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Autore: Xandalphon    18/03/2015    3 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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48)Nuove alleanze... Forse
 
“Terumi sama... Abbiamo visite.”
 
“Fammi indovinare: le kunoichi di Uzushi insieme ai loro prodi cavalieri?”
 
“Non esattamente, Terumi sama... è Ao 'occhio bianco' con quattro dei suoi. Che si fa?”
 
“MERDA! Dannato sia lo Hyuuga che si è fatto rubare l'occhio da quel bastardo! Sicuramente ci ha rintracciati con il byakugan...”
 
“Però è strano... Come mai sono solo in cinque? E per di più non si è nemmeno portato dietro gli spadaccini...”
 
“Tu dici che è venuto solo per farsi un'allegra chiacchierata e bersi una tazza di the in allegra compagnia? Bah... Ad ogni buon conto, non posso permettermi di scordare le buone maniere. Ogni padrone di casa che si rispetti accoglie calorosamente l'ospite sulla soglia, no? Kurosuke, prepara un perimetro da otto uomini per quattro squadre. Se osa muovere un dito contro di me, procedete ad eliminarlo.”
 
“Ma... Ha intenzione di andargli incontro personalmente?”
 
“Preoccupato, ragazzone? Una bella passeggiatina per movimentarsi la giornata non è affatto male!”
 
“Come vuole...”
 
***
 
“Allora Ina-chan, andiamo a meritarci onore e gloria in terre lontane, friggendo qualche chiappa al villaggio della nebbia?”
 
Yuki era decisamente sollevata. Non aveva idea di cosa fosse successo di preciso, ma Inazuma era di umore molto migliore rispetto ai giorni precedenti. Fosse merito o meno dell'incontro con i ragazzi della foglia (o di uno in particolare?), ringraziò mentalmente tutti i kami, e di cuore.
 
“Mah... Questa era l'idea, Yuki. Ma non muoverò un dito a meno che non siate d'accordo anche voi.”
 
“Ehi, questi discorsi li devi fare a Nacchan, non a me. Dopotutto, pararti il culo dai casini è la mia specialità, no?”
 
“Tsk... Da che pulpito viene la predica... E tu Nadeshiko, che ne pensi?”
“La situazione non mi piace per nulla, lasciatelo dire. Ma allo stesso tempo, la proposta di collaborazione di Mei è una manna dal cielo. Perlomeno, fin tanto che le saremo utili, potremo godere dell'aiuto del suo gruppo.”
 
“E non fare tanto la preziosa e dì subito di sì, Nacchan...”
 
“Yuki... Lasciamo stare, va'... Sì, ok ci sto. Contente adesso?” Concluse Nadeshiko con uno sbuffo divertito. Finalmente. Finalmente erano tornate. Non doveva più spronarle ad essere forti, come nei tre giorni precedenti. Non doveva più vedere, senza poter far nulla, le crepe che si erano aperte in loro avvelenargli il cuore. Mentre anche lei si sentiva debole come non mai. Arduo da ammettere, ma da quando si erano riunite con i konohani, il mondo non sembrava più così buio e tetro. Davvero uno strano effetto aveva, l'amore, sul modo di vedere la realtà... A proposito di amore, notava che Inazuma guardava Kakashi in modo differente, rispetto a prima. Più... libero. Non leggeva più quella perenne esitazione, quello strano mix tra gioia e malinconia. Ora la seconda sembrava sparita e dell'esitazione non c'era più traccia. Più tardi avrebbe chiesto precisazioni alla diretta interessata, senza dubbio.
 
“E i nostri 'prodi salvatori' che sono giunti correndo a salvare le loro damigelle in pericolo, che mi dicono? Verranno in nostro soccorso anche stavolta?”  Aggiunse ironica, sorridendo, Inazuma, in direzione di Kakashi.
 
A Genma e Raido sfuggì un ghigno. L'albino, invece, sentitosi preso in causa, rispose a tono: “Secondo voi perché  Minato ci ha accordato tre settimane di 'missione speciale'? Naturalmente per farvi da baby sitter.”
 
“... E naturalmente per guardare il culo di Mei.” Concluse Genma, scoccando un'occhiata provocatoria a Yuki.
 
Che prontamente reagì con un: “Ehi! Guarda che se lo fai ti strappo gli occhi e li uso come palline da ping pong...”
 
“Beh, mi andrebbe ancora bene. Pensavo che invece degli occhi avresti puntato sulle... No, meglio non darti suggerimenti, che poi potresti provare a metterli in pratica sul serio...”
 
“Troppo tardi, mister grissino, ti ho letto nel pensiero...” Replicò con un ghigno inquietante Yuki, mentre il resto della compagnia era seriamente indecisa se ridere o piangere a quella sorta di battibecco tra innamorati.
 
Ma di tutti i momenti che per giungere nei pressi della base dei ribelli di Kiri, con tutta probabilità scelsero il peggiore. A poca distanza dall'entrata, vennero fermati da una squadra, comandata da quello stesso Kurosuke che aveva avvisato Mei dell'arrivo di Ao.
 
“Pessimo tempismo, kunoichi di Uzushi e shinobi di Konoha...”
“Problemi?” Chiese freddamente Kakashi. Non era nel suo stile dilungarsi in chiacchiere, ma ai compagni sembrò che la domanda fosse pronunciata in tono troppo secco persino per lui.
 
Kurosuke emise un sospiro. Era un uomo ragionevole e capiva fin troppo bene la naturale diffidenza dei nuovi arrivati. Al loro posto non si sarebbe comportato in modo diverso. No, meglio non essere troppo sprezzanti con dei ragazzi disperati. Che per di più non sapevano quanto disperato era il loro, di bisogno di alleati.
 
“Forse. Conoscete Ao 'occhio bianco'?”
 
Le ragazze fecero segno di no con la testa. I ragazzi invece, si guardarono tra loro per un secondo, prima che Raido esclamasse: “Ma certo, 'l'uccisore di Hyuuga'...”
 
“Eh... Immagino che voi di Konoha lo consideriate con odio. Ma noi... Beh, noi lo guardiamo con un misto di ammirazione e paura. E' il fidato braccio destro di Yagura e perciò lo temiamo. Ma...”
 
“...Ma il fatto che uno del vostro paese abbia fatto secco uno di quegli stronzetti con gli occhi bianchi e gli abbia rubato il byakugan vi riempie comunque d'orgoglio, giusto?” Completò ironico Genma.
 
Kurosuke lo guardò con tanto d'occhi, stupito da quel che aveva appena sentito.
 
Come per rispondere a quello sguardo, lo shinobi di Konoha puntualizzò: “Ehi, gli Hyuuga mi stanno sulle palle... Per cui quanto meno posso capire il sentimento...”
 
“Ad ogni modo – disse Kurosuke, cercando di riprendere il filo del discorso – il punto è che Ao ci ha rintracciati e Mei ha deciso di uscire ad incontrarlo. Noi siamo appostati in caso accada qualcosa.”
 
“Di certo, non è venuto per combattere. Primo, sono solo in cinque. Secondo, dai movimenti del suoi occhi, credo proprio che abbia individuato tutte le vostre squadre appostate qui intorno. Ma non ha mosso un dito. Anzi, i gesti appena accennati con la mano, mi sembrano più che altro un invito alla calma verso i suoi uomini.”
 
Inazuma aveva parlato più che altro rivolta a sé stessa. Accortasi però che, dopo la sua spiegazione, la fissavano tutti stupiti, tranne Kakashi (a cui trapelava un sorrisetto da sotto la maschera), si affrettò ad aggiungere, con un mezzo sorriso: “Il motivo per cui sono diventata una reietta a volte torna utile, sapete?”, alludendo al fatto che per un brevissimo istante aveva attivato lo sharingan per analizzare la situazione. Ormai questo gesto le veniva semplice e naturale quasi come respirare. Tanto più che ora non aveva nemmeno bisogno di tenerlo celato.
 
***
 
Bene, è arrivata...
 
Bastò un lievissimo fruscio, un lievissimo ed insolito rumore, che definire di passi sarebbe stato decisamente eccessivo. Glielo confermò una piccolissima esitazione negli occhi del suo nemico, anche lui accortosi di un nuovo arrivo. Involontariamente aveva fatto per portare la mano alla benda.
 
Sì, la graziosa principessina con la sua corte dei miracoli aveva deciso di mettersi con loro. Bene... Ma ora era il momento di risolvere un problema più pressante, che torreggiava di fronte a lei con la sua figura imponente. Che tattica avrebbe dovuto utilizzare con un uomo del genere? Era la prima volta che non era sicura di come avrebbe dovuto comportarsi. Era talmente abituata a fingere nelle relazioni con gli altri, ad indossare tante maschere differenti... E ora non sapeva proprio quale indossare. Per un attimo le venne in mente che essere la vera lei, forse, poteva toccare il cuore di quell'uomo che aveva affrontato innumerevoli battaglie nella sua vita. Ma durò solo un istante. La vera lei era una  debole. No, non poteva affiorare...
 
Ad ogni modo, Ao le tolse l'impiccio di parlare per prima. Con voce calma e misurata disse:
 
“Non sono qui per combattere. Non oggi. In realtà... In realtà è mia intenzione unirmi a voi.”
 
Il silenzio risuonò nella valle. Un silenzio assordante più del rombo di un tuono.
 
Cosa? No, non può essere. Sta bluffando, non ci sono altre spiegazioni...
 
“Che c'è, caro Ao 'occhio bianco'? Stufo di fare da galoppino ad un bambino assetato di sangue?”
 
l'uomo non si scompose, e rispose lentamente, come se stesse cercando di assaporare ogni singola parola che usciva dalla sua bocca:
 
“No. Stufo di servire altri interessi che non quelli di Kiri. Yagura è un burattino manovrato da un jutsu ipnotico. L'ho scoperto tre settimane fa, grazie ai poteri del byakugan.”
 
“Se pensi che sia tanto stupida da crederci...” La replica di Mei trasudava disprezzo.
In realtà era sinceramente sconvolta dalla rivelazione di Ao. Ma non poteva mostrarlo. E se fosse tutta una trappola? Artifici subdoli di questo genere potevano essere nelle corde di quel piccolo mostro. Non poteva permettersi di credere. Il dubbio, la finzione... Queste cose l'avevano tenuta in vita sino a quel momento. Non poteva cedere proprio ora.
 
“Allora fa di me ciò che vuoi. Uccidimi, se ciò soddisfa la tua sete di vendetta. Per parte mia, non ho interesse a vivere nell'umiliazione di aver seguito un falso mizukage.”
 
Le parole di quell'uomo erano serie, sincere. Ao non era il tipo di persona che si lasciava corrompere da lusinghe o minacce, di qualsiasi genere, ordine e grado. Per certi versi, era l'antitesi di Mei. Non aveva mai finto di essere quello che non era, nella sua vita. Non aveva mai vissuto nella menzogna. E non mentiva nemmeno ora, questo la kunoichi lo sentiva.
 
Ma la Terumi sentiva anche altro. Una vocina nel suo cervello che gli diceva:
 
attenta... Non lo potrai mai controllare... Non sarà mai un burattino nelle tue mani... E non hai mezzi per tenerlo legato a te.... Meglio un alleato in meno che un essere del genere...
 
Scosse la testa, come per farla tacere. Ma essa urlava, sempre più insistente. A quel punto decise. Aveva fatto bene a portar con sé una katana, dopo tutto.  Disse solennemente: “E sia. China la testa. Ti concederò l'onore di una rapida dipartita.”
 
Ao non disse nulla. Si limitò, impassibile, ad inginocchiarsi e chinare il capo.
 
Mei alzò la lama. Ma una forza sconosciuta le impedì di abbassarla.
 
“Ma che cazzo stai facendo, Mei? Per tutti i kami, ragiona! Non vedi che è sincero?”
 
Era Inazuma. Era scattata prima di tutti, senza dare nemmeno il tempo a Kurosuke ed ai suoi di fermarla. Eh, già, lo sharingan era utile per davvero, in certe situazioni. Ora le teneva fermamente il polso con la mano.
 
Un impercettibile, amaro sorriso, attraversò per un momento il volto della nukenin di Kiri.
 
Ah, non avevo considerato che la principessina, dalle tribune, potesse prendersela per così tanto... E' proprio vero, è un'anima troppo candida per stare con me... Beh, che devo fare di te, Inazuma Uzumaki? Ringraziarti o maledirti? Mah...
  
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