Gli occhi lucidi riflettevano l'immagine di Fred.
Il ragazzo vedeva quelle fessure di quel verde scuro, eppure così vivo, penetrante.
Le labbra sottili della ragazza si dischiusero: voleva dire qualcosa, ma le parole non affioravano alla sua bocca e le corde vocali non riuscivano a vibrare.
Fred allungò la mano a sfiorare con il pollice quelle labbra delicate, trovandole soffici, vellutate.
Le scostò i capelli che sfuggivano alla tensione dell'acconciatura dal viso, ma poi le sciolse quella fredda pettinatura permettendo ai chiari fili sottili di cadere in morbide ciocche disordinate sulle spalle. Sara si rilassò, riscaldata da quel tocco magico.

Si avvicinarono, guardandosi.
Le sfumature negli occhi di lui rilucevano come pagliuzze, come grano al sole. E di grano al sole erano i capelli che quegli occhi ammiravano.
Lei non sapeva che fare: sorrideva, ma le sembrava inappropriato, agognava solo la fine dell'attesa.
Erano al culmine della tensione, quando lui spezzò il tempo a metà, fermandolo solo per lei.
Sara sentì un improvviso calore espandersi dalle labbra, il cuore era tiepido e le membra si scioglievano. Fred le passò una mano tra i capelli, mentre con l'altra la strinse a sé, cingendola alla vita; senza mai spezzare il contatto fine che ancora li legava.
Quanto aveva bramato quella bocca, quel viso, quei fianchi, quel corpo sottile.
Quando il lieve legame si interruppe, Sara sentì di aver ancora bisogno di lui e lo baciò con nuova passione.
Questa volta aprì un poco le labbra ed entrambi poterono godere del sapore dell'altro. Un turbinio di emozioni si espanse nei loro corpi affiatati, a partire dal cuore, passando dai polmoni e dallo stomaco, fino alla gola, alla testa, alle gambe.
Fred appoggiò la fronte a quella di Sara. E sorrisero.




Alla mia Sara
Da Nene.