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Autore: sophiejworld    17/03/2015    7 recensioni
Dal testo:
"Quell'immane senso di liberta' le era mancato.
Ed in quel preciso momento si domando' perche' si fosse impegnata tanto a cercare di essere buona ed amorevole.
Essere cattivi era una perversione che poteva capire solamente chi c'era totalmente dentro.
E Regina c'era dentro eccome.
L'oscurita' l'aveva divorata viva sin dal primo momento ed adesso quel demone che si trovava dentro di lei aveva oscurato ogni minimo barlume di bonta' dentro di lei.
Lasciandola libera."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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'If I told you what I was,
Would you turn your back on me?
Even if I seem dangerous,
Would you be scared?
I get the feeling just because,
Everything I touch isn't dark enough
If this problem lies in me...'


Regina era in piedi, nel bel mezzo di quel corridoio triste ed apatico, dove l'unico odore possibile da sopportare era quello dei disinfettanti usati in ogni singola stanza di quel corridoio.

Le voci dei medici le arrivavano ovattate, tamponate, come se i suoi timpani e la sua capacita' uditiva fosse stata ridotta al minimo. Ma al contempo riusciva a sentire ogni singolo battito del proprio cuore.

Ed ogni singola pulsazione portava dentro di se' un dolore che sarebbe durato fino al suo ultimo respiro.

Un dolore cosi' forte e lancinante da non permetterle nemmeno di muoversi per paura di cadere.

Un dolore quasi disumano.

Come aveva potuto farlo?

Come diamine aveva fatto a tornare così dopo le promesse che aveva fatto?

Un mostro, ecco la definizione perfetta.

Ecco cos'era lei in realta' e cosa sarebbe sempre stata.

Un orribile, spregevole e meschino mostro.

 

 

Ventidue ore,

trentasei minuti

e dodici secondi... prima.

 

 

"Quindi.. se ho capito bene, tu vorresti il mio aiuto. E a quale scopo, Regina?" mormoro' Malefica mentre teneva lo sguardo fisso sulla mora, visibilmente nervosa.

 

Regina schiuse le labbra e lascio' uscire un leggero sospiro da esse, poggiando la spalla allo stipite della porta che dava su quell'ampio atrio della sua suontuosa e magnifica villa.

Osservo' Malefica in ogni singolo gesto, notando il suo repentino cambio di guardaroba -decisamente piu' moderno- ed anche lo strano scrutarsi in giro per casa, come alla ricerca di qualcosa.

 

"Voglio un po' di felicita', Malefica, e quello.." Regina degluti' a fatica, affondandosi le unghie nel braccio "...quello che provo, purtroppo non mi consente di andare avanti." fini' col sussurrare con voce quasi rotta dalle lacrime, abbassando lo sguardo sul pavimento lucido e mordendosi internamente una guancia per concentrare il dolore in un altro punto.

Anche perche' se si fosse soffermata a pensare, anche solo per un minuto, avrebbe pianto. Ma di un pianto intenso e recidivo. Uno di quelli che ti distruggevano prima e ti facevano sentire male dopo. E farlo davanti a Malefica non era proprio il caso.

 

"L'amore e' qualcosa di terribilmente massacrante, mia cara amica.Io l'ho provato sulla mia pelle e subito dopo mi hanno chiamato cattiva, quindi posso capire benissimo come ti senti." disse Malefica mentre tornava con lo sguardo sull'amica, percependo nel suo viso quella tipica espressione di chi soffriva per qualcosa di piu' grande di lui.
Di chi soffriva per amore.

 

"Io.. vorrei solo far sparire tutto, sai come-"

 

"Ho capito perfettamente amica mia, ma la mia domanda e' un'altra" Malefica si avvicino' a Regina, stringendosi nella sua giacca color avorio e scrutandola, provando a capire se le sue intenzioni fossero serie o si trattasse tutto di uno stupido giochetto. "Sei davvero cosi' disperata, Regina?"

 

"Sì. L'amore che provo per Robin mi distrugge, Malefica." ed al solo pronunciare il nome del fuorilegge gli occhi di Regina si fecero lucidi e le labbra si tesero in una linea dritta e nervosa. E per un breve momento della propria vita, la mora penso' che quella donna spregevole che lei si era sempre ostinata a chiamare 'madre' in realta' aveva ragione.

 

L'amore e' debolezza.

 

Soprattutto per lei, che di amore nella sua vita ne aveva ricevuto poco e nulla.

Forse era proprio per questo che non sapeva come amare.

E forse era proprio per questo che nessuno mai, oltre Henry, l'avrebbe amata.

E lei sarebbe rimasta li', a guardare i lieto fini di tutte le persone che la circondavano.

Vedendo i loro volti ed i loro sguardi da innamorati, mentre lei se ne sarebbe rimasta impassibile,.indossando quella spessa maschera d'odio e di freddezza che la caratterizzava dall'innocente eta' di diciotto anni.

 

"Va bene, ti aiuteró." mormoro' Malefica, interrompendo gli intricati pensieri di Regina, che alzo' il viso, rivolgendole un sorriso di gratitudine.

 

La donna con la giacca color avorio rivolse un sorriso di rimando all'amica, poggiandole una mano sulla spalla.

Perche' nonostante tutto Regina era stata la sua sola amica per molto, moltissimo tempo e quindi vederla cosi'.. vulnerabile le fece quasi impressione. Anche perche' si rivedeva in lei, forse troppo.

Eppure, passare ventotto anni in una caverna, sotto forma di drago per mano della sua stessa migliore amica aveva fatto scattare in Malefica un senso di rancore che andava ben oltre quello stesso senso di pena che provava nei suoi confronti.

 

Per ventotto anni si era sentita umiliata, incatenata, costretta a vivere sotto una forma che per quanto considerasse propria, non avrebbe mai consigliato a nessuno. E poi, tra tutte le Regine dell'Oscurita', la mora era la piu' potente di tutte e se fossero riuscita a giocare bene le proprie carte, avrebbero avuto il lieto fine che gli spettava.

Ecco perche' lo fece. Malefica mosse appena una mano e grazie alla magia materializzo' un piccolo e leggero scrigno in legno, con alcuni segni sopra in una qualche lingua che Regina non seppe classificare. Ma si limito' a scrutare curiosa quel piccolo e meraviglioso scrigno, incuriosita dal suo contenuto.

"Uno scrigno, sul serio? E cosa dovrei farne? Strapparmi il cuore ed infilarlo qui dentro? Pessima scelta Malefica!" disse la mora passandosi una mano tra i capelli, esasperata da quella ridicolaggine.

Come aveva anche solo potuto pensare di presentargli un'idea cosi' ridicola? Evidentemente aveva chiamato la persona sbagliata per farsi aiutare. Doveva andare da qualcun altro, qualcuno che avrebbe avuto un soluzione molto, molto piu' efficace di un semplice scrigno con incastonate delle superficiali pietre.

 

"Regina, Regina, Regina.. tua madre non ti ha mai insegnato a non giudicare un libro dalla copertina?" mormoro' la donna drago ironicamente per poi aprire quel piccolo scrigno ed estrarne una sorta di medaglione tondo con una pietra scarlatta posta al centro. "Non e' lo scrigno che devi tenere in considerazione mia cara.. ma questo talismano."

 

Regina non ci penso' ulteriormente, ma strappo' quel talismano dalle mani dell'amica come fosse la cosa piu' preziosa e strana del mondo. Eppure lo trovava stranamente affascinante. Come se quel piccolo oggetto richiamasse la sua attenzione, attirandola verso un qualche punto di non ritorno

 

"E a cosa serve?" chiese mentre se lo rigiro' tra le mani, scrutando quella pietra sanguinea quasi affascinata.

 

"Questo e' quello che cerchi mia cara.

Plachera' tutto cio' che provi, riducendo il tuo dolore pian piano fino a farlo svanire lentamente. O almeno cosi' narra la leggenda che vi e' sopra." richiuse lo scrigno e lo fece svanire cosi' com'era comparso "Cosi' almeno non proverai piu' quell'amore incondizionato che ti sta distruggendo, Regina."

 

Malefica si avvicino' di circa due passi a Regina, scrutando la sua espressione, lentamente persa da quella pietra.

Probabilmente stavolta non avrebbe fallito, perche' conosceva bene il potere di quel gioiello e sapeva l'effetto che le avrebbe sortito.

Avrebbe dimenticato tutto.

O meglio, tutti i sentimenti buoni e quella schifosa voglia di redenzione che le aveva attanagliato il cuore da quando era in quel mondo.

Insomma, sarebbe tornata la tanto temuta Regina Cattiva.

E al solo pensiero, Malefica dovette reprimere un sorriso di entusiasmo.

 

"So che e' difficile, ma fidati di me.." concluse la donna sussurrandole quasi all'orecchio.

 

Regina distolse lo sguardo da quella pietra preziosa e lo riporto' dinanzi a se', dove la figura di Malefica le risulto' piu' vicina del dovuto. Era come se volesse tentarla o meglio, obbligarla ad indossare quel piccolo oggetto. E doveva ammetterlo, la tentazione era davvero, davvero forte. Che le costava? Si sarebbe liberata di quel dolore e di quella dolorosa sensazione di un costante peso sul cuore.

Doveva solo indossarlo. Un unico gesto e tutto sarebbe svanito.

 

"Va bene.." mormoro' la mora stringendo quel talismano tra le mani, chiudendo gli ochi per un attimo e portandosi quell'oggetto sul cuore, aspettando solo un altro lieve momento, poi avrebbe scordato tutto.

 

Il dolore sarebbe sparito.

La grossa ed immensa ferita sul suo cuore si sarebbe risanata.

Le lacrime sarebbero state ricacciate indietro.

E la gola in fiamme sarebbe tornata normale, senza quell'odioso pizzicore pronta a scocciarla ogni qualvolta apriva bocca.

Ma quell'unico momento non le fu concesso.

Anzi, le fu letteralmente strappato via dalle mani.

 

Non appena il talismano sfioro' il petto di Regina, una piccola scia di fumo rossastra fuoriusci' da quella pietra scarlatta, insinuandosi proprio dentro il corpo della mora avvolgendole il cuore, mentre un'altra piccola ed intensa coltre di fumo sali' verso la sua mente,insinuandosi dentro di essa ed iniziando a mangiare e risucchiare ogni singolo ricordo felice.

Ogni singolo sentimento buono dentro di lei.

Strappandole via quella parte della sua vita che poteva considerare felice.

 

E piu' quell'immondo incantesimo si nutriva dei suoi sentimenti, piu' gli occhi di Regina si scurirono, passando da un bellissimo e limpido color nocciola, ad un nero cupo ed intenso, come gli abiti della Regina Cattiva, il suo doppio.

 

Malefica fece qualche passo indietro, osservando con sorriso trionfante lo spettacolo dinanzi ai propri occhi.

Finalmente avrebbe riavuto la sua vecchia amica.

E non quella specie di ombra di se' stessa che era diventata.

 

Regina, invece, era ancora avvolta da quella fitta nebbia, che lentamente le stava risucchiando via l'anima, ovviamente solo la parte buona di essa.

Si sentiva soffocare.

Affogare nel suo stesso dolore e nelle sue pene

Come se qualcosa le stesse comprimendo i polmoni compulsivamente.

Ma tutto scomparve all'improvviso.

 

Il dolore scomparve totalmente, cosi' come quei dolorosi e ridicoli ricordi.

Lasciando al proprio posto un altro sentimento, uno che le era fin troppo familiare.

Lasciando il posto alla creatura che fino ad adesso aveva cercato di tenere in gabbia, ma che adesso, per merito di Malefica era riuscita a fuggire.

E non l'avrebbe fatta passare liscia a nessuno.

 

Quella piccola scia di fumo scomparve cosi' com'era arrivata e non appena apri' gli occhi, Malefica scorse nell'amica una sfumatura rossastra negli occhi scuri. Una sfumatura quasi affascinante.

Fu in quel momento che le si avvicino', guardandola quasi fieramente di cio' che aveva fatto.

La Regina Cattiva era tornata, finalmente.

 

"Bentornata dalla parte oscura, Regina."

 

 

[x]

 

"Non ci posso credere! Ed io ho passato ventotto anni della mia preziosa vita ad osservare questo branco di idioti compiere le stesse azioni?! mi stupisco di me stessa!" concluse Regina, visibilmente incazzata da tutta quella situazione che si era trovata a riassumere nella propria mente.

 

"Oh e come se non bastasse, mia cara amica, ti sei persino fatta abbindolare da uno stupido e sporco arciere da quattro soldi.." continuo' Malefica, rigirando ancora una volta il coltello nella piaga.

Come se tutto quello non bastasse ad aizzare l'ira di Regina.

 

"Dio! Giuro che la pagheranno uno per uno, a partire da quella stronza che mi ha rovinato la vita..." ringhio' Regina, stringendo la presa delle mani sui propri fianchi.

Liberarsi di Biancaneve, ecco il suo prossimo obbiettivo "E poi come diamine sono vestita?"

 

Regina abbasso' lo sguardo sull'abito rosso che indossava e che a suo parere era troppo semplice e decisamente troppo colorato.

Decisamente fuori dai suoi gusti.

Ma come diamine si vestivano le donne in quel mondo?

Sembrava quasi una poco di buono con quell'abito corto fin sopra il ginocchio.

Certo, non che gli abiti che indossasse nella Foresta Incantata fossero da meno, ma una regina e' pur sempre una regina.

 

"Indossi gli abiti di questo mondo mia cara, cosi' come tutti noi." aggiunse Malefica trattenendo una risata all'eccessiva -ed inutile- preoccupazione dell'amica per un semplice abito. "Non preoccuparti di questo, piuttosto dimmi mia cara.. quanto e' grande la tua sete di vendetta?" disse la donna mentre lentamente si avvicinava a Regina.

 

La mora alzo' lo sguardo dai propri vestiti e lo rivolse a Malefica, lasciando che un ghigno silenzioso e di pura cattiveria prendesse il posto di quell'espressione disgustata.

Quanto aveva aspettato di poter sentire quella parola, ed adesso suonava piu' dokce che mai.

Vendetta.

Dio, un suono quasi meraviglioso alle orecchie di Regina.

Un suono che quasi le era mancato.

 

"...ancor piu' grande della rabbia che provo dentro." concluse la Regina Cattiva con un sorriso maligno increspato sulle labbra rosse.

 

"Allora vieni con me, abbiamo ina questione da risolvere." e detto cio', una nuvola di fumo color porpora avvolse entrambe le cattive, trasportandole in chissa' quale posto nascosto, ma cio' di cui erano sicure entrambe era solo.il suono di una dolce e nostalgica parola.

Una parola che loro prediligevano su tutte.

Vendetta.

 

 

[x]

 

"Emma, sta' attenta a tuo fratello, non-Emma non tenerlo cosi'!"

 

"Ma mamma, aspetta un-"

 

"Okey, va bene, ti faccio vedere io!" concluse la mora, allungando le braccia verso la figlia maggiore.

 

Emma sbuffo' e lascio' il piccolo Neal tra le braccia di sua madre, osservando per l'ennesima volta quella donna che le spiegava come tenere in braccio un neonato e come sostenerlo senza fargli del male. Henry, invece, che aveva assistito a tutta la scena, non pote' trattenersi dal ridere, finendo quasi con lo strozzarsi con un pezzo di muffin al cioccolato. Per quanto le volesse bene, adorava vedere sua madre impacciata nelle cose piu' semplici, ed ogni volta era praticamente come andare al cinema e godersi uno spettacolo gratis.

 

"Cos'hai da ridere ragazzino?" sbotto' Emma, visibilmente scocciata dall'essere trattata come una bambina.

"Niente, solo che sei buffa mamma" disse Henry prima di dare l'ennesimo morso al suo muffin e riprendere a sfogliare quel libro stracolmo di favole. "Vado in bagno, torno subito"

 

"Ah, ah... sei davvero spiri-" ma non ebbe il tempo di concludere la frase che una nuvola purpurea invase l'ingresso di quel locale, materializzando due figure note a tutti i presenti.

 

Regina e Malefica.

La strega capace di trasformarsi in un drago e la regina che aveva sterminato un intero villaggio.

La donna che aveva maledetto una neonata in fasce e quella che aveva gettato una maledizione su tutta la Foresta Incantata, rubando i lieto fine di tutti gli abitanti di essa.

E adesso, erano entrambe li'.

L'una accanto all'altra.

Una con lo sguardo che brillava di cattiveria, l'altra con lo sguardo ed il cuore colmo d'ira e d'odio.

Forse l'accoppiata piu' pericolosa mai vista.

 

Eppure, tra il silenzio dei presenti e l'incredulita' di altri, solo una persona noto' il repentino cambiamento di Regina.

Solo una noto' quelle sottili striature rosse nelle sue iridi.

Henry.

Il resto delle persone torno' quasi subito a cio' che a

stava facendo.

O meglio, quasi tutti.

 

"Ehi sorella, ti spiacerebbe entrare dalla porta come i normali esseri umani? Non vorrei dovermi strozzare con qualche pancake per colpa di un bibidi bobidi bu!" disse Leroy con un tono decisamente troppo irritante per i gusti della mora.

Ma nonostante tutto si avvicino' a lei, prentendendo la sua attenzione.

E probabilmente questo fu il suo piu' grande sbaglio.

 

La Regina Cattiva abbasso' lo sguardo su quell'essere, rivolgendogli uno sguardo di disprezzo.

Dopo di chè, sollevo' appena una mano e la mosse, scaraventando quel nano addosso ad altri due suoi simili per poi avvicinarsi al tavolo desiderato.

Quello dove vi era riunita tutta l'allegra famigliola.

E dallo sguardo fiero, dal sorriso a mezze labbra e dalla testa alta, tutti capirono.

Quella non era altri che l'ombra di Regina.

Quella era il suo totale opposto.

 

"Regina! Ma che diamine fai?!" quasi urlo' Emma che era praticamente scattata in piedi, parandosi di fronte alla mora nel vedere la sua reazione a cio' che era stata una semplice provocazione.

 

"Avrei dovuto ucciderti nella culla, taci ragazzina." le ordino' la mora prima di muovere nuovamente il polso, scaraventando la bionda contro uno dei tavolini accanto a loro.

Un problema in meno tra i piedi.

Malefica rise, siceramente divertita da quella situazione.

Aveva sempre adorato vedere Regina in azione ed in quelle circostanze si sarebbe divertita ancor di piu'.

Regina, invece, rivolse nuovamente l'attenzione al bel quadretto che aveva davanti.

Biancaneve, il Principe Azzurro, il loro secondogenito ed un pubblico troppo spaventato e codardo per poter reagire.Cosa poteva chiedere di meglio?

 

"Bene, bene, bene.. dopo ventotto anni ci ritroviamo sempre nella stessa situazione.

Voi due ed un neonato. Credevo aveste imparato la prima volta." sussurro' la mora a denti stretti, lasciando trasparire un certo velo d'odio e disprezzo nella propria voce.

David si alzo' di scatto, parandosi davanti a Mary Margaret ed il piccolo Neal.

Lo sguardo fiero ed il portamento di un vero principe.

Pronto a morire per la propria famiglia.

Se non fosse stato per la stupidita' perenne, sarebbe stato davvero un perfetto regnante, doveva ammetterlo.

"Regina, non so cosa ti sia successo, ma non sei in te in questo momento, quindi non commettere stupidaggini o-"

 

"O cosa? Mi minaccerai con una spada e proverai ad uccidermi?" Regina scosse la testa e rise, ma quella risata fece ghiacciare il sangue nelle vene di tutti i presenti "Pessima idea, principe."

 

David non ebbe nemmeno il schiudere le labbra per ribattere che una presa invisibile sul proprio collo gli impedi' persino di respirare.

E di certo Regina non si fece scrupoli a stringere ancor piu' quell'invisibile presa, sentendo persino la sensazione delle ossa scricchiolare sotto il tocco della propria mano.

 

Quello le era mancato.

Quell'immane senso di liberta' le era mancato.

Ed in quel preciso momento si domando' perche' si fosse impegnata tanto a cercare di essere buona ed amorevole.

Essere cattivi era una perversione che poteva capire solamente chi c'era totalmente dentro.

E Regina c'era dentro eccome.

L'oscurita' l'aveva divorata viva sin dal primo momento ed adesso quel demone che si trovava dentro di lei aveva oscurato ogni minimo barlume di bonta' dentro di lei.

Lasciandola libera.

 

"E ora passiamo alla diretta interessata" mormor' la Regina Cattiva, volgendo il proprio sguardo alla donna proprio di fronte a lei.

 

"Lascialo andare Regina!" urlo' Mary Margaret dopo aver posato Neal nel suo ovetto ed essersi allontanata a sufficienza da poterlo proteggere col proprio corpo. "Non e' lui che vuoi, giusto? Sono io quella che vuoi! Lascia stare la mia famiglia."

 

"Vedo che finalmente ti sei degnata ad alzarti.

Saresti stata una pessima regnante allora, non vedo come le cose possano essere cambiate adesso." ringhio' Regina, stringendo ancora piu' la presa sul collo di David per poi far cozzare il suo corpo contro il muro.

Ma quel contatto fu cosi' forte che David perse i sensi, restando inerme sul pavimento.

 

"Papá!" urlo' Emma dalla parte opposta della sala, mentre una rivolo di sangue le scendeva dalla fronte, sporcandole quella chioma angelica.

Pero' Regina non se ne curo' piu' di tanto. Aveva la sua rivale proprio davanti, tutto il resto poteva aspettare.

 

"Ho aspettato questo momento per un tempo troppo lungo per essere scritto e adesso, avro' la mia vendetta, Biancaneve" mormoro' con disprezzo quel nome, compiendo appena qualche passo verso di lei "Se una mela non e' riuscita ad ucciderti, lo faro' con le mie stesse mani, poi passero' alla tua cara ed adorata famiglia."
 

"Uccidimi, cosi' tuo figlio vedra' chi e' in realta' sua madre.

Una stronza manipolatrice che non ha pieta' per nessuno.

Una Regina Cattiva e-"
 

"Credi davvero che me ne importi qualcosa? Per colpa tua sono diventata questo, stupida ragazzina viziata!" e senza proferire ulteriore parola, sollevo' appena una mano, tentata di soffocarla e porre finalmente fine alla sua minutile e miserabile vita, ma un suono le fece cambiare idea.

 

Il lieve pianto di un neonato alle sue spalle le fece cambiare idea. Cosa poteva esserci di piu' doloroso di perdere un figlio per la seconda volta?

Solo che questa sarebbe stata definitiva.

Perche' non avrebbe avuto la minima intenzione di fermarsi.

 

Cosi', Regina, mosse ancora una volta la mano ed in meno di un attimo le si materializzo' tra le braccia un piccolo fagottino di coperte, irritante tanto quanto la donna che aveva davanti.

 

Neal piangeva e si dimenava tra le braccia della mora e a Mary Margaret, Emma ed Henry manco' il respiro non appena un ghigno le solco' le labbra, facendo brillare ancor piu' quelle strature scarlatte nei suoi occhi.

 

"Regina..." mormoro' Mary Margaret terrorizzata, cercando di allungare le mani per tentare -inutilmente- di farsi ridare Neal "Ti prego, non fargli del male.. lui non centra nulla con ques-" ma non pote' completare quella frase.

La medesima presa invisibile che aveva stordito David le impedo' di finire di formulare quella frase.

 

Regina distolse lo sguardo da quell'impiastro che teneva in braccio, posandolo ancora una volta sulla donna che teneva in pugno.

 

"Vedi, Biancaneve, la prima volta sei riuscita a salvarela tua adorata bambina da me, ma stavolta... non ci sara' nessuno a salvarvi.

Siete soli.

Malefica."

 

E al sentire il proprio nome, la strega -che fino a quel momento si era solo goduta la scena dal proprio angolo- si avvicino', affiancandosi all'amica, che automaticamente le passo' quel piccolo essere umano avvolto da molteplici copertine.

Malefica prese quel piccolo fagotto tra le braccia ed alzo' nuovamente lo sguardo verso Regina, che le rivolse un'occhiata divertita.

 

"Sai cosa fare, amica mia."

 

"Certamente.

Non divertirti troppo, Regina." accenno' Malefica prima di scomparire in una nuvola color porpora, portandosi con se' quel piccolo ed innocente essere.

"Spero solo che gli faccia troppo male, povero esserino, spero non capiti tra le mani di Crudelia!" disse la Regina Cattiva, provando ad accennare un espressione dispiaciuta con le labbra, anche se cio' che ne usci' fu piu' un espressione cattiva. Perfida.

 

"Com-e p-uoi far-farlo?!" ansimo' Mary Margaret per via della stretta al collo.

 

Regina schiuse le labbra di qualche millimetro.

La risposta pronta sulla punta della lingua. Ma il suono di un campanello ed un'altra voce la fermo'.

Quella che in pratica non avrebbe piu' voluto risentire in vita sua.

Quella dell'uomo che l'aveva abbandonata.E fu proprio quella stessa voce a mandarla in bestia.

Robin.

 

"Regina!" chiamo' l'uomo per l'ennesima volta, attirando l'attenzione della mora.

Anzi, della Regina Cattiva.

 

La mora volto' la testa verso il fuorilegge, guardandolo con un odio tale che Robin si senti' minuscolo sotto il suo sguardo, consapevole di essere lui la causa di quela sbandata.

"Tu." sibilo' Regina tra i denti, abbandonando la presa sul corpo di Mary Margaret e lasciandola ricadere a terra, non curandosi minimamente della delicatezza con cui lo fece. "Ho un conto in sospeso anche con te.."

 

Robin si avvicino' di un passo a lei, sentendo il cuore battergli dolorosamente nel petto.

Quella non era la sua Regina. Non era la donna che aveva incontrato nella Foresta Incantata.

E non era nemmeno quella con cui aveva fatto l'amore in una cripta al chiaro della luce delle candele.

Ma nonostante tutto, quella donna fragile e predisposta ad amare doveva essere ancora li', da qualche parte.

"Sì, lo so.. ed e'-e' colpa mia se sei cosi', ma adesso smettila di far del male a loro" il ladro sospiro', sentendosi in colpa per tutto. Un espressione affranta sul viso "Io ti ho abbandonata, quindi ti prego, Regina, lascia stare queste persone e prendi me."

 

Regina sollevo' appena l'angolo delle labbra in una smorfia, allungando appena una mano verso il ladro, come a volerle puntare il dito contro.

 

"Bene, faremo i conti adesso, arciere." il disprezzo fu tale nel pronunciare quella parola che Robin senti' una fitta di dolore proprio al cuore. Li' dove le mani di Regina di erano posate piu' volte per ascoltare quel dolce suono.

 

La mora invece mosse appena una mano per poter sparire da quel posto assieme a Robin, ma prima che entrambi potessero svanire per mano della magia, un paio di braccia minute le cinsero i fianchi.

Stringendola forte.

Stringendola come se dentro di lei ci fosse ancora un barlume di luce e speranza.

Ma di tutto questo, Regina e gli altri presenti se ne accorsero forse troppo tardi.

Dopo di che', una nuvola di fumo violaceo invase quel locale, lasciando il posto alla devastazione e all'incredulita' piu' totali.

 

La Regina Cattiva era tornata.

 

 

* * *

 

 

"Mamma fermati!" urlo' Henry non appena senti' nuovamente la terra sotto i piedi.

 

Le sue braccia minute erano strette intorno ai fianchi della madre.

Le lacrime agli occhi per cio' che aveva visto.

E la consapevolezza che forse, stavolta, aveva davvero perso sua madre per sempre.

Non l'avrebbe lasciata andare.

Non senza averci provato.

 

Ma Robin fu piu' veloce dei pensieri di Regina.

E senza nemmeno pensarci prese Henry per un braccio e lo tiro' verso di se', cercando -quanto meno- di metterlo al sicuro.

Anche se considerava il gesto del ragazzino stupido ed avventato.

 

"Mamma e' quella collana a parlare, non tu! E' quella che ti rende cattiva" disse Henry, restando dietro il braccio che Robin gli aveva parato davanti, sbarrandogli la strada verso sua madre.

O se quella davanti a loro poteva definirsi tale.

Robin volto' il viso verso Henry, rivolgendogli uno sguardo rassicurante. Uno di quelli quasi paterni e protettivi che rivolgeva spesso a Roland.

Anche perche' non voleva che lui si facesse del male, non Henry che non centrava nulla.

Ma una risata fece rabbrividire entrambi.

Non aveva mai immaginato che una cosa cosi' cristallina potesse essere macchiata da tanta freddezza.

E non avrebbe mai immaginato di sentirla uscire da quelle labbra.

"Cattiva? Fidati ragazzino, tu non hai idea di cosa signifjchi quella parola" mormoro' Regina mentre compiva qualche passo nella loro direzione.

 

Freddi e scuri come la notte, i suoi occhi puntavano verso quell'uomo dinanzi a lei.

Lui l'aveva illusa.

L'aveva fatta innamorare.

Le aveva fatto credere nuovamente nell'amore.

L'aveva resa viva per la prima volta.

Ma lui l'aveva anche abbandonata, facendola stare male e facendole piangere tutte le lacrime che aveva in corpo.

Ed il sentirsi debole e vulnerabile erano cose che l'avevano sempre spaventata.

Ecco da dove veniva nutrito quell'odio.

 

"Regina, questa non sei tu" provo' Robin ancora ed ancora. Ma cio' che ottenne fu solo l'eccessiva vicinanza della donna che amava, intrappolata in un sentimento troppo grande per essere contenuto in una persona sola.

 

Regina sollevo' una mano e strinse la mascella del ladro talmente forte da affondarci persino le unghie.

Avrebbe voluto guardarlo negli occhi ancora una volta.

Solo una.

 

"Ti sbagli, questo e' esattamente cio' che sono Robin." sussurro' la mora lontana appena qualche millimetro dalle labbra del fuorilegge.

 

Quanto avrebbe desiderato affondare una mano nel suo petto e stritolargli il cuore.

Ma lentamente.

In modo da poterlo sentire agonizzare ed implorare.

E lei, nel frattempo, avrebbe continuato a stringere.

E stringere.

E stringere la presa.

Fin quando non l'avrebbe visto spegnersi lentamente sotto le proprie mani.

Fin quando non l'avrebbe visto morire.

 

"Allora.." tento di continuare il ladro "la donna di cui mi sono innamorato non era nient'altro che una bugia?" ansimo' Robin contro la guancia di Regina, che le si era pericolosamente avvicinata.

"Quella donna.. non esiste piu'." concluse Regina in un sussurro, proprio vicino all'orecchio del fuorilegge.

 

Henry, invece, rimase a guardare la scena impassibile, pensando rapidamente a qualcosa da fare o da dire.

Ma il suo sguardo ed i suoi pensieri vennero attirati dall'oggetto che Regina portava al collo.

 

Quella pietra scarlatta emanava una lieve luce purpurea.

Una luce intensa, che sembrava quasi risplendere alla luce dei raggi solari che filtravano da quella fitta radura.

Ed Henry per la prima volta noto' che quella luce era la stessa che risplendeva negli occhi della madre.

Ecco qual'era il problema.

Ma se uno stava per essere scongiurato, un altro stava per arrivare.

E quello, il ragazzino lo capi' quando vide materializzaesi tra le mani della madre un pugnale.

 

Rapidamente, il ragazzino si libero' dalla presa di Robin e compi' due grandi falcate verso la madre, riuscendo ad afferrare quel ciondolo e tirarlo appena.

Ma Regina fu piu' veloce.

E di quello che successe dopo, ne avrebbero portato tutti i segni.

Compresa lei.

 

Regina si volto' di scatto e con un ampio gesto della mano fece sbattere Henry contro uno di quegli alberi secolari, sentendo un conseguente gemito di dolore fuoriuscire dalle labbra del ragazzino.

 

"Tu, stupido ed insulto ragazzino. Sei tale e quale a tua madre!" quasi urlo' la mora, facendo riecheggiare la propria voce in tutta la radura.

 

Sollevo' ancora una volta la mano per spedirlo in qualche altro posto, ma qualcuno le afferro' il polso e la fece voltare, spingendola contro la quercia che aveva alle spalle.

 

"Spero che questo ti riporti da me, Regina.."

 

Ed in meno di un attimo, il ladro poso' le proprie labbra su quelle della Regina Cattiva.

Baciandola con tutto l'amore che aveva in corpo.

Baciandola con dolcezza, con ardore.

Baciandola, nella vana speranza che il bacio del vero amore la riportasse da lui.

E forse fu cosi', non e' vero?

 

"Regina.." mormoro' Robin dopo essersi staccato da quelle labbra rosse che le erano tanto mancate.

 

La mora smise di opporre resistenza e schiuse le labbra, addolcendo il proprio sguardo alla vista di Robin. Come se si fosse appena resa conto di cio' che aveva fatto.

E fu questo che spinse il fuorilegge ad abbassare la guardia.

Fu questo il suo piu' grande sbaglio.

 

"La prossima volta assicurati che sia davvero la donna che ami.." sibilo' la mora col medesimo tono di prima.

 

Regina si rigiro' il pugnale tra le mani e senza indugiare oltre trafisse il cuore di Robin, conficcando quel pugnale finemente rifinito fino in fondo, macchiandosi persino la mano di sangue.

 

Un battito.

Due, tre, quattro.

Il suo sguardo si spense.

Il suo viso sbianco' improvvisamente.

Ed il cuore di Robin smise di battere, definitivamente.

 

"Sogni d'oro.. Robin." mormoro' Regina prima di estrarre il pugnale insanguinato dal petto del ladro, lasciandone ricadere il corpo per terra.

Mentre un ghigno soddisfatto si ampliava sul proprio viso.

Ma insieme al rumore sordo che produsse il corpo di Robin mentre toccava il terreno, la mora udì il suono di una catenina spezzata.
Il suono della propria libertà.
Perchè nell'attimo stesso in cui lei aveva trafitto il cuore del suo amato, lui aveva stretto tra le mani la causa di tutto, strappandole quell'assurdo ciondolo prima di cadere al suolo.
Donandole ancora una volta la libertà.

 

 

Henry, che da lontano aveva assistito a tutta la scena si alzo' di scatto, ma nonostante il dolore che provava al braccio, prese il cellulare dalla tasca e compose un numero a caso, nascondendosi dietro un enorme tronco d'albero caduto.

Quella non era sua madre.

Quello era un mostro.

 

Regina sposto' lo sguardo dal corpo smorto di Robin al pugnale sporco di sangue che teneva in mano e per un attimo, ebbe un tumulto.

 

Il cuore le ricomincio' a battere forte, come a volerle uscire dal petto.

Come a volersi liberare di qualcosa di malevolo.

Infatti, la pietra scarlatta che Robin le aveva strappato dal collo si frantumo' improvvisamente, librandosi in aria e svanendo del tutto.

E le piccole striature rosse negli occhi di Regina scomparvero, lasciando tornare gli occhi del loro magnifico color nocciola.

 

Quell'incantesimo si era disintegrato nel nulla.
Ed era stato solo grazie a Robin.
 

Ma insieme ad esso, scomparve anche quel muro di cattiveria e protezione che Regina aveva alzato intorno a se'.

E la consapevolezza di quello che aveva appena fatto le annebbio' quasi subito la mente.

 

La mora abbasso' lo sguardo sulle proprie mani, inorridita e spaventata da cio' che vide.

Aveva le mani imbrattate di sangue, e in una di esse vi era un pugnale dalla lama sottile, con dei rampicanti che lentamente risalivano sul piccolo manico.

Ma anche quello era macchiato di sangue.

Cosi' come le maniche del suo vestito.

 

"No..." mormoro' tra se' e se', rendendosi conto di cio' che aveva fatto solo nel momento in cui il suo sguardo ricadde sul corpo senza vita di Robin. "No, no, no, no, no... Robin, no!"

 

Il pugnale le cadde dalle mani e le ginocchia le cedettero, facendola cadere proprio accanto al corpo del suo amato.

Le lacrime le oscurarono la vista, iniziando a scenderle copiose sul viso.

Un nodo in gola le impedi' di parlare.

Eppure, l'urlo disumano che usci' dalle sue labbra, fu sufficiente a far tremare persino Henry, che nascosto dietro quel tronco, piangeva sia per il dolore al braccio, sia perche' aveva capito quanto sua madre si fosse accorta di cio' che aveva fatto.

 

Regina aveva appena ucciso l'uomo che amava.

Regina, aveva appena ucciso Robin.

 

Si accascio' sul corpo del fuorilegge e strinse la sua giacca tra le mani, poggiando la fronte su quella di Robin e piangendo.

Piangendo lacrime amare di un dolore che probabilmente le avrebbe scavato il cuore per l'eternita'.

Eppure, si chiese se, magari.. un bacio avesse potuto riportarlo da lei.

E ci provo'.

Una.

 

"Ti p-prego... torna da me." disse singhiozzando, sentendo la gola bruciare.

 

Due.

 

"Svegliat-ti.. amore mio."

 

Tre volte.

Ma ogni tentativo fu piu' inutile dell'altro.

Robin, era morto.
 

'I'm only a man with a chamber who's got me,
I'm taking a stand to escape what's inside me.
A monster, a monster,
I'm turning to a monster,
A monster, a monster,
And it keeps getting stronger.'

 

{ La canzone si chiama 'monster' degli Image Dragons.

NDA:  dopo questa one shot come minimo mi ritroverò tutto un fandom OQ sotto casa e coi forconi pronti ad uccidermi xD Eppure era un'idea che dovevo relizzare.
E oltretutto, ringrazio anche terry93, senza la quale questa one shot sarebbe rimasta solo una malsana idea, anche se probabilmente adesso mi starà odiando a morte :33 
Beh, che dire.. spero che la one shot vi scateni almeno un pò di sentimenti e che vi piaccia, buona lettura a tutti! 

 

   
 
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