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Autore: GoldorRoxBDiz    19/03/2015    0 recensioni
Questa è la storia di sei ragazzi, sportivi del nuovo sport mondiale: il Karate. Ovviamente, sarà una storia sovrannaturale, con amicizie fondate, amicizie rotte, persone conosciute, avversari, nemici e quant'altro.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti gli allievi erano muti, un silenzio surreale imperversava nella palestra. Gli occhi di tutti erano puntati su Zero che a stento si teneva in piedi, la testa bassa come del resto la sua posizione. Un piccolo rivolo di sangue partiva dal suo sopracciglio e gli rigava completamente il volto. Anche il labbro inferiore era leggermente ferito. Non era, per farla breve, messo benissimo ma non fu quello ad attirare lì l’attenzione altrui, bensì quell’aura bluastra che partiva dalle sue spalle e che lo circondava interamente. Quest’ultima sembrava avere un effetto benefico su Zero, i suoi capelli si rizzarono e il loro colore biondo risplendeva più del solito. Anche gli occhi brillavano di una luce insolita. Si scostò il sangue dagl’occhi e si rimise in posizione, guardando fisso Hyorin. “Hai ancora qualche trucco da farmi vedere?”. Zero senza perdere tempo ripartì  all’attacco carico di una nuova forza ed energia. Si vedeva ad occhio che la sua velocità era incrementata esponenzialmente, in meno di due secondi fu a pochi centimetri dal moro. Tentò di spezzare la sua difesa con un Maegeri (calcio frontale). La punta del piedi cercò di arrivare nel ventre dell’altro ma fu bloccata dalla mano di quest’ultimo con un gedan barai (parata bassa). Il polso di Hyorin colpì violentemente la caviglia di Zero che perse leggermente l’equilibrio, finendo a qualche metro dall’avversario. Dolorante si abbassò e si toccò il piede violentemente leso. “Zero, non mollare!” incitò Maju da fuori campo. Così fece, leggermente zoppicante. L’aura bluastra lo riavvolse nuovamente agendo sul forte dolore, alleviandolo a tal punto da poter di nuovo spostare il peso sulla caviglia. Si mise in posizione. “Che ne dici, sbruffone?” disse con soddisfazione il biondo a Hyorin. Il ragazzo rispose con quel suo odioso sorriso beffardo. In realtà, sotto quell’espressione da definirsi quasi divertita, provava una grande irritazione. Quel tipo gli dava sui nervi. Per quante volte lo colpisse si rialzava in piedi. “Cosa gli sfugge? Non c’è gusto in questo combattimento!” pensò tra sé. Pensò di finirla lì, dargli un colpo leggermente più forte in modo da non ucciderlo ed andarsene da quel ridicolo  palcoscenico. Fece qualche passo e lentamente si avvicinò a Zero. Mantenendo il suo atteggiamento irriverente lo invitò ad attaccare. Il biondo non se lo lasciò ripetere due volte e schizzò come un fulmine. Il suo pugno mirava al mento di Hyorin. Troppo avventato. Un age uke (parata superiore) lo interruppe. La sua difesa rimase scoperta e ci si infilò l’indice dell’avversario. L’unghia si conficcò della pelle attraversando il tessuto del kimono, il colpo spedì Zero a diversi metri di distanza, al limite del campo. Sembrava aver perso i sensi, gli occhi gli si rovesciarono e cadde nel buio più totale. Il corpo fu attraversato da un brivido gelido, i muscoli si intorpidirono, persino il dolore allucinante al petto sembrò scomparire. Zero non percepì più niente. Rimase disteso in quel mare di tenebre, avvinghiato da esse. Intanto i suoi compagni si preoccuparono non poco. Maju cercò di entrare nel campo per soccorrerlo ma fu fermato dal loro maestro che gli ordinò di stare in disparte. Hyorin guardava la sua vittima con una soddisfazione tale da definirsi agghiacciante. L’unghia probabilmente aveva attraversato anche la cassa toracica, poiché una chiazza di sangue sporcò il kimono bianco del biondo. Aur si lasciò sfuggire un grido. Era uno spettacolo a dir poco macabro, nessuno intervenne, nessuno cercò di salvarlo. Tutti erano presi da timore e rimase immobilizzati a causa di esso, solo il moro non lo era. Gli occhi verdi e freddi continuavano a godere guardando il corpo di Zero, il sorrisetto beffardo si era tramutato in un ghigno demoniaco, ridacchiò tra sé. Provava sempre una certo piacere nel distruggere le aspettative di tipi sicuri come Zero. Questo non era mai stato il suo carattere, da piccolo era il bambino più gentile e cordiale che si potesse trovare, tutti riconoscevano la sua indole pacifica. Ma … ma tutto cambiò di colpo. Hyorin pensava sempre a cosa gli accadde anni prima alla fine di ogni combattimento e per un breve istante si ricordò cosa voleva dire essere nella situazione delle sue vittime. Essere impotenti, schiacciati con irriverenza da un altro senza che esso ne avesse diritto. Per questo si tratteneva sempre, in fondo qualcosa del suo originario carattere voleva impedire che quello che aveva passato si ripetesse su di loro. Guardando la chiazza di sangue di Zero, gli balenò l’immagine di quando anche lui si ritrovò sul punto di essere ammazzato, disteso, immobile. Gli venne quasi l’impulso di soccorrerlo ma non ce ne fu bisogno. Zero, percependo l’urlo di Aur  decise di tirarsi fuori da quelle tenebre che lo avvolgevano. Con fatica e con impegno si riprese. I suoi occhi lentamente si aprirono focalizzando il soffitto dell’edificio. Sentì immediatamente una fitta di dolore al petto. Lo toccò e constatò di essere stato colpito violentemente. Si alzò piano, con la testa che gli scoppiava dal dolore. Iniziò a vedere a chiazze, ma con il tempo si riprese. Il cappotto nero di Hyorin rendeva il ragazzo una piccola macchia scura ai suoi occhi. Si strofinò gli occhi, le gambe tremavano pericolosamente.  Trovò le energie però di farsi una bella risata di soddisfazione “Di certo non mi farai fuori infilzandomi con una unghia! Ci vuole molto di più …” si interruppe. Tossì vomitando poi qualche goccia di sangue. Hyorin lo guardò con curiosità e chiese “Perché continui a rialzarti?”. Silenzio di tomba, l’aria era carica di tensione. Zero rimase stupito dalla domanda, dopo tutto cosa sarebbe interessato a quel tipo del perché si rialzasse? Proprio quel tipo che a momenti gli trapassò il torace con un dito. In fondo non lo sapeva bene neanche lui perché si rialzava, lo aveva sempre fatto, a scuola, agli allenamenti, nella vita di tutti i giorni. “Perché? Non voglio che l’onore di questa scuola venga infangato da un tipo come te!”. Di nuovo un lungo momento di silenzio prese il sopravvento ma venne interrotto dal moro. “Onore? Onore … ti batti solo per questo?”. Hyorin, schizzò veloce a qualche centimetro da  Zero. “Rispondi … ti batti solo per questo?”. Il biondo rimase ulteriormente sconcertato, non doveva dare nessuna spiegazione ad un individuo del genere. Furioso dalla ripetuta domanda iniziò a colpirlo ma ogni tentativo fu vano, i pugni venivano parati, i calci schivati. Zero digrignò i denti e non si arrese. “Non ti devo rispondere!” gli urlò sferrandogli un pugno diretto alla guancia. Il colpo fu fermato dal moro che con il palmo fermò le nocche dell’altro. Con aria seccata domandò nuovamente “Ti batti solo per questo?!”. Zero stufo rispose con leggerezza “Sì!”. Il solito sorriso beffardo di Hyorin si trasformò in una espressione furiosa, le pupille dei suoi occhi si dilatarono fino a far scomparire l’iride verde. Strinse con forza il pugno dell’altro e disse tra sé “Allora avrei dovuto ucciderti subito, non meriti la mia clemenza!”. L’aura blu del moro comparve maestosa alle sue spalle. Come accaduto qualche giorno prima i colori scomparvero di colpo tranne il bianco e nero, i suoni si attutirono, gli odori non si percepirono e la stessa forza che premeva i ragazzi per terra si avvertì. La mano di Zero, avvinghiata da quello di Hyorin, iniziò a congelarsi velocemente. Il ghiaccio si aggrappava ad ogni centimetro libero del braccio del ragazzo, presto gli arrivò al collo. Panico. Zero si dimenò con furia per liberarsi dalla presa ma non ci fu niente da fare. Guardò l’altro. No, pensò che fosse un’allucinazione, cioè, non poteva essere, si disse. Per il resto della sua vita diede la colpa al dolore, forse una allucinazione dettata dalla paura. Il viso di Hyorin sembrò mutato. I capelli castani si rizzarono, gli occhi divennero completamente neri anche se un leggero punto di giallo si poteva scorgere in loro. Le unghie si allungarono ulteriormente come i canini ei molari. Un demone. Il ghiaccio raggiunse le orecchie ed infine gli occhi. Angoscia. “è la fine?” si chiese “Devo morire in questo modo?”.  Il gelo coprì infine anche gli occhi, Zero urlò a pieni polmoni anche se, a causa dell’energia dell’altro, non lo sentì ma probabilmente qualcosa raggiunse le orecchie dell’avversario. Lasciò immediatamente la presa e fece rientrare l’energia in sé. Il ghiaccio si crepò e infine si spezzò, lasciando libero il biondo che cadde per terra. Diede diversi colpi di tosse. Il freddo lo raggiunse e gli si ghiacciarono persino le interiora, gli venne da rimettere lì, su due piedi. “Uff … mi sono fermato prima che il ghiaccio ti ibernasse, dovresti ringraziarmi per esserne uscito tutto sommato incolume!” disse in tono irriverente Hyorin, ritornato al suo solito aspetto e carattere. Si girò di spalle e si diresse fuori dal cerchio di combattimento. “Ah, prima che mi dimentichi, non combattere per l’onore, è una causa insignificante in questa società. I tuoi motivi per lottare incominciano con te, maturali e poi potrai di nuovo combattere con me, okay?”. Il biondo non capì molto di quello che gli disse ,anzi, si lasciò scappare un mezzo insulto, ma qualcosa lo interruppe, quella voce, quella cadenza, quel genere di pensieri assurdi, tutto ciò gli fu in qualche modo famigliare. Hyorin uscì dalla palestra mettendosi il  cappuccio del suo camicie nero. Si guardò intorno ma non vi era nessuno. Sbuffò. “Mai una volta che arrivi puntuale!” disse. Si appoggiò al cancellino di entrata, tenendo d’occhio la strada dritta a sé. Il buio era già calato e solo la luce dei lampioni illuminava la zona. Il cielo nero non lasciava spazio a quelle belle stelle che solitamente si potevano ammirare da quel posto. Un aria di pioggia alleggiava, infatti dopo pochi minuti le prime gocce caddero. Ne seguì uno scroscio che investì il moro, bagnandolo come un pulcino. “Fortuna che mi piace la pioggia, altrimenti dal nervosismo entrerei in palestra e chiederei un altro incontro a Zero!” pensò sempre più seccato. Rintoccarono le sette in punto, ma della persona attesa non vi era traccia. Solo dopo un’altra mezz’ora Hyorin scorse una figura tra la fitta rete di gocce. Come lui vestiva un camice nero, dei jeans anch’essi neri e delle scarpe insolitamente rosse. La testa era coperta dal cappuccio ma il viso era chiaramente illuminato. Era un ragazza, a prima vista poco più grande del moro, carnagione olivastra, viso magro e spigoloso, occhi vivaci e brillanti di un colore indefinito (un incrocio tra un verde marcio e un marrone scuro). La bocca sottile nascondeva dei denti bianchissimi. Il tutto era incorniciato da lunghi capelli neri che fuoriuscivano dal camicie. Arrivata di corsa a qualche metro da Hyorin disse immediatamente “Chiedo perdono, fratellino! Sono di nuovo arrivata in ritardo!”. “Sei una incompetente, Hisu! Come sorella maggiore, dovresti essere la più responsabile dei due, invece!” ribatté furioso l’altro. “Abbiamo solo un anno di differenza! E poi ho avuto un contrattempo!”. “Non ho voglia di litigare Hisu, andiamo a casa e basta!” disse infine Hyorin. “Ecco, a proposito, c’è un piccolo problema … Vedi, ho lasciato le chiavi ad una mia amica in modo che potesse prendermi una cosa mentre ero via e probabilmente non me le ha ancora ridate …”. Attimo di silenzio, interrotto solo dal cadere della pioggia. Il moro se ne stava a testa bassa, come se fosse in coma. “Hisu …” sibilava piano. La sorella preoccupata per la possibile reazione del fratello chiese preoccupata “Co … cosa c’è, fratellino?”. Ancora silenzio, poi “SEI L’ESSERE Più INCOMPETENTE CHE ESISTA SULLA FACCIA DELLA TERRA! TI AVEVO CHIESTO SOLO UN FAVORE E TU DAI LE TUE CHIAVI AD UNA TUA AMICA?!!!!!!!” urlò imbufalito Hyorin. Le gocce di pioggia si ghiacciarono a causa della sua rabbia e per un momento grandinò furiosamente. “Calmati! Adesso la chiamo e le dico di passare qui! Non c’è bisogno di prendersela. È inutile stare qui fuori, entriamo in palestra, sei uscito prima del solito, no? Quindi ci sarà ancora gente all’interno”. Il moro sbuffò nuovamente, ma vedendo che quella era l’unica soluzione decise di accettare “Ad una condizione, saliamo sugli spalti, okay?”. I due allora presero le scale laterali dell’edificio ed entrarono in una piccola porta sopraelevata nella parete. Percorsero un breve corridoio per poi trovarsi finalmente nella zona rialzata degli spalti. Si sedettero. “Bella palestra! Ti sei scelto un bel posticino!” commentò la ragazza mentre si sfilava il camicie bagnato. “Non svestirti, odio quando lo fai, ci metti sempre al centro dell’attenzione!” ordinò il fratello. L’altra gli lanciò addosso l’indumento e disse “Esagerato! Mi sono solo spogliata la giacca e poi non è colpa mia se tutti rimangono incantati da me!” rispose ridendo poi in modo non esattamente fine. In effetti era una meravigliosa ragazza. Sotto il camice aveva una maglietta nera a mezze maniche con su disegnato un teschio bianco, i capelli erano legati in una coda da cavallo. Oltre ad essere leggermente alta per la sua età aveva un corpo piuttosto sviluppato, per ciò Hyorin cercava di non andare in giro con lei in pubblico, si vergognava di tutta quella oscena attenzione che riusciva a conquistare. Hisu iniziò a sbirciare il piano inferiore della palestra. Gli allievi stavano tutti ammassati intorno ad una panchina su cui era disteso Zero. Gli avevano bendato completamente il torace e le mani in maniera quasi esagerata. Il ragazzo si dimenava e urlava “Non è necessario! Adesso mi sento bene!Andatevene”. Niente da fare. “Poverino” commentò la ragazza. “è quello il ragazzo che hai dovuto affrontare oggi?”.  “Sì” rispose distrattamente il fratello mentre scarabocchiava numeri ed equazioni su di un quaderno tolto dalla tasca della sua tunica. “Cosa stai calcolando, piccolo genio?” chiese incuriosita la sorella. “Non è necessario che tu lo sappia!” rispose bruscamente l’altro. “Quanto sei acido! Comunque è un peccato che tu abbia dovuto combattere con lui, non è messo troppo bene, come al solito hai esagerato. È pure così carino!”.
Ciao a tutti, sono BDiz, ci scusiamo per il ritardo ma Rox ha avuto dei problemi con il computer e quindi ho dovuto sostituirlo io. Ho dovuto creare in fretta e furia il capitolo e per questo è uscito maluccio. Volevo fare un combattimento epico tra Zero e Hyorin ma alla fine è venuta fuori poca roba. Chiedo scusa a Rox di aver fatto leggermente pestare il personaggio ispirato a lui da Hyorin ma prometto che potrà avere la sua vendetta tra poco! Ho immaginato il combattimento tra i due personaggi con la colonna sonora di Kingdom Hearts 358/2 days “Riku final battle theme”.   
   
 
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