Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Directioner_810    19/03/2015    1 recensioni
Cosa fareste se da un momento all’altro vi ritrovaste catapultati in una realtà completamente diversa dalla vostra? Cosa fareste se vi ritrovaste in una nuova scuola, con nuove persone e completamente senza amici? Cosa fareste se un ragazzo vi perseguitasse notte e giorno senza lasciarvi in pace? Beh, questo se lo chiede anche Chanel ma purtroppo non sempre c’è una risposta a tutto, forse.
Genere: Comico, Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~The Reason Why~

 

Mi trovavo davanti a quel edificio ormai vecchio e rovinato, non riuscivo a capire come un liceo potesse far tanto schifo. Ebbene si, è il mio primo giorno del quarto anno alla London School.
Quel gran cervellone di mio padre ha deciso di trasferirsi dopo la morte di mia madre, senza pensare a me, a come l’avrei potuta prendere e senza nemmeno chiedermi un parere. Il mio nome? Chanel Evans. Si, lo so, nome di merda. Non so come si faccia a dare ad una persona il nome di una marca. Bah, i problemi della vita.
Ormai la mia Italia era solo un lontano ricordo e questo schifo era il mio presente.
Adesso mi ritrovo qui, una povera sfigata senza nemmeno uno straccio d’amico.
Varcai il cancello ormai arrugginito e mi diressi all’entrata. Quel posto faceva dannatamente paura e io non riuscivo a comprendere il motivo per cui mio padre avesse deciso di mandarmi in una scuola del genere. Tra l’altro il tempo non era nemmeno dei migliori e lo scenario, credetemi e non esagero, era da film horror.
Quando entrai, avevo almeno un centinaio d’occhi puntati addosso. Alcuni mi guardavano straniti, altri con indifferenza e alla fine c’era un gruppetto formato da sette o otto ragazzi che mi fissavano con aria derisoria.
Guardai tutti con un sopracciglio alzato e mi diressi a passo svelto alla segreteria per chiedere i miei orari scolastici. Una volta aver ricevuto il modulo, mi diressi al mio armadietto. Inserii la combinazione ma non riuscivo ad aprirlo. Cercai di tirare l’anta con forza ma senza nessun risultato. Imprecai a bassa voce “può mai essere che anche il primo giorno qualcosa debba andare storto?!” sussurrai. Vidi un pugno scagliarsi sull’armadietto che poco prima cercavo d’aprire invano. Chiunque sia stato sto minchione mi ha fatto perdere dici anni di vita e per lo più stava anche per mandarmi in infermeria. Mi girai con gli occhi iniettati di rabbia, pronta a scoprire chi fosse il demente in questione.  Mi ritrovai davanti una statua alta almeno un metro e ottanta, capelli ricci e due occhi verdi magnifici. Lo guardai con l’ira dipinta in viso “ma sei coglione? Tra poco mi ritrovavo con la faccia spiaccicata sull’armadietto” fece un risolino, dopo di che alzò un sopracciglio indicando l’armadietto dietro di me “se sua maestà permette..” non lo lasciai finire “sua maestà un par di minchia” dissi facendo il sorrisetto più stronzo del mio ormai vasto repertorio. Fece un lungo respiro, come per calmarsi, e poi continuò “stavo dicendo, prima che un’isterica mocciosa mi interrompesse, che l’armadietto è aperto” detto questo se ne andò lasciandomi li, con gli occhi sbarrati.
Che figura di merda, quel povero ragazzo voleva solo aiutarmi...
Anzi, ripesandoci, sto cazzo povero ragazzo, mi ha chiamato stupida mocciosetta, a me! Gliela faccio vedere io la stupida mocciosetta a sto imbecille. Presi il libro per la prima ora e sbattei l’armadietto per la frustrazione, dopo di che mi diressi in classe. Prima ora? Storia. Materia altamente inutile alla società e senza uno scopo di vitale importanza.
Mi sedetti in uno degli unici banchi disponibili visto che quel cespuglio di poco prima mi aveva fatto perdere un sacco di tempo e la classe era ormai quasi completamente piena. Estrassi dallo zaino un blocco per gli appunti e il mio astuccio nero dell’Easpak. Sentii una presenza seduta vicino a me ma non ci diedi molta importanza fin quando il ragazzo in questione non si schiarì la voce richiamando la mia attenzione.
Alzai lentamente lo sguardo per portarlo su di lui e mi accorsi che mi stava guardando con un sopracciglio alzato e l’aria vagamente divertita. Se state pensando fosse il cespuglio, beh... vi sbagliate. Era un tizio biondo mai visto prima, ma mi stava già altamente sul cazzo.
“Piacere, Niall” lo guardai come si guarda un extraterrestre “piacere Niall l’extraterrestre” mi guardò ancora più stranito “ uh scusa volevo dire, piacere Niall” detto questo mi chinai per prendere il libro di quel odiosa e inutile materia visto che la prof aveva appena fatto il suo ingresso in classe. “E tu non ce l’hai un nome?” oddio era insistente il ragazzo, non si era accorto che non avevo intenzione di parlare con lui? “per la gente che mi sta sul cazzo no, non ho nomi, se ti può interessare” dissi rivolgendogli un sorriso falsissimo. “Uh, aveva ragione Harry, sei davvero una mocciosa” si girò lasciandomi li, con gli occhi sgranati. Era la seconda volta in una sola giornata che mi venivano rivolte quelle parole e mai nessuno nella mia vita si era permesso di farlo. “E chi sarebbe Harry sentiamo, uno dei tuoi amici minchioni? Da quanto ho capito avete lo stesso cervello equivalente ad una nocciolina marcia, per questo si, deduco siate amici.” Sbuffò ma non ribatté. Soddisfatta della mia frase sorrisi fiera di me e per il resto della lezione nessuno dei due fiatò.
 

***

Ero in mensa, in fila per cercare di mangiare qualcosa anche se non so fino a che punto quella roba potesse essere commestibile. Alla fine optai per dell’acqua, un panino con prosciutto e una mela. Meglio andare sul sicuro, non si sa mai. Mi sedetti da sola, lontana da occhi indiscreti. Se non l’aveste capito non mi piace più di tanto stare in compagnia e non mi piace quando la gente mi guarda mangiare. Mi da fastidio ed è una cosa che non sopporto.
Addentai il mio panino e nello stesso momento mi arrivò un messaggio, era Abbey. Chi è Abbey? La mia migliore amica. Era originaria della California ma i suoi genitori avevano deciso di trasferirsi in Italia appena due anni dopo la sua nascita. Siamo grandi amiche dall’asilo e penso di non aver mai voluto bene ad una persona quanto ne ho voluto a lei. Mi mancava già un casino e non poterla vedere era una cosa assai frustrante.

Da Abbey <3

Stronzaaa, come va la vita a Londra? Scuola? Amici? Oh non provare a sostituirmi se no vengo li e ti decapito ahahah se non ti chiamo io non ti fai proprio sentire eh? Comunque qui stiamo tutti bene, spero anche li. Un bacione amoree! Ci sentiamo presto <3

A Abbey <3

Ab!! Ahaha lo sai che non ti sostituirei mai cretina. Qui anche tutto bene. Londra è bellissima anche se fa troppo freddo e la scuola devo dire che è altamente inquietante, ma per il resto tutto bene. Stasera vedi di tenere il telefono acceso che ti chiamo e ti racconto tutto <3

Da Abbey <3

Va bene capra, ci sentiamo stasera. Adesso vado che se no Josh mi lascia a piedi! Stronzo di un fratello.

Sorrisi leggendo l’ultimo messaggio. Era vero, suo fratello era un eterno stronzo ma quando litigavano c’era da scompisciarsi.
Posai il telefono nella borsa finendo il mio panino. Bevvi un po’ d’acqua dalla bottiglietta e poi diedi un morso alla mia mela. Mi sentivo osservata ma pensai fosse solo una mia impressione.
Finita la mela mi alzai prendendo il mio zaino.
Alzando lo sguardo, notai un tavolo non molto distante dal mio. Seduti intorno c’erano quegli otto ragazzi di stamattina. Guardai meglio e constatai che fra quelli si trovavano il riccio e il biondo. Adesso capivo chi fosse Harry. Era il cespuglio! Mi accorsi solo dopo che l’essere osservata non era solo una mia impressione ma era davvero così. Infatti a guardarmi era proprio quel gruppo di deficienti. Scocciata mi diressi a passo svelto verso l’uscita della mensa andando all’armadietto per riporre i libri.
Quando la campanella finalmente suonò, non ci misi più di due secondi ad uscire da quel inferno. Appena respirai aria pulita, un sorriso comparve sulle mie labbra. Casa mia distava più o meno 15/20 minuti da scuola e l’idea di farmela a piedi non era allettante, ma non avevo molte opzioni. Sbuffando iniziai a camminare. In questo periodo ero talmente concentrata sulla scuola e sul trasferimento che non mi ero mai presa cinque minuti per gustarmi quella meraviglia di città. In un certo senso pensai che fosse una fortuna trovarmi in quel posto, chissà quanta gente vorrebbe trovarsi qui in questo momento. Girai l’angolo e mi imbattei in un supermercato non molto grande. Era una specie di Conad italiano. Pensai che quel giorno mio padre non sarebbe tornato a casa per cena e che molto probabilmente avrei dovuto cenare da sola. Sorrisi pensando che prendermi una pizza surgelata non fosse poi una cattiva idea, constatando che non ero un gran che in cucina. Entrando nel supermercato, un’ondata di caldo accogliente mi investì costringendomi a togliere la sciarpa pesante che avevo indossato per quella mattinata gelida. Mi diressi al reparto surgelati e presi la mia cena. Pensai di fare un po’ di spesa visto che essendoci appena trasferiti la casa era quasi completamente vuota se non per le cose indispensabili. Presi acqua, pane, pasta, patatine, caramelle, bibite, più di una pizza per ogni qual volta sarebbe potuta servire e infine mi diressi nel reparto assorbenti. Beh, ovviamente per una donna è un pò difficile convivere senza. Trovai la marca che usavo praticamente sempre, ma mi accorsi che era veramente troppo in alto. Mi alzai sulle punte allungando il braccio il più possibile ma senza riuscire a spostarlo nemmeno di un millimetro dallo scaffale. Iniziai a saltellare. Sembravo una deficiente con sani problemi mentali, ma non avevo altra scelta. O così o rimanevo senza assorbenti e la cosa era altamente probabile in quel momento. “ah adesso capisco perché oggi eri così acida ragazzina” mi fermai di colpo riconoscendo a stento quella voce e quel tono da arrogante presuntuoso. Chiusi gli occhi e mi girai di scatto pronta a dirgliene quattro a quel demente. Oh tesoro adesso vedrai la ragazzina, pensai.




 


Spazio Autrice

Ciao a tutte! Questa è la seconda storia che pubblico su efp, spero vi piaccia. Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! Ciao ciao, alla prossima <3

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Directioner_810