Fanfic su artisti musicali > Austin Mahone
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Autore: Erikacucciola00    19/03/2015    0 recensioni
Dopo essersi svegliata da un coma che le aveva quasi strappato la vita, Camìla guarda il mondo con occhi diversi. Voleva solo vendicarsi su chi le aveva fatto del male, ma invece fa soffrire le persone che ama. Decide così di cambiare. Non vuole più che qualcuno giochi con il suo cuore. Ma..mai dire mai.
Un ragazzo bello, testardo, arrogante e infondo dolce entrerà nella sua vita e le insegnerà a godersela. Cosa più importante; impareranno che cos'è l'amore vero e vivranno la storia d'amore che entrambi meritano. Ci sarà il "vissero per sempre felici e contenti" alla fine della loro fiaba? Bhe..basta leggere per scoprirlo.
"Due cose ci salvano nella vita: amare e ridere.
Se ne avete una va bene. Se le avete tutte e due siete invincibili."
~T.Tejpal
FANFICTION ISPIRATA ALLA CANZONE "BEGIN AGAIN" DI TAYLOR SWIFT.
Genere: Azione, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Prologue.

"But I just thought, how can the devil be pulling you toward someone who looks so much like an angel when he smiles at you?"

Ammirai per l'ultima volta il mio riflesso nello specchio. Il vestito mi stava davvero bene, ogni cosa era in ordine. Dovevo essere perfetta, almeno per una notte. Se volevo vendicarmi per bene, dovevo abbandonare la mia insicurezza. Non mi era molto facile credere in me ma, lui mi aveva cambiata. Era infatti soltanto grazie a lui se ora ero diventata così arrgante con tutti. Vi starete chiedendo cosa sto blaterando...lo soprirete con il tempo. La cosa importante da sapere è che c'è di mezzo un stronzo, un cuore spezzato e una vendetta. Che novità al giorno d'oggi, eh?

Prima, non ero abbastanza per lui. "Sei una stupida santarellina", mi disse il giorno in cui mi umiliò. Anche dopo avermi portata a letto per lui rimanevo tale. Doveva farmi innamorare a causa di una stupida scommessa. Non era realmente interessato a me. Voleva solo entrarmi nei pantaloni..e, la cosa che mi faceva più ribrezzo era che lui ci fosse riuscito. Non riuscirò mai a capire cosa ci ho trovato di tanto bello in lui. Non è niente di speciale. Il solito prototipo di ragazzo figo del liceo..potete immaginare penso. Biondo, occhi caramello, bel fisico e carattere di merda. Devo essere stata davvero cieca per non essermi accorta di quel che realmente è.

Delle candide lacrime volevano solcare le mie goti; non glielo permisi. Non valeva la pena piangere ancora per lui. Troppe lacrime sono state versate a causa sua. Da stasera in poi, i ruoli si invertiranno. Sarò io a farlo innamorare di me e, lo distruggerò lentamente. Non ha neanche la più pallida idea di quello che ha fatto;

Ha creato un mostro.

L'incessante vibrare del mio cellulare mi riportò alla realtà. Era arrivato il momento di andare.

Presi la pochette e scesi le scale.

"Mamma io esco, non farò tardi. Non preoccuparti." Senza aspettare una sua risposta uscii fuori, sbattendo la porta.

Mia mamma odiava vedermi così. Non le piaceva come ero diventata. Se solo avesse saputo cosa realmente c'era dietro questo cambiamento... Lei pensa sia per una semplice rottura..non la sfiora minimamente il pensiero che possa esserci qualcos'altro dietro. Meglio così, no?? No.

La macchina della mia migliore amica era fuori ad aspettarmi. Entrai, senza dirle una parole e, lei partì, capendo al volo che ero agitata e non avevo voglia di conversare con qualcuno. Soprattutto con lei. Non capisco come abbiamo continuato ad uscire insieme, dopo tutto quello che è successo.

Chiusi gli occhi e ripensai a tutte le cose accadute in un così breve arco di tempo.

Tre mesi.

C'erano voluti tre mesi per permettere ad uno stronzo di entrare nella mia vita e rovinarla. Dovevo aspettarmelo. Una persona come lui, non si innamora in così poco tempo. Dovevo sapere che c'era qualcosa sotto. Una fottuta scommessa, ecco cosa c'era sotto. La cosa peggiore era che, la mia cosidetta 'migliore amica', lo sapeva. E, non mi aveva detto niente. Seh..'miglior amica' sto cavolo.

Non potete immaginare come mi sono sentita. Mi ha umiliato davanti a tutti i suoi amici. Mi ha reso ridicola agli occhi dell'intera scuola. Sono otto mesi che non ho più il coraggio di guardarli in faccia. Otto mesi che ho smesso di credere all'amore. Otto mesi e le ferite non sono ancora risanate. Per questo ora voglio la mia vendetta. Non mi riporterà indietro quello che ho perso ma, mi aiuterà a risanare le ferite. Almeno credo..

"Quando finirà questa storia?! Ti ho già chiesto scusa!" Per la prima volta da quando ero entrata in macchiana, Layla parlò, passandosi una mano nei ricci biondi. Lo faceva solo quando era nervosa.

"Ne abbiamo già parlato. Quando avrò la mia vendatta su di lui, forse, ti perdonerò."

" 'Forse ti perdonerò'..? Ma che diavolo..!? Sono passati otto mesi. Otto fottuti mesi. Penso dovresti passarci sù" disse..non guardandomi negli occhi.

Codarda. So che non mi avrebbe mai guardato. Sa che ho ragione. Ma, io volevo guardarla negli occhi. Gli occhi sono lo specchio dell'anima, così si dice. Ma, i suoi occhi azzurri non sono mai stati sinceri, non hanno mai trapelato nessuna emozione. Mai. È sempre stata brava a mascherare i suoi sentimenti.

"Dopo quello che mi hai fatto..otto mesi sono anche pochi. Tu forse non ti rendi conto della gravità di quello che hai combinato. Hai lasciato ad un fottuto stronzo di rubarmi la verginità. Tu come ti saresti sentita se, io avessi fatto una cosa del genere a te?! Uhh?? Come ti saresti sentita??" Prese un respiro profondo. Non mi avrebbe dato una risposta. Ma io questo lo sapevo. Vedendo che aveva abbassato lo sguardo, continuai: "Te lo dico io come ti saresti sentita. Una merda. Sporca. Violata."

La guardai aspettando che parlasse. Non mi ero accorta che fossimo arrivate fino a quando non guardai fuori dal finestrino. Aprii la portiera pronta ad uscire quando, la voce di Layla mi fermò.

"Mi dipiace."

Aveva da dire solo questo?! Bhe...non mi bastava. Mi girai per guardarla. Dal suo sguardo sembrava sincera. Smettila Camìla. Non puoi pesare una cosa del genere. Se ti avesse voluto bene, ti avrebbe detto tutto sin dall'inizio.

"Fai bene ad essere dispiaciuta."

Dopo averle detto questo, uscii dalla macchina, incominciando a camminare verso il locale.

Dalla mia andatura sembravo sicura ma, dentro, sapevo di essere agitatissima. "Menomale che non lo do a vedere." Pensai mentre camminavo.

Appena arrivai alla porta, lo sguardo dei due buttafuori, si posò su me. Vedendo come ero vestita, mi lasciarono subito passare, ammiccandomi. "Maniaci"  pensai e rabbrividii.

Quando entrai le forti luci mi accecarono, la musica assordante mi perforò i timpati. Non mi abituerò mai a tutto questo.

Le luci al neon cambiavano continuavente; dal rosa al verde, dal viola all'azzurro. Le pareti della grande discoteca erano bianche latte ed erano abbellite con dei quadri dalla fantasia astratta. All' estremità della stanza c'erano dei divanetti color rosso e dei tavolinetti, dove i ragazzi sedevano a parlare, fumare o..a fare qualcos'altro. C'erano anche delle porte dai margini dorati. Dovevano essere delle "sale d'incontro".

Mi feci spazio tra la massa di ragazzi sudati che ballavano in pista e, andai al bancone del bar per ordinare un drink. Respinsi subito le avances del barista. È possibile che gli uomini appena vedono una ragazza carina, vestita in modo poco provocante, ci provano?? Ehii..sapevi che sarebbe successo. Non capirò mai il mondo maschile.

Buttai giù tutto d'un sorso il mio drink e, andai a ballare in pista. Sentivo lo sguardo di molte persone addosso, ma non dovevo farci caso. Tutto sarebbe presto finito, solo il tempo di attirare l'attenzione di lui.

Continuavo a muovermi seguendo i movimenti dei miei coetani. Sentivo il ritmo dellla musica scorrermi nelle vene. Era una così bella sensazione.

Tutto d'un tratto, sentii delle mani ruvide poggiarsi attorno alla mia vita, forzando il mio bacino ad essere a stretto contatto con il suo. Sentivo qualcosa spingere contro il mio sedere e,capii subito cos'era. Allontanai le mani dell'estraneo dal mio corpo e mi girai per guardarlo in faccia,

Non era un estraneo.

Era lui. Jason DiLaurentis.

"Questo vestito ti sta davvero bene. Mette in risalto tutte le tue curve."

Senza darmi il tempo di reagire o, di capire cosa stesse facendo, mi strattonò e mi buttò su un divanetto presente al centro di una sala a parte. Doveva essere una delle sale private che avevo visto prima.

Jason si posizionò su di me e prese a baciarmi il collo. Tentai con tutte le mie forze di respingerlo, sentendo le lacrime rigarmi le guance, ma non ottenevo risultati; Agitandomi sfregavo le nostre intimità e, questo a lui piaceva. Presi ad urlare ancora di più, pregando mentalmente Dio che facesse arrivare qualcuno in mio soccorso.

Le mie preghiere sembrarono avverarsi quando sentii qualcuno urlare:

"Ma che cazzo fai Jason?!"

La stessa persona che aveva parlato mi tolse il corpo di Jason da dosso, scaraventandolo a terra.  Le lacrime mi impedivano di esaminare i contorni del suo viso. L'unica cosa che vidi, furono i suoi occhi. Ipnotizzanti. Un verde così bello.

Non esitò un altro secondo e cominciò a sferrare calci nello stomaco del mostro.

Non rimasi ancora lì, scandalizzata, cominciai a correre fuori dalla stanza. Non volevo farmi vedere nel mio stato di vulnerabilità. Penso abbia visto troppo.

Continuai a correre, fino a che non arrivai all'esterno del locare. La luce accecante dei fari di un auto mi colpì in pieno viso. Urlai con tutta la forza che avevo e, mentre mi accasciavo a terra vidi qualcuno scendere dalla vettura e urlare di chiamare aiuto. Non capii più niente, lì, sul freddo asfalto, immersa nel mio stesso sangue vermiglio.

Sentivo le forze abbandonarmi lentameni. Sentivo che la vita mi abbondava man mano che il tempo passava. Nell'esatto momento in cui stavo per lasciare tutto, i momenti passati con lui mi tornarono alla mente e, non potei non fare caso ad una cosa; quando tutto è finito, ogni cosa torna alla mente come dei flash. Avete presente, no? E' come un *caleidoscopio di ricordi; tutto torna indietro. Ma a lui mai.

Penso che una parte di me sapesse che sarebbe accaduto tutto questo, già nell'istante in cui l'ho visto. Non è per qualcosa che ha detto, o per qualcosa che ha fatto; è stato, il sentimento che è comparso quando è arrivato lui. E, la cosa assurda è che non so se proverò mai più la stessa cosa. Ma non so nemmeno se dovrei.

Sapevo che il suo mondo si muoveva troppo velocemente e... bruciava troppo luminoso. Ma ho pensato:"Come può celarsi il diavolo dietro qualcuno che somiglia così tanto ad un angelo quando ti sorride?" Forse già lo sapeva quando mi ha vista..

Credo di aver perso l'equilibrio, ma la parte peggiore di tutta la storia, non è stata perdere lui;

E' stata perdere me stessa.

Una lacrima mi rigò il viso quando mi immersi nell'oscurità più profonda. Questa era la fine.

Caleidoscopio=Insieme di cose o persone varie e mutevoli. (Definizione di "Microsoft Encarta". Tutti i diritti riservati.)

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[N.A.
Eccomi qui con la mia prima storiaa!! L'avevo gia pubblicata..non so se alcuni se la ricordano ma, si chiamava "Il profumo delle viole." Oltre al titolo ci sono altri cambiamenti all'interno della storia..non so, non mi convinceva l'altra. Ho già cominciato a scrivere un paio di capitoli ma ora ho trovato il tempo per pubblicarla.

Ci sono un paio di cose davvero importanti che voglio dire:
1) NON PUBBLICHERÒ CON UNA CERTA FREQUENZA SE LA STORIA NON RICEVERÀ UN TOT DI VISUALIZZAZIONI;
2) L'ultima parte è la "parte parlata" del video di "I knew you were trouble" di Taylor Swift. Mi sembrava perfetta per il contesto del capitolo;
3)Se sapete fare trailer contattatemi. Basta che mi inviate un messaggio qui su efp;
4) se avete delle amiche a cui piace Austin Mahone..bhe, consigliandogli la storia mi fareste un grossissimo favore.

Bhe..ho detto tutto, mi dileguo.

                          Erika xx]

  
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