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Autore: kamy    19/03/2015    2 recensioni
Una storia sulla vita di Bardack con la sua amata
Remake di Adesso tu.
Per la festa del papà ho deciso di fare questa storia sul padre di Kamy: Bardack.
Dedicato al mio papà.
Partecipa alla fanfiction challenge II.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bardack
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball New Adventures '
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Ringrazio anche solo chi legge.
Remake di Adesso tu I° parte.
Scritta sentendo Adessu Tu di Eros Ramazzotti.
Partecipa alla fanfiction challenge II:
Prompt:
il filo rosso del destino è infrangibile



Cap.1 Ritorno dalla missione


La navicella atterrò sullo spiazzo metallico, il portellone si aprì facendo uscire della nebbia bianca e il vetro vermiglio colpì il pavimento facendo risuonare un rumore sordo. Bardack mise una mano sopra il bordo della navicella e uscì il capo, si guardò intorno mentre il fumo si diradava. Osservò arrivare le navicelle del resto della sua squadra e uscì dalla navicella, avanzando di un paio di passi. Alzò il capo, guardando i due soli e abbassò lo sguardo, osservando i deserti vermigli in lontananza. Si voltò sentendo un colpo di tosse e guardò Toma uscire dalla navicella e le guglie metalliche alle sue spalle.
"Pensaci tu a fare rapporto, vado a casa" ordinò. Toma annuì e si passò una mano sul mento.
"E' vero che tua moglie è diventata cuoca?" domandò. Bardack annuì, dimenando la coda.
"Fratellone, oggi io e Toma veniamo a mangiare da voi". Disse Celipa, uscendo a sua volta dalla navicella. Bardack sospirò e si massaggiò il capo, sopra la cicatrice.
"Tu e tuo marito siete sempre a mangiare da me" si lamentò. Toma tossì, diventò rosso in volto e guardò il migliore amico spiccare il volo. Bardack volò fino alle guglie del palazzo.
"Zio Bardack!". Si sentì chiamare da una voce infantile con un tono duro, si voltò e raggiunse un balcone di metallo. Vi atterrò e chinò il capo, guardando il piccolo principe.
"Volevate qualcosa, vostra altezza?" domandò. S'inginocchiò accanto al bambino, prese la sua manina e gli baciò il dorso.
"Tsk". Il bambino fece scattare verso l'alto il mento e sospirò dalle narici. Bardack guardò i suoi occhi neri, erano vitrei e grigi.
"Esigo uscire di tanto in tanto. E senza scorta mio padre non me lo fa fare" disse gelido. Il generale gli lasciò andare la mano e sospirò.
"Lo sapete, non potete uscire da palazzo" gli ricordò. Vegeta abbassò lo sguardo e le sue iridi nere divennero ancora più grigie.
"Le terze classi non possono uscire dalla periferia. Eppure tu sei qui" brontolò. Bardack gli sorrise.
"Preferivate che rimanevo nel ghetto?" domandò. Vegeta si avvolse nel mantello vermiglio e sporse il labbro inferiore.
"No, ma zio Bardack ... voglio uscire" supplicò. Bardack si rialzò in piedi e sospirò, allargando le braccia.
"Se scappaste come sempre e io vi trovassi a casa mia, sareste così piccolo che non vi noterei" disse. Vegeta ghignò e corse dentro il palazzo. Bardack ridacchiò, si voltò e spiccò nuovamente il volo.
"Tutto suo padre" brontolò. Bardack si massaggiò la spalla, aumentando ancora l'andatura, il vento gli sferzava il viso e gli faceva ondeggiare i capelli neri dalla forma di un cespuglio.

Il bambino dai capelli a fiamma fu raggiunto da uno schiaffo, cadde su un fianco e gemette di dolore, dimenando la coda. Un uomo teneva in mano un'estremità di una catena che finiva nel collare del bambino steso a terra.
"Lascialo stare!" gridò un altro bambino, dai capelli a forma di cespuglio.
"Siete inferiori, sporchi saiyan" griddò l'uomo. Indossava un rivelatore sull'occhio, sulla sua armatura tecnologica si accendevano una serie di piccole lucine. Bardack raggiunse il coetaneo e s'inginocchiò accanto a lui, la sua casacca di pelliccia marrone si era macchiata di fango.
"Vegeta" lo chiamò. L'altro bambino si rialzò in piedi e si pulì il labbro sporco di sangue.
"Non sfidarlo, non ancora" bisbigliò Vegeta al suo orecchio.

Bardack si guardò le mani e sospirò, guardandole sporche di sangue.
"A che pro esserci vendicati se ora prendiamo ordini da Lord Freezer?" si domandò. Avvertì una fitta al petto e mise le braccia ai fianchi.
"Rimaniamo sempre degli schiavi" ringhiò.
- Il filo rosso del destino è infrangibile, quando nasci marchiato sei segnato. Resteremo mostri, assassini ed eternamente prigionieri che non possono far altro che prendersela con i più deboli - pensò. Scosse il capo ed espirò un paio di volte.
"Basta Bardack, Freezer paga bene, solo questo importa" ringhiò. Volò di fianco a una serie di tubi di metallo dentro cui si sentiva l'acqua scorrere. Superò un mare, la luce dei soli si rifletteva sopra la superficie trasparente.
Bardack atterrò davanti alla porta di una casa a cupola e si passò la mano sul collo madido di sudore.
"Ehy Bardack!" gridò una voce maschile cavernosa alle sue spalle. Bardack si voltò e vide Nappa correre verso di lui.
"Non dovresti essere al palazzo? Non sei entrato nella guardia reale?" domandò.
"Sì, generale, ma volevo vedere se era vero che finalmente ti avevano dato l'abitazione che avevi richiesto!" gridò. Bardack annuì e dimenò la coda più volte, strofinando gli stivaletti sul terreno.
"Sì, l'ho ottenuta" rispose atono. Nappa si sfregò le mani e annuì più volte, facendo ondeggiare il ciuffo moro sul suo capo liscio.
"Hai notizie di mia figlia? Ormai è un anno che è a palazzo da voi" disse Bardack. Nappa batte le mani e aumentò il sorriso.
"Sereno, la piccola strega sta bene". Annunciò.
"Scusa, ma è ora di pranzo e potrei ripartire a breve ...". Si scusò Bardack. Nappa gli diede una pacca sulla spalla e annuì.
"Sì, ti lascio. In fondo non è da tutti avere una moglie cuoca" dichiarò. Bardack sorrise, si voltò, aprì la porta, se la richiuse alle spalle e sospirò rumorosamente.
"Vediamo se posso stare in pac ..." biascicò. Si sentì il rumore di un piatto che si rompeva e delle urla.
"Quei frutti sono vietati!" strepitò Radish.
"Non sono affarti tuoi!" gridò Turles. Bardack strinse gli occhi e si passò la mano sul viso, sbuffando. Si staccò dalla porta, entrò nel salotto e afferrò con una mano per la coda Turles e con l'altra mano la coda dell'altro figlio. Li sollevò entrambi sentendoli mugolare e li guardò penzolare privi di forze.
"Quante volte vi ho detto di non litigare?!" tuonò. I due figli s'indicarono a vicenda.
"Ha iniziato lui" biascicarono all'unisono. Bardack sospirò e li lasciò ricadere sue due divanetti diversi, sedendosi di peso nel divano al centro.
  
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