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Autore: PayneiDiStellexo    19/03/2015    4 recensioni
« Qui è tutto talmente vecchio » disse torva guardando il padre di sottecchi.
« Io lo definirei vintage » disse lui con fare ironico mentre cercava di vedere se qualcuno arrivasse ad accoglierli.
« Che comunque è passato di moda da un bel po’ » disse acida lei in risposta a quell’ironia che le dava decisamente sui nervi. Non avere il controllo della situazione la rendeva terribilmente turbata.
➸ Catapultate una newyorkese in un paesino sperduto della Scozia
➸ Aggiungevi un ragazzo piuttosto affascinante
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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 Chapter One 
 
Il suv nero viaggiava decisamente troppo velocemente su quella stradicciola poco battuta e incredibilmente fangosa. Virgie emise un sbuffo simile ad un lamento che fece voltare verso di lei il padre, imbronciato quanto lei, giusto per un secondo prima che egli si concentrasse di nuovo sulla strada di campagna. La bionda lo vide ovviamente, ma fece finta di niente per continuare a comportarsi come la vera “vittima” della storia. Fece scorrere la mano sinistra sul finestrino per poi provare a pensare per un istante a quale era stata l’ultima volta in cui aveva visto il sole. Doveva essere stato almeno dodici ore fa, prima di entrare al JFK. Sbuffò di nuovo guardando il cielo nuvoloso e invaso dallo stesso grigiore che regnava nelle sue iridi le quali, al momento, erano meste e buie come un temporale. Tamburellò sul vetro con le dita in modo fastidiosamente ritmico per poi rendersi conto che, dopo miglia intere di campagne solitarie senza un filo di civiltà, la macchina era giunta ad un piccolo paesino rurale. Fece la faccia di una che sta per piangere quando uno dei tanti cartelli davanti a lei la informò brutalmente di essere arrivata a meta.
« Conon Bridge » diceva l’insegna stradale, e lei si sentì morire, non tanto per il nome della cittadine in sé, che non le suscitava un particolare ribrezzo, ma per la successione di cifre al di sotto « 2 836 abitanti »
A quel punto non seppe più trattenersi dall’incrociare le braccia al petto e da emettere un urletto quasi soffocato rivolto verso l’uomo che guidava l’automobile « Io non scendo da qui papà! Riportami immediatamente a New York! » urlò sottolineando l’ultima frase e quasi sillabando il nome della sua città in modo da essere più chiara.
Connor Allen fece un profondo respiro per calmarsi e sforzarsi di non sottostare, solo per un volta, ai capricci della figlia. Non si voltò nemmeno verso di lei prima di pronunciare, con tono autoritario quelle parole « Tu scendi eccome Virgie! Questa volta l’hai combinata grossa e non te la lascerò scampare un’altra volta. »
La bionda sbuffò ancora « Ti giuro che farò qualsiasi cosa vorrai, ti prometto che non uscirò più e che porterò a spasso Teddy la domenica mattina. Andrò persino in Chiesa! » Tutte promesse che ovviamente non avrebbe mantenuto una volta tornata a casa, lo sapevano entrambi. Lei che rifiutava una festa o un’uscita tra amiche sarebbe stato un miraggio davvero anacronistico e anche l’idea di Virgie che si portava dietro il fratellino di cinque anni per andare a messa non sembrava molto concreto.
« Ho detto no » disse il padre senza nemmeno scaldarsi « Andrai alla Saint Andrew » disse secco.
La bionda si ammutolì ancora insoddisfatta e cercò di respirare a pieni polmoni ma il nodo alla gola terribile che aveva la indusse a produrre un rantolo che fece da segno di apertura per un pianto che interruppe alla primissima lacrima. Ebbe giusto un fremito quando vide che la scuola che avrebbe frequentato, o meglio, la sua prigione personale, era dritta davanti al suv che stava ormai parcheggiando. Un muro alto di pietra grigia si innalzava tutt’intorno e un cancello di ferro battuto  lasciava intravvedere giusto un po’ la struttura rosso mattone che sembrava un castello di piccole dimensioni, decisamente diverso da quello delle fiabe che lei si era sempre immaginata rosa.
Scesero dall’auto in silenzio e il padre si diresse verso il campanello dorato posizionato a destra della cancellata, che premette. Lei, dal canto suo, rimase con la schiena appoggiata alla macchina aspettando che qualcuno la aiutasse con i bagagli.
« Qui è tutto talmente vecchio » disse torva guardando il padre di sottecchi.
« Io lo definirei vintage » disse lui con fare ironico mentre cercava di vedere se qualcuno arrivasse ad accoglierli.
« Che comunque è passato di moda da un bel po’ » disse acida lei in risposta a quell’ironia che le dava decisamente sui nervi. Non avere il controllo della situazione la rendeva terribilmente turbata.
« Oh guarda, arrivano ad accoglierci » Sorrise il padre voltandosi verso di lei. La percorse con uno sguardo severo e amorevole al tempo stesso prima di dire « Comportati bene, ho fatto i salti mortali per farti entrare qui dentro »
« Nessuno ti aveva chiesto di farlo » le ricordò lei incrociando nuovamente le braccia al petto.
Guardarono entrambi il cancello che si apriva con lentezza e svelava la figura di una donna alta e snella sui trent’anni dai capelli rosso scuro che le arrivavano circa alle spalle e dagli occhi decisamente verdi e ipnotici.
« Buongiorno! » fece con una voce frizzante e allegra e subito, Vrgie, si chiese se fossero tutti come lei lì dove regnava il grigiore e la solitudine.
« Buongiorno » fece suo padre con un sorriso cortese e gentile, cosa che non fece la ragazza che si limitò, invece, a starsene appoggiata alla macchina con aria di sfida.
« Tu devi essere Virgie Addison Chloé » disse pronunciando il suo nome per intero con l’aria di una che aveva impiegato ore per impararlo a memoria.
« Solo Virgie » disse lei senza accennare ad un sorriso o ad un saluto.
Ci fu un secondo di silenzio durante il quale suo padre la guardò torvo e la signorina ridacchiò « Io sono Samantha White, sono la preside della Saint Andrew e sono americana anche io» disse sorridendo « So bene come ci si sente ad arrivare in Scozia e sentirsi sperduti » aggiunse dolcemente.
L’unica cosa che non sentiva era l’essere sperduta, ma non lo disse per non apparire troppo maleducata. Si sentiva triste, arrabbiata con il mondo e soprattutto con il padre e anche un po’ assonnata per colpa del jet-leg ma non si sentiva assolutamente confusa o, più pateticamente, sperduta. Era una di quelle ragazze che si sentivano sempre a loro agio nonostante non lo fossero davvero.
« Oh! Questo non lo sapevo! » esclamò il padre a cui sembrava stare simpatica la preside.
« Dal Kansas » disse la donna alla quale si illuminarono gli occhi.
« Ah » fece quasi schifata la ragazza che si aspettava decisamente di meglio. Non era mai stata in Kansas ma ci avevano mandato una delle sue amiche per un intera estate e le aveva raccontato spesso della solitudine campagnola che regnava in qui posti. La donna, a pensarci, si era trovata gli stessi paesaggi anche lì in Scozia, non avrebbe dovuto sentirsi più di tanto disorientata al suo arrivo.
Il padre la guardò di nuovo malissimo per poi fare un « Io ora devo andare se voglio prendere i prossimo volo per New York, ti lascio in buone mani » sorrise e poi la abbracciò stretta.
Non si pentì nemmeno per un istante della sua scelta mentre scaricava con velocità impressionante le valigie gigantesche e rosa dal baule dell’automobile e saliva con un cenno della mano finale lasciando la figlia nella sua “prigione personale” chiamata anche “Scuola Privata Superiore Saint Andrew”.
Dal canto suo, Virgie prese un enorme respiro prima di chiedere quasi cortesemente un qualche aiuto con i bagagli e poi di entrare con un sorriso forzato, dal cancello di ferro.
 
 

Angolo Autrice
Ciao a tutti! Sono Marta e sono anche l'autrice di questa fanfiction che è la mia primissima. Diciamo che ho deciso di sfidare me stessa e di mettermi in gioco con qualcosa di nuovo. Scrivere mi è sempre piaciuto ma non avevo mai pensato veramente che fosse possibile fare uscire qualcosa di pubblicabile dalla mia testolina. Non avevo nulla da fare ed ero in pari con le puntate dei mille telefilm che seguo, perciò, eccomi qui. Devo dire che il personaggio di Virgie deve sembrarvi davvero antipatico e presuntuoso in questo primo capitolo ma esploreremo tutte le diverse sfaccettature caratteriali di questo personaggio, state tranquilli. Io questa storia l'avevo pensata di una decina di capitoli, o forse un po' meno ma tutto dipende dal seguito e dal numero di commenti che otterrà. Vi prego di farmi sapere quello che pensate senza tralasciare le critiche, che sono sempre accette. Sono alle prime armi perciò avrei proprio bisogno del proprio aiuto. 
 

 
   
 
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