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Autore: chemical_kira    14/12/2008    4 recensioni
"Odio la mia famiglia. La mia religiosissima famiglia di mormoni che pretende di ingabbiarmi nella loro rete di regole e proibizioni. E soprattutto odio lui. Il piccolo idolo della scuola. L'idiota che tutti osannano come se fosse dio sceso in terra, con quei capelli biondi e quel sorriso stampato perennemente sul volto. Lo odio questo piccolo prodotto della borghesia che mi si insinua nella retina ogni santo giorno accompagnato dal suo splendore di gloria immeritata." (Bert e Quinn ai tempi del liceo)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bert McCracken, Jeph Howard, Nuovo personaggio, Quinn Allman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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08


Bert's POV


Vai fuori da questa casa!”

la voce di mio padre rimbomba tra le pareti, mentre lo sguardo freddo di mia madre fa da sottofondo. Io resto in silenzio, corro sulle scale per entrare nella mia stanza e chiudermi la porta alle spalle, sperando che la loro voce resti fuori dal mio mondo. Ma non è così. Il rumore di pugni sul legno arriva subito a disturbarmi. Butto in una valigia i primi vestiti che mi capitano a tiro e apro la porta ritrovandomi faccia a faccia con loro. Sbuffo e li attraverso dirigendomi verso le scale, seguito dalla voce incazzata di mio padre.

Sei una vergogna per questa famiglia Robert, fai sesso, ti hanno espulso da scuola, fumi, ti droghi e poi sei...oh mio dio non riesco neanche a dirlo..”

mi fermo girandomi verso di lui con un sorriso sarcastico.

Sono gay dillo papà..sono un dannato frocio!” gli sputo in faccia. Resto soddisfatto della sua faccia stravolta e me ne vado sbattendo la porta alle mie spalle. Appena fuori però tutta la mia spavalderia mi abbandona. Penso a dove cazzo posso andare e poi penso subito a un altra cosa.

Devo vedere Quinn prima di andarmene per sempre.




Mi sveglio improvvisamente. Maledicendo il sogno che mi perseguita riproponendomi in un loop continuo la mia litigata con i miei, quello che ha sancito il mio allontanamento da casa. Qualunque cosa, ma io non tornerò più indietro.

La neve cade donando alle case basse del paese un irreale aria di candore e purezza. Irreale appunto perchè non c'è nulla di puro in questo buco di paese, nè tantomeno nella gente che lo abita.

Mi alzo e cerco nel buio le sigarette e l'accendino, mentre la neve che cade mi fa rabbrividire. Tremo stretto nelle coperte di fortuna che sono riuscito a trovare mentre l'odiosa insegna del bar in cui lavoro mi irrita la vista.

Finalmente riesco a trovare le sigarette e ad accendermene una, unica scintilla di calore in questa notte gelida. Unica scintilla di luce in questo anfratto buio in cui ho costruito il mio letto di fortuna, in questa baracca dismessa e senza porte in un terreno abbandonato giusto davanti al bar che mi ha dato uno straccio di lavoro.

Sbuffo continuando a guardare i fiocchi di neve scendere irrequieti a terra, li guardo corrompersi non appena toccano il suolo. E la mente torna a Quinn, a quel suo sorriso che aveva lo stesso candore della neve, e a come la sua vicinanza con me lo abbia sporcato. Chiudo gli occhi ripensando agli ultimi istanti passati con lui, a quanto sia stato bello sentirlo dentro di me, sentirmi invadere da lui. Ho sempre evitato di pensare a quello che è successo dopo, quando si è svegliato e non mi ha trovato. Quando ha capito che non mi avrebbe più rivisto.

Sento una lacrima scorrere ma subito la fermo con la mano, infilando una mano nella tasca per recuperare una piccola fiaschetta fredda e ne bevo il contenuto, la vodka mi arriva come una botta nello stomaco. Ma non è nulla in confronto al ricordo di quello che avevo.

Quinn.



Quinn's POV


Nulla. Sono passati mesi e di Bert ancora nessuno sa niente. Dopo le prime settimane in cui la notizia della sua espulsione era sulla bocca di tutti nessuno pare ricordarsi neanche della sua esistenza.

Cammino pieno di svilente rabbia fino alla sua casa, come ho fatto ogni giorno dopo la sua scomparsa. Stringo gli occhi mentre osservo ancora quella finestra sbarrata al secondo piano e ripenso con odio a quella volta che sono venuto qui per parlare con i suoi genitori, e il modo in cui mi hanno liquidato mi irrita tutt'ora. Bert non abita più qui. È stata questa l'unica cosa che mi hanno detto. Questa e basta, senza svelarmi che in realtà l'avevano cacciato loro di casa per non sopportare la vergogna di un figlio espulso dalla scuola, omosessuale e non più vergine. Come se fosse più importante aderire a stupide leggi mormoniche piuttosto che voler bene al proprio figlio.

Stringo i pugni e penso che forse avrei dovuto fare di più per lui, avrei dovuto fargli capire che non è vero che di lui non glie ne frega niente a nessuno.

Avrei dovuto dirgli che lo amavo.

Ma non sospettavo minimamente di vederlo sparire.

Pensavo di avere davanti tutto il tempo del mondo, e invece tutto è morto sul nascere.


Jeph's POV


Odio Dicembre, è inutile. Anche se Quinn continua a riempirmi la testa sulla bellezza della neve e la gioia del natale io odio questo mese. E odio la neve. E odio Natale. E soprattutto le notti come queste in cui non si vede nulla e la bufera incalza manco fossimo a Rovaniemi. Dannato paese. Dannato stato.

Dannati amici che si ubriacano ogni sera e che mi tocca riportare a casa ogni volta. Anche se vorrei che tra questi scavezzacollo ci fosse anche il piccolo Allman, e invece no. Ormai è irriconoscibile, si è come spento. Da quando Bert si è dissolto nel nulla sembra che più nulla lo tocchi, lo interessi. Strimpella la sua chitarra come chi deve, sorride e parla come chi è obbligato ad attenersi a un ruolo. E forse chi non lo conosce bene non se ne rende neanche conto, ma io vedo il vuoto che si fa strada in lui. Lo squallore che lo avvolge, la banalità che lo sommerge.

Alle volte vorrei urlargli in faccia, scuoterlo, sbatterlo contro il muro e pregarlo di urlarmi contro, dimostrarmi che è vivo. Che è più di un corpo vuoto in grado di camminare e respirare. Ma poi il vuoto dei suoi occhi mi leva il coraggio. E tutto quello che faccio è stringergli la mano e accompagnarlo mentre il vuoto lo sommerge.

E quello che fa più male è che c'è un unica persona che può mettere fine alla sua agonia e restituirle la luce, una persona che ora è scomparsa.

Sospiro e accosto davanti a casa di Branden. Lo risveglio dal suo stato comatoso e lo incito ad andarsene.

Ti serve una mano?”

Lui mi guarda annebbiato prima di dirmi che no, non serve. E si trascina barcollante fino alla porta di casa. Appena varca la soglia mi infilo in auto cercando le sigarette nella mia giacca, un improvvisa voglia di nicotina mi avvolge. Ma non le trovo. Impreco pensando di averle finite, e mi dirigo verso l'unico bar aperto a quest'ora, è nel paese di fianco e ci metterò un pò ad arivare ma ehy, la dipendenza è dipendenza. Non riuscirei ad addormentarmi senza la mia sigaretta notturna.



Ciao a tutte! Mi credevate dispersa ma sono qui!! comunque ecco qui la spiegazione del perchè Bert è andato via, non aveva molta scelta in realtà. È stato cacciato dai genitori. Per chi conosce la biografia di Bert questa cosa non è una novità, nel senso che all'età di 16 anni è stato cacciato fuori di casa dopo essere stato espulso da scuola e dopo che i suoi avevano scoperto che si drogava e non era più vergine, cosa alquanto grave per la religione mormonica.

Vi ringrazio tutte per i vostri fantastici commenti!!! Alla prossima!

  
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