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Autore: TheAntlers    18/03/2015    2 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Si svegliò di soprassalto, col cuore in gola, e prendendo un gran respiro, come fosse rimasta in apnea per parecchi minuti. 
Sentiva i battiti del cuore battere irregolarmente nel suo petto, e sudava eccessivamente. 
In crisi ad un attacco di panico, cercò di rassicurarsi mentalmente. D'altronde, era stato soltanto un sogno.

Un sogno con un che di inquietante, pensò la ragazza... ma pur sempre un sogno.

Si mise a sedere e chiuse gli occhi, portando una mano alla fronte, rimanendo così per alcuni secondi.

Ricorda il tuo nome, le tornò in mente la strana frase.

Dio mio, ci volevano solo i sogni enigmatici.

Poi, corrugando la fronte, portò lo sguardo al suo cellulare, controllando l'ora. 
Era ancora pomeriggio, ma a lei pareva fosse già mezza notte. Sembrava aver perso la concezione del tempo, ormai.

Persa tra i pensieri, e con ancora il cellulare tra le mani, si dedicò a fissare un punto indefinito della stanza. Poi, dopo innumerevoli secondi, sbloccò il cellulare, e fece ciò che, come d'abitudine, le veniva meglio; andò nell'applicazione Note, e descrisse il sogno in tutti i suoi piccoli particolari che ancora riusciva a tener in mente. Perchè sapeva, avrebbe dimenticato tutto, o parte di tutto, da lì a breve.
Infatti, le veniva difficile ricordare l'accaduto. Era già tutto frammentato e confuso. Quel poco che ricordava, non aveva un gran senso logico; ma, essendo un sogno, ciò era abbastanza normale.

Quando ebbe finito, o meglio, quando si accorse che non poteva scrivere altro, perchè non le tornava nient'altro in mente, sospirò con frustazione, alzandosi dal letto. Aveva bisogno di una doccia fredda, per rinfrescarsi un po le idee.

Ma non appena aprì la porta, le si presentò davanti un altro problema.

"Cosa ti serve?" si convinse a chiedere, dopo secondi di silenzio.

"Un po del tuo tempo per parlare con te" le rispose l'uomo, non parlando più con il suo solito tono estremamente autoritario, bensì quasi pietosamente.

La ragazza sbuffò, e lo sorpassò da un lato, non degnandolo di uno sguardo.

"Winter-"

"Ho già dedicato abbastanza del mio tempo per te, nel corso della mia vita. Non intendo sprecarne altro."

L'uomo sospirò, abbassando lo sguardo. "Winter-"

"Non ho voglia di ascoltarti-"

"So tutto" affermò con decisione, alzando la voce.

La ragazza si bloccò, ancora girata di spalle, con la mano serrata sulla maniglia della porta del bagno.

"So dove sei stata. Non saprò tutto nei particolari, ma so dove sei finita."

La ragazza allontanò la mano dalla maniglia, ma non si voltò ancora. Non sapeva come comportarsi, ora. Negare, o non negare?

"E so benissimo che hai tante domande e pensieri a riguardo. Io posso chiarirti ogni dubbio-"

"No che non puoi!" rispose ringhiando la ragazza, voltandosi a guardarlo. Fu un gesto involontario e privo di riflessioni.

Prese un gran respiro; ormai, non poteva tornare più indietro.

"I miei genitori non sono morti per un incidente stradale, non è vero?" chiese lei, guardandolo con scrupolo.

L'uomo rimase a fissarla per una decina di secondi, prima di dare una decisa conferma all'ipotesi della ragazza. "No, non sono morti per un incidente stradale."

La ragazza variò visuale, e non riuscì a trattenere un mezzo sorriso dettato dal nervosismo e dall'irritazione.

"Ovviamente!" esclamò quasi con scalpore. Ironizzando in un disperato tentativo di non urlare per la frustrazione e la rabbia.

"Posso spiegarti ogni cosa, Winter."

"Puoi spiegarmi ogni cosa, certo. Ed io sarò disposta a crederti, per l'appunto!" finì la frase alzando di molto il volume, urlando quasi.

"Cosa sta succedendo?" fece irruzione in quel momento, dalle scale, Alex, guardano entrambi con preoccupazione e agitazione.

"Oh, nulla. Papà stava per raccontarmi un'altra favola. Dimenticandosi che sono cresciuta di parecchi anni, dall'ultima volta che mi raccontava favole. E non amo più farmele raccontare, preferisco crearmele da me. Difficile, ma soddisfacente."

***

Tra le cose che più odiava, era cenare tra quel silenzio che si creava in poche ma delicate situazioni.
Per lei non era imbarazzante, ma solo dannatamente frustante. Per questo, cercava sempre di aprire un discorso, per quanto stupido poteva essere; ma questa volta, non ne aveva proprio voglia.

Il padre, seduto difronte ad essa, ad un tratto si schiarì la voce. E, automaticamente, Winter portò gli occhi al cielo, sospirando. Non voleva sentire la sua voce.

"Dunque... come sta Sharon?" cercò di aprire un discorso il padre, sorridendole quasi sotto sforzo.

Winter alzò lo sguardo per guardarlo meglio.

Sharon. Tra tutti gli argomenti che poteva tirarmi fuori, ovviamente, tira quello collegato all'altro mondo. Che mi stesse provocando?

Intanto, la madre la guardava con aria che sembrava volesse pregarla di rispondere al padre.

"Sta bene" si limitò a rispondere infine, con tono gelido, ed osservando il padre con pacata diffidenza.

Che vadano al diavolo lui e i suoi stupidi giochetti.

"Bene..." mormorò in risposta, riprendendo a mangiare.

La ragazza lo fissò a lungo, quasi persa tra i pensieri, prima di imitarlo.

Ma pochi minuti dopo, l'uomo riprese a schiarirsi la voce, e Winter gettò energicamente le posate sul piatto, sospirando con frustrazione.

La sua voce mi nausea.

Prima che potesse riprendere la parola, la ragazza strisciò la sedia indietro, e si alzò da essa.

"Non ho molta fame" aggiunse poi, prendendo a camminare verso la propria camera.

***

La musica le era stata sempre amica, in queste situazioni. L'aiutava a calmarsi, a rilassarsi, e a riflettere.

Le capitava spesso, negli ultimi mesi, di reagire in quel modo a tali situazioni. La madre pensava fosse dovuto ad ormoni incontrollati, mentre la figlia insisteva nel dire che si trattasse di puro e semplice carattere.

Forse, entrambe le spiegazioni erano errate.

Ad ogni caso, aveva trovato come scaricare le proprie ansie, ormai.

***

Fortunatamente ed inaspettabilmente, i due genitori non aveva negato alla figlia di uscire di casa. Era da dire, però, che non era da loro mettere in punizione la figlia. Per i due, infatti, le punizioni erano inutili, ed inconcludenti. 
Comunque, non parevano certo contenti di veder la ragazza allontanarsi da casa, consapevoli del fatto che non avrebbero saputo mai con certezza dove sarebbe andata veramente. Ma sapevano che, negandole tale richiesta, avrebbero solo peggiorato la situazione. Quindi la lasciarono andare.

È stato uno sbaglio, ritornare qui. 

Più la ragazza passava ore nel suo mondo - che ormai, tanto suo non sentiva -, più le saliva la necessità di scapparne via. In oltre, la presenza del padre, non migliorava affatto la situazione.

Ma sarei dovuta tornare, prima o poi, cercava di giustificarsi, con solidarietà.
Cosa avrei dovuto fare, lì? L'eroina della situazione? 
Sbuffò a tale pensiero, scrollando lievemente la testa. 
Combattere per un popolo che mi è sconosciuto... perchè mai? 

Eppure, diverse scene le tornarono in mente; ricordandole che, sotto tutto, non si sentiva così indifferente verso quel popolo e, perfino, verso il popolo nemico.
Ricordò le persone condannate a morte, i bambini che rubavano pane, ed il contadino che cercava di sfamare esausto la propria famiglia. Ricordava le sue emozioni e i suoi atteggiamenti. Non era disinteresse, quello. Anzi, era pieno interesse a riguardo.

Solo atti di pietà, cercava però di convincersi la ragazza, mentre smontava da cavallo.

Mentre cercava di cacciar via pensieri indesiderati, si dedicava a rimontare il proprio arco.

Amava tirare con l'arco, perchè era una disciplina che impiegava molta pazienza, ma soprattutto, molta concentrazione. Fattori che la distraevano, per quelle poche ore, dai problemi che tal volta la assalivano.

Aveva schioccato la sua prima freccia durante l'ora di Educazione Fisica. E da allora, non smise più. 
Continuò ad esercitarsi da autodidatta, con risultati più o meno buoni. 
Provò a prendere lezioni di tiro con l'arco, ma la madre glielo negò. Troppi impegni, si giustificava lei.

Ennesima bugia.
Winter sbuffò a quel pensiero, mentre tendeva l'arco, quasi del tutto montato, ormai.

Quando finì, girò visuale verso Sharon, osservando che stava già con la testa abbassata, a brucare erba. Era un ottimo cavallo, addestrato alla perfezione. Non mancava di un comando.

Tagliando quella volta che mi trascinò inerme nell'altro mondo, annotò Winter, smorfiando.

Si trovavano a qualche chilometro di distanza dalla stalla, in quello che lei ben definiva "il triangolo", per via del fatto che una serie di alberi delimitavano uno spazio vuoto a forma di triangolo. Dove, alla punta di esso, si trovava un albero su cui era appeso un grande bersaglio, costruito dalla ragazza stessa. Ormai era sbiadito e consumato per via dell'usura, ma reggeva ancora.

Fece alcuni passi, prima di fermarsi ed avanzare con la gamba destra, estraendo una freccia dal porta frecce, incastrandola tra la corda. 
Fissò il bersaglio per alcuni secondi, prima di tendere la corda, piegando il braccio. Chiuse un occhio, prendendo la mira, e respirando quasi irregolarmente. Ma erano già passati più dei dovuti secondi da quando aveva teso la corda, e il braccio cominciava a tremare per la tensione.

Devi mirare al bersaglio ancor prima di avere un'arma in mano, perchè un nemico non ti da la possibilità di aspettare, le tornarono in mente le parole di Nuada, quasi come se la sua mente cercasse di consigliarla sull'agire.

Mollò la tensione dalla corda, lentamente, rilassando il corpo, e cercando di ricordare le parole dell'uomo. 
Calcolò la sua posizione e la sua distanza dall'obiettivo, e senza pensarci ancora, tese nuovamente la corda, schioccando la freccia, questa volta.

Sorrise con soddisfazione, nel rendersi conto che la freccia aveva tirato a segno.

Si avviò verso il bersaglio, per recuperare la freccia. Ma prima che potesse fare un terzo passo, sentì Sharon nitrire nervosamente dietro di lei. Girandosi notò che, oltre ad essersi avvicinata alla ragazza, il cavallo stava piazzato e teso, annusando l'aria e guardandosi intorno, con la testa ben alzata e le orecchie tese. 
Non era un buon segno, e prima che il cavallo potesse prendere l'iniziativa di far qualcosa di azzardato, la ragazza si avvicinò ad esso, con estrema cautela.

"Sharon" mormorò lievemente, quasi con tono interrogativo.

Respirava affannosamente, ciò voleva suggerire che era parecchio agitato.
Una volta afferrate le sue redini, gli accarezzò la criniera, osservandolo attentamente. Capì che era innervosito da qualcosa che aveva avvistato.

Forse uno strano animale, pensò lei. Ma, solitamente, nessun animale riusciva ad innervosirlo in tal modo.

Così, intenta a capire, variò lo sguardo verso il punto che pareva osservare con tanto timore.

Sobbalzò, quando notò, con sua grande sorpresa, di non essere sola.

Staccò le labbra, irrigidendosi, e socchiudendo gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco quella figura che, secondo i suoi sensi, conosceva.

E prima che potesse aprir bocca per chiedere spiegazioni, il ragazzo la precedette.

"Sei proprio brava, Winter."

Pur non avendolo ancora del tutto riconosciuto, in un primo momento, nemmeno con la sua voce, il suo corpo associò quel timbro a qualcosa di negativo, e pericoloso. Immediatamente abbandonò il proprio destriero, sollevata dal fatto di aver ancora l'arco in mano. Velocemente sistemò la freccia, tendendo la corda e puntandolo con estremo nervosismo.

Soltanto una volta avvicinatole ancor di più, poté dar ragione alle sue temute conclusioni.

Bress.

  
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