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Autore: Tisyid    19/03/2015    0 recensioni
Il liceo si sa non è mai facile, un tipo come Sherlock come potrebbe affrontare i compagni, i progetti, le feste...Moriarty? , si lui è ovunque ma ovviamente anche John dà il suo grande contributo,
Dal testo:
John
Io e Sherlock arriviamo a tavola ad accoglierci un sorriso esagerato da parte di sua madre, mi guarda come un perito d'arte guarderebbe uno dei tanti quadri importanti sistemati sul salotto della donna.
- Allora John parlaci un pó di te.
- Non c'è molto da dire.
Guardo in basso imbarazzato.
- Sei di queste parti?
- Sì in effetti abito qui vicino.
Bevo un sorso d'acqua.
- Hai una ragazza?
Sputo l'acqua sorpreso dalla domanda, il padre di Sherlock mi guarda con compassione. Ma tutti gli Holmes sono così delicati nel parlare?.
- No non ho una ragazza.
Guardo Sherlock che sembra alzare gli occhi al cielo scocciato.
Genere: Comico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harriet Watson, Jim Moriarty, John Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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John
Arrivati in laboratorio i movimenti di Sherlock iniziano a sembrare sempre più veloci. Sembra molto a suo agio tra quelle sostanze. 
  - Allora?
  Mi guarda alzando un sopracciglio. 
  - Cosa? 
  - Cosa fai adesso? 
  - Devo analizzare questa collana. 
Risponde senza distogliere lo sguardo dal microscopio. 
  - Posso aiutarti?
  - Prendi il cellulare nella tasca del cappotto.
  - Quello nella sedia?
  Indico un cappotto appeso alla sedia dove Sherlock è seduto. 
  - Sì John. 
  Sbuffo
  - Apri la galleria. 
  Faccio come ha detto e sullo schermo appaiono una ventina di foto sulla vittima,  le braccia e il collo rossi e irritati. 
  - Ma quando le hai...
  - Fatte?  Quando Lestrade è andato a prendermi la collana. 
  - Oh, perché la stai analizzando? 
  - Osserva le foto John,  la pelle della donna,  ti sarai accorto sia delle condizioni delle braccia sia del collo. 
Il telefono mi squilla per un secondo, lo ignoro c'è di meglio a cui pensare davanti a me.  
- Quindi stai vedendo se è rimasto qualche residuo nella collana? 
  - Il telefono John.
  - Non importa. 
  - Come fai a saperlo? 
  Alzo gli occhi al cielo estraendo quel marchingegno dalla tasca,  lo accendo e leggo il messaggio.
  - Infatti nulla di importante. 
Sherlock alza un sopracciglio come per dire di continuare. 
  - Invito per la festa di carnevale. 
  - Siamo a settembre. 
  - Gli inviti li preparano sempre prima,  tu ci andrai? 
  Sherlock accenna un sorriso mantenendo lo sguardo verso il microscopio. 
  - Cosa ti fa pensare che io partecipi ad una festa piena di persone senza un minimo di intelletto che non fanno altro che ballare e strusciarsi l'uno con l'altro
  - Qualcuno. 
  - Come? 
Finalmente distoglie lo sguardo e lo punta su di me. 
  - Qualcuno,  con cui stare durante la serata una ragazza con cui parlare e divertirti. 
  Ritorna ad osservare la collana accennando un sorriso.
  - Non sono il mio campo. 
  - Le ragazze?  Ah vabè parlo in generale, qualcuno. 
  - Intendevo le persone. 
  Si limita a dire per poi alzarsi gioioso e correre verso la porta.

James
Accenno un sorriso leggendo il messaggio da poco ricevuto, divertenti gli Holmes. Ho fatto fare una bella corsa al maggiore (credo ne abbia anche bisogno) e adesso tocca al minore, ho già qualche idea al riguardo anche se sarebbe meglio aspettare a compierla, a quanto ho sentito Mycroft ha capito il creatore dello "scherzo" non che mi sia impegnato a nascondere la mia firma anzi...

Sherlock
Credo di aver capito la causa della morte della vittima, dovrei solo dare un'occhiata alle cartelle della donna per confermare la mia teoria sulla sua salute.
  - Sherlock dove vai? 
  Sento un urlo provenire da poco lontano. 
  - Va a casa John,  ci vediamo domani devo sbrigare un ultima cosa. 
  Dico in fretta per poi tornare a correre verso la centrale.

La raggiungo dopo una mezz'oretta e non incrociando Lestrade mi dirigo direttamente verso il suo ufficio,  ormai sono abituati a trovarmi in giro per la centrale e non mi fermano neppure.

Dopo aver cercato nella pila di fogli ordinati in un cassetto passo a quelli sparsi sul tavolo, TOMBOLA.

Leggo quella cartella attentamente senza trascurare alcuna parola e sul mio viso nasce un sorriso orgoglioso del lavoro svolto. Non mi resta che trovare la borsa. 


 

   
 
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