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Autore: bambolinarossa98    17/03/2015    4 recensioni
{Lo guardo negli occhi, quei profondi occhi grigi che mi ipnotizzano.
Mi sono sempre chiesta cosa nascondessero: serenità, tristezza, paura, rabbia, soddisfazione?
No, niente di tutto ciò. Near è sempre stato un tipo freddo e distante... ma era pur sempre un essere umano.
"Non lo so" sussurro "Forse avevo paura" ammetto mentre la sua espressione non muta. Resta sempre impassibile e questo in un certo senso mi fa stare tranquilla, con Mello non sarei mai riuscita ad aprirmi così tanto, con i suoi modi di fare troppo bruschi persino la mia maschera di freddezza sarebbe andata a farsi benedire e, probabilmente, nel ricordare alcuni aspetti della mia vita, sarei anche potuta scoppiare a piangere.
In fondo, anche io sono un essere umano.}
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Una ragazza con un passato ddifficile si ritrova ad affrontare un presente ancor più complicato sperando, forse, in un futuro radioso...
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi passo una mano tra i lunghi capelli ricci castano-rosa.
Questi giorni sono stati molto stressanti e non riesco a tranquillizzarmi.
Sospiro appoggiandomi allo schienale della sedia girevole; mi volto e guardo i due ragazzi accanto a me: uno e seduto sulla scrivania con la schiena poggiata contro il muro a mangiare cioccolata, l’altro a cavalcioni della sedia fumando una sigaretta.
La piccola finestra è aperta e lascia passare uno spiraglio d’aria in questo buco piccolo e soffocante.
Mi alzo avvicinandomi al letto attaccato al muro, anche se sembra più una branda; sopra sono poggiati tre sacchi di stoffa e uno scatolone. Apro lo scatolone e ne tiro fuori una tavoletta di cioccolato al latte e nocciole e una lattina di cola.
Torno a sedermi seguita dallo sguardo di Mello che mastica il suo cioccolato, che sia al latte o fondente non so. Io me lo faccio sciogliere in bocca, mi piace di più.
Dopo un paio di morsi apro la lattina e ne bevo un sorso, poi mi appoggio allo schienale e stacco un altro pezzo “Dobbiamo vivere così ancora per molto?” domando nel silenzio generale “Sono stanca di mangiare schifezze” ammetto spezzando in due la tavoletta e porgendo la metà avvolta nella carta argentata a Matt che mi supplica con gli occhi. So quanto sia schizzinoso.
Mello appallottola la carta argentata e la getta nel cestino nell’angolo, facendo canestro.
“Anche a me piacerebbe mangiare qualcosa di decente ogni tanto” concorda Matt staccando un grosso pezzo di cioccolato coi denti.
“Non credete di essere gli unici” sbotta Mello appoggiandosi pesantemente al muro “Ma per il momento non possiamo fare altrimenti”.
“Accidenti, ti sei procurato un monolocale e una scatola piena di roba istantanea ma non riesci ad avere un pasto concreto?” Matt scuote la testa lanciando in aria l’ultimo pezzo di cioccolato, ma prima che potesse prenderlo Mello allunga la mano e lo afferra lasciando il ragazzo con la testa rivolta al soffitto, la bocca aperta e lo sguardo perplesso. Quella scena mi farebbe ridere in un altro momento, ma non ora.
“Le mie doti di contrattazione hanno un limite” commenta il biondo infilandosi il cioccolato in bocca, stizzito “E poi lo sapevate cosa sarebbe successo una volta usciti dalla Wammy’s House” aggiunge.
Io e Matt ci lanciamo un occhiata: si lo sapevamo, ed anche bene ma abbiamo accettato lo stesso di seguirlo. Da solo Mello non durerebbe molto, la sua impulsività lo ha sempre portato nei guai all’orfanotrofio, figuriamoci nel mondo esterno dove non si rimedia con una stretta di mano o un strigliata ma pagando un prezzo più salato.
Sbuffo. Odio quando ha ragione.
“Non lamentatevi. Nessuno vi ha costretto a stare qui” continua.
“Si, lo sappiamo. Ma senza di noi non dureresti un giorno fuori di qui” Matt da voce ai miei pensieri.
“So cavarmela benissimo da solo” borbotta lui.
Eccolo, il campanello d’allarme. Squilla nella mia testa e mi dice che è il momento di dare un freno alla conversazione.
Era proprio per battibecchi come questi che Mello è scappato più volte dalla Wammy’s House, per poi tornare dopo pochi giorni, ovviamente.
Stavolta è diverso, potrebbe lasciarci qui e andarsene.
Non siamo più alla Wammy’s House, non abbiamo più undici anni. Ora ne abbiamo diciotto, siamo adulti e siamo scappati.
Beh, Mello è scappato noi abbiamo solo tentato di fermarlo ma alla fine ci siamo fatto coinvolgere da lui e la sua impulsività.
“E’ tardi” dico frettolosa “E’ meglio dormire” mi alzo dalla sedia e sgombro il letto. Poi però mi blocco e fisso il piccolo materasso, pensierosa. “Ragazzi” esordisco infine “Noi siamo tre e il letto è uno solo” constato guardandoli.
I due si gettano un occhiata.
“C’e spazio per due persone lì” fa notare Matt.
“Oh, si… se fossero due Near” esclamo sarcastica. I due mi guardano e scoppiano a ridere.
Near. E’ proprio a causa sua se Mello se n’è andato, non sopportava l’idea di dover collaborare con lui nelle indagini.
“Ok, ok…” smetto di ridere all’istante “Voi state qui, io dormo nella vasca” propongo. Entrambi alzano un sopracciglio, interrogativi “Non ho intenzione di dividere il letto con nessuno di voi due.” rispondo incrociando le braccia.
“Oh, beh allora… il posto vicino al muro è mio!” Matt si alza dalla sedia e si fionda sul letto.
“Non pensarci nemmeno, piccolo bastardo!” Mello salta dalla scrivania e inizia una lotta col giovane per accaparrarsi il posto migliore.
Alzo gli occhi al cielo, esasperata mentre un cuscino grigio muffa mi arriva sul naso.
Afferro i due e li trascino giù dal lenzuolo spiegazzato. “Cambio di programma” sorrido “Io sto nel letto e voi nella vasca”
 
 
§
 
 
Mi sveglio colta da un improvviso brivido. Scosto il lenzuolo dalla faccia e mi alzo la manica della felpa, dove sul polso è agganciato l’orologio di pelle che mi ha regalato Matt per il mio diciassettesimo compleanno: sono le 3 del mattino.
Mi passo la mano tra i capelli tirandoli indietro con un sospiro. Mi alzo facendo attenzione a non calpestare Mello infilato nel sacco a pelo ai piedi del letto ed entro nel piccolo bagno lasciando la porta socchiusa: non ci sono finestre qui e mi sento soffocare.
Apro il rubinetto e lascio scorrere l’acqua per un po’ prima di prenderla tra le mani e passarmela sul viso, un brivido gelido mi attraversa la schiena.
Alzo gli occhi e mi guardo nel piccolo specchio: i lineamenti del mio viso sono più sinuosi e maturi e me ne sorprendo, i capelli di solito sotto la nuca ora arrivano quasi fino ai fianchi, con un ciuffo riccioluto che mi cade sugli occhi di quel colore fragola con le punte castane. Da chi ho ereditato questa particolarità non so. Passo un dito sulla mandibola e seguo la scia di questa faccia non mia. Perché non può essere mia.
Io ero più infantile, più bambina con dei lineamenti rotondi e meno spigolosi… almeno lo ero quattro fa.
Sono cambiate molte cose da quando Roger ha informato Mello e Near della morte di L; a quel tempo il detective non aveva ancora deciso chi dei due dovesse succederlo e quindi Roger aveva proposto di farli collaborare e chiedere a quei due di collaborare era come chiedere al sole di non splendere.
Era stato in quel momento che Mello era entrato in camera, aveva messo un paio di vestiti in un sacco ed era uscito così come era entrato. Tutto sotto gli occhi di me e Matt. Avevamo tentato di fermarlo ma alla fine ci siamo fatto trascinare da lui e le sue idee e lo abbiamo seguito… ed ora eccoci qui, dopo quattro anni, in un soffocante monolocale a vivere di roba istantanea e ipocaloriche.
Mi appoggio con le mani al lavandino: quattro di anni di stenti e cammini, di fredde notti su un lurido marciapiede a fare l’autostop o rinchiusi nel vagone bagagli di un treno diretto chissà dove. Quattro anni di sofferenze e rischi… abbiamo vissuto in mezzo ad una strada per tanto tempo prima di trovare qualcosa di utile.
Ora siamo a Los Angeles, nel quartiere più malfamato che esista. Per arrivare qui da Londra ce n’è voluto eccome.
Chiudo gli occhi per un istante scacciando tutte le immagini che mi aleggiano nella testa, immagini e ricordi che non voglio rivedere… quando li riapro, con la coda dell’occhio, vedo Matt appoggiato allo stipite della porta ora spalancata. Mi guarda con un sorrisetto che sa di amaro, le braccia conserte nella maglia a righe nere e rosse, si strofina le gambe avvolte nei jeans beige.
“Non dormi?” mi domanda.
“Neanche tu” rispondo.
“Devo fumare” ribatte lui con un sospiro “Ma ho finito le sigarette”.
“Che tragedia” commento ironica ma comprensiva: Matt senza le sue sigarette non è Matt.
Passa un lungo istante. Io mi fisso allo specchio e Matt fissa me, poi abbassa lo sguardo accanto a lui dove c’è la piccola doccia. Attaccata la tazza del water e poi il lavandino, dove sono io. E i suoi occhi azzurri come il ghiaccio tornano a posarsi su di me.
“A cosa pensi?” mi domanda.
“A tutto… tutto quello che è successo e che sta succedendo” rispondo.
“Sei sicura di voler ricordare proprio tutto?” si stacca dallo stipite e si avvicina di qualche passo.
Rifletto un po’ prima di rispondere: “No” abbasso il capo e guardo il lavandino di ceramica ingiallito dal tempo. Sospiro. “Non sono sicura neanche di voler pensare a quelle poche cose…” alzo i miei occhi castani quando sento altri passi entrare nel piccolo bagno e incontro due assonnate pozze color cielo.
“Scusate ragazzi, ma io avrei cose più urgenti da fare in un bagno” sbadiglia Mello guardandoci, strappandomi un piccolo sorriso.


Angolo Autrice:
dopo il fallimento di Death Note Revolution - The Second Kira (che ho cancellato poichè non avevo idee a riguardo), ritrono su questo fandom con una nuova storia!
Sarà raccontata dal punto di vista del mio "tallone di achille" ovvero un personaggio che infilo ovunque: la ragazza coi bei capelli ricci (il nome verrà comunicato a breve... forse).
Beh, è un ipotetico: e se ci fosse qualc'un altro a far compagnia a Matt e Mello? E se questa persona scoinvilgerebbe completamente tutta la storia? E quindi eccomi qui, spero lascerete qualche recensione ^^
Un bacio dal vostro peggiore incubo,
bambolinarossa98
   
 
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