a pugni il massiccio legno scuro.
Niente, Harry non da segno di volergli aprire.

Decide di calmarsi e accosta l’orecchio alla porta per capire cosa stia succedendo lì dentro.
Sembra che anche Harry si sia calmato ma c’è qualcosa, un rumore soffocato che disturba il silenzio che altrimenti regnerebbe indisturbato.

Singhiozzi.
Harry sta piangendo. Harry, il suo Harry sta piangendo per colpa sua.

Sconfitto, Louis si accascia a terra. Poggia la schiena alla porta e si prende la testa tra le mani, cercando di capire perché non riescono più a bastarsi né ad essere felici come una volta. Sa che crescendo sono cambiati entrambi, ma a volte gli sembra quasi di essersi smarrito lungo il cammino perché è da un po’ che non riesce a ritrovare se stesso.

“And I lost who I am and I can’t understand why my heart is so broken rejecting your love” inizia a cantare, la voce dapprima ridotta ad un flebile sussurro che man mano acquista sicurezza.

Davvero Harry, non capisco cosa c’è che non va in me, cos’è che mi impedisce di accettare del tutto l’amore che mi dai.

“Who I am from the start take me home to my heart let me go and I will run I will not be silenced”.

Tiene gli occhi chiusi mentre canta e ci sta mettendo la sua anima in quelle parole perché quello è lui, quelli sono i suoi pensieri e i suoi sentimenti messi a nudo e non può negarlo.

“There’s a light there’s the sun taking all the shattered ones to the place we belong and his love will conquer all”.

La sua voce si spezza sulle ultime sillabe e si rende conto solo in quel momento che c’è qualcosa di strano: Harry non sta più singhiozzando e nell’aria aleggia un silenzio diverso.

Sente un peso sullo stomaco, così apre gli occhi e vede due mani intrecciate posate lievemente sulla sua pancia, le dita lunghe traboccanti di anelli, e si accorge che la sua schiena non è più poggiata al legno freddo della porta ma a qualcosa di caldo, solido e rassicurante.
Harry si è finalmente deciso ad aprire quella maledetta porta e silenziosamente si è seduto a terra dietro di lui, abbracciandolo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questa cosina è nata così, in un’ora e mezza di treno in cui ho ascoltato Shattered in loop e non ho assolutamente ricollegato il tutto ai Larry (e al video di GossipSmile), non sia mai.
In ogni caso mi andava di condividerla, se non altro per distrarmi dalla mia imminente crisi da studentessa perennemente sotto esami. 
Spero vi piaccia e in ogni caso grazie, anche solo per averla letta.
Per qualsiasi cosa -commenti, critiche costruttive, insulti, battute idiote, bisogno di sfogare i vostri drammi o anche solo di fare quattro chiacchiere- mi trovate qui o sul mio personale antro del disagio (twitter).
Un bacione,

S.
  
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