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Autore: DanzaNelFuoco    16/03/2015    1 recensioni
Partecipa al primo turno della "Fandom League" di Mari di Challenge - prompt: gioco
- Intro:
"Vuoi conoscere la verità, figliolo? Bene, ti dirò la verità. La tua anima brucerà in un lago di fuoco. Sette fiamme si solleveranno dalla superficie. Ti vedo giocare a dadi con la Pazzia e ti avverto: la Pazzia vince sempre, gioca con dadi truccati dalla Morte. Perciò stai attento a quanto a lungo guarderai nell'abisso, sappi che esso guarderà a sua volta dentro di te."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Can I play with madness? 

 

Can I play with madness?

The prophet stared at his crystal ball

Can I play with madness?

There's no vision there at all

Can I play with madness?

The prophet looked and he laughed at me

Can I play with madness?

He said: "You're blind, too blind to see."

 

Le lezioni di Divinazione erano inutili. Tom squadrò svogliatamente le foglie di tè sul fondo della sua tazza, cercando di distinguere qualcosa di più che una vaga macchia inconsistente. 

Le lezioni di Divinazione erano decisamente inutili. 

"Vedi qualcosa, Tom?" il vecchio professore si chinò su di lui, cercando di scrutare le profondità della tazzina bianca e si irrigidì. Si allontanò di scatto, mentre Tom rispondeva cauto che no, non riusciva a vedere niente, non era forse il caso che mescolasse ancora una volta? 

"No, no, va bene così. È sufficiente. Forse dopotutto non c'è nessuna profezia qui." 

Tom capì che qualcosa non andava dal tono forzato del docente, ma non disse nulla. Tuttavia lo vide occhieggiare spesso all'armadietto dove era richiusa la sua sfera di cristallo per il resto della lezione. 

Forse dopotutto le lezioni di Divinazione non erano così inutili. 

Decise che avrebbe atteso che il professore guardasse nella sua preziosa boccia di vetro e sarebbe tornato in aula fingendo di aver dimenticato un libro. Poi lo avrebbe costretto a rivelargli cosa aveva visto. 

Se Tom fosse stato un normale ragazzo di sedici anni, forse gli sarebbe passata per l'anticamera del cervello l'idea che quella potesse essere una velata paranoia. Ma Tom non era un ragazzo normale, dunque il comportamento del professore doveva essere per forza correlato a qualcosa che aveva visto - o era convinto di aver visto - nelle foglie di tè.

Queste sue mancanze per quello che riguardavano certe sfumature del comportamento umano gli avrebbero creato non pochi problemi in futuro, ma quella volta Tom aveva ragione. 

Il professore stava effettivamente guardando la sfera di cristallo con sguardo turbato quando Tom bussò gentilmente alla botola che dava accesso all'aula per recuperare il libro di Trasfigurazione strategicamente abbandonato l'ora prima sul pavimento come se fosse scivolato fuori dalla borsa aperta. Entrò senza attendere risposta.

"Mi scusi, professore, ma ho dimenticato un libro in aula." disse, gentilmente, sforzandosi di non chiedergli immediatamente cosa diamine stesse accadendo. 

Il vecchio profeta sembrò riscuotersi udendo la voce dello studente. 

"Oh, sì, certo, signor Riddle, prego." 

Tom recuperò il libro dal pavimento e si avvicinò cautamente al professore, come se ci fosse qualcosa che lo inquietava, ma non sapesse se fosse opportuno parlarne. 

"Grazie, professor Tyresa..." esitò studiatamente per fargli capire che voleva dire altro, poi con voce incerta aggiunse: "Mi scusi, non vorrei essere indiscreto, ma... Va tutto bene?" 

"Oh, sì, Tom, non preoccuparti." 

Il giovane mago combatté l'impulso di afferrare il vecchio per il bavero e scuoterlo fino a fargli vomitare la verità. 

"Ecco, io..." Tormentò i bordi del libro che teneva tra le mani. "Non ho potuto fare a meno di notare che sembrava avesse visto qualcosa nelle mie foglie di tè."

"No, Tom, ti assicuro di no." Dal lampo che passò negli occhi del professore Tom fu certo che mentisse. 

"Qualunque cosa sia, può dirmelo. Posso sopportarlo, signore." tentò un nuovo approccio. 

"Ti assicuro che non ho visto nulla." Ora la voce dell'uomo tendeva a una vaga nota isterica. Era vicino al punto di rottura. Era ora di passare alle maniere forti.

Tom assottigliò gli occhi e scandì con voce velatamente minacciosa. "Mi dica cosa ha visto, professore. Non menta. Non dica che non c'è niente."

L'uomo lo guardò come se fosse la prima volta che i suoi occhi si posavano su di lui.

"Oh. Ora lo vedo."

"Cosa?" Tom dovette trattenersi dall'urlare.

"Come avrei voluto che la mia sfera avesse davvero sbagliato..."

"Me lo dica!" Questa volta urlò davvero.

Ogni timore scomparì dal viso dell'uomo. I suoi occhi si incupirono e fiammeggiarono minacciosi. Tom rimase congelato sul posto. Non era più così certo di voler sapere cosa il profeta avesse visto.

"Vuoi conoscere la verità, figliolo? Bene, ti dirò la verità. La tua anima brucerà in un lago di fuoco. Sette fiamme si solleveranno dalla superficie. Ti vedo giocare a dadi con la Pazzia e ti avverto: la Pazzia vince sempre, gioca con dadi truccati dalla Morte. Perciò stai attento a quanto a lungo guarderai nell'abisso, sappi che esso guarderà a sua volta dentro di te." 

Tom strinse le labbra, cercando di non far trasparire alcuna emozione dal suo volto. "Lei è solo un vecchio pazzo." sputò le parole, disgustato. Poi girò sui tacchi e se ne andò. Le lezioni di Divinazione erano inutili e lui non le avrebbe frequentate più.

"Oh, sei cieco, troppo cieco per vedere." mormorò il profeta ad una stanza vuota.

 

Give me the strength to hold my head up

Spit back in their face

Don't need no key to unlock this door

Gonna break down the walls

Break out of this bad place

 

Tom Riddle aveva iniziato a parlare alle pareti quando aveva sedici anni. 

Le mura sibilavano parole antiche che nessuno ascoltava. Erano parole di potere, parole oscure che promettevano gloria e dominio. Tom si era sorpreso che nessuno avesse mai attinto alla fonte di quel sapere. 

"Chi sei?" aveva chiesto alla parete, mentre nessuno lo guardava. Nella sua testa le parole erano state chiare e la sua bocca le aveva pronunciate senza rifletterci troppo, ma chi fosse passato accanto a lui avrebbe udito soltanto uno sputacchiante sibilo. 

"Sono il Creatore d'Oro e la Folgore Brandita, il Distruttore delle Imperfezioni e la Causa Suprema di Spavento. Sono il Re dei Serpenti.* Ho aspettato che tu fossi pronto per svegliarmi dal mio millenario letargo. Ho atteso l'Erede e ora l'Erede è arrivato." 

“Sono io l’Erede?”

“Sì.” aveva sibilato la crepa nel muro. “Vieni da me.”

“Come ti trovo?”

La voce sibilante nella parete l’aveva condotto ad bagno femminile, fortunatamente deserto. 

Tom aveva osservato i rubinetti a forma di serpente e, mentre la voce taceva, aveva ordinato loro di aprirsi, un ghigno disegnato sul suo viso.

Il Re dei Serpenti era un maestoso Basilisco di almeno due metri di lunghezza e lunghe zanne acuminate, grondanti veleno. 

“Perdonami se tengo gli occhi chiusi, ma il mio sguardo è mortale.”

“Mortale?”

“Sono stato creato da Salazar Serpeverde in persona. Obbligò un rospo a covarmi per nove mesi e mi dotò dell’uso dell’intelletto. Sarei stato il suo braccio armato all’interno del castello, lo avrei aiutato a ripulire Hogwarts dalla feccia di Sangue Sporco. Quando il mio Padrone se ne andò, mi lasciò qui ad attendere il ritorno di un suo Erede, degno di portare a termine il compito. Ora tu sei arrivato. Attendo un tuo ordine.”

(La Pazzia tirò i dadi e attese di vedere se Tom li avrebbe raccolti.)

La tua anima brucerà in un lago di fuoco. Le parole del professore gli vennero in mente in quel momento. Avrebbe potuto dire al Basilisco di tornare a dormire. Avrebbe potuto fingere di non essere mai sceso in quella sala, di non aver mai scoperto la Camera dei Segreti. Avrebbe potuto essere uno studente normale. 

Ma Tom sapeva di non essere uno studente normale. Lui era destinato alla grandezza. Lui avrebbe ripagato tutti i torti subiti. Lui era l’Erede di Salazar Serpeverde. Se avesse trovato una porta chiusa si sarebbe limitato a buttare giù il muro, senza affannarsi troppo a cercare la chiave. Lui era l’Erede di Serpeverde, non un qualunque Mezzosangue. 

Ti vedo giocare a dadi con la Pazzia e ti avverto: la Pazzia vince sempre. 

Questo è tutto da vedere, pensò Tom. 

“So da chi potremmo iniziare, mio fido alleato. Ho in mente una persona…” 

(Tom aveva lanciato i dadi e aveva perso.

Le cose non erano andate esattamente come voleva, non del tutto. 

Il professor Tyresa non era morto, era stata uccisa una stupida ragazzina che non faceva altro che piangere, ma non era un problema, non era un problema davvero. Tom era riuscito comunque a fare quello che desiderava. Era stata una giocata strategica. Poteva permettersi di perdere un turno quando si stava preparando alla mossa finale. 

Le occhiate in tralice del professor Tyresa non potevano niente quando la colpa era stata addossata a  quel cretino di Rubeus Hagrid con tanto di prove gentilmente fornite dallo stesso. 

Poteva essere stato costretto a rimettere a dormire il suo adorato compagno, ma non sarebbe stato per sempre. Sarebbe tornato, sarebbe stato immortale e avrebbe risvegliato il Basilisco. Avrebbe sconfitto la Morte e avrebbe regnato come era suo diritto per nascita. 

Lui era l’Erede di Serpeverde.)

 

Can I play with madness?

There's no vision there at all.

 

Il profeta aveva detto sette fiamme e sette fiamme sarebbero state. 

Gli anni erano passati, ma Tom Riddle non riusciva a togliersi dalla testa le parole di quel dannato vecchio. Non appena il suo piano era stato attuabile, era uscito alla scoperta insieme a tutti i suoi Mangiamorte e la prima vita che aveva preso era stata quella del vecchio professor Tyresa. L’aveva costretto a implorare in ginocchio ai suoi piedi e, anche se doveva riconoscere una certa dignità al vecchio, alla fine aveva implorato come tutti. 

(“Sono stato cieco, troppo cieco per vedere che avevi

perso prima ancora di cominciare a giocare.”) 

Era stata una soddisfazione breve, un’altra profezia era arrivata a tormentarlo, ma lui era certo di poter mettere velocemente fine alla questione. 

Sette fiamme si solleveranno dalla superficie. 

Tom ne aveva già costruiti cinque, quella sera sarebbe stato il turno del sesto. 

Aveva portato a termine la prima parte del rituale, ora mancava solo l’uccisione. Si avvicinò a Godric’s Hollow con un ghigno stampato sul viso. 

He said: “Do you want to know the truth son? 

I'll tell you the truth.

Your soul's gonna burn in a lake of fire.”

 

(Glielo aveva detto Tyresa che la Pazzia gioca con dadi truccati dalla Morte 

e Tom aveva a sua volta truccato i suoi.

La partita sarebbe continuata.

Prima o poi.)

 




 

*Il Creatore d'Oro - nelle antiche credenze alchemiche per trasformare il piombo in oro serviva cenere di Basilisco. 
Il Distruttore delle Imperfezioni - Sempre per i legami con l'Alchimia di cui sopra, il Basilisco distruggeva i metalli imperfetti trasformandoli in metalli perfetti (oro e argento). In questo caso viene inteso come distruttore di tutte le imperfezioni (tra cui anche i Mezzosangue, secondo l'ideologia di Salazar Serpeverde).
La Folgore Brandita - la Causa Suprema di Spavento - sono termini riferiti al Basilisco in "La Tradizione Ermetica" di Julius Evola, pag 57-58. Per saperne di più vi rimando al link di Google Books
Il Re dei Serpenti - Basilisco dal greco significa "piccolo re" e inoltre avrebbe una macchia bianca sulla fronte simile ad un diadema   

La canzone è "Can I play with madness?" (No, davvero?) degli Iron Maiden.
  
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